Popsophia celebra Luigi Einaudi e Black mirror: alla Mole Vanvitelliana un viaggio tra filosofia, musica e tecnologia
Applausi ieri sera alla Mole Vanvitelliana di Ancona per “Il mio canto libero”, il philoshow tra Einaudi e Black mirror. Un coinvolgente ed emozionante viaggio nel concetto di libertà, una serata speciale che ha unito mondi apparentemente lontani in un unico linguaggio: un pensatore liberale come Luigi Einaudi ad un tema senza tempo come quello della libertà.
Lo spettacolo, per la regia di Riccardo Minnucci, ha coniugato la musica dal vivo, con brani iconici eseguiti dalla band Factory come “I Want to Break Free” dei Queen, Karma Police dei Radiohead e “Resistance” dei Muse, a frammenti visivi tratti da serie distopiche come Black Mirror a classici del cinema e della letteratura come Arancia Meccanica e 1984. Le citazioni filosofiche hanno arricchito il dialogo: dal pensiero libertario di Einaudi alle riflessioni di Platone su La Repubblica confrontate con l’immaginario distopico di Divergent.
“Questi brani non sono solo il grido di una generazione, ma un desiderio senza tempo – ha esordito Lucrezia Ercoli – È possibile ripercorrere la storia dell’uomo come un percorso di liberazione dalle catene verso la libertà”. Le suggestioni offerte da serie tv distopiche e dal cinema hanno saputo offrire spunti di riflessione attorno al tema ogni volta differenti. E c’è stato spazio anche per un accostamento fra il pensiero di Platone sulla società ideale de La Repubblica riletto da Karl Popper. “Secondo Popper tre filosofi sono antagonisti della libertà e sono Platone Hegel e Marx. Il governo dei migliori non consente l’alternanza. Il filosofo re assomiglia ad un dittatore moderno.
Alla fine l’idea di costruire un mondo conforme ad un modello comprime le libertà di tutti – sottolinea Ercoli - e rende impossibile l’elasticità che l’individuo necessita. Ogni società chiusa dà vita ai peggiori incubi totalitari. Portiamo con noi l’elogio del dissenso e della critica come citava Einaudi perché la libertà non è una conquista stabile, ma un desiderio che deve rimanere attivo come bussola delle nostre azioni individuali e collettive”.
A dividere il palco con Lucrezia Ercoli il segretario della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini: “Tra gli uomini di Stato del suo tempo solo Luigi Einaudi ha avuto fiducia nei giovani. Ritenne di mettere al centro di tutto la persona. Lo sviluppo di una società dipende dallo sviluppo degli individui e non il contrario come si ritiene spesso oggi. Il metodo einaudiano “Conoscere dibattere deliberare” è la chiave per l’analisi dei fenomeni complessi e chi ha responsabilità pubbliche ha il dovere di dedicare tempo e risorse mentali allo studio dei fenomeni”.
La serata si era aperta con i saluti istituzionali dell’assessore regionale al bilancio Goffredo Brandoni che ha sottolineato come dopo il debutto a Palermo lo spettacolo non poteva non fare tappa ad Ancona, dell’assessore alla cultura Anna Maria Bertini che ha ricordato i tanti appuntamenti con Popsophia nel corso del 2024, da quelli natalizi a dicembre 2023, alla giornata della memoria, arrivando al festival nazionale di marzo e all’inaugurazione della riapertura dell’anfiteatro romano. L’assessore al turismo Daniele Berardinelli ha anticipato inoltre come nel 2025 lo spazio predisposto per gli appuntamenti di Popsophia saranno più capienti per consentire a tutti di partecipare.
Dalle prenotazioni emerge infatti un pubblico sempre più variegato proveniente da ogni angolo della regione Marche ma sono solo: ieri sera erano presenti spettatori dall’Abruzzo, dal Veneto, dalla Toscana, dall’Umbria e dal Lazio, a dimostrazione del fatto che gli spettacoli del festival sono non solo appuntamenti culturali, ma un volàno turistico capace di attrarre pubblico e presenze.
Ad un anno dall’arrivo di Popsophia nel capoluogo dorico il bilancio è di soddisfazione culturale e di gratitudine per la città di Ancona. Il 2025 annunciato da Lucrezia Ercoli sarà ancor più coinvolgente e prevederà l’approdo di Popsophia in uno spazio culturale più capiente per consentire a tutto l’affezionato pubblico del festival di partecipare.
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