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Macerata, Riccardo Sacchi (FI): "Mafia nigeriana in città? Il sindaco ne risponda in prima persona"

Macerata, Riccardo Sacchi (FI): "Mafia nigeriana in città? Il sindaco ne risponda in prima persona"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del consigliere comunale Riccardo Sacchi (Forza Italia) in merito alla citazione della città di Macerata all'interno del rapporto della Direzione investigativa antimafia nella sezione riguardante la mafia nigeriana (leggi di più): 

"Lunedì prossimo il Consiglio Comunale di Macerata ricorderà Pamela Mastropietro. E’ un’occasione di riflessione: la sola che ci è stata concessa da un Sindaco e da una maggioranza che hanno fatto di tutto, sin qui, per negare l’evidenza cercando di ridurre il brutale assassinio della ragazza a incidente.

Ma la realtà è molto più ostinata della propaganda e deflagra in città con la forza del rapporto della DIA (Direzione investigativa antimafia) che lascia pochissimo margine alla negazione. Nella relazione sull’attività investigativa del primo semestre 2018 – peraltro diffusa con ritardo, il che lascia pensare che il documento sia stato ben meditato – fa per due volte esplicito riferimento a Macerata sancendo che la città è diventata crocevia della criminalità organizzata, sia italiana che nigeriana (leggi di più).

È sintomatico che nel capitolo espressamente dedicato alla criminalità organizzata nigeriana, a pagina 321 del dossier della DIA, si legga: “ Di rilievo – a titolo esemplificativo - la sistematica attività di spaccio di eroina e marijuana effettuata nella provincia di Macerata, da 3 nigeriani ritenuti anche esecutori materiali dell’efferato delitto di una diciottenne romana, il cui cadavere fu ritrovato, dissezionato, in due valigie abbandonate”.

L’accento cade su “a titolo esemplificativo” perché il documento della DIA dà ampiamente conto di quali siano le modalità con cui agisce la mafia nigeriana nella gestione dello spaccio, della prostituzione e nell’assoggettamento delle sue vittime attraverso rituali quali il ju-ju o il vudù. Quanto è accaduto a Macerata il 30 gennaio di un anno fa non è un tragico incidente, ma è la spia di un diffuso degrado. Nel rapporto la DIA cita anche l’Hotel House, a sancire che una gestione scellerata dell’immigrazione clandestina in città e nella provincia ha determinato il radicarsi di inquietanti fenomeni malavitosi. 

La Dia offre, peraltro, un quadro assai allarmante del contesto regionale, facendo riferimento anche alle infiltrazioni nei cantieri della, si fa molto per dire, ricostruzione post-terremoto. Ma se questo è il quadro, sarà necessario individuare le responsabilità.

Il Sindaco di Macerata ha una gran fretta che tutto torni a covare sotto la cenere di un’apparente normalità. Non è un caso che Romano Carancini -  che si è costituito parte civile con il Comune obtorto collo contro Innocent Oseghale nel processo per l’omicidio di Pamela Mastropietro e solo perché noi dell’opposizione lo abbiamo incalzato - all’uscita della prima udienza ha reso palese questa sua fretta affermando: “ Attendiamo che quest’ultimo segmento di questa inspiegabile vicenda venga chiusa e, direi, che Pamela ritrovi la pace. La citta si ritrova con grande forza d’animo, dignità, con la forza di essersi rialzata”.  Non va dimenticato che il Sindaco aveva cercato anche di addossare qualche responsabilità alla famiglia Mastropietro, affermando: “non ho sentito da loro parole di autocritica”. Per questo il rapporto della Dia deve essergli andato di traverso.

La morte di Pamela, purtroppo, è spiegabilissima: la città è diventata crocevia dello spaccio e della malavita nigeriana. Nel rapporto della Dia peraltro non figurano i fatti successivi: ad esempio la maxioperazione che con 27 arresti ha rivelato che Macerata è stata divisa in zone, che qui operano spacciatori che sono dipendenti dalla mafia nera.

Ebbene, la città non si è rialzata, ha solo preso consapevolezza di essere profondamente infiltrata dalla criminalità e l’ azione del Questore Antonio Pignataro e l’abnegazione di tutte le forze dell’ordine hanno consentito di arginare il fenomeno, ma anche di farlo emergere in tutta al sua dirompente rilevanza e pericolosità.

Così come le infiltrazioni mafiose nella ricostruzione chiamano pesantemente in causa la Regione per omesso controllo, l’aver consentito che a Macerata si insediasse la mafia nigeriana chiama direttamente in causa l’amministrazione e il Sindaco Carancini in prima persona.

Per anni si sono gonfiati gli arrivi di clandestini, per anni si è appaltata la politica dell’accoglienza al Gus che è diventato una sorta di monopolista dell’immigrazione, salvo oggi che i flussi sono stati drasticamente regolamentati licenziare i dipendenti e scaricare sui proprietari degli appartamenti che il Gus aveva locato la sua crisi. Né va sottaciuto che dal processo potrebbero emergere altri inquietanti risvolti.

Ebbene verrebbe da dire se non fosse in danno di tutta la città che la giunta Carancini raccoglie oggi i frutti di un’amministrazione ideologica sul fronte dell’immigrazione, dissennata sul versante amministrativo, assolutamente cieca dal punto di vista della sicurezza. Per anni dall’opposizione abbiamo chiesto più controlli con l’assessore “all’insicurezza” Mario Iesari che è arrivato a negare l’evidenza quando segnalavamo che i giardini Diaz erano sede di spaccio, che il parco di Fontescodella era luogo di spaccio e di bivacco, quando inutilmente abbiamo chiesto telecamere di sorveglianza e un piano per la sicurezza, per anni abbiamo chiesto trasparenza sui conti del Gus e sulla gestione dei progetti Sprar e ci è sempre stato risposto che non era affar nostro, ma tutti ricordano l’imbarazzato balbettio delle assessore Marika Marcolini quando le è stato chiesto conto degli importi versati.

No, caro Sindaco Carancini, l’omicidio di Pamela Mastropietro non è affatto inspiegabile. Le forze di polizia con questo rapporto della Dia ne certificano in maniera cristallina le ragioni profonde. E certificano anche le responsabilità della Giunta Comunale di Macerata che ha sgovernato la città. Per questo riteniamo che il minuto di raccoglimento in Consiglio Comunale sia un gesto simbolico che ha un solo lato positivo: evitare alla povera ragazza lo scempio della verità. 

Va invece aperta una discussione profonda sulla reale situazione di Macerata. Verrebbe da dire: meno manifestazioni antitutto e più riflessioni pro Macerata! Perché non possono sperare il Pd e il Sindaco che il processo Mastropietro, se indicherà l’assassino di Pamela, li assolva dalle loro responsabilità politiche ed amministrative.

Il rapporto della Dia pone un problema enorme: può il Pd che da sempre tuona contro tutte le mafie accettare che Macerata sia indicata come la città della mafia nigeriana? Può il Pd continuare a tenere in vita una giunta che ha portato la città a questo livello di degrado morale e di insicurezza senza sentirsi “correo” di tale scempio?  Sarebbe tempo di consentire ai cittadini di autodeterminarsi tornando al voto, impedendo finalmente a questa Giunta di provocare ulteriori danni.

Dicano i maceratesi se si sentono tutelati nel vivere in una città dove ha attecchito la mafia nigeriana. Sappiano, comunque, il Sindaco e il Pd che lo sostiene, che su questo fronte noi non smetteremo di batterci e di incalzarli. Vogliamo verità e giustizia per la povera ragazza uccisa, così come vogliamo verità, giustizia e sicurezza per Macerata, la città che amiamo e che non meritava e ha subito l’onta di sentirsi annoverare tra le cattedrali della mafia nigeriana".

 

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