Elezioni Corridonia, Scipioni guarda al futuro della città: "Serve nuova mentalità, ripartiamo dai giovani"
“Un progetto decennale, strutturato secondo scadenze precise e non vane promesse”: con queste parole il candidato sindaco per Corridonia Sandro Scipioni ha inteso riassumere la propria linea politica, fissando obbiettivi che promettono di fare la differenza alla prossime elezioni amministrative del 12 giugno 2022.
Due liste civiche (“Corridonia Rinasce” e “Noi Cittadini”) per 28 candidati al prossimo consiglio comunale, molti di loro giovani provenienti anche dalla “Meglio Gioventù” che 5 anni fa aveva cercato – riuscendoci relativamente – di stabilire un contatto con l’amministrazione dell'uscente Paolo Cartechini. E che oggi ci riprova proprio con Scipioni, preferito agli avversari Giuliana Giampaoli e Manuele Pierantoni.
Con lei i giovani possono davvero fare la differenza? I ragazzi che mi stanno affiancando nella campagna elettorale hanno entusiasmo, voglia di fare e di metterci la faccia. Così c’è possibilità di crescere insieme a chi come me è più maturo e consapevole dei bisogni concreti della comunità. De Gasperi diceva che il politico guarda al proprio orticello, mentre lo statista al futuro.
Quindi qual è la via di mezzo fra il populismo di piazza e una visione lungimirante? La semplicità e l’umiltà comunicativa. Non si devono propinare ai cittadini sogni irrealizzabili, ma interventi realistici. E questo è possibile solo se si rimette al centro la persona, facendola partecipare attivamente alle dinamiche della propria comunità rispetto alle scelte e agli investimenti utili da effettuare.
In cosa ha fallito la vecchia amministrazione secondo lei? Può aver peccato molto sul piano comunicativo, cosa che oggi non possiamo più permetterci con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Occorre aggiornarsi e adeguarsi, anche nei contenuti: parlare oggi ai giovani di meritocrazia, per esempio, significa dare loro l’opportunità di scegliere il miglior percorso lavorativo.
Lei non ha voluto l’appoggio di nessun partito per la sua campagna elettorale. Ho volutamente escluso questa possibilità, per non correre il rischio di facili strumentalizzazioni. Per me sottoscrivere un progetto comune, indipendentemente dalla bandiera di appartenenza, ha molto più senso.
Come si traducono nel concreto queste idee di rilancio per i giovani? Mettendo in moto contributi comunali, regionali, statali ed europei, usufruendo dei fondi del Pnrr, investendo nell’imprenditoria, dando respiro a start up, imprese informatiche, ristorazioni di tipicità. E abbassando tasse come Imu, Tasi e Tari.
Bisognerà cambiare anche la comunicazione con i vertici istituzionali della Regione? Non necessariamente: se la Regione Marche è sana, dignitosa e rispettosa, riuscirà a guardare agli interessi di tutti. Realizzare nuove strutture scolastiche, intervenire su realtà come Villa Fermani e l’Abbazia di San Claudio, trasferire gli uffici comunali presso l’ex Istituto Manzoni: sono alcune delle proposte da noi messe in campo non solo per il rilancio di Corridonia, ma di tutto il territorio marchigiano. In questo senso, anche la comunicazione con l’opposizione sarà importante.
Anche i suoi avversari diretti, con altre argomentazioni, hanno posto l’accento su turismo e cultura. Ma per quanto riguarda le criticità del sistema sanitario? Sappiamo che molti servizi rischiano di scomparire. All'interno del comune possiamo intervenire solamente su ciò che riguarda realtà come il TSO. Sarà decisivo confrontarsi con il piano sanitario regionale, che prevede 4 mln di euro di investimento. Uno degli obbiettivi preposti è quello di aumentare risorse e capitale umano legati al servizio infermieristico domiciliare, attraverso una spesa strutturata insieme a cooperative, volontari e partenariato sociale.
Quindi occorre una mentalità nuova. Assolutamente: dalle semplici analisi di bilancio possiamo già programmare le spese più urgenti, e garantire una certa assistenza sociale che guardi ai bisogni di tutti i cittadini. I miei 43 anni come coordinatore infermieristico delle Dialisi di Macerata e Tolentino mi hanno insegnato l’importanza dell’empatia con le persone, e oggi che sono in pensione voglio impiegare questa mia esperienza nella gestione politica di Corridonia.
Cosa farà nel caso di un ballottaggio? Me la giocherò fino alla fine, sicuramente non mi apparenterò con nessuno a meno che non sottoscriva il mio programma elettorale. I miei avversari si presentano spalleggiati dai partiti o da ex sindaci e assessori che negli ultimi 20 anni si sono scambiati i ruoli e le opportunità senza una visione concreta e volta al futuro. Noi invece proponiamo un modus operandi che riporti i corridoniani ad amare e vivere la propria città.
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