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Carancini fedele alla sua linea: "Non ho violato la norma". Ma la legge lo smentisce

Carancini fedele alla sua linea: "Non ho violato la norma". Ma la legge lo smentisce

Il sindaco di Macerata Romano Carancini non fa retromarcia. Dopo le accese polemiche politiche che si sono registrate in città in merito alla scelta da parte del primo cittadino di esporre la bandiera francese fuori da Palazzo Conventati, sede del comune, il primo cittadino rompe il silenzio con un post apparso sulla propria pagina Facebook in cui spiega le ragioni di tale gesto: "Non c'è una sola parola contro qualcuno, o a favore di Macron ovvero contro Di Maio e Salvini, né citati né pensati, oppure riferibili ai governanti o infine contro il nostro governo". 

"Mi sono limitato a sperare che un popolo amico - quello francese - un paese cofondatore dell'Unione Europea insieme all'Italia potesse ritornare sui propri passi e riallacciare - spiega Carancini - le indispensabili relazioni diplomatiche dopo il ritiro dell'ambasciatore. Fatto gravissimo, senza precedenti in tempo di pace. E l'ho testimoniato mettendo vicine le due bandiere francese ed italiana, proprio una accanto all'altra senza posizioni di parte. Un piccolo, semplice e positivo gesto di conciliazione, di pace". 

Secondo il sindaco Carancini tale esposizione non violerebbe alcuna normativa: "Un sindaco, ogni sindaco, non solo ha diritto ma anche il dovere, rigorosamente nell'ambito dei principi costituzionali e di quelli europei a cui siamo legati, di battersi per quei valori. Ed io questo ho fatto, solo questo, tutto questo. Senza violare alcuna norma perché ricordo che, in tema di esposizione di bandiere all'esterno di edifici pubblici, agli enti locali è consentita una propria autonomia. Ma ciò che amareggia, non tanto sul piano personale quanto per la comunità e che deve preoccupare tutti, è la prepotenza del clima di odio, la libertà irresponsabile all'uso offensivo delle parole, che si respirano dentro legittime discussioni ed opinioni auspicabili ma che mai dovrebbero superare il limite del rispetto della persona".

Il post di Carancini si conclude con una frecciata agli avversari politici: "Sono convinto che i professionisti del rancore, del risentimento e della intolleranza, gli strateghi della tensione sociale, non troveranno casa in questa città che ha ben altri valori".

Ecco lo sfogo espresso dal sindaco Romano Carancini su Facebook: 

L'esposizione della bandiera francese all'esterno del palazzo comunale è effettivamente consentita? 

Secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica numero 121 del 2000, all'articolo 8 comma 1 si legge: "All'esterno e all'interno degli edifici pubblici si espongono bandiere di Paesi stranieri solo nei casi di convegni, incontri e manifestazioni internazionali, o di visite ufficiali di personalità straniere, o per analoghe ragioni cerimoniali, fermo il disposto dei commi 2 e 3 dell'articolo 2, salve le regole di cerimoniale da applicare in singole occasioni su indicazione del Governo". 

Il sindaco nel suo post fa riferimento - nel giustificare l'esposizione della bandiera francese - all'articolo 12 presente in tale decreto: "L'esposizione delle bandiere all'esterno e all'interno delle sedi delle regioni e degli enti locali è oggetto dell'autonomia normativa e regolamentare delle rispettive amministrazioni". 

Per capire, dunque, quale sia il principio prevalente occorre fare riferimento all'Ufficio del Cerimoniale di Stato che indica come le amministrazioni regionali e locali possano autodisciplinarsi esclusivamente per "disporre esposizioni aggiuntive ma mai limitative delle norme in vigore".

In questo caso, dunque, l'esposizione della bandiera francese limita l'orizzonte normativo del decreto, in quanto ne è disposto il divieto nell'articolo 8 (esclusi i casi particolari sopra indicati, ndr). Da qui la decisione del Prefetto Iolanda Rolli di far rimuovere il tricolore transalpino

 

 

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