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Legambiente e i campioni italiani dell’economia circolare a Bruxelles. Cosmari premiato per i risultati raggiunti

Legambiente e i campioni italiani dell’economia circolare a Bruxelles. Cosmari premiato per i risultati raggiunti

Legambiente recentemente è stata a Bruxelles insieme ai campioni italiani dell’economia circolare per sostenere la necessità di un accordo ambizioso tra Parlamento e Consiglio, affinché la riforma della politica europea dei rifiuti divenga al più presto realtà.

Il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani e diversi rappresentanti delle migliori esperienze nella gestione dei rifiuti italiani, tra cui il Direttore di Cosmari Giuseppe Giampaoli, hanno presentano al vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen e all’eurodeputata Simona Bonafè, relatrice del pacchetto sull’economia circolare, l’atlante dei campioni dell’economia circolare #circulareconomy made in Italy: 107 esperienze tra aziende, cooperative, start-up, associazioni, realtà territoriali e Comuni che hanno già investito su un nuovo modello produttivo e riciclano materie prime seconde che fino a oggi finivano in discarica.

Tra queste, un importante riconoscimento è stato assegnato al Cosmari, la società che si occupa gi gestione integrata dei rifiuti per tutti i Comuni maceratesi e a cui si è aggiunto recentemente anche Loreto.

Un mese fa, l’Europarlamento ha approvato a larga maggioranza il cosiddetto pacchetto sull’economia circolare, adottando un testo che migliora la proposta del 2015 fatta dalla Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti urbani e all’80% per gli imballaggi. Ora tocca al Consiglio intraprendere la strada di una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale.

Tra le aziende invitate e premiate, anche il Cosmari srl, che ancora una volta viene considerato un modello virtuoso per come si occupa e per come unisce ambiente, occupazione, economia e contesto sociale, ingredienti di base dell’economia circolare.

"Cosmari - ha ricordato il Direttore generale Giuseppe Giampaoli nel corso della sua presentazione - nasce nel 1976 come consorzio volontario tra alcuni comuni della Provincia di Macerata. Nel 2003 si è ampliato comprendendo tutti e 57 i comuni della provincia e si è trasformato, come previsto dalla normativa regionale, in Consorzio Obbligatorio. Nel 2014 è divenuto gestore unico dei rifiuti nella provincia di Macerata (ATO n. 3) e si è trasformato in SRL, a capitale interamente pubblico. Dal 01/03/2014 è affidatario in house providing della gestione dell’intero ciclo integrato dei rifiuti dello stesso ATO.

Da trent’anni Cosmari si occupa di raccolta, trattamento, smaltimento e avvio al recupero dei rifiuti urbani dei comuni della provincia di Macerata. Unendo servizi di qualità a una impiantistica tecnologicamente avanzata, attua una raccolta differenziata spinta che consente di riciclare oltre il 75% di quanto raccolto (dato medio su base provinciale). Progetti specifici implementano la riduzione dei rifiuti e la valorizzazione del rifiuto stesso come risorsa da riutilizzare nei cicli produttivi".

Molto interesse è stato rivolto alla gestione delle macerie post sisma che Cosmari sta attuando con notevoli risultati ambientali. Un importante riconoscimento che premia innanzitutto i cittadini dei comuni maceratesi che dimostrano una grande sensibilità ai temi ambientali e della raccolta differenziata, che riconosce poi il lavoro dei 450 dipendenti, del CdA e della Direzione aziendale che, ogni giorno, operano con passione e professionalità per erogare servizi di qualità e per preservare l’ambiente, e infine tutti i sindaci dei Comuni soci che dettano le linee di sviluppo e che in questi anni sono riusciti a creare una azienda pubblica efficiente e rispondente alle esigenze del territorio, insieme all’ATA n. 3.

“È fondamentale che in sede di Consiglio, l’Italia sostenga una riforma ambiziosa della politica comune dei rifiuti" - insiste il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani. "Il nostro governo deve fare la sua parte affinché si realizzi quella che è una strategia moderna e sostenibile per uscire dalla crisi, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni Stati membri che contrastano gli obiettivi sostenuti dal Parlamento. Serve adottare immediatamente nuovi obiettivi europei di riprogettazione dei prodotti e di prevenzione, riuso e riciclo dei rifiuti per ridurre gradualmente il ricorso al recupero energetico, per archiviare lo smaltimento in discarica e per essere meno dipendenti dalle importazioni di materie prime”.

Tanto più che, come dimostra bene l’Atlante, l’Italia ha oggi tutte le carte in regola per fare da capofila nell’Europa dell’economia circolare. Le 107 esperienze portano avanti gestioni sostenibili dei rifiuti fondate su riciclaggio, raccolte differenziate domiciliari, tariffazione puntuale, riuso, prevenzione e innovazione industriale. Il 33% lavora su scala nazionale, il 41% su scala regionale o locale, il 24% a livello internazionale. I tre settori su cui operano principalmente sono i rifiuti nel 62% dei casi, il riuso e il riutilizzo di beni (31%) e il sociale (27%), l’agricoltura (20%), l’industria (19%), il design (16%) e start up e ricerca (15%).

Il 65% contribuisce all’economia circolare riducendo l’utilizzo di materie prime vergini, il 53% previene la produzione di rifiuti e il 48% risparmia risorse (acqua, energia e materie prime) nella sua attività. Il 43% produce materie prime seconde, il 34% le utilizza. Il 38% ricicla rifiuti in altri cicli produttivi, e il 26% nello stesso. Il 36% svolge attività di riuso e riutilizzo dei prodotti, evitando che diventino rifiuti. Infine, rispetto ad ambiti più specifici, il 14% dei campioni lavora sullo spreco alimentare, il 13% produce biometano da scarti agricoli o zootecnici o da frazione organica dei rifiuti urbani.

“L’Italia è stata conosciuta a livello internazionale per anni come il paese delle emergenze rifiuti" aggiunge Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. "Oggi però possiamo avvalerci di tante esperienze di successo praticate da Comuni, società pubbliche e imprese private, che fanno della penisola la culla della nascente economia circolare europea al centro dell’importante pacchetto europeo votato dall’Europarlamento poche settimane fa. Ma si devono rimuovere nel nostro Paese gli ostacoli non tecnologici che frenano lo sviluppo di questo settore. Non è più procrastinabile la revisione della nostra legislazione in materia, ancora oggi inadeguata e contraddittoria: dalle norme sulle materie prime seconde, a quelle sul cosiddetto ‘end of waste’ e sulla semplificazione delle procedure autorizzative per promuovere il riciclo di quello che viene raccolto in modo differenziato ed evitare la beffa che parte di questi flussi tornino in discarica”.

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