"Lumina - I Concerti a Lume di Candela", tornerà nelle Marche dopo aver riscosso un enorme successo nel suo tour nazionale. È la volta di Porto Sant’Elpidio, dove il celebre spettacolo arriverà venerdì 22 marzo con un repertorio interamente dedicato all’intramontabile Lucio Dalla. Lo spettacolo, che avrà inizio alle ore 21:30, si terrà presso il Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio, dove il palco verrà trasformato in un'incantevole cornice di bellezza e magia e ogni nota musicale risplenderà nella luce calda e avvolgente di migliaia di candele.
L'esperienza sensoriale che Lumina permette di vivere, supera ogni aspettativa grazie alle emozioni visive e uditive in cui il pubblico viene catapultato. Per questo, testimoniano i tanti spettatori delle precedenti date del tour, Lumina "È più di un concerto. È un'esperienza magica e totalizzante".
La musica, tuttavia, svolge un ruolo cardine in questa serata indimenticabile e questa volta, sarà un omaggio sentito al grande cantautore bolognese Lucio Dalla a toccare il cuore di quanti assisteranno all’evento. Artista indimenticabile, caposaldo della musica italiana, il suo ricordo continua a far emozionare i fan di tante generazioni.
Il viaggio di Lumina, attraverserà alcune delle canzoni più famose di Lucio Dalla come Futura, Anna e Marco, Piazza Grande o La sera dei miracoli, alternate con dei brani affidati alla voce narrante di Francesco Paoletti. Creato e prodotto con cura da E.T. Events e Isolani Spettacoli, Lumina mira a colpire non solo l'aspetto artistico e culturale, ma anche il cuore e l'anima del pubblico.
Quella di venerdì 22 marzo, presso il Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio, è un'opportunità unica di vivere un'esperienza straordinaria, di staccare completamente dalla realtà per qualche ora e lasciarsi trasportare dalla magia delle candele e della musica, in un ambiente unico e suggestivo con la grande musica a lume di candela
Domani, 20 marzo, alle ore 11, la sala convegni del Campus dell'Università di Camerino si trasformerà in un palcoscenico d'inedita divulgazione scientifica e narrazione storica. Gabriella Greison, fisica, scrittrice e attrice, a cui si accompagna ormai l'epiteto di "Rockstar della fisica", presenterà il suo spettacolo “La donna della bomba atomica”, tratto dal suo omonimo libro, edito da Mondadori.
Il libro di Greison è un viaggio interiore nella vita di Leona Woods, la fisica più giovane del Progetto Manhattan, la quale, nonostante il suo ruolo chiave, in tutti questi decenni, è stata eclissata a causa di una predominanza maschile che ha segnato l'universo e la storia delle scienze fino a oggi. Attraverso un flusso di coscienza, Greison ci porta a rivivere gli eventi che hanno portato alla creazione della bomba atomica, offrendo una prospettiva nuova e profondamente femminile su uno dei momenti più controversi della storia moderna.
Lo spettacolo promette di essere un’esperienza immersiva, che non solo racconta la storia di Leona Woods, ma apre anche a una complessa e stratificata serie di riflessioni, a partire dalle implicazioni morali ed etiche della scienza quando viene applicata alla guerra.
Inoltre, sempre presso il polo dell'Università di Camerino, alle 16,30, sarà possibile assistere al seminario tenuto da Greison dal titolo 'La fisica nucleare e i cambiamenti climatici'.
Com’è nata l’idea di scrivere “La donna della bomba atomica” e di portarla poi in scena nei vari teatri d’Italia?
Ho deciso di raccontare la storia di Leona Woods perché è una storia inedita, ho scoperto io questa storia, e come ne sono rimasta innamorata io, penso che ne rimarranno innamorati in tantissimi. Ho iniziato a pensare a Leona nel 2019, poco prima della pandemia. Leggendo tra le righe di un libro in inglese, in cui si parlava di Arthur Compton, uno dei fisici creatori della fisica quantistica, che sta in posa nella fotografia del 1927 che è la mia ossessione, quella a margine del V Congresso Solvay e che è diventata poi il mio cavallo di battaglia nel primo libro ‘L'incredibile cena dei fisici quantistici’ (2015, Salani). Siccome volevo occuparmi di lui, perche lo sto facendo per ogni personaggio in posa in quella foto, mi sono imbattuta in Leona Woods. In pratica, il nesso è stato che Arthur Compton leggeva la Bibbia a Leona, ogni sera dopo il lavoro al Progetto Manhattan.
Fantastico, ho detto! Leggo meglio di Leona e scopro che è fisica nucleare, come me, e che è stato un prodigio, come me, e che la sua battaglia più grande è stata essere riconosciuta per quello che faceva nella sua professione, in un mondo totalmente maschile, come quello della fisica nucleare e quantistica. Quindi mi sono detta: perfetto, è lei il mio nuovo obiettivo. Poi è scoppiata la pandemia e non ho potuto viaggiare, perche per scrivere di lei e raccogliere informazioni avrei dovuto fare un viaggione nell'America più dura, quella del New Mexico, e allora ho rimandato.
Nel frattempo ho scritto di altri due fisici presenti in quella foto: sono usciti i libri ‘Ucciderò il gatto di Schroedigner’ (Mondadori) su Erwin Schroedinger, e ‘Ogni cosa è collegata’ (Mondadori) su Wolfgang Pauli. Contemporaneamente ho letto tutto su di lei, in qualsiasi lingua. E l'estate scorsa sono partita per l'America. Ed eccomi qui con un audiolibro su Audible, il libro e lo spettacolo teatrale che ho appena fatto debuttare nei teatri e che girerà il mondo, le date sono sul mio sito www.GreisonAnatomy.com.
A livello più tecnico, come avviene nella tua scrittura la trasformazione di una storia scientifica in un’opera narrativa?
A livello più tecnico, la risposta va cercata nei miei 20 anni di questo lavoro di scrittura. E da 10 anni in cui pubblico libri1. Questo su Leona è il mio dodicesimo libro. Tutto per me è nato dalle ricerche su una fotografa. Una splendida foto in bianco e nero, scattata nel 1927, 29 personaggi in posa, 17 erano o sarebbero diventati premi Nobel. Una foto da cui sono ossessionata da una vita. Fin da piccola la vedevo in giro, e nessuno sapeva raccontarmela.
Poi mi sono laureata in Fisica, con la specializzazione sulla fsica quantistica, e questa foto era sempre negli uffici dei professori più illuminati. Ma non sapevano dirmi cosa pensavano questi uomini in posa, cosa avevano fatto un attimo prima dello scatto o dove avevano cenato subito dopo. Dopo la laurea sono andata a lavorare a Parigi, all’Ecole Polytechnique, il mio capo era Francois Amiranof. All’ingresso dell’Ecole Polytechnique c’era questa fotografa in BN come gigantografa.
La mia ossessione per questa foto stava andando alle stelle. E così mi sono messa a fare ricerche, sono andata a Bruxelles dove è stata scattata la foto; per anni mi sono documentata, e fnalmente ho trovato la storia. Ho trovato le parole per raccontarla. E da questa foto ho fatto nascere il mio percorso professionale. Dopo anni di ricerche, dopo tante porte chiuse in faccia, dopo tanti no, fnalmente ho trovato la mia strada. Creandomela, da zero, io stessa. Ci ho messo anni, ma ne è valsa la pena.
Il mio primo libro che la raccontava era “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, da cui ho fatto nascere il mio primo spettacolo teatrale “Monologo Quantistico” (sempre nel 2014). Questo spettacolo ha girato e gira tantissimo (in 10 anni ha superato 800 repliche), non solo nei nostri confini, ma anche fuori, da Vienna a Zurigo a San Francisco. Il libro ha avuto un boom di ristampe ed è stato a lungo un caso editoriale. Poi sono seguiti altri 11 libri e altri 10 monologhi teatrali.
Dunque, per “L’incredibile cena dei fsici quantistici” (è stato il mio libro d’esordio), sono stata un anno a Bruxelles a fare ricerche nell’archivio Solvay, e poi ci ho messo 3 anni per scriverlo. Racconto della cena avvenuta dopo lo scatto di quella fotografa, un lavorone ricostruire tutto! Per “Hotel Copenaghen”, sono stata un anno a Copenaghen, facendo avanti e indietro con l’italia, per fare ricerche. E racconto della grande Scuola di Copenaghen di Niels Bohr.
Per “La leggendaria storia di Heisenberg e dei fsici di Farm Hall”, ho fatto ricerche e viaggi in Germania, e poi anche a Farm Hall stessa, vicino a Cambridge. Racconto di Werner Heisenberg, e del suo mondo. Per “Einstein forever” sono stata a Princeton, in America, e in Svizzera, a Zurigo e a Berna. Racconto di Albert Einstein, e della sua eredità. Da ognuno di questi libri ho creato uno spettacolo teatrale, sotto forma di monologo di un’ora e mezza.
Per “Ucciderò il gatto di Schrodigner”, il protagonista è Erwin Schrodinger, e le ricerche le ho fatte tra Vienna, America e Tirolo. Per “Ogni cosa è collegata”, il protagonista è Wolfgang Pauli, e le ricerche le ho fatte tra Zurigo, America e Berlino.
I miei spettacoli teatrali sulla fsica quantistica sono nati da questi testi.
Insomma, ho trovato il mio modo per raccontare la fsica quantistica. Ho trovato una nuova narrativa da dare alla fisica. Racconto la fisica quantistica sotto forma di storie, dopo le ricerche sul posto, i viaggi, gli incontri con le persone chiave, e le ricerche negli archivi (questo è ‘il Metodo Greison’). Con la fotografa scattata nel 1927 con il più grande ritrovo di cervelli della storia che è il mio faro, e da cui ho fatto nascere tutto.
Noi stiamo vivendo la Seconda Rivoluzione Quantistica, e quello che stiamo vivendo è un altro grande sconvolgimento delle nostre vite. Così come quando la fsica quantistica è nata, che ha sconvolto le nostre vite portando i telefonini, i chip al silicio e quindi i computer, le tac, i lettori cd e dvd, alla stessa maniera vivremo qualcosa di grandioso, che non immaginiamo neanche.
Nel film ‘Oppeneheimer’ di Nolan la fisica Leona Woods, che ha avuto un ruolo chiave nel progetto Manhattan, viene completamente esclusa. Questa mancanza è spia di quanto ancora oggi, ci sia un’ideologia dominata da un punto di vista maschile?
Il fatto veramente eclatante è che Oppenheimer non è diverso dalla maggior parte dei film, dei libri, dei racconti che sono basati su ricostruzioni storiche di fette di scienza (di fisica, in particolare). Perche la maggior parte dei film, dei libri, degli scienziati, dei fisici che raccontano la fisica quantistica, il nucleare, le bombe atomiche, e addirittura la Seconda Guerra Mondiale in generale, sono contro le donne, e sono fatti da uomini che raccontano esclusivamente le gesta di altri uomini.
Siamo abituati, siamo desensibilizzati, e quindi nessuno ha detto quello che sto dicendo io, perche per decenni abbiamo visto solo donne al cinema che esistono solo per dare agli importanti protagonisti maschili qualcosa con cui svagarsi. Dopo decenni di film realizzati cosi, ne arriva un altro cosi, quindi nessuno se ne accorge. Anzi, ottiene 13 candidature agli Oscar. Ma mentre Barbie ha oscurato e messo da parte personaggi maschili di gomma, Ken su tutti, un film anti-donne come Oppenheimer, ha messo da parte e cancellato completamente donne molto reali, in carne e ossa, che hanno vissuto vite intere e hanno dato un contributo significativo alla fisica e al nostro mondo.
Quel povero Ken messo da parte dal film su Barbie, non è Leona Woods, che a 23 anni ha gia ottenuto il dottorato in fisica ed è stata assunta a lavorare al progetto Manhattan, perchè ritenuta un asso nella rilevazione delle particelle nel vuoto con il trifluoruro di boro. Ken, a differenza di Leona, non era presente alla prima reazione nucleare a catena, e Ken non fece quello che fece Leona, ovvero passare anni interi della sua vita sulla costruzione della pila atomica, divisa tra Hanford, Chicago, l’Argonna Foresta e appunto Los Alamos.
Leona Woods non compare in Oppenheimer, ma il film, come tanti film anti-donne, riesce ad assumere una tale aria di autorità a farci supporre che la sua sorprendente mancanza di rappresentanza femminile sia dovuta al suo ammirevole impegno per l'accuratezza storica.
Al contrario, sia nell’ambito del cinema che in quello della narrativa, pensi che, in alcuni casi, un’accentuata focalizzazione su certe tematiche femminili, rischia di cadere in un occasionalismo e femminismo stereotipizzante?
No, non credo. Ogni conquista va difesa, altrimenti è un attimo tornare indietro.
Dallo studio dell’atomo alla bomba atomica. Secondo te oggi la coscienza collettiva ha rielaborato i motivi di questo passaggio che dalla ricerca scientifica giunge alla progettazione di un ordigno auto-distruttivo? Elsa Morante, in ‘Pro o contro la bomba atomica’, scriveva che riguardo a quest’ultima ci si preoccupa più delle conseguenze che delle motivazioni.
Infatti il mio libro è la risposta a Elsa Morante.
Il Centro per la Famiglia, servizio promosso dall’assessorato alla Famiglia della Città di Civitanova Marche e gestito dall’ASP Paolo Ricci all’interno del progetto Civitanova Città con l’Infanzia, prosegue con l’organizzazione degli incontri rivolti a tutti i neogenitori.
Dopo il successo ottenuto con “Prepariamoci all’allattamento” condotto dall’ostetrica Mariagrazia Bianchimani, domani spazio a un focus sul tema: “La gestione delle Emozioni prima e dopo il parto”, con la psicologa Rosalba Zannini del Consultorio Familiare. L’incontro si svolgerà mercoledì 20 marzo, alle ore 10, presso la sede dell’ASP “Paolo Ricci” in via Einaudi 144 a Civitanova Marche.
"Il periodo del post partum è particolarmente delicato – spiega l’assessore alla Famiglia Barbara Capponi - e va sostenuto in un'ottica di rete e con informazioni mirate. La genitorialità porta con sé molte aspettative e i nuovi ruoli, pur nella naturalezza della situazione, hanno necessità di tempo e modalità da scoprire. L'amministrazione vuole stare accanto alle famiglie anche in queste dinamiche, prevenendo anche difficoltà future di grandi e piccoli".
Sarà possibile accogliere i vissuti che caratterizzano questo particolare periodo della vita durante uno spazio che sarà dedicato all’ascolto e alla condivisione delle emozioni. Obiettivo dello spazio “Dall’attesa al primo anno di vita” è quello di ricreare un luogo nel quale percepire comprensione, vicinanza e accoglienza. L’incontro è gratuito e l’iscrizione possibile inviando una email all’indirizzo: centro.famiglia@paoloricci.org.
Una domenica da incorniciare quella vissuta al Lanciano Forum con il Rivela Festival che ha portato a Castelraimondo la psicoterapeuta e scrittrice Stefania Andreoli. Più di 1000 persone hanno partecipato all’evento con grande attenzione e incredibile trasporto. Presentata dalla giornalista Agnese Testadiferro, la dottoressa Andreoli (figlia del noto psichiatra Vittorino) è una psicoterapeuta, una mamma, una figlia che ha vissuto la sua fase di ribellione durante l’adolescenza e poi nel corso della fase degli studi ha posto la sua attenzione sui giovani adulti.
Tra problemi di identità e strutture di personalità, sono stati il cuore pulsante della sua tesi di laurea e a distanza di più di 10 anni sono ritornati ad essere protagonisti della sua vita. Il titolo dell’incontro, “Perfetti o felici”, coincide con il titolo del suo ultimo libro. "Una sala strapiena - ha commentato il sindaco Patrizio Leonelli - un grande regalo per Castelraimondo che testimonia quanto la nostra città sia attenta a questa tipologia di eventi realizzati sempre con l’aiuto di tutta la nostra amministrazione comunale. Anche questa volta abbiamo fatto centro".
Il Rivela Festival è un format di Eclissi Eventi supportato dalla Regione Marche. "Come Regione Marche abbiamo voluto aiutare questa iniziativa e vedere così tanta gente ci rende felici perché significa che abbiamo colto nel segno - ha spiegato il consigliere regionale Renzo Marinelli -. Parliamo di argomenti che interessano tutti noi, il nostro modo di vivere e di confrontarsi con gli altri. Hanno partecipato molte persone anche da fuori regione, questo ci riempie di orgoglio perché genera sicuramente un movimento in tutto il territorio. La finalità di questi incontri è quello di pensare cosa abbiamo dentro di noi per rapportarci meglio con gli altri".
Grande soddisfazione anche per l'assessore ai servizi sociali Ilenia Cittadini, in prima fila per l’organizzazione dell’evento: "Abbiamo riflettuto su come essere giovani adulti e adulti è sicuramente cambiato nella nostra società nel corso degli ultimi anni - ha affermato Cittadini -. Il concetto di responsabilità si è evoluto e riflettere su questi temi ha sempre più importanza. Per questi motivi abbiamo provato una grande emozione e gioia per questo evento così partecipato, ciò ci dimostra quanto desiderio e bisogno ci sia di iniziative che si occupano di promuovere lo star bene anche per i giovani adulti. Ringrazio le persone che hanno collaborato all’iniziativa, in particolare tutto l’ufficio dei Servizi Sociali per il lavoro svolto e la consigliera Giorgia Casoni con cui ho pensato e realizzato questo evento".
Fascisti uccisi da partigiani, nell’ottantesimo anniversario il Comune di San Severino Marche li commemora e divampa la polemica. È stata organizzata per il prossimo lunedì, 25 marzo, una cerimonia per ricordare l’uccisione dei settempedani Camillo Fulvi, commerciante di 45 anni, e Alberto Sfrappini, studente di 25 anni, entrambi camicie nere fucilati da truppe partigiane in località Caprara il 25 marzo 1944, come rappresaglia, probabilmente, in seguito all’eccidio del ponte di Chiggiano del 24 marzo dello stesso anno dove persero la vita cinque giovanissimi partigiani.
L’iniziativa, patrocinata dallo stesso Comune di San Severino Marche e sostenuta dall’associazione combattenti e reduci della provincia di Macerata, è stata, però, mal digerita dall’Anpi e dal nipote di uno dei commemorati che ha spiegato come la stessa amministrazione comunale settempedana “non abbia minimamente interpellato i familiari”.
“Nel manifesto in cui si annuncia la celebrazione si fa riferimento alle famiglie delle vittime che dovrebbero radunarsi per partecipare all’evento - spiega Fulvio Fulvi, pronipote di Camillo Fulvi - resta il fatto che nessun componente della nostra famiglia è stato mai interpellato prima di organizzare l’iniziativa, appresa peraltro da uno di noi, per caso, attraverso i social network e sui siti web, dove è stato pubblicato il manifesto”.
“E non ci è stato chiesto nemmeno se fosse opportuno organizzare un gesto pubblico per l'80esimo della morte del nostro congiunto - continua Fulvi -. Il Comune, organizzatore dell’evento, ce ne ha riferito solo dopo una richiesta di chiarimento da noi specificamente sollecitata lunedì 18 marzo. A cose già fatte”.
"Lo riteniamo grave - sottolinea Fulvi - anche per questo nessuno di noi parteciperà. Ci domandiamo inoltre perché sono state escluse dall’organizzazione dell’evento altre realtà associative implicate nella tragica vicenda di guerra civile che si vuole ricordare ma nella quale sono coinvolte parti diverse e con diverse responsabilità, anche umane”.
“Siamo infine preoccupati per le possibili strumentalizzazioni politiche o ideologiche di un avvenimento che ha ferito nell’intimo la nostra famiglia, come tante altre di San Severino. Da nostro nonno Silvio, fratello di Camillo, fino all’attuale generazione abbiamo sempre vissuto questa morte con la necessaria riservatezza”. "Abbiamo portato, e portiamo, fiori e preghiere sul luogo dove fu massacrato zio Camillo: non vogliamo clamori né esaltazioni. È questa, crediamo, una forma di rispetto per i nostri morti ma anche per quelli degli altri. E ci auguriamo che le vittime di quell’orrore, Camillo e Alberto - conclude Fulvi - non diventino strumenti di propaganda, di qualsiasi genere, come purtroppo - in questi tempi di forti tensioni sociali - è accaduto altrove nel nostro Paese”.
Venerdì 22 marzo alle 21:00 a fare esplodere di risate il Teatro Comunale di Porto San Giorgio sarà Alberto Farina con "Non è colpa mia se sono così". In uno show tanto divertente quanto accattivante, con la sua inconfondibile aria da giovane scapestrato capitato lì per caso, Alberto Farina racconterà gli aneddoti più o meno verosimili della sua stravagante famiglia e della sua controversa vita di coppia: dall’infanzia passata tra le ripetizioni di pongo in un malfamato quartiere di periferia dove i bambini rapinano gli zingari, all’impiego presso un call center dal quale è stato licenziato perché parlava troppo al telefono.
Farina accompagnerà i suoi spettatori - come un disilluso Virgilio - attraverso una Perversa Commedia di gironi surrealmente reali e realmente surreali con aneddoti, monologhi e battute, dove il politicamente scorretto c’è, ma è solo negli occhi di chi lo vede.
Dalla triste ma divertente Cupinio, alla psichedelica isola di Montecazzo, passando per Torgnoranza...il quartiere più pericoloso del mondo per chi ha un titolo di studio Alberto porterà il suo pubblico in un metaverso fatiscente e perverso, dove le fantasie si confondono con le realtà dando vita a situazioni esilaranti, per le quali ci sarà da vergognarsi di ridere. Lo spettacolo, organizzato da Isolani Spettacoli, in collaborazione con il comune, inizierà alle ore 21:00 presso il Teatro Comunale di Porto San Giorgio.
Ancora un tutto esaurito. Dopo l’anteprima di dicembre Ancona conferma il suo interesse per la pop filosofia. Da questa mattina infatti era possibile prenotare i posti a disposizione per gli incontri del pomeriggio e per gli show serali delle giornate dal 21 al 24 marzo.
In poco meno di un’ora però tutte le disponibilità sono andate in esaurimento. Centinaia di persone da tutta la Regione, hanno preso d’assalto il portale prenotando tutti gli eventi delle quattro giornate per assicurarsi il posto. L’organizzazione, per venire incontro alle tantissime richieste, ha deciso di spostare la conferenza inaugurale di giovedì 21 marzo alle 21.15 dalla Sala Boxe all’Auditorium. Domani mattina alle 10 riapriranno le prenotazioni per la differenza di posti che si crea dallo spostamento della location.
In caso di eventuali cancellazioni e disdette, sarà subito comunicata la disponibilità di nuovi posti liberi per i tanti che hanno chiesto di essere inseriti in una lista di attesa. Per chi non è riuscito a prenotare, ma vuole comunque essere presente al festival c’è ancora la possibilità di iscriversi ai laboratori pomeridiani di consulenza filosofica per adulti e di filosofia per bambini e di visitare le mostre della Mole e gli stand con le librerie.
“Ancora una volta non possiamo che ringraziare la città di Ancona per la fiducia e per l’attenzione che riserva alle nostre iniziative. Sentiamo forte l’attesa della vigilia di inaugurazione e siamo grati per l’accoglienza e il calore che ci viene ogni volta dimostrato” – le parole della direttrice artistica Lucrezia Ercoli.
Si è svolta questa mattina, presso il civico cimitero di Macerata, la commemorazione in occasione della Giornata nazionale per le vittime del Covid, istituita dal Governo nel 2021 in memoria di tutte le persone decedute a causa della pandemia. Alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, il sindaco Sandro Parcaroli ha deposto una corona di alloro per ricordare tutti i cittadini maceratesi morti a causa dell’epidemia di Covid-19.
Dopo il momento di riflessione e preghiera officiato dal vescovo Nazzareno Marconi, il sindaco Parcaroli ha rivolto un pensiero “alle vittime del Covid-19 e ai loro familiari. "Quei terribili e dolorosi giorni che abbiamo dovuto affrontare, hanno messo in risalto lo spirito di sacrificio del personale sanitario che è sempre stato impegnato in prima linea e hanno dato vita a molti esempi di umanità e solidarietà. In un’azione sinergica tra personale sanitario, istituzioni, forze dell’ordine e comunità, abbiamo superato momenti difficili che forse mai avremmo immaginato di poter vivere e che rappresentano anche un monito per il futuro della collettività”.
Sabato 23 e domenica 24 marzo 2024 si rinnova anche a Mogliano l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio storico-artistico e paesaggistico del nostro Paese. In questa edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano- e FAI giovani, offre l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari, numerosi tesori culturali in tutta Italia con visite nei luoghi che per la maggior parte sono inaccessibili, poco conosciuti o, come nel nostro caso, recentemente restaurati.
Le Giornate FAI di Primavera sono ormai l’emblema di una inclinazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del patrimonio culturale, una vocazione che il comune di Mogliano sente propria tanto che in questi 5 anni ha recuperato ben 11 dipinti ed è in procinto di ristrutturare il palazzo municipale, palazzo Forti, e la chiesa di S. Colomba, oasi francescana dove furono scritti i “Fioretti di S. Francesco”.
Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle nostre scuole – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione dalle insegnanti con l’ausilio dell’Assessore alla cultura Simone Settembri. Un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, una buona azione per “il Paese più bello del mondo” che va a beneficio di tutti.
Grazie alle Giornate del FAI siti poco noti e trascurati sono tornati all’attenzione del pubblico, e tutto questo ha cambiato talvolta il loro destino scoprendo di avere un valore da promuovere e soprattutto da condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.
Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi.
«È un appuntamento importante concentrato sul patrimonio artistico e storico della nostra cittadina. Le Giornate FAI sono un'iniziativa che unisce l'Italia, un tragitto di approfondimento e presa di coscienza indispensabile. Per occuparci del nostro patrimonio bisogna amarlo e, prima ancora, conoscerlo - ha detto il sindaco di Mogliano, Cecilia Cesetti».
L’evento si svolgerà grazie alla Delegazione FAI di Macerata, presieduta dal prof. Rivetti e dalla sezione FAI giovani, nei giorni 23 e 24 marzo (sabato dalle ore 10 alle 13, domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14,30 alle 18) e coordinata dal gruppo giovani del FAI sempre di Macerata (info sul sito FAI e all’ufficio turistico moglianese e ProMogliano 3355329539)
Il punto di accoglienza dei turisti è nel piazzale San Michele (sono previsti parcheggi in diversi punti del centro) dove si formeranno i gruppi per le visite.
Ecco le aperture di Mogliano:
Palazzo S. Michele - l’ex ospedale che fu anche chiesa dedicata alla Vergine Maria nel cui interno i saloni, che un tempo furono corsia ospedaliera, ospitano il Circolo degli anziani che si occupa anche della guida agli ambienti settecenteschi impreziositi da alcuni dipinti parietali di Giambattista Fabiani (1724-1791). Dai soffitti pendono preziosi lampadari di Murano. Monumentale la scala dell’architetto Luciani, autore anche del locale teatro.
Autopalace - antica rimessa di pulman costruita nel 1912 dall’ingegner Gaetano Caradonna su incarico della la ditta “Caradonna & Bettucci” che assunse il servizio automobilistico di Mogliano, Pausola (l’attuale Corridonia) e Macerata. All’interno per l’occasione è allestita la mostra di un giovane artista, scenografo, Luca Luchetti
Chiesa di S. Maria di Piazza con l’opera di Lorenzo Lotto – edificata di fianco all’antico oratorio della Madonna della Misericordia, venne ultimata nel 1774 ad opera degli architetti luganesi Antonio e Giambattista Rusca. Nell’interno si è colpiti dalla grande tela di Lorenzo Lotto realizzata dal pittore veneziano nel 1548. Negli altari laterali sono esposte tele di autori importanti fra i quali Girolamo Dente, detto Girolamo di Tiziano e Domenico Peruzzini. Di rilevante interesse storico è l’altare dedicato all’unico beato moglianese, fra’ Pietro vissuto alla fine del secolo XV. Restaurata dall’Amministrazione comunale nel 2023.
Teatro Apollo – La vocazione teatrale moglianese affonda le sue radici nel Settecento quando gli spettacoli venivano messi in scena in una sala del palazzo pubblico. Bisognerà attendere il secolo XIX per vedere innalzato un vero e proprio teatro condominiale. Le fasi costruttive furono molteplici e si conclusero con le innovazioni realizzate nel 1871 fra le quali la facciata sulla piazza, liberata da ingombranti edifici. Fra gli artisti che vi lavorarono meritano segnalazione il conte Bonarelli di Ancona che dipinse il velatino con il Giardino delle Esperidi che diede il nome iniziale al teatro cambiato poi quando il pittore Luigi Fontana affrescò il vòlto (andato perduto in seguito ad un crollo). Vi operarono il plasticatore Luca Seri ed il cartapestaio Giambattista Latini, entrambi valenti artisti moglianesi del secolo XIX.
Arco di Levante o da Piedi – eretto dopo la caduta del grande Gentile da Mogliano, signore di Fermo è stato uno degli accessi principali al borgo. Di struttura goticheggiante, risalente alla fine del Trecento, è una porta a torre verosimilmente munita di apparato a sporgere con beccatelli, caditoie e merli non più esistenti. In alto si scorge entro una cavita cuspidata un bassorilievo con un’aquila imperiale a testimonianza della militanza ghibellina dei signori del luogo. La più interessante attrattiva è riservata ai conci dell’arco che mostrano dei simboli esoterici che, secondo alcuni, rimandano al passaggio dei cavalieri Templari.
Nel percorso del centro storico di Mogliano potranno essere liberamente visitati: l’Auditorium di S. Nicolò con la proiezione di un video sul paese contenente due importantissimi interventi quello della Direttrice dei Musei Vaticani e del Direttore delle Scuderie del Quirinale. Proseguendo si raggiunge il MASM (museo di arte sacra di Mogliano) dove si possono ammirare alcune pregevoli opere fra le quali una tavola con la Sacra Famiglia del raffaellesco Innocenzo da Imola e numerosi manufatti di argenteria come la Croce astile di Antonio da Sant’Elpidio (1420 ca.). Scendendo poi per la piazza principale (Garibaldi) e proseguendo l’itinerario FAI ci si imbatte in una esposizione di prodotti tipici locali fra i quali spicca l’olio del Piantone di Mogliano, estratto dal frutto di una specie autoctona di olivo. Per i più curiosi delle attività artigianali tradizionali ci sarà ad attenderli uno stand della “Bottega dell’intreccio” che mostrerà l’antica arte dei cestai ed intrecciatori del vimine con la possibilità di cimentarsi in tale attività. Non mancheranno prodotti gastronomici e curiosità di vario genere.
Infine chi visiterà Mogliano in questa occasione potrà partecipare al concorso fotografico “Moglianopictures”. Le foto del paese dovranno essere caricate su Instagram e/o Facebook con I' hastag: #Moglianopictures ed inviate tramite mail a: infopoint@comune.mogliano.mc.it. Le tre immagini più belle saranno premiate rispettivamente con un buono per due persone al centro benessere di Villa Anitori a Loro Piceno, una cassa di vini della cantina Murola di Urbisaglia ed infine un abbonamento alla prossima stagione teatrale di Mogliano.
Il prossimo 22 marzo ricorre l’80° anniversario della strage di Montalto a opera dei nazifascisti. È un'occasione per ricordare a tutti l’atrocità della guerra, stimolare la riflessione sul valore della pace, rendere consapevoli i giovani di una storia che, seppur lontana, è di una attualità preoccupante.
Per commemora questa ricorrenza per il 22 marzo la Biblioteca “Mario Ciocchetti” e l'amministrazione comunale di Belforte del Chienti hanno organizzato due eventi dal titolo: ”Quando si spegnerà la luce”, monologo di Benedetto Mortola vincitore dell’edizione 2008 del Premio Oreste Calabresi riservato ai testi teatrali inediti istituita per il 70° anniversario delle leggi razziali.
L’autore del testo scrive: “Sara è una signora anziana che quando era poco più di una bambina è passata attraverso l’orrore di un lager nazista ed è sopravvissuta ed ora racconta la sua esperienza di quando non era più Sara, ma un numero"."Racconta perché è l’unica cosa che resta da fare, perché non si perda il ricordo di quello che è successo e il senso di colpa per essere sopravvissuta ai suoi compagni che non ce l’hanno fatta. Sara rappresenta tutti coloro che sono sopravvissuti ai lager e hanno potuto raccontare e far conoscere le atrocità subite".
Mortola scrive il suo testo sul racconto di una anziana partigiana di Genova sopravvissuta al campo di concentramento. La rappresentazione sarà presentata ai ragazzi della scuola media, presso la biblioteca il 22 marzo alle ore 11,30, mentre per il pubblico la rappresentazione, nel medesimo giorno, è prevista alle ore 21,15 (ingresso gratuito).
Interprete del monologo Lucia Marchesini componente della compagnia Ctr di Macerata; ha partecipato, tra l’altro, ai film “Come saltano i pesci” e “Tiro libero” del regista Alessandro Valori, girati in diverse località marchigiane. Accompagnamento musicale di Giulio Marchesini.
Nell’anniversario della scomparsa di Carmelo Bene, il Comune di Recanati ha presentato in conferenza stampa la nuova mostra “ Nè di sospiri è degna la terra. Carmelo Bene/Giacomo Leopardi” in programma dal 13 aprile all’8 settembre, nella Torre del Borgo di Recanati.
La mostra ricorderà il celebre recital che Carmelo Bene tenne in piazza Giacomo Leopardi il 12 settembre del 1987 in diretta sulla Rai, in occasione di una programmazione di iniziative per il 150° Anniversario della morte del Poeta.
“Abbiamo voluto presentare oggi la nuova mostra in programma nella suggestiva Torre del Borgo per ricordare l’opera di Carmelo Bene nel giorno dell’Anniversario della sua scomparsa il 16 marzo del 2002 – Ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi - Un grande attore regista, poeta e scrittore italiano che accettò di confrontarsi con i canti di Leopardi con la chiara premessa di dare “corpo” piuttosto che “voce e vocalizzo” ai versi del poeta. Grazie al lavoro dei curatori della mostra avremo il piacere di rivivere con le fotografie inedite e le immagini una delle più belle e intense letture dei canti leopardiani, una serata storica rimasta negli annali di Recanati e nel cuore dei tanti cittadini che erano presenti”.
A distanza di trentacinque anni da quella che riconosciamo come una tra le più eclatanti apparizioni pubbliche del celebre attore teatrale, va considerato che ogni traccia di tipo filmico, fotografico o comunque documentario, relativa all’evento, sembrava fino ad oggi essere andata perduta o quantomeno dimenticata.
Le fotografie del tutto inedite che verranno presentate, provengono dall’archivio privato dei fratelli Buschi e sono state stampate partendo dai provini e dai negativi originali di cui i due fotografi sono stati autori, su committenza del Comune, nel 1987 e custodi fino ad oggi.
“Siamo felici di celebrare il trentacinquesimo anniversario del memorabile recital tenuto dal grande Carmelo Bene nella nostra città. – Ha affermato l’assessora alla cultura Rita Soccio. Questa occasione ci offre la possibilità di rivivere o scoprire l'evento culturale che si è svolto nel 1987 attraverso fotografie, video e documentazione che vengono esposti insieme per la prima volta. La performance, trasmessa in diretta nazionale, rappresentò un incontro unico tra l'attore e il poeta, dando vita a un'esperienza irripetibile. Ringraziamo coloro che hanno reso possibile questo progetto che arricchirà la nostra offerta culturale primaverile. Con l'inaugurazione imminente delle sale del Lotto e l'emozionante mostra dedicata a Carmelo Bene, ci stiamo preparando ad offrire un'accoglienza speciale ai turisti in arrivo.”
Luogo eletto ad ospitare l’esposizione, la Torre civica di Recanati, immota testimone e protagonista assoluta tra le centinaia di spettatori che allora invasero la piazza; specchio prossemico, prossimo al Carmelo Bene della Divina Commedia, che nel 1981 diffondeva Dante a Bologna, dall’alto della Torre degli Asinelli.
Se l’intento di Bene fu quello di “deteatralizzare” la lettura dei Canti, quello dei curatori dell’esposizione, Andrea Balietti e Claudio Fazzini è invece di evidenziare il potere cinematografico della mostra e delle immagini viventi che in essa muovono, come uscite dal film-evento della serata che andò trasmesso in diretta Rai da Recanati alla televisione di tutto il Paese.
"Con questa mostra creiamo un immaginario ponte a-temporale/spaziale, da Bologna nell'81 a Recanati nell'87, da Dante a Leopardi, per una delle Apparizioni in assoluto più suggestive della "VOCE" per eccellenza del panorama italiano (e non solo), Carmelo Bene. E del suo personalissimo “incontro” con Giacomo Leopardi e la città di Recanati – hanno spiegato i curatori Andrea Balietti e Claudio Fazzini - un evento a suo tempo memorabile, che dal prossimo 13 aprile rivivrà nell’imponente Torre del Borgo, essa stessa protagonista di molti degli scatti esposti e parte integrante dell ' "allestimento-installazione".
La cerimonia inaugurale si terrà il 13 aprile, con la presentazione del libro “Si può solo dire nulla”, a cura di Luca Buoncristiano e Federico Primosig alle ore 17 al Museo Civico Villa Colloredo Mels, a seguire alle ore 19 verrà inaugurata la mostra nella suggestiva location della Torre del Borgo.
“Siamo certi che questa mostra, come quella di Hugo Pratt terminata a gennaio, possa rappresentare un ulteriore motivo di attrazione e vanto per i musei civici recanatesi, e la Torre del Borgo in particolare – ha detto Luigi Petruzzellis, responsabile del circuito museale “Infinito Recanati” – visto l’elevato spessore culturale delle due figure a cui l’esposizione è dedicata e al mirabile lavoro di ricerca svolto dai curatori”.
L’esposizione organizzata dal Comune di Recanati è prodotta da Sistema Museo Business Unit l’Orologio Soc. Coop. con il fondamentale sostegno dello sponsor Nicoletta Corvatta; il catalogo della mostra è a cura di Argolibri.
Dalla luna che fa da fil rouge attraversando le tre opere della 60esima edizione del Macerata Opera Festival a quella crescente che ha rischiarato la serata di ieri dove, mecenati, sponsor e sostenitori si sono ritrovati come da immancabile tradizione presso la suggestiva cornice del teatro della Società Filarmonico Drammatica.
“…E qui la Luna l’abbiamo vicina…” è il verso dalla Bohème di Puccini che traccia proprio la linea programmatica scelta dal sovrintendente Flavio Cavalli e dal nuovo direttore artistico Paolo Gavazzeni per il Macerata Opera Festival, il quale andrà in scena dal 19 luglio all’11 agosto 2024 allo Sferisterio.
A entrare nel merito delle dinamiche del Mof, Cavalli, il quale ha sottolineato la rilevanza e l’impatto economico sul tessuto sociale “Il Mof è anche un’entità economica per la città e la provincia; questa manifestazione attira fondi da parte di privati, dello stato, della regione e altri enti pubblici per un importo consistente. Molte di queste risorse vengono devolute a tutto il personale che, con il oro lavoro, rendono grande questa manifestazione. Non solo produce ricchezza il Mof ma spende 760 mila euro per cori e l’orchestra dietro ai quali ci sono delle famiglie”. Infine, una notizia di buon auspicio, che fa ben sperare: “Le nostre biglietterie hanno già incassato 450 mila euro. Questo lo dico perché è frutto di un lavoro di un team; siamo ritornati agli incassi del 2018/2019”.
A salire sul palco, dopo l’intervento del sovraintendente, Giorgio Piergiacomi il quale, otto anni fa, ha dato vita al progetto ‘Cento Mecenati’: “Otto anni fa era una scommessa, oggi è una delle iniziative più longeve che abbiamo a Macerata; è stata una scommessa che ha saputo mutuare la storia e il modello dei Cento Consorti coniugandolo con la scelta del governo di inserire un pacchetto di aiuti a favore della cultura, dei beni culturali e artistici. Non è altro che una forma di spesa pubblica filtrata dall’intervento del mecenate; lo stato premia quei progetti che sono in grado sul proprio territorio di attirare la voglia di mecenatismo”.
Poi, il turno del direttore artistico Paolo Gavazzeni che, dopo aver raccontato dell’emozionante esperienza di vedere, per la prima volta, l’arena dello Sferisterio vuota, è passato a raccontare delle sue scelte organizzative: “Con l’aiuto di tuti i collaboratori che lavorano all’Associazione Sferisterio abbiamo pensato a una programmazione più compatta rispetto agli ultimi anni e che andasse incontro anche alle esigenze di vendita. Quello che un sovraintendente o un direttore artistico deve cercare di fare è portare, con la propria sensibilità e percorso artistico, qualche cosa da lasciare nel luogo in cui si trova a lavorare, interpretando la vocazione di quest’ultimo che va pari passo con l’idea di un grande mecenatismo, da cui lo Sferisterio è nato”. Ha poi concluso: “Se ci sarà qualcosa che non andrà in questo festival, la colpa è mia perché mi hanno fatto fare tutto quello che avevo in mente; in questi mesi non ho sentito il compromesso delle scelte e questo non succede spesso”.
A sancire l’intermezzo tra la portata del secondo e quella del dolce, un’interessante intervista in forma di conversazione fra Gavazzeni e il noto soprano marchigiano Marta Torbidoni, dove non sono mancati momenti di risate collettive. Quest’ultima ha ripercorso la sua carriera, che l’ha portata nei teatri e nelle arene più prestigiosi del mondo, fino a oggi, alla stagione lirica del Macerata Opera Festiva in cui, per la prima volta, interpreterà il ruolo di Norma di Bellini.
Il sindaco Sandro Parcaroli che, da mecenate fin dagli albori, ha ricordato la bellezza e l’importanza di sostenere concretamente le arti e la cultura che si genera intorno a quest’ultime, con particolare riferimento alla realtà dello Sferisterio. Quest’ultimo, come ha rammentato il primo cittadino, ha ottenuto il titolo di monumento nazionale e ora si candida per entrare a far parte del patrimonio Unesco.
“Io sono mecenate di lungo corso- ha affermato Parcaroli- è qualcosa di emozionante perché quando si arriva allo spettacolo, alla prima opera, quando si spengono le luci, stando dentro la nostra magnifica arena, allora lì ti senti orgoglioso di essere un mecenate; perché hai contribuito a quello spettacolo per il quale giungono da ogni parte d’Italia e non solo”.
La grande musica di qualità torna al teatro Annibal Caro di Civitanova con la seconda edizione del Civita Jazz Festival. La rassegna è inserita nel cartellone di teatro di Primavera, promossa dall’Azienda dei Teatri, Comune - Assessorato alla Cultura, Regione Marche e Amat.
Dopo il successo del 2023, Civita Jazz Festival si riaffaccia sul palco dell’Annibal Caro con altre tre serate di notevole spessore artistico, in un’edizione che avrà la voce al centro: sarà una voce tutta al femminile, rappresentata da tre grandi artiste che con la loro versatilità, eleganza e potenza daranno suono a diversi modi di esprimere e interpretare il jazz (inizio concerti, ore 21.15).
Oggi, martedì 15 marzo, c’è stato spazio al foyer del teatro Rossini alla conferenza stampa di presentazione. “È per me una gioia poter continuare a curare questo festival - ha spiegato Luca Scagnetti, alla direzione artistica con Federica Torresi - e quest’anno abbiamo aggiunto un ulteriore tassello, rendendo la rassegna di alto profilo internazionale. Il filo conduttore del 2024 sarà la chiave blues-soul e questo spaccato del jazz ci verrà presentato da tre grandi artiste, che ci regaleranno grandi emozioni”.
Durante la conferenza, il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica ha voluto fare tre ringraziamenti: “A Luca Scagnetti per presentarci questo bellissimo festival. Con lui in passato avevamo avuto altre manifestazioni jazz e ora quest’esperienza ha una connotazione ben precisa; ringrazio la Regione Marche, che contribuisce alla realizzazione della manifestazione; quindi l’Azienda Teatri, che ancora una volta ha condiviso una progettualità che arricchisce una città come Civitanova, capace di una proposta sempre variegata e di qualità”.
Il consigliere regionale Pierpaolo Borroni ha proprio sottolineato la soddisfazione della Regione di essere al fianco “di una manifestazione che aggiunge un ulteriore elemento di qualità importante ad una serie di manifestazioni che vedono Civitanova come uno dei fari della cultura del territorio”.
La presidente dei Teatri Maria Luce Centioni, assieme ai consiglieri del cda Agnese Biritognolo e Armando Lazzarini e alla direttrice Paola Recchi, ha aggiunto: “Civita Jazz Festival è un’opportunità per Civitanova, alza il livello artistico e si inserisce in un cartellone davvero vario e completo come Teatro di Primavera. Inoltre, in un mese dedicato alla donna, ci piace sottolineare come vivremo tre momenti al femminile, con tre voci stupende”.
Quindi, il consigliere comunale Roberto Tiberi ha ringraziato Scagnetti “per i grandi nomi che riesce a portare in città. Questo festival, in giro, è molto apprezzato per essere una rassegna di qualità”.
Andando sul programma, si parte venerdì 22 marzo con la talentosa cantante americana JJ Thames, soprannominata la Diva del Mississippi Blues: verrà accompagnata dalla chitarra di Luca Giordano, uno dei principali bluesman del continente europeo, e dalla sua band, per un concentrato di intensa energia e carisma.
Sabato 13 aprile sarà la voce di Serena Brancale a impreziosire il Civita Jazz Festival, con la performer e compositrice, che unisce la passione per il soul, R&B e il jazz, che proporrà il Pessime intenzioni tour: un live che si colora di elettronica, dove quattro giovanissimi polistrumentisti si scambiano nei ruoli, come giocassero in uno studio di registrazione. Il concerto sarà un mix di quattro voci, un’arpa, un pianoforte e una loop station.
La chiusura di sabato 11 maggio sarà affidata ad un altro concerto da non perdere, con una star internazionale come Vanessa Haynes e il suo The music of Aretha Franklin. Conosciuta per essere stata la lead vocalist dell’acclamato gruppo jazz-funk britannico Incognito, Vanessa Haynes ha sempre celebrato la musica che l'ha influenzata e per questo live eseguirà un set di molte delle sue canzoni preferite di Aretha Franklin.
Le tre artiste, come ha inoltre anticipato Scagnetti “incontreranno i giovani nel pomeriggio, con porte aperte per loro prima dell’esibizione e durante il sound check. Sarà un’opportunità unica per i ragazzi per entrare in contatto con questo mondo stupendo”.
Per il settimo appuntamento della stagione 2024, Sferisterio Live annuncia il concerto di Umberto Tozzi che sarà sul palcoscenico dell’arena il 28 agosto. Un altro tassello si aggiunge così al festival di musica dal vivo, organizzato dal Comune di Macerata in collaborazione con l'Associazione Sferisterio, e al programma musicale che vedrà protagonisti in arena tanti big della canzona italiana: Il Volo, Antonello Venditti , Fiorella Mannoia, Biagio Antonacci, Mario Biondi e la Pfm canta De André.
Dopo 50 anni di una carriera costellata di successi e riconoscimenti in Italia e nel mondo, più di 80 milioni di dischi venduti e oltre 2000 concerti, Umberto Tozzi dà il suo addio alla scena live con uno straordinario tour mondiale, "L’ultima notte rosa the final tour" che attraverserà 3 continenti tra il 2024 e il 2025.
Cantautore e musicista carismatico e creativo, Umberto Tozzi grazie alle sue hit senza tempo è diventato un’icona della musica italiana e ha attraversato e appassionato intere generazioni, riempendo con i suoi concerti i più importanti spazi del mondo dedicati alla musica con il suo pubblico fedele e trasversale.
Sono numerosi i record in termini di successi discografici che hanno caratterizzato la vita artistica di Tozzi, a partire da "Ti Amo", indimenticabile brano del 1977, capace di rimanere ai vertici delle classifiche per più di sette mesi, stracciando ogni record di vendita e vincendo l’edizione di quell’anno del Festivalbar, ha attraversato ogni confine con le sue numerose reinterpretazioni, fino ad arrivare a essere al centro di una delle scene clou della fortunata serie "La casa di carta 4".
Impossibile non citare la super hit mondiale "Gloria" – scelta per la colonna sonora del film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street”, ma anche per il film cult “Flashdance” diretto da Adrian Lyne – che porta il nome di Umberto Tozzi oltreoceano grazie all’interpretazione del brano realizzata da Laura Branigan nel 1982 e che si posiziona al numero 1 della classifica americana rimanendo nella classifica Billboard Hot 100 per 36 settimane.
E ancora “Si può dare di più”, “Gli altri siamo noi”, “Gente di mare”, “Dimmi di no”, “Stella Stai”, “Donna amante mia”, “Claridad” (incisa da Luis Fonsi) ed “Eva”, portata al successo in tutta l’America Latina da Ivete Sangalo.
Il 1982 è l’anno in cui riceve il Golden Globe, premio ottenuto con oltre 27 milioni di copie vendute in soli 5 anni e anche l’anno in cui è nominato ai Grammy Awards con “Gloria” cantata da Laura Branigan. Dopo la vittoria del Festival di Sanremo nel 1987 con “Si può dare di più” insieme a Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri, nel 1988 raggiunge il terzo posto all’Eurovision Song Contest con “Gente di Mare” insieme a Raf.
L’ennesimo esempio di come l’arte di Umberto Tozzi abbia da sempre scavalcato tutti i confini, geografici, temporali e soprattutto culturali, è il numero impressionante di capolavori cinematografici e serialità televisive che in questi 50 anni di carriera hanno scelto le hit del cantautore come colonna sonora: “I nuovi mostri” di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola (1977), “Flashdance” di Adrian Lyne (1983), “Asterix e Obelix Missione Cleopatra” di Alain Chabat (2002), “Hostel” di Quentin Tarantino (2005), “The wolf of Wall Street” di Martin Scorsese (2013), “Gloria Bell” di Sebastian Lelio (2018), “Tonya” di Margot Robbie (2018), “Spider man far from home” di Jon Watts (2019) e “La casa de papel 4” di Jesus Colmenar (2020), “Supersex” di Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni (2024) e “Griselda” di Andrés Baiz (2024).
Tantissime e indimenticabili le collaborazioni che negli anni Umberto Tozzi ha collezionato con grandi artisti italiani, come Mogol, Dalida, Eros Ramazzotti, Gianni Morandi, i Pooh, Raf, Monica Bellucci, Enrico Ruggeri e Marco Masini, e internazionali, con nomi del calibro di Anastacia, Francis Cabrel, Laura Branigan, Sergio Dalma, Howard Carpendale e tanti altri.
I biglietti saranno disponibili dalle ore 18 di oggi, venerdì 15 marzo, su TicketOne.it e nelle prevendite abituali (per info www.friendsandpartners.it) e quindi alla Biglietteria dello Sferisterio di piazza Mazzini. Questi i prezzi, inclusi i diritti di prevendita, per il concerto di Sferisterio Live: Platino: 69 euro, Oro 64 euro, Verde 59 euro, Blu 54 euro, Rosso 50 euro, Giallo 44 euro, Balconata in piedi 39 euro.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica ha ricevuto questa mattina Alessandro Faustini, coordinatore del Comitato Festa San Giuseppe Operaio e Carmen Carella della My Love eventi, impegnati in questi giorni nell’organizzazione dei festeggiamenti nel quartiere. La manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Consiglio regionale e del Comune di Civitanova.
La Festa di San Giuseppe Operaio, nasce più di quarant’anni fa per i festeggiamenti del Santo Patrono. La programmazione prevede momenti religiosi e laici. Il momento della festa laica sarà domenica 17 marzo. Alle ore 16 ci sarà lo spettacolo di bolle di sapone e alle 17 il concerto di Cristina D’Avena accompagnata dalla Cartoon Band Bim Bum Bam.
“La comunità attende queste giornate per ritrovarsi e festeggiare insieme – ha detto il sindaco. Congratulazioni per il ricco programma e a tutti gli organizzatori e ai volontari che rendono possibile il rinnovarsi di questa bella tradizione”.
“L’invito per tutti – ha sottolineato il coordinatore del Comitato festeggiamenti Alessandro Faustini - è di tornare bambini, per sognare sempre e a qualsiasi età. Quest’anno, per una festa sempre più ricca, avremo la collaborazione con Mylove Eventi, che curerà il mercatino con oltre 20 bancarelle e lo street food. Ringrazio il comitato organizzativo dell’evento, formato da circa venti persone giovani e storiche. Dal confronto di diverse generazioni nasce ogni anno una festa che mantiene le tradizioni e regala uno sguardo al futuro”.
“Grazie al nostro parroco Don Andrea Verdecchia e a tutti gli amici che, ogni anno, si dedicano alla programmazione e all’organizzazione. Grazie all’amministrazione comunale e al consiglio regionale per il patrocino. Il ringraziamento più grande va alla gente del quartiere e agli sponsor, che contribuiscono, come ogni anno, sia moralmente che economicamente alla realizzazione di una festa sempre più bella e coinvolgente”.
In occasione della Domenica delle Palme (domenica 24 marzo) l’arcivescovo di Camerino–San Severino Marche, monsignor Francesco Massara, presiederà una celebrazione eucaristica in piazza Del Popolo per tutta la città e con tutti i sacerdoti della vicaria. La celebrazione si terrà alle ore 10,30.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua. In questo giorno si ricorda il trionfale ingresso a Gerusalemme di Gesù, in sella a un asino e osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma.
Per la prima volta sabato 16 marzo il centro storico di Urbisaglia diventa contea, arriva la prima edizione di Urbs Shire - St. Patrick’s Day. Organizzata dal Comitato Festa della Maestà, la manifestazione segue i passi del santo pellegrino d’Irlanda per immergere le vie fra la Rocca e il corso Giannelli nel meglio della musica, della gastronomia e dell’artigianato locale.
Il via già dal primo pomeriggio, con decine di laboratori dedicati ad adulti e bambini (iscrizione in loco). Dalle 16.00 in poi, in piazza Garibaldi, ci si può cimentare e divertirsi in corsi di balfolk (danza bretone), di lavorazione della carta e del cuoio, lavorazione delle zucche o tiro con l’ascia, arcieria con gli Arcieri Firmum e scherma storica a cura di Fortebraccio Veregrense.
Alle 19.00, concerto da ballo con il trio Pianofolk, a cura di Marco Uku Fermani, Francesco Savoretti e Giulio Spinozzi. Dalle 21.30 lo “spettacolo di fuoco” con il Clan Carantos: fiamme e scintille, acrobazia e giocoleria ad alta temperatura, a sancire l'inizio la notte di St. Patrick e a trasportare il pubblico nel mondo dei Balrog e delle fattucchiere. Dalle 22.00 in poi, due gruppi: i giovani del rock celtico Bards From Yesterday e i piemontesi Folkamiseria che tra musica irlandese e dialetti italiani scalderanno fino a notte fonda il centro storico del magnifico borgo.
Loris Zampetti, presidente del comitato: “Quella di San Patrizio è una tradizione che ben si sposa con il nostro modo di intendere la comunità, la nostra è un’associazione giovane che coinvolge molto ragazzi del territorio. Sono stati loro a spingere per organizzare questa manifestazione e noi abbiamo trovato il giusto modo per allestire un evento bello e variegato. Ora manca solo un brindisi ai cieli d’Irlanda e di Urbisaglia, contee distanti ma avvicinate dall’amore per la buona musica, la danza, lo stare insieme”.
Venerdì 15 marzo alle ore 21:15, alla biblioteca Mario Ciocchetti, con patrocinio del Comune di Belforte del Chienti, avrà luogo la presentazione del nuovo libro di Luca Viozzi dal titolo: "Delitto sotto le torri 2 - Il terzo segreto" (Giaconi Editore).
Dopo aver conquistato il pubblico con il suo primo successo, "Delitto sotto le torri", Luca Viozzi torna a sedurre gli amanti del genere con l'ultima fatica letteraria che va a impreziosire il panorama dei libri gialli.
Ambientato nell'affascinante San Benedetto del Tronto, questo romanzo riprende le avventure del sagace commissario Filippo Salviati, erede moderno di una lunga tradizione di investigatori astuti e determinati. Lo scrittore, conosciuto per le sue trame ingegnose, guida i lettori attraverso un dedalo di indizi e colpi di scena, in una storia che sfida la mente e cattura l'immaginazione. Luca Viozzi è originario di Ascoli Piceno e ha vissuto per molti anni a San Benedetto del Tronto.
Nato nel 1984, laureato in Ingegneria Informatica è docente di Tecnologie della Comunicazione presso l'Istituto "Ricci" di Fermo, nella Marche (Il mio unico e più grande vanto è quello di fare l'insegnante, mi riempie di orgoglio dichiara Luca) e presidente dell'associazione Culturale Allenamente di Petritoli.
È autore del romanzo: "Delitto sotto le torri", ed è proprio grazie a questo libro che ha ricevuto il premio come miglior scrittore esordiente nella categoria gialli delle Marche. Luca Viozzi in riferimento al suo libro afferma che: 'Il libro è un viaggio nel tempo che svela segreti nascosti: un romanzo che nasce dalla suggestione maturata dopo aver ritrovato delle carte di famiglia;" infatti il nonno ha prestato servizio nella polizia di Stato a San Benedetto del Tronto.
Il Centro per la Famiglia, servizio promosso dall'assessorato alla famiglia della città di Civitanova Marche e gestito dall'Asp "Paolo Ricci" all’interno del progetto Civitanova Città con l'infanzia, in occasione della Festa del Papà organizza un pomeriggio di aggregazione e divertimento al quale potranno partecipare tutte le famiglie.
Sabato 16 marzo, dalle 16:00 alle 18:30, presso la Biblioteca comunale "Silvio Zavatti" di Civitanova Marche, sarà possibile dedicare del tempo alla lettura e alla consultazione di libri per adulti e piccini interagendo e scambiando idee con gli addetti della biblioteca e le educatrici dell'Asp "Paolo Ricci".
"Proseguiamo le attività per le famiglie con un appuntamento speciale dedicato al papà - ha detto l’assessore Barbara Capponi -. Vogliamo sostenere e valorizzare il suo ruolo in ogni modo, sia offrendo opportunità formative e consulenziali costanti, che con occasioni ad hoc, come questa festa. Crediamo fortemente che queste iniziative permettano di rinforzare il legame con i figli, aiutando a costruire basi relazionali sempre maggiormente salde e favorendo una rete ancora più ampia di famiglie, creando così una comunità educata ed educante sempre più coesa e partecipe".
Per l’occasione saranno allestiti dei comodi angoli lettura e, in sinergia con la biblioteca, saranno messi a disposizione delle famiglie libri da leggere e da consultare. Sarà possibile svolgere anche dei simpatici laboratori a tema per mettere in pratica le conoscenze apprese durante il pomeriggio trascorso insieme.
L’incontro, che prevede un ingresso gratuito, ha non solo la finalità di unire ancor di più tra loro le famiglie intorno al tema della cultura, ma di ricordare ancora una volta l’importanza della lettura nella vita di grandi e bambini. La prenotazione è consigliata ed è possibile inviando una e-mail all’indirizzo: centro.famiglia@paoloricci.org. Ulteriori informazioni saranno fornite contattando lo 0733/78361.
Domenica 17 marzo, dalle ore 10.30, l'Associazione Tolentino Arte e Cultura per il secondo anno rinnova l'appuntamento alla scoperta del mondo medievale al Castello della Rancia.
Dedicato alle famiglie, "Dame e cavalieri", non è la classica attività didattica statica, ma immerge i bambini nell'atmosfera del Castello rendendoli protagonisti indiscussi. Anticipato di qualche settimana per assicurarne lo svolgimento prima della chiusura per restauro dell a fortezza, la manifestazione quest'anno si arricchisce di alcune importanti novità.
Personaggi in costume storico presenteranno ai bambini la figura del cavaliere attraverso uno studio simbolico e alcune attività ludiche ponendo l'attenzione sull'armamentario e sulle armi utilizzate per i combattimenti. Alla conclusione dell'esperienza i bambini costruiranno uno scudo personale che ognuno potrà portare a casa come ricordo.
Le bambine ,invece, scopriranno come vivevano e quali attività svolgevano le dame del Castello osservando dal vivo la tessitura e la cucitura e parteciperanno ad attività creative tra le quali la realizzazione della loro coroncina.
Bimbi e bimbe saranno poi protagonisti della "Cerimonia di investitura" e si trasformeranno finalmente in cavalieri e dame. Tutto questo avverrà mentre un simpatico Giullare porterà grandi e bambini alla scoperta del mondo dei giochi medievali dove tutti potranno cimentarsi con le attività ludiche dell'epoca.
“La realizzazione dell'evento – ricorda la presidente dell’associazione Tolentino Arte e Cultura Chiara Marchetti - è resa possibile grazie alla ormai consolidata collaborazione con la compagnia di rievocazione del Grifone della Scala di San Severino Marche e al supporto del Comune di Tolentino”.
Il Castello aprirà le porte alle ore 10:30 per il primo turno di visitatori e ripartirà con il secondo turno alle ore 15:30. Durante tutta la giornata sarà inoltre possibile visitare in gruppo i vari musei all'interno del Castello accompagnati dagli operatori di Tolentino Arte e Cultura.