Elezioni, Morgoni attacca la giunta Acquaroli: "Esodo biblico dalle Marche, candidati 4 assessori su 6"
"Le campagne elettorali trasudano propaganda e illusioni anche in momenti come quelli che viviamo, nei quali la politica dovrebbe stare molto lontana da queste malsane abitudini". A dichiararlo è il deputato uscente del Partito Democratico Mario Morgoni nel segnalare come, a meno di due anni dalla storica vittoria del centrodestra nella regione Marche, "due terzi della giunta Acquaroli (4 assessori su 6) ignora i faraonici propositi e gli impegni inviolabili assunti con gli elettori, veleggiando verso i più sicuri e comodi lidi parlamentari".
"E non sono certo figure di secondo piano - ricorda il deputato dem -. Si tratta del vice presidente della giunta Mirco Carloni e degli assessori Guido Castelli, Giorgia Latini e Stefano Aguzzi". "Come se non bastasse sono in partenza anche altre pedine di primo piano della maggioranza - aggiunge -, come Elena Leonardi, figura chiave in materia di sanità visto che ne presiede la commissione. E ancora Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia".
"Un vero e proprio esodo biblico di amministratori regionali di destra candidati al parlamento che fino al 25 settembre avranno testa e cuore solo alle elezioni e non certo ai marchigiani e ai loro problemi in un momento particolarmente drammatico" attacca Morgoni, che punge: "Se tutti o gran parte di loro fossero eletti Acquaroli dovrebbe ricominciare tutto daccapo, anche se questo non sarebbe un problema vista la nullità di due anni di governo regionale. E forse qui è la vera ragione di questa migrazione verso Roma: la consapevolezza che il progetto di governo della destra nelle Marche è già fallito".
"Il centrodestra delle Marche ha scritto una pagina nera della politica dimostrando di cercare il consenso in modo sfrontato e di usarlo senza alcun pudore recando così un grave insulto alle Marche e ai marchigiani. Non esiste alcun motivo perché gli elettori della nostra Regione premino chi dimostra nei confronti della comunità che è stato chiamato a servire un menefreghismo che sconfina nel disprezzo" conclude Morgoni.
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