Monte San Martino celebra la Festa del Santissimo Crocifisso con la musica e la comunità
In occasione della Festa del Santissimo Crocifisso, la piazza di Monte San Martino si è trasformata in un palcoscenico di emozioni, creatività e partecipazione collettiva grazie allo spettacolo della band locale Sedocet, arricchita per l’occasione da straordinari “Friends”.
Con una scaletta che ha intrecciato grandi classici pop-rock italiani e internazionali a brani originali, il gruppo ha proposto un genere unico e difficile da etichettare, definibile come un vero e proprio “etno local”. Canzoni che raccontano, con ironia e profondità, la vita di un paese di collina, lontano dai grandi centri, affrontando temi come lo spopolamento e le sfide quotidiane di chi sceglie di restare. Un neorealismo locale, capace di divertire e commuovere, parlando il linguaggio autentico della comunità.
Tra i brani più applauditi, 62020 – il codice postale del paese trasformato in simbolo identitario – e Qui - Voglio restare qui, ritratto nostalgico dei personaggi storici e “mitici” del paese. Non sono mancati pezzi dal forte contenuto simbolico, come la cantata dedicata alla Faleriense, arteria di collegamento verso il “mondo di fuori” con le sue attrazioni e insidie, e la nuova Rockstar, che racconta le ambizioni di un benzinaio sognatore, firmata da Pantelis Borovas.
Lo spettacolo ha visto alternarsi sul palco una ventina di musicisti, cantanti e performer, tutti monsammartinesi, preparati e professionali. Un tale concentrato di talento trova le sue radici in un “seme” piantato cinquant’anni fa con la fondazione della banda musicale del paese. Un’eredità ricordata sul palco dal frontman Giovanni Peretti “Jon Bovi”, in un emozionante duetto con Ferrero Foresi, storico fondatore.
Il testimone di quella passione è passato oggi a una nuova generazione di artisti: i polistrumentisti Pantelis Borovas ed Emanuele Peretti, sostenuti dal ritmo travolgente di Carlo “Martello” Palombi, dalla chitarra di Fabrizio Brusselles e dalla presenza scenica di Giovanni Peretti. Momento clou della serata, il medley di Massimo “Ranieri” Recchioni, impreziosito dall’ingresso a sorpresa della figlia Benedetta. Una scena simbolica del passaggio di testimone, così come quello da Ferrero a Riccardo Foresi, presente con la sua tromba e il suo suono potente e ricco di colore.
Non sono mancati personaggi-simbolo della comunità: il muratore dalla voce rock che suona pure il trombone, il barista “Celentano”, l’ex autista che fa assoli di sax, il libero professionista al clarinetto, la presidente della pro-loco cantante. Figure che testimoniano una realtà dove ruoli doppi e tripli sono vissuti con dedizione e passione. Tutto reso possibile dal contributo organizzativo della pro-loco, capace di trasformare le tante idee in iniziative concrete.
A 600 metri sul livello del mare, Monte San Martino ha dimostrato che l’appartenenza non è una parola vuota, ma un impegno quotidiano fatto di competenza, creatività e tempo condiviso. Un seme piantato mezzo secolo fa che continua a germogliare, moltiplicando voci, suoni e cuori di una comunità che non si limita a resistere, ma sceglie di fiorire.
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