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Politica Porto Recanati

A 25 anni dalla strage di via D'Amelio Fratelli d'Italia ricorda il vile attentato

A 25 anni dalla strage di via D'Amelio Fratelli d'Italia ricorda il vile attentato

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del gruppo Fratelli d'Italia di Porto Recanati.

"Fratelli d'Italia di Porto Recanati ricorda la strage di Via d'Amelio, nella quale morì il Giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta, e lo fa attraverso una campagna mediatica dal messaggio inequivocabile: "chi tace acconsente".

Oltre alla significativa data, quest'anno siamo di fronte ad una sentenza che ha fatto discutere, con condanne, assoluzioni e interrogativi ancora irrisolti. Come afferma qualcuno, "più delle sentenze pesano buchi neri dove si nascondono poteri occulti che probabilmente Borsellino aveva individuato e non ha fatto in tempo a far scaturire le scomode verità".

Questa commemorazione – interviene Elena Leonardi capogruppo regionale di Fratelli d'Italia - serve per ricordare alle nuove generazioni chi erano Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, barbaramente uccisi negli attentati di Capaci e via D'Amelio 25 anni fa. 

La lotta alle mafie , prosegue la Leonardi, è fondamentale e strategica oggi più che mai, basta ricordare i recenti interventi fatti nella nostra Regione dal magistrato Nicola Gratteri, il quale evidenzia infiltrazioni della 'ndrangheta nella nostra regione. Altro eccellente intervento, prosegue la rappresentante del partito della Meloni, è quello del procuratore generale della Corte di Appello di Ancona, Vincenzo Macrì, il quale evidenzia i rischi di infiltrazioni mafiose nel tessuto socio-economico marchigiano.

Una commemorazione perciò, quella della strage di Via D'Amelio, afferma il partito locale della Meloni, intrisa di significati attuali tanto che, come afferma lo stesso Gratteri: "oggi i mafiosi sono laureati e sono dentro le amministrazioni pubbliche e gestiscono gli affari da mafiosi".

Per vincere questa guerra occorre seguire l'esempio e la abnegazione di figure come Falcone e Borsellino – conclude Leonardi – far conoscere la loro storia, il loro rigore morale e quindi i loro esempi positivi per le nuove generazioni".

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