Ospedale unico: la vittoria del centrodestra e il rimedio di Comi per Tolentino
La scelta della sede dell'ospedale unico ognuno la racconterà come vuole. Date le imminenti elezioni politiche non vi è alcun dubbio che in tanti tenteranno di strumentalizzarla a proprio favore o contro l'avversario di turno.
Ma per onore della verità è bene che ai cittadini siano chiarite 3 verità inequivocabili.
Innanzitutto, la scelta della sede dell'ospedale unico provinciale non è stata fatta dalla Regione Marche, che, come noto a tutti, è composta in larga maggioranza, circa il 60%, dal Partito Democratico.
Secondo punto: la scelta della sede dell'ospedale unico provinciale è stata fatta dalla conferenza provinciale dei sindaci, che, anche in questo caso è noto a tutti, è composta in larga maggioranza, circa il 60%, da amministratori di centrodestra.
Terzo, ma non ultimo: anche il sindaco di Tolentino ha concorso a questa scelta condividendo in ogni passaggio con i suoi colleghi i criteri di scelta.
Sul piano politico questa vicenda politica ci dice alcune cose, anzi parecchie cose. E' chiaro, in primis, che la Regione Marche ottiene il risultato, storico e inimmaginabile alla vigilia, di convincere tutti i sindaci a optare per un grande e futuro (chissà quanto prossimo) ospedale unico provinciale di primo livello (oltre quello di Camerino che rimarrà).
E ancora: il sindaco Romano Carancini, grazie sopratutto ai sindaci di centrodestra più importanti (Civitanova e Camerino, tanto per dirne un paio) determina la scelta di Macerata come sede prediletta. Delle città più grandi, Giuseppe Pezzanesi, sindaco capofila dei comuni del centrodestra e quindi socio di maggioranza della Conferenza dei Sindaci, con l'abilità e la spregiudicatezza di un giocoliere, mentre da un lato vota insieme ai colleghi le scelte per decidere dove fare l'ospedale, dall'altro dichiara oggi di essere contrario e lancia fulmini e saette per una Tolentino "defraudata" da un risultato che, a rigor di logica, doveva essere ben diverso dalla scelta della Pieve.
Però, siccome al cuor non si comanda, in soccorso di Tolentino parte Francesco Comi. Quella che resta pur sempre la sua città, non può restare a bocca asciutta.
Da vecchio e navigato lupo del mare della politica, Comi, segretario regionale del PD, annusata l'aria del tradimento da parte di molti sindaci si affretta a chiudere con il Presidente della Regione un accordo che assicura a Tolentino: subito 5 milioni di euro, e poi altre risorse, per rifare un nuovo ospedale cittadino e per mantenere i servizi esistenti prima del terremoto; il mantenimento del PPI, il nuovo consultorio ed un nuovo reparto di diagnostica (tac e risonanza magnetica telecomandata) nella palazzina dell'ex farmacia.
E vissero felici e contenti. Forse...
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