Penna San Giovanni, il Teatro Comunale torna a splendere: "Un gioiello per la città e punto di aggregazione" (FOTO e VIDEO)
Nel pomeriggio di ieri, 29 marzo 2025, sotto una pioggia intermittente dai favorevoli auspici, Penna San Giovanni ha vissuto un momento significativo con l'inaugurazione del rinnovato Teatro Comunale, un autentico gioiello artistico che, dopo un accurato restauro e ammodernamento, è stato restituito alla comunità.
I lavori recentemente completati hanno ridato luce a una struttura che conserva intatti molti dei suoi elementi architettonici originali, come il doppio ordine di palchi sorretti da pilastrini e il paramento ligneo dipinto, che ricopre le pareti, oltre al soffitto in legno che si erge sopra la platea. La sua storicità, nonché importanza artistica, sono tali da essere state documentate per la prima volta dall’abate Giuseppe Colucci nel suo celebre lavoro “Delle Antichità Picene” del 1786.
Nel corso degli anni, il Teatro Comunale ha vissuto diverse fasi di recupero e rinnovamento. Negli anni Ottanta, l'amministrazione comunale dell’epoca, ha avviato un processo di valorizzazione della struttura, riscattandola dalla proprietà condominiale. L’intervento di ristrutturazione ha permesso di restituire il teatro alla comunità nel 1992, aprendo la strada a un ciclo di attività culturali, tra cui spettacoli teatrali e musicali che hanno arricchito la vita sociale e culturale della città.
Nel 2020, grazie a un contributo regionale di 340.000 euro, è stato possibile avviare un ulteriore intervento di ristrutturazione e ammodernamento tecnologico, finalizzato principalmente a migliorare la sicurezza e a rendere il teatro più accessibile e funzionale per il pubblico contemporaneo. In questo contesto, sono stati aggiornati gli impianti tecnologici e sono stati effettuati lavori per adeguare la struttura agli standard di sicurezza previsti dalle normative moderne. Inoltre, con un ulteriore finanziamento regionale, sono stati ammodernati gli arredi, mantenendo comunque intatta l'autenticità della struttura.
L’evento, introdotto dalla dottoressa Simona Angeletti, attraverso un accurato excursus storico e artistico, ha visto la partecipazione di numerose autorità, tra cui il senatore Guido Castelli, il senatore Francesco Verducci, i consiglieri regionali Renzo Marinelli e Simone Livi, il consigliere provinciale Giorgio Pollastrelli, il presidente di Marche Cultura Andrea Agostini, il presidente dell'Unione Montana dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti e il presidente della Fondazione Carima, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi.
Presenti anche numerosi sindaci della provincia di Macerata e il sindaco di Amandola, il maggiore Giulia Maggi e David Gullini in rappresentanza della Polizia Locale. Seduti in platea, il direttore artistico Alberto Vitali e l'architetto Roberto Borgognoni.
A salire sul palco facendo da cerimoniere a questo evento che segna una data fondamentale per la storia di Penna San Giovanni, il sindaco Stefano Burocchi: “Per me è un piacere immenso ospitare tutte queste personalità; non ricordo che Penna abbia avuto l’occasione di avere tutti questi sindaci, questi colleghi, con i quali condividiamo la realtà dell’Unione Montana. Al di là delle divergenze politiche, quello che ci unisce è l’intento del bene della comunità. Ogni cittadina, grande o piccola che sia, vive di emozioni e per me questa è una grande emozione perché oggi Penna San Giovanni si è vestita a festa, una festa grande.
Purtroppo, spesso, si cade nei classici gineprai della burocrazia italiana e così è successo: per uscirne non è stato facile. Sono trascorsi quattro anni, inutilmente, andando incontro a un impoverimento non solo culturale ma anche economico; tutti hanno dato comunque il loro contributo senza discutere e senza parlare”.
“Nelle aree interne- prosegue Burocchi- c’è la ricchezza e per questo devono essere sostenute. Occorre pagare il prezzo per ogni cosa; vivere a Milano comporta dei grandi benefici ma pago con la salute, vivere a Penna San Giovanni, o nelle più generali aree interne con le loro montagne innevate e verdeggianti, equivale a vivere in un paradiso terrestre. Tuttavia, non abbiamo certi servizi, per esempio, uno fra tutti la sanità. I nostri cittadini hanno il diritto alla salute come coloro che stanno a Roma o a Milano: i finanziamenti per il bello, per la riqualificazione sono apprezzatissimi, ma l’attenzione alla salute pure è un elemento che dobbiamo attenzionare”.
Dopo il Primo Cittadino, a prendere la parola il senatore Guido Castelli che ha posto l’accento sull’importanza e le potenzialità di una comunità unita: “Questo pomeriggio nel teatro comunale di Penna San Giovanni va in scena un’opera; si chiama la Comunità.
Oggi possiamo dire che grazie alla lungimiranza del Sindaco e di tutte queste comunità stiamo celebrando qualcosa per cui vale veramente la pena di essere ricordato. Cito Tamerlano il quale, nelle sue memorie, dice che, nelle sue sanguinarie conquiste, il luogo in cui incontrava maggiori difficoltà era proprio quello in cui c'era il forno comune, dove la gente condivideva il pane. Pertanto, costruendo con fondi comuni, potremo uscire meglio e anche migliori da questa tragedia e devastazione del terremoto”.
A chiudere la serie di interventi da parte dei vari rappresentanti regionali e provinciali, Giampiero Feliciotti, presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri: “Vorrei ricordare che in questo territorio sono ormai anni, da quando l’Unione Montana è stata voluta come ente per creare dei servizi aggregati, i Sindaci hanno sin da subito capito e sempre sono stati uniti e presenti con la fascia tricolore.
Come rappresentante del territorio e di tutti i Comuni dell’Unione ho un’altra mission: questo è il quinto teatro che noi ridiamo, su otto, alla popolazione. Abbiamo otto teatri su quindici comuni quindi dobbiamo fare una riflessione; chi ce li ha lasciati ce li ha lasciati con un significato. Per farli vivere e non lasciarli chiusi dobbiamo metterli in rete e fare un servizio aggregato. Ci stiamo lavorando e lo stiamo facendo: in tre mesi abbiamo messo in piedi 30 spettacoli. Ci dobbiamo sforzare affinché arrivino non finanziamenti a iosa ma aiuti su organizzazioni complete. Speriamo che, gradualmente, anche nei nostri quindici Comuni possa nascere la possibilità di dare uno scopo a qualche giovane di poter creare qualcosa su questi teatri senza dover per forza acquistare dall’esterno”.
“Ritengo- conclude Feliciotti- che un gioiellino come questo sarebbe dovuto rientrare in quell’elenco di teatri candidati per entrare a far parte del patrimonio Unesco: questo è l’unico teatro della Regione Marche fatto di legno”.
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