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San Severino ricorda il compositore e Valentino Valentini Puccittelli a cinque anni dalla scomparsa

San  Severino ricorda il compositore e Valentino Valentini Puccittelli a cinque anni dalla scomparsa

A cinque anni dalla scomparsa, avvenuta a Roma il 28 giugno 2019, la città di San Severino Marche tornerà a ricordare e a rendere omaggio alla figura del celebre compositore e poeta Valentino Valentini Puccitelli, maestro autore fra gli altri brani del Sanseverinno, un inno in note su testo in versi di Cesare Eusebi.

Venerdì prossimo (28 giugno), a partire dalle ore 18,30 ad ingresso gratuito, la biblioteca comunale “Francesco Antolisei” accoglierà il concerto “Musica e poesia dal Barocco al Novecento” che, oltre a Valentino Valentini Puccitelli, intende rendere omaggio a Virgilio Puccitelli.

L’evento culturale, per la direzione artistica di Alberto Pellegrino, vedrà protagonisti i cantanti dell’associazione “Virgilio Puccitelli” che saranno accompagnati al pianoforte dal maestro Luca Verdicchio. Al termine della serata, organizzata dalla famiglia Valentini Puccitelli con il patrocinio del Comune, apericena di saluto al pubblico.

Discendente delle famiglie Valentini e Puccitelli e figlio dell’illustre tenore Antonio Valentini Puccitelli, Valentino ha continuato la tradizione artistica di famiglia approfondendo gli studi musicali come compositore di musica classica. Tra le sue composizioni ricordiamo lo Stabat Mater del 2006 per coro orchestra d’archi, organo e percussioni su un testo poetico attribuito a Jacopone da Todi. È stato autore di composizioni legate alla tradizione della canzone popolare romana (Roma testimone, Er Teverone) e alla grande tradizione napoletana come ‘A fenestella, presentata con successo al Festival della Canzone napoletana del 2002, come ricorda il professor Alberto Pellegrino che a lui era molto legato".

"Nel Sanseverinno da lui musicato c’era tutto l’amore per la città che egli rese ancor più struggente grazie alle sue note: “Vivi, vivi, bella città, dai sette castelli, le torri e le porte e l’antica fonte con sette cannelle e la grande piazza. Vivi, vivi, bella città, dai tetti anneriti, dai vicoli stretti, le chiese silenti, le case nascoste e la grande piazza. O mia bella, bella città. O mia bella, o mia bella, o mia bella città”.

 

 

 

 

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