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Macerata, Orioli (N.CDU) critico sulla fase 2: "Siamo nella logica dell'emergenza permanente"

Macerata, Orioli (N.CDU) critico sulla fase 2: "Siamo nella logica dell'emergenza permanente"

“Dopo l’annuncio di ieri del Presidente del Consiglio dei Ministri, in merito alla tanto attesa fase due, rimango estremamente deluso, amareggiato ed alquanto preoccupato per le sorti e per l’avvenire del nostro Paese e per la mancanza di una vera politica progettuale”. Ad affermarlo, in una nota, è Mattia Orioli, coordinatore provinciale maceratese dell’N.Cdu, il quale espone tutte le sue perplessità riguardo la fase 2 contenuta nel nuovo decreto.

“Fino ad oggi, continua Orioli -  ho ritenuto opportuno e doveroso mantener un atteggiamento silenzioso ma operoso, volto al sostegno della prima fase emergenziale alla quale il Paese tutto si è unito con profondo spirito di forza, dignità e solidarietà nazionale, dalla quale poter sancire un grande orgoglio per l'Italia. Tuttavia, dal punto di vista politico condivido quanto espresso dalle varie forze  nazionali del centro destra, le quali, pur con atteggiamento collaborativo, hanno ben evidenziato preoccupazioni e perplessità sulla gestione di questa crisi.

 A seguito dell’annuncio di ieri voglio esprimere alcune mie considerazioni, in modo particolare, ritengo evidente, come in questo Paese si sia passati da una cultura politica del pensare, confrontare, progettare e pianificare, quindi guardare al futuro, con piena responsabilità e capacità politica,  ad una politica o meglio falsa politica, la quale si dimostra sempre più legata alla logica dell’emergenza permanente oltre la quale non si sa ne progettare, ne pianificare verso il futuro, sapendo contemperare tutti gli interessi e valori in campo, e  garantendo una strategia di lotta chiara contro le varie problematiche che si presentano, una chiara differenza con la politica della prima repubblica, la quale, se pur con dei difetti, seppe comunque garantire al paese nel secondo dopoguerra, un’uscita dalla crisi ed una posizione di quinta potenza economica nel mondo”.

 Di questo Orioli si dice preoccupato “non possiamo permettere che l’emergenza diventi una modalità, ad uso politico, per incapacità della stessa o per accettazione della stessa, questo paese ha diritto ad una vera politica, che guardi al domani e non solo all’immediato, e l’esempio del terremoto ne dimostra come un paese sismico come il nostro, in questi anni pur sapendo di tale pericolo, ha sempre vissuto il tutto non preparando un vero e proprio piano per l’emergenza nè realizzando un piano strategico per la  ricostruzione post – sismica”.

“Per questo motivo – spiega Orioli -  non posso sostenere che ancora dopo circa tre mesi e più, dalle notizia del coronavirus, questo governo non abbia ancora preparato una vera fase due, o meglio un piano organico che possa far ripartire tutti i cittadini dopo il 4 maggio, affinché possano malgrado tutto poter tornare al proprio  lavoro, per vivere, se pur con le dovute misure di sicurezza; con questo non intendo affatto sminuire la gravità della situazione, tutt’altro, suggerisco che la stessa crisi non si acutizzi e diventi cronica con l’aggravarsi della crisi economica che si sta affacciando oltre a quella sanitaria già in atto.

 Infatti, grazie al grande sacrificio dei medici d’ospedale, di base, infermieri e di persone che con gesti eroici hanno dato la vita per salvarne delle altre, e di tutti coloro che hanno operato in vari lavori per garantire il necessario, il Paese ha retto la cosiddetta fase immediata e critica dell’emergenza ed a mio avviso solo grazie a queste persone il sistema nazionale sanitario ed economico di base è rimasto in piedi, colmando la grave fragilità di una struttura sempre più indebolita per via dei gravi tagli, alla sanità e ai vari a settori essenziali fatti in questi ultimi anni.

 Per questo, non vorrei che in futuro le curve del virus, se purtroppo dovessero risalire, come purtroppo pronosticato anche da alcuni, diventi condizione forzosa per una ulteriore chiusura del Paese a scapito dei cittadini, ma vorrei invece una politica in grado di evitare questo problema non solo “chiudendo il Paese” fatto che è stato plausibile nell’immediato della crisi acuta di emergenza, dal quale però invece occorre superare mettendo in campo una strategia reale di contenimento in grado di contemperare in maniera progettuale l’aspetto sanitario insieme a quello economico e non l’uno forzatamente a discapito dell’altro, facendo superare la fase acuta della prima chiusura per dar spazio ad una vera seconda fase in grado di sostenere e contenere il virus per poterci convivere sino alla sua sconfitta, per questo vorrei che si investisse fortemente sulla sanità, per tutelare le nostre vite e di chi ci cura con strumenti adeguati subito, ed allo stesso tempo aprire il 4 maggio affinché si possa  far tornare tutti al proprio lavoro, pur con distanziamenti , precauzioni e regole severe volte a tutelare il contenimento del virus e garantire sicurezza, salvaguardando quindi tutti i nostri valori fondamentali insiti nella nostra costituzione”.

 "Non si possono far morire intere fasce economiche – prosegue il coordinatore provinciale del N.Cdu -  le imprese non hanno avuto ancora la liquidità necessaria per compensare il sacrificio sostenuto, e di fatto sono a grave rischio chiusura con annessi posti di lavoro, così come tanti altri cittadini in grave difficoltà economica e sociale, basti pesare al settore del turismo, e via dicendo, per questo, la crisi pandemica non deve assolutamente acutizzarsi anche in quella economica, perché se la salute, e quindi la vita è una priorità indiscutibile, essa, va vista però nel suo reale complesso, in tutte le sue forme e sostanze; infatti la salute è anche lavorare per mangiare, e salute è anche quella immateriale, sia essa spirituale che intellettuale, la quale non può essere assolutamente sospesa più del dovuto, e quindi del necessario, e su questo mi riferisco anche alla possibilità di poter tornare a messa nelle nostre amate chiese.

 Pertanto l’emergenza non può essere la risposta politica ma una fase imprevista, la quale deve essere il prima possibile contenuta, e superata, dando spazio ad una vera politica, in grado di assumersi delle responsabilità e non di lasciarle sulle spalle degli italiani l’ammortizzazione degli effetti di questa grave crisi, ed anche delegando a vari comitati, diversi dal luogo sancito dalla costituzione, il parlamento, decisioni fondamentali sulle sorti di un intero paese e popolo.

Per questo mi auspico – conclude Orioli -  che questo governo nell’immediato si ravveda e si renda conto che da soli non si può sconfiggere il virus e le relative conseguenze, di cui quelle economiche, e per questo mi auspico vivamente che si relazioni subito con le opposizioni in parlamento, e non si chiuda in se stesso, affinché insieme si possa pianificare una vera fase due per il 4 maggio, o meglio un vero piano strategico – progettuale di ripartenza per tutti i cittadini, in grado di farci convivere con questo maledetto virus,  sino alla sua definitiva sconfitta”.

 

 

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