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Politica Tolentino

Emergenza Covid-19, proposta di Bisonni: un buono di 200 euro per chi vive con un cane

Emergenza Covid-19, proposta di Bisonni: un buono di 200 euro per chi vive con un cane

La crisi economica generata dall’emergenza Coronavirus non ha risparmiato neppure gli animali, randagi o ospitati in casa. Ad occuparsi del problema il capogruppo dei Verdi Marche, Sandro Bisonni che ha formulato alcune precise richieste in una mozione che sarà discussa prossimamente in Consiglio regionale.

“Numerose famiglie – scrive - si sono trovate in condizione di indigenza dovuta all’improvvisa sospensione delle attività lavorative e per molte di loro è diventato quasi impossibile riuscire a sostenere le spese relative al mantenimento e alle cure del proprio animale d’affezione. Ecco la necessità di provvedimenti che possano fornire un supporto concreto”. 

Nella mozione Presidente e Giunta vengono impegnati su diversi fronti. In primis, Bisonni chiede l’attivazione per tutte le persone indigenti di un “Buono Emergenza Covid – 19”, concesso una tantum e del valore di 200 euro per ogni cane e di 100 euro per ogni gatto (animali iscritti in anagrafe), finalizzato a garantire in un momento di profonda crisi economica la sussistenza degli animali familiari.

Poi, un ““Buono Spesa Animali” annuo da 500 euro per le persone con reddito inferiore a 8.000 euro, per l’acquisto di cibo, farmaci e spese veterinarie e un “Buono adozioni - Quattrozampe Social Card” una tantum per coloro che adottano un animale da un canile o  da un gattile. Il valore, in base a quanto proposto da Bisonni, dovrebbero essere di 1.000 euro per adottanti con redditi fino a 55.000 euro e di 500 euro per adottanti con redditi oltre i 55.001 euro. Lo stesso buono dovrebbe essere speso nei 18 mesi successivi all’adozione per l’alimentazione dell’animale e per le cure veterinarie.

Altre richieste contenute nella mozione riguardano l’adeguamento dell’aliquota IVA dal 22% al 4% sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per animali; un aumento della quota di detraibilità fiscale delle spese medico-veterinarie; l’equiparazione terapeutica tra farmaci umani e veterinari di identica composizione; la regolamentazione di quelli generici anche in veterinaria, per i quali non esiste una norma che preveda che essi debbano avere un prezzo di vendita inferiore; la commercializzazione di confezioni di farmaci veterinari commisurate alle patologie alla cui cura sono preposti, con la possibilità di garantire somministrazioni anche minime a costi proporzionali, per evitare il rischio di cure “fai da te”.

 

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