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Dieci sindaci firmano il documento: "Salviamo il Cosmari e diamogli un nuovo inizio, no alla privatizzazione"

Dieci sindaci firmano il documento: "Salviamo il Cosmari e diamogli un nuovo inizio, no alla privatizzazione"

Un gruppo di sindaci civici e di centrosinistra ha lanciato un appello per salvare il Cosmari, il consorzio pubblico che gestisce la raccolta e il trattamento dei rifiuti nella provincia di Macerata. Il documento, sottoscritto da: Leonardo Catena, sindaco di Montecassiano, Franco Capponi, sindaco di Treia, Rolando Pecora sindaco di Montelupone, Lorella Cardinali, sindaco di Montecosaro, Giuseppe Fabbroni, sindaco di Caldarola, Andrea Gentili, sindaco di Monte San Giusto, Mauro Romoli, sindaco di Pollenza, Andrea Michelini, sindaco di Porto Recanati, Angela Barbieri, sindaco di Montefano, Mirko Mari, sindaco di Colmurano, denuncia una gestione fallimentare da parte dell’attuale CdA, eletto dalla maggioranza politica di destra, e propone soluzioni per garantire un futuro sostenibile all’ente.

Secondo i firmatari, le scelte recenti dell’attuale amministrazione “hanno messo in pericolo la stabilità finanziaria del Cosmari, lasciando intendere una possibile privatizzazione dell’azienda per far fronte a investimenti stimati in oltre 100 milioni di euro”. Tra i punti critici segnalati figurano la rinuncia alla realizzazione dell’impianto di recupero dei pannolini finanziato dal Pnrr, il blocco del biodigestore anaerobico e la mancata pianificazione per la gestione delle discariche”.

Il documento accusa l’attuale amministrazione del Cosmari “di aver interrotto una collaborazione storica tra le forze politiche del territorio, causando un blocco gestionale e decisionale”. I sindaci denunciano “l’assenza di una guida politica forte e una serie di scelte che vanno contro la programmazione regionale e il Piano d’Ambito, lo strumento che stabilisce le linee guida per la gestione dei rifiuti”.

Uno dei punti più contestati è la decisione di interrompere il progetto del biodigestore anaerobico, fondamentale per il trattamento della frazione organica e per la riduzione dei costi di smaltimento. La Provincia di Macerata ha dichiarato decaduta la richiesta di autorizzazione dell’impianto, ma il CdA del Cosmari non ha intrapreso alcuna azione legale per contrastare questa decisione, accettando passivamente l’archiviazione del progetto. “Questo ha comportato una perdita economica significativa e costringerà i comuni a inviare i rifiuti fuori provincia con costi elevati”, aggiungono.

Un altro nodo critico riguarda “la mancata realizzazione dell’impianto per il recupero dei prodotti assorbenti per la persona (PAP), nonostante fosse stato finanziato dal Pnrr con 10 milioni di euro”. I sindaci sostengono che questa scelta “sia stata presa con troppa leggerezza e che altri impianti simili in Italia stiano comunque procedendo con la realizzazione, dimostrando che il progetto sarebbe potuto essere portato avanti con il giusto impegno”.

La situazione delle discariche è un’altra emergenza. Con la chiusura della discarica di Cingoli, i rifiuti vengono trasportati fuori provincia, causando un aumento della Tari per i cittadini. I sindaci denunciano “il ritardo nell’individuazione di un nuovo sito e la mancata espansione della discarica di Cingoli, che avrebbe potuto garantire autonomia per almeno altri cinque anni”.

 I firmatari del documento chiedono "un cambio di rotta immediato per evitare il collasso del Cosmari e il rischio di una futura privatizzazione".Tra le proposte avanzate: "il ritorno a una gestione unitaria dell’ente, coinvolgendo tutte le forze politiche e i comuni soci. Il riesame delle decisioni sull’impianto di biodigestione e sulla discarica, con azioni legali per recuperare i progetti accantonati. Un piano finanziario chiaro e sostenibile, che garantisca investimenti senza cedere alle pressioni privatistiche. Una maggiore trasparenza nella gestione, con il coinvolgimento dei comuni nelle scelte strategiche".

Il documento si chiude con un appello ai cittadini e agli amministratori affinché “si prendano decisioni urgenti per salvaguardare un bene pubblico essenziale per il territorio maceratese”.

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