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Politica Civitanova Marche

Concessioni spiagge, summit a Civitanova: "Proroga fino al 2031 o diritto prelazione per gestori degli chalet"

Concessioni spiagge, summit a Civitanova: "Proroga fino al 2031 o diritto prelazione per gestori degli chalet"

In mattinata, presso la Sala del Consiglio di Palazzo Sforza, si è svolta la riunione annunciata dal sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica per concordare linee di azione comuni alla luce della recente decisione del Consiglio di Stato, accolta nella Manovra Economica 2022, che prevede la proroga delle concessioni balneari fino a dicembre 2023 con conseguente decadenza delle stesse a partire dal primo gennaio 2024.

Alla riunione hanno partecipato, oltre al sindaco Ciarapica, l’Assessore Regionale con delega alla tutela della costa e del demanio Stefano Aguzzi, il consigliere regionale di Forza Italia Jessica Marcozzi, l’assessore con delega al demanio Ermanno Carassai, il consigliere comunale Giuseppe Baioni, a cui si sono aggiunti successivamente il presidente del Consiglio Comunale Claudio Morresi e l’assessore regionale di Fratelli d'Italia Pierpaolo Borroni. Folta la rappresentanza degli imprenditori balneari capitanati dal Presidente Provinciale CNA balneari Mara Petrelli e dal portavoce dei cantieri navali Andrea Cittadini.

In apertura di incontro il Sindaco Ciarapica ha illustrato ai presenti le problematiche inerenti l’apertura alle liberalizzazioni originate dalla direttiva Bolkestein del 2006, da cui deriva la recente decisione del Consiglio di Stato che grava sulla testa di centinaia di migliaia di imprese italiane, soprattutto a carattere familiare, creando incertezze sul futuro economico di lavoratori ed aziende.

“Non possiamo accettare a cuor leggero una sentenza che penalizza un intero settore – ha dichiarato il sindaco -. Ho convocato questo incontro in presenza delle autorità regionali per un libero confronto tra le parti e per mettere a punto possibili iniziative che possano risultare utili alla causa. Mi sono attivato per sensibilizzare rappresentanti politici nazionali sulla questione e sono in continuo contatto con il senatore Maurizio Gasparri, anche lui sconcertato per i contenuti della sentenza”.

“Anche nel periodo in cui sono stato sindaco di Fano - ha dichiarato l’assessore regionale Aguzzi - per due volte si è presentata la questione sull’applicazione della direttiva Bolkeistein relativamente alle concessioni demaniali che ora è tornata alla ribalta con la sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza che penalizza fortemente un'intera categoria. Penso agli imprenditori balneari che hanno recentemente impegnato importanti risorse per abbellire o ristrutturare i propri stabilimenti, spese a vuoto vista l’impossibilità di ammortizzarle nel giro di due anni. La Regione Marche vuole assumere una posizione forte e decisa sull’argomento".

"Al riguardo, i consiglieri Marcozzi e Borroni porteranno una mozione da votare in Consiglio Regionale per spingere le istituzioni nazionali a posticipare la scadenza della proroga non ristretta a due anni ma da portare a dieci - aggiunge Aguzzi -. Nella malaugurata ipotesi che non si possano allungare i tempi della proroga, chiederemo che sia assicurato un diritto di prelazione nella gara a coloro che oggi gestiscono stabilimenti avvalendosi delle concessioni balneari”.

“L’Amministrazione Comunale – ha dichiarato l’assessore Carassai – ha prorogato le concessioni fino al 2033. La sentenza del Consiglio di Stato con la scadenza del 31 dicembre 2023 ha generato uno stato di confusione e di poca chiarezza sul futuro tale da disorientare e creare preoccupazione non solo agli imprenditori ma anche ai lavoratori delle aree interessate. Dobbiamo necessariamente coinvolgere le forze politiche per tutelare loro ed anche la nostra futura economia”.

Successivamente sono intervenuti Mara Petrelli, Andrea Cittadini e alcuni imprenditori degli stabilimenti balneari i quali hanno dichiarato la propria preoccupazione avendo pesantemente investito sulle loro attività con il coinvolgimento delle famiglie. Gli stessi rappresentanti, anche ai fini della redazione della mozione, hanno illustrato alle autorità presenti i punti della sentenza del Consiglio di Stato che li penalizza e che andrebbero rivisitati. A loro avviso gli effetti della sentenza danneggiano fin da oggi coloro che hanno intenzione di cedere l’attività dello stabilimento balneare in un mercato che si è ormai fermato. Per loro occorre trovare opportune soluzioni per salvaguardare un importante settore che genera il 12% del Pil Nazionale.

 

 

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