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Popsophia torna alle origini e riabbraccia Civitanova Alta: da Lady Oscar a Bob Dylan, il programma dell'edizione 2025

Popsophia torna alle origini e riabbraccia Civitanova Alta: da Lady Oscar a Bob Dylan, il programma dell'edizione 2025

Civitanova Alta torna a essere capitale del pensiero pop con Retromania: questo il tema del festival Popsophia 2025 in programma dal 3 al 6 luglio, che quest'anno indaga il fascino, l’ossessione e le contraddizioni del nostro rapporto con il passato. Un'immersione nella nostalgia che attraversa la cultura di massa contemporanea, tra revival, remake, vintage e ricordi condivisi.

Dagli anni ’70 a TikTok, dalla TV degli anni '90 al fantasy, da Lady Oscar a Bob Dylan: la filosofia incontra la musica, la letteratura, il cinema e le serie tv, in un viaggio collettivo tra memoria e futuro. Diretta da Lucrezia Ercoli e promossa dall'Associazione Popsophia con il sostegno del comune di Civitanova Marche, dell'azienda speciale Teatri di Civitanova e della regione Marche, la rassegna si articolerà tra lo spazio multimediale San Francesco, Piazza della Libertà e la chiesa di Sant'Agostino con la mostra immersiva MeGa.

A Civitanova Alta Popsophia percorrerà un viaggio attraverso i decenni, dagli anni '80, '90 e 2000, nella musica, nella letteratura, nelle serie tv e in quelle trasmissioni che hanno segnato un’epoca e che stanno tornando di moda tra i giovani e nel dibattito contemporaneo.

E anche per Popsophia si tratta di un “Amarcord”: dopo anni infatti il festival torna ad abitare gli spazi e la piazza di Civitanova Alta dove la manifestazione nacque nel 2011. Il festival sarà articolato, come di consueto, in incontri pomeridiani con scrittori, filosofi, pensatori che si svolgeranno nello spazio multimediale San Francesco e in tre philoshow serali (più lo spettacolo di apertura della manifestazione) dedicati alla declinazione musicale del festival con la band Factory e i videomontaggi curati dalla regia di Riccardo Minnucci.

Nel pomeriggio all’hotel Miramare di Civitanova si è svolta la conferenza stampa di presentazione del programma alla presenza del sindaco Fabrizio Ciarapica, della presidente dell’azienda Teatri di Civitanova Maria Luce Centioni, dell’assessore regionale Pierpaolo Borroni e della direttrice artistica di Popsophia Lucrezia Ercoli.

"È un ritorno dove tutto è iniziato - ha detto Lucrezia Ercoli - una sfida che abbiamo accolto con piacere e siamo felici di condividere con voi il risultato del nostro lavoro. Retromania cerca di interpretare l’ossessione per il passato che scandisce gli ultimi anni. Se il Novecento è iniziato guardando al futuro, il 2000 inizia con il ridecennio, il remake, il revival. In queste quattro giornate cercheremo non solo di definire un sentimento come la nostalgia che ci accompagna da sempre, ma anche di capire perché in questo nostro presente c’è così tanto passato".  

"È un vero orgoglio e piacere presentare questa nuova edizione di Popsophia che torna dove tutto ebbe inizio, ma non è un semplice ritorno al passato - ha aggiunto il sindaco Fabrizio Ciarapica -  ma un ritorno alle origini con uno sguardo rivolto al futuro. Popsophia ci ricorda e ci fa riflettere su come la cultura sia il vero motore invisibile per la crescita della città, strumento per interpretare il presente e su questo Popsophia è maestra. La cultura non è un lusso, ma una necessità e contribuisce a far crescere il territorio. Abbiamo voluto riportarla a Civitanova dopo lo stop e continuiamo a sostenerla perché è qualcosa a cui siamo molto legati ed è divenuto un punto di riferimento non solo locale, ma nazionale".

Maria Luce Centioni, presidente dei TdC ha portato il saluto del cda e sul tema ha affermato: “Chissà se è nato prima il tema o la scelta di tornare a Civitanova Alta. È un dejavu, ma gradito. Civitanova Alta è un palcoscenico più complicato, ma riusciremo a portare il festival anche nei luoghi antichi della città Alta. La Retromania è l’ossessione per il passato, ma senza passato non c’è avanguardia e il festival rappresenta un modo per guardare al nostro ieri per costruire con la mente e il cuore il nostro domani”.

LA GRAFICA - A simboleggiare la riflessione attorno al tema è l’immagine ufficiale scelta dal festival, che cita ironicamente "Il figlio dell’uomo" di René Magritte, sostituendo però la celebre mela con un vinile nero, icona assoluta del mondo musicale passato. Un volto nascosto, come a dirci che l’identità contemporanea si cela dietro ciò che è già stato. L’uomo con la bombetta diventa così emblema di una generazione sospesa tra memoria e desiderio. 

IL PROGRAMMA - Ad aprire il festival giovedì 3 luglio le mostre che saranno inaugurate a partire dalle ore 18.00, ma la serata, entra nel vivo alle 21:15 all’auditorium San Francesco con “Voglio vivere così” il primo degli spettacoli, una vera e propria anteprima nel viaggio della “Retromania” con la direttrice artistica Lucrezia Ercoli accompagnata dalla musica di Concertino Burro e Salvia, ensemble composto da sei elementi Michele Bramucci voce e batteria, Franco Corinaldesi tenore, Mauro Gozzi voce e chitarra, Luigino Pallotta fisarmonica, Giuliano Pietroni mandolino e Marco Tarantelli contrabbasso per un live “festival specific” sulle canzonette anni ’20, ’30 e ’40, da “Maramao perché sei morto, a “Parlami d’amore”, ma anche “Signorinella”.

Special guest della serata è Adelmo Togliani, regista e figlio di Achille Togliani e autore del documentario sulla vita del cantante dal titolo “Parlami d’amore” che dedicherà un omaggio al divo romantico della canzone italiana in una conversazione con Lucrezia Ercoli

Venerdì 4 luglio il festival entra nel vivo del format con il pomeriggio dedicato agli anni ’80: tra i relatori saranno presenti il filosofo Tommaso Ariemma con “The last of 80’s. Sentire gli anni 80 nella catastrofe” che analizzerà partendo da The last of us, i recuperi della musica anni ’80 nella serie tv e nei videogiochi. A seguire Susanna Scrivo tornerà a parlare di Lady Oscar, un contributo che è un omaggio ricordo di Monia Andreani, filosofa scomparsa nel 2018, amica di lungo corso del festival, fin dalla sua prima edizione dove portò, appunto, una riflessione su Lady Oscar, il personaggio del manga giapponese degli anni Settanta approdato in Italia come anime nel 1982.

Lady Oscar è diventata più di un fenomeno mediatico: ha costruito un nuovo immaginario e contribuito a rivedere i concetti di identità, eteronormatività e genere che i movimenti degli anni Settanta in Italia avevano iniziato a decostruire. Il pomeriggio si conclude poi con la filosofa Selena Pastorino con “Stranger things, cose strane degli anni ‘80”.

La sera, in Piazza della Libertà, arriva il primo dei philoshow dal titolo Nostalgia della Terra di Mezzo con Riccardo Dal Ferro, Licia Troisi e l’ensemble musicale Factory. Un viaggio nei mondi immaginari del Medioevo fantastico, nell’epopea del viaggio dell’eroe, dal Signore degli Anelli al Trono di spade con le colonne sonore epiche e maestose delle saghe riarrangiate dalla band Factory, da Rains of Castamere a Into the west di Annie Lennox.

Sabato 5 luglio spazio agli anni ’90: la scrittrice Eleonora Caruso parlerà della generazione cresciuta tra illusioni e disillusioni con “Doveva essere il nostro momento”, quella generazione nata tra gli anni 80 e 90, troppo giovane per aver vissuto il boom economico, troppo vecchia perché non nativa digitale. A seguire Alice Valeria Oliveri autrice tv esplorerà la storia dei "balletti" in tv, dalle soubrette alla Raffaella Carrà, alle Lolite di Non è la Rai, fino ai giorni nostri, dove quell’immaginario televisivo è stato sostituito dalle challenge su Tik Tok.

A seguire il sociologo Guerino Nuccio Bovalino con una lectio affascinante che mette insieme "Terminator vs Chat gpt", ovvero la nostalgia della tecnologia utopica, futuro e passato nella postdemocrazia.

La sera, in Piazza, un omaggio alla voce più bella della musica italiana con Nostalgia di una voce, uno spettacolo dedicato a Mina con la filosofa Ilaria Gaspari. Il titolo trae riferimento dal fatto che all’apice del successo Mina si è ritirata dalla scena, 20 anni dal debutto, concedendosi, appunto, solo con la forza della propria voce.

Il philoshow attraverso i suoi successi più belli racconterà un ventennio, quello dal 1958 al 1978 in cui in Italia è cambiato tutto, dalla storia d’Italia a quella dello spettacolo. Lo spettacolo sarà una sinfonia sulle note dei primi brani, da “Tintarella di Luna” a “Non gioco più”, fino alla sigla della sua ultima apparizione televisiva “Mille Luci”.

Domenica 6 luglio, chiusura con la Gen Z e la filosofia dei 2000: Alfonso Amendola riflette sullo spirito dei ventenni di oggi con l’intervento dal titolo "Ma che ne sanno i 2000", l’espressione in uso tra i millennials per indicare quel mondo analogico sconosciuto a chi è nato alle soglie del nuovo millennio.

A seguire Davide Navarria riflette su un cartone per adulti come Rick e Morty serie animata cult che mescola fantascienza e satira esistenziale, seguendo le folli avventure interdimensionali dello scienziato geniale e amorale Rick e del timido nipote Morty. La triade del pomeriggio chiude con Alessandro Lolli che affronterà il tema della fama, dai famosi 15 minuti di Andy Warhol passando per talent show e crescita e declino degli influencer. Gran finale con "The Times They Are A-Changin", il philoshow dedicato a Bob Dylan, annunciato nei giorni scorsi, con il ritorno a Civitanova di Mister Fantasy Carlo Massarini.

COLLABORAZIONI - Tra le novità, Popsophia rinnova la collaborazione con il mondo della scuola, coinvolgendo attivamente studentesse e studenti in un percorso creativo ispirato al tema del festival.

Ogni pomeriggio, nel cortile di San Francesco, le ragazze e i ragazzi della scuola secondaria di primo grado "Mestica", indirizzo musicale, dell’istituto comprensivo Via Tacito accompagneranno il momento della degustazione con esibizioni musicali dal vivo: in scaletta brani di Mina, Bob Dylan e celebri sigle fantasy, per un intrattenimento in perfetto stile Retromania.

Giovedì pomeriggio, invece, sarà la volta dell'Istituto di istruzione superiore Bonifazi-Corridoni, che presenterà un abito a tema realizzato appositamente per il festival, frutto di un lavoro sartoriale e concettuale ispirato agli anni ’30.

 

 

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