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Politica

Poste, Terzoni: “AD conferma ottimizzazioni e chiusure. Salvi uffici in centri sotto i 5mila abitanti"

Poste, Terzoni: “AD conferma ottimizzazioni e chiusure. Salvi uffici in centri sotto i 5mila abitanti"

“E’ un quadro desolante quello emerso questa settimana alla Camera dei deputati dall’audizione dell’amministratore delegato di Poste italiane, Del Fante, che, interrogato dal MoVimento 5 Stelle, sulla qualità del servizio reso da Poste Italiane e sulla politica di riorganizzazione del servizio messa in atto dall’azienda, che ha confermato l’imminente chiusura di diversi uffici postali nei prossimi mesi. In questo scenario preoccupante, c’è almeno il “lenitivo” dell’esclusione da questo piano degli uffici ubicati in comuni sotto i 5 mila abitanti. Lo stesso Ad di Poste, infatti, ci ha rassicurato sul fatto che si atterrà alla legge sui piccoli borghi che porta la mia firma e quella del collega del Pd Ermete Realacci. Certo è che la situazione non lascia tranquilli affatto in termini più generali".

Così Patrizia Terzoni, portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati. 

“Il mese scorso – sottolinea - quando lanciammo l’allarme su probabili chiusure e uffici aperti a singhiozzo in molte regioni fra cui le Marche, l’azienda si affrettò subito a smentire le cifre in nostro possesso. Tre giorni fa, però, è stata proprio la figura più rappresentativa di Poste Italiane a dirci, in Parlamento e non senza imbarazzi, che seppur con qualche imprecisione non ci eravamo sbagliati più di tanto. Allo stato attuale, per quanto riguarda la regione Marche, non sappiamo nel dettaglio il numero di uffici postali interessati dai colpi di scure. Di certo però nelle prossime settimane chiederemo ancora ragguagli e informazioni, perché parliamo di un servizio cruciale per migliaia di cittadini. Questa settimana, poi, ci saremmo aspettati pure un focus più dettagliato sullo scandalo ‘Posteleaks’ scoppiato nel 2015, sulla manomissione dei dati del periodo 2006-2015, e ancora irrisolto, e viste le numerose denunce giornalistiche sui disservizi e le testimonianze di tempi biblici per la consegna di raccomandate e bollette. Inoltre alcuni dei dirigenti coinvolti nello scandalo sono ancora in ruoli chiave di Poste. Il ricambio di cui parla Del Fante, infatti, non ha riguardato i vertici della divisione servizi postali, responsabili diretti della vicenda delle ‘lettere test’ e informati dei controlli truccati, ma, in base a quanto sta emergendo dalle sentenze, ha individuato soprattutto dei capri espiatori, licenziati senza avere colpe poiché rispondevano a precise direttive emesse dall’alto. Il gap sul servizio di Poste si estende anche sul piano internazionale, dove se da una parte con la Germania abbiamo appena chiuso un accordo sulle contestazioni che giustamente venivano mosse nei confronti del servizio di Poste, come confermato da Del Fante, dall’altra stanno insorgendo altri Paesi come la Cina, che di recente ha minacciato di mandarci i suoi ispettori. In particolare, il numero uno di Poste ha ammesso che l’Italia è stata penalizzata nelle compensazioni economiche a causa dei ritardi fatti registrare nel recapito internazionale ma che c’è stato un recente cambio di guardia nella nomina dei responsabili del servizio, per cercare di recuperare la mancanza di ricavi. Per quanto riguarda le perdite scontate da Poste con l’ingresso in Alitalia, stupisce che Del Fante non sembri interessato all’ultimo bilancio, introvabile, della compagnia aerea, nonostante gli investimenti ingenti: 82 milioni di euro di perdite a cui si aggiungono i 75 di investimento iniziale quando fece il suo ingresso nel capitale di Alitalia. A parte i numeri snocciolati da Del Fante, quello che ancora manca è un piano industriale credibile che si faccia carico di tutte le criticità che pesano su Poste, a partire da una riorganizzazione del servizio fallimentare e contraria alle direttive europee sul servizio postale universale. Ci saremmo aspettati una posizione più coraggiosa nel campo del trasporto merci e della logistica, dove, vista la crescita del settore dell’e-commerce, Poste, con i suoi assets e le sue infrastrutture, potrebbe ricavarsi un ruolo importante, anche trainando i suoi competitor verso formule per la logistica di ultimo miglio innovativa e ad impatto zero”.

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