Matelica non dimentica l'eccidio di Braccano: partecipati i tre giorni di iniziative
La città di Matelica ha onorato con tre giorni di iniziative il 79° anniversario dell’eccidio di Braccano, avvenuto nella frazione matelicese il 24 marzo 1944. In quella triste data, truppe delle SS e della Wehrmacht tedesca spalleggiate da contingenti delle Brigate nere e della Guardia Nazionale Repubblicana della Repubblica di Salò lanciarono un'operazione di rastrellamento contro le locali bande partigiane della Resistenza italiana: cinque partigiani (tra cui il parroco di Braccano don Enrico Pocognoni) e un civile furono uccisi una volta fatti prigionieri dalle truppe nazifasciste.
Ogni anno la sezione locale dell’Anpi, con il patrocinio del Comune di Matelica, organizza degli appuntamenti per non dimenticare quanto avvenuto quel giorno. Questa volta si è deciso di dividere i momenti di ricordo in tre giornate. La prima venerdì (24 marzo) con un evento dedicato alle nuove generazioni presso l’aula magna dell’Ipsia Pocognoni, dove è stato proiettato un video documentario dedicato all’eccidio di Braccano dal titolo “24 marzo 1944” realizzato con il contributo degli studenti del professionale su regia di Lorenzo Paciaroni.
Sabato (25 marzo) la commemorazione si è spostata prima a Terricoli per la morte di Cesare Mosciatti e Ilio Cicculesse, ragazzi dilaniati dall’esplosione di alcuni residuati bellici nel 1946, poi a Casafoscola per l’inaugurazione di una lapide dedicata a Terenzio Terenzi e Wassili Niestarol, partigiani trucidati dai nazifascisti il 17 marzo 1944.
Domenica (26 marzo) appuntamento a Braccano. Prima è stato proiettato, presso il museo della Resistenza, il video documentario “24 marzo 1944” con l’intervento del professor Angelo Antonelli dell’Ipsia, poi c’è stato il corteo verso il monumento ai caduti con la deposizione di una corona d’alloro. A concludere la mattinata una Santa Messa presso la chiesa della frazione.
«Giustamente ricordiamo sempre coloro che non ci sono più, coloro che diedero la loro vita per consegnarci una nazione libera e democratica, senza dittatura e tirannide – commenta il sindaco di Matelica Massimo Baldini - ora, probabilmente non ci sono più neppure coloro che sono vissuti dopo questa tragedia e che purtroppo sono vissuti nel ricordo delle atrocità della guerra e degli stermini provocati dal nazifascismo».
«Vorrei ricordare anche tutte queste persone che hanno portato per tutta la vita il peso per quello che hanno visto e sopportato in quei tragici momenti della storia italiana, la seconda guerra mondiale, che io non ho vissuto personalmente, ma che mi sono stati raccontati da coloro che li hanno purtroppo vissuti e ce li hanno tramandati, tra questi mio padre Lamberto e il maestro Giuseppe Baldini, che con il grado di tenente ebbe un ruolo importante nella resistenza partigiana fatta su queste terre».
«Ricordo che ogni volta che mi parlava di questi eventi iniziava sempre dal giorno 8 settembre 1943; data in cui venne annunciato l’armistizio e subito dopo i partiti antifascisti si riorganizzarono dando vita al Comitato di Liberazione Nazionale. Infatti, dopo quella data, nelle zone controllate dai nazi-fascisti era iniziata la “resistenza”».
«Questa oltre ad essere stata una guerra di liberazione contro gli occupanti tedeschi fu anche una guerra civile, perché vide su fronti contrapposti italiani contro italiani divisi dalle scelte che avevano fatto dopo l’8 settembre 1943. I gruppi partigiani nacquero sotto diversi orientamenti politici, però durante la resistenza tutte le formazioni rimasero unite, tutte fecero riferimento al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia».
«Anche Enrico Mattei ne faceva parte. Per combattere i partigiani, i nazifascisti compivano rastrellamenti in modo tale da catturarli e ucciderli; inoltre, per rappresaglia davano alle fiamme i paesi che ospitavano i partigiani e si accanivano contro la popolazione civile. Ricordo i 335 italiani fucilati il 24 marzo 1944 nelle Fosse Ardeatine nei pressi di Roma, fra questi anche il matelicese Carlo Mosciatti, a cui il 7 dicembre 2005 venne intitolata una via nei pressi del centro commerciale La Sfera, la strage di Boves vicino Cuneo, quella di Sant’Anna di Stazzema in Versilia, di Marzabotto vicino Bologna».
«Tanti concittadini e vicini alla città di Matelica vennero uccisi e perirono negli scontri che avvennero a Elcito, Valdiola, al Ponte dei Canti, a Casafoscola e a Braccano dove persero la vita quattro italiani: Demade Lucernoni, Ivano Marinucci, Temistocle Sabbatini, Don Enrico Pocognoni (Parroco di Braccano) e Mohamed Raghè e Thur Nur, due somali».
«Pochi giorni fa abbiamo assistito alla proclamazione di don Enrico Pocognoni a “Giusto dell’umanità” presso l’Ipsia di Matelica dove è nato anche un giardino dedicato, come si trova nello Yad Vashem a Gerusalemme il giardino dei “giusti delle nazioni”. Tutti questi fatti dovrebbero farci riflettere e tramandare ai giovani l’importanza della convivenza condivisa e della pace».
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