“Zaino in spalla… per Buca d’Aria”, un'escursione alla scoperta di San Severino e Serrapetrona
Una giornata pensata per promuovere il territorio e, insieme, valorizzare i percorsi naturalistici che mirano sempre più a divenire mete frequentate dal turismo lento e sostenibile. Domenica 2 agosto, nell’ambito delle iniziative promosse dalla rete dei Comuni della Marca Maceratese Ma.Ma., la Città di San Severino Marche, insieme al Comune di Serrapetrona, propone un’escursione guidata a piedi a Buca d’Aria.
L’iniziativa, dal titolo “Zaino in spalla… per Buca d’Aria”, è aperta a tutti ed è gratuita. A guidare l’escursione saranno gli esperti del Cai, il Club Alpino Italiano, di San Severino Marche. La giornata è promossa con la collaborazione delle Pro Loco di San Severino Marche e di Serrapetrona e con quella dei volontari dei gruppi comunali di Protezione Civile.
Due gli itinerari previsti: il più breve, con ritrovo alle ore 8 e partenza dal campo di moto cross di San Pacifico, a San Severino Marche, è di 4 chilometri. Si raggiungerà la chiesa della Madonna della Neve dopo circa tre ore di cammino.
Per informazioni e adesioni ci si può rivolgere alla Pro Loco di San Severino Marche al numero di telefono 0733638414.
Un secondo itinerario prevede la partenza, sempre alle ore 8, dal bivio strada dell’Acquedotto a Serrapetrona. Da qui si proseguirà, per una lunghezza di 7 chilometri, per Castel San Venanzo poi per Villa d’Aria, fino ad arrivare alla Buca del Terremoto sempre per le ore 11 circa. All’arrivo a Buca d’Aria incontro tra i due gruppi. A seguire pranzo al sacco davanti la chiesa della Madonna della Neve dove ci sarà anche un po’ di intrattenimento musicale.
Il verde e fitto bosco del monte d’Aria, per chi non lo sapesse, nasconde tra le sue conifere una sorpresa veramente unica a quanti ne percorrono un facile sentiero che conduce verso un’ampia radura dove la rossa roccia si apre in una grande cavità circolare a forma di cratere: si tratta, appunto, della “buca del terremoto”. Uno strano fenomeno geologico che si è aperto qualche migliaio di anni fa.
Il particolare nome è legato alla credenza popolare locale secondo cui l’origine risalirebbe a un antico sisma che, sconvolgendo la struttura della montagna con effetti devastanti, avrebbe generato la conca del diametro di 110 metri profonda circa 20.
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