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Politica Treia

Blitz delle forze dell'ordine, Movimento Uniti per Treia: "Smentite le parole rassicuranti della Giunta Capponi"

Blitz delle forze dell'ordine, Movimento Uniti per Treia: "Smentite le parole rassicuranti della Giunta Capponi"

Riceviamo e pubblichiamo una nota da parte del Movimento Uniti per Treia

La maxi operazione portata a termine dalle Forze dell’Ordine contro lo spaccio di sostanze stupefacenti smentisce le parole sempre rassicuranti della Giunta Capponi sulla gestione delle persone richiedenti asilo presenti a Treia. Solo per citare un fatto, dall’interrogazione presentata dal gruppo di opposizione e portata in Consiglio comunale lo scorso luglio è emerso, infatti, come il 90% dei cittadini extracomunitari coinvolti nei progetti di accoglienza (l'ultimo dato ne segnalava 105) fossero trattati come fantasmi. Di loro non è dato sapere come passassero le giornate: nessuna informazione sul loro stato di salute, sulle attività svolte, così come nessuna valutazione comportamentale o informazioni sulle loro necessità personali e possibili esigenze era nelle disponibilità dell’Amministrazione, in quanto la stessa maggioranza non ha mai pensato di farne richiesta agli operatori responsabili persino dopo i “fatti di Macerata”. È emerso, inoltre, che per un periodo non meglio specificato alcune delle strutture ospitavano un numero superiore di persone rispetto a quanto possibile. Degrado umano al quale si è potuto porre rimedio soltanto grazie al lavoro degli uffici.

Una “politica dello struzzo” con due eccezioni: l’adesione volontaria alla cura del verde (soltanto 12 adesioni) affidata a una cooperativa senza tutor adeguati e la consegna in pompa magna di alcune biciclette forse proprio in uno dei casolari interessati dal blitz. Solo propaganda e mai una vera e propria verifica della gestione di tale fenomeno dal punto di vista umanitario. Grazie al lavoro delle Forze dell’Ordine, con tanto di elicottero e dispiegamento di pattuglie sulla frazione di Passo di Treia, sappiamo oggi che la nostra preoccupazione non era infondata. Addirittura apprendiamo dalla stampa come uno dei ricercati sia stato fermato a Ferrara quando risultava invece alloggiato a Treia e come probabilmente in passato fosse dedito al taglio della droga in uno dei casolari perquisiti.

Va detto che sappiamo bene come la diffusione dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti a Treia abbia la dimensione di un’emergenza in cui è riduttivo fare solo una distinzione di nazionalità, per chi spaccia o per chi consuma. C’è bisogno di una nuova campagna di sensibilizzazione, di far capire la gravità della questione le sue ripercussioni, oltre che dare a numeri reali risposte concrete. Focus da effettuare sia dentro le scuole, che attraverso una rete di sentinelle attive sul territorio pronte all’ascolto e capaci di essere al fianco delle persone e supportare le famiglie loro malgrado coinvolte. Per questo ci riconosciamo in quanto affermato dal Procurato della Repubblica Giovanni Giorgio: «Dopo aver fermato i “venditori di morte”, non possiamo continuare a ignorare gli “acquirenti di morte”».

Andrea Mozzoni, Gianluca Gagliardini, Michele Palazzesi e Giovanna Matteucci

 

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