Circa 200 persone hanno sfilato pacificamente per le vie di Civitanova per dire no a ogni forma di fascismo - VIDEO
Scortato da un'imponente spiegamento di forze dell'ordine, si è svolto nel tardo pomeriggio, per le vie del centro cittadino, il corteo antifascista. La manifestazione è stata organizzata come forma di protesta contro la presentazione del libro su Donna Rachele, la moglie del Duce, da parte di Edda Negri Mussolini, figlia dell'ultimogenita di Benito, Anna Maria, alla bibloteca Zavatti.
Nella presentazione dell'evento, il Comitato Antifascista Civitanovese e l'Officina Popolare Jolly Roger, lamentavano il fatto che un'organizzazione neofascista guidata dal terrorista nero Roberto Fiore cercasse spazi di agibilità politica a Civitanova, mascherandosi da associazione culturale. La presentazione del libro da parte della nipote di Mussolini, è stata organizzata dalle associazioni Ordine Futuro Marche (piattaforma culturale di Forza Nuova) e Aries - Officina Nazional Popolare.
Il corteo, composto da un centinaio di persone, è partito da Piazza Gramsci ed ha sfilato per le vie del centro, al grido di "Siamo tuti antifascisti" e cantando le canzoni della tradizione, tra le quali l'immancabile Bella ciao. Come dicevano lo spiegamento di forze dell'ordine è stato ingente, sia come uomini che come mezzi, tanto che qualcuno scherzando ha detto che forse c'erano più poliziotti e carabinieri che manifestanti.
Passando in piazza, i manifestanti hanno fatto tappa davanti al Municipio, attaccando il primo cittadino per le sue dichiarazioni dubbiose sull'antifascismo. Alla domanda se l'antifascismo fosse un valore o meno, il primo cittadino rispose testualmente: "io non lo so".
La marcia è proseguita per Corso Garibaldi e quindi via Isonzo, dove all'incrocio con viale Vittorio Veneto, il punto più vicino dove è stato possibile passare rispetto al luogo di presentazione del libro, il corteo si è fermato per la lettura di un comunicato.
"Per non dimenticare, dicono loro, e di certo possono stare tranquilli che noi non dimentichiamo - dice un manifestante al megafono - è facile però che non ci troveremo d'accordo su cosa non va dimenticato. Per quel che ci riguarda, ci ricordiamo bene un ventennio di soprusi, di torture e omicidi, conclusosi poi con una fuga indegna. Ci ricordiamo di una sgiagurata allenza con nazismo, di una guerra devastante con cui hanno condotto l'Italia alla rovina, grazie alla quale l'imperialismo Usa ha potuto mettere le mani e soprattutto gli anfibi. Ci ricordiamo anche delle bombe e dei compagni ammazzati per le strade, ieri, come in tempi più recenti. Sono tante le cose che non dimentichiamo. E' ora di riorganizzarci, compagni. Non che fino ad ora siamo rimasti con le mani in mano, ma la storia ci chiama ad uno sforzo maggiore. Il populismo dilaga, l'intolleranza cresce di giorno in giorno e l'arroganza fascista trova terreno fertile in questo stato di cose. Un situazione che ci spinge a rivedere molte nostre posizioni, a riconoscere che le divisioni stanno lacerando il movimento ormai da troppo tempo [...] Lo spirito della resistenza non morirà mai. E' questa la promessa più grande che in questi tempi bui possiamo fare ai nostri padri partigiani. Fino alla vittoria".
Dopo la lettura del comunicato, il gruppo è tornato indietro percorrendo Viale Vittorio Veneto e quindi raggiungere in piazza Gramsci, punto di partenza, dove sono stati affissi degli striscioni sull'edificio della pescheria.
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