"A cinque mesi dal sisma siamo al punto zero. Sulle zone colpite dal terremoto nemmeno un mattone". Questa, in sintesi, la drammatica fotografia di denuncia da parte del coordinatore regionale di Forza Italia nelle Marche Remigio Ceroni, senatore della repubblica e membro della V Commissione Permanente Bilancio. Ceroni sta seguendo attentamente le innumerevoli tragedie nei singoli paesi e frazioni marchigiane colpite dal sisma che dal 24 agosto ad oggi non ha dato tregua. "Non mollo e farò sentire la mia voce fintanto che il Governo non adotterà le giuste misure di legge per tutelare e ridare vita e dignità ai miei conterranei. Le Marche sono in ginocchio. Ci sono paesi interi dove non è stato effettuato nemmeno un sopralluogo. L’intero settore agricolo dell'entroterra è abbandonato a sé stesso. Allevatori che vivono in situazioni assurde perché non hanno abbandonato il bestiame che oggi, a causa del freddo e della neve, sta morendo. Attrezzature di ricovero per il bestiame mai allestite. Tutto ciò con non poche conseguenze per tutta l'economia regionale. Ceroni, proprio oggi ha presentato al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, al Ministro dell'Ambiente del Territorio e al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali un'interrogazione che ha come oggetto proprio la "confusione" e la " lentezza burocratica" riscontrate nell'affrontare questa emergenza.
Senatore Ceroni, lei, pur essendo marchigiano, ha votato contro il decreto di conversione. Ci dice perché?
Già da allora era facilmente prevedibile che le cose finissero in questo modo. Le misure proposte lasciavano intravedere, già da allora, evidenti difficoltà applicative. Il provvedimento conteneva molte disposizioni inutili e accentratrici, così come di contro poche indicazioni operative. Non erano comprensibili le ragioni per le quali il Governo avesse voluto esautorare i rappresentanti delle quattro regioni colpite per nominare un commissario, contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi 30 anni nel corso dei quali i presidenti delle regioni sono sempre stati nominati referenti per ogni calamità. Ho votato contro, anche per la scarsità di risorse, del tutto insufficienti non solo alla ricostruzione ma all'emergenza in sé e per sé. Basta sentire, oggi, gli albergatori sulla costa che si stanno lamentando del mancato pagamento dei servizi relativi all'alloggio fornito agli sfollati. Si potevano reperire sul territorio del terremoto abitazioni in vendita o in affitto, a prezzi concordati, e dare una casa ai terremotati senza doverli deportare sul litorale compromettendo, a questo punto, anche la prossima stagione balneare. Ho votato no perché, con questa impostazione il governo ha voluto dare un segnale sfiducia nei confronti dei sindaci, dei tecnici e delle imprese insite nel provvedimento.
Il Senato, vista la ristrettezza de tempi, era l’unico luogo ove si potesse, attraverso gli emendamenti, migliorare il testo del provvedimento. Perché non ci si è concentrati e non si è lavorato unitariamente per migliorarlo?
Anche in Senato, come alla Camera, il governo non ha accolto nessuno di questi suggerimenti. Evidentemente era troppo impegnato ad integrare i due decreti-legge.
Sembra che con Gentiloni, Forza Italia abbia una maggiore capacità di dialogo. Se dovessero rivedere l’impianto normativo, il governo avrebbe la vostra collaborazione?
In questi giorni sono seguiti molti annunci di disponibilità a rivedere l'impianto del provvedimento, del tutto inadeguato a gestire l'emergenza. Aspettiamo con ansia le proposte che saranno formulate, dopodiché valuteremo.
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