Macerata Opera Festival 2025, la Vedova Allegra si svela per il debutto: la biglietteria supera già i dati dello scorso anno
Considerato un capolavoro dello stile neoclassico del primo Ottocento e di certo unico esempio al mondo di questo tipo di architettura teatrale declinata en plein air, il Macerata Opera Festival vive sin dalla sua fondazione di una duplice natura, quella di monumento imperdibile ed al contempo di grande spazio d’arte performata; dunque, storia che vive e proietta la creatività del passato nel futuro, rivitalizzando la dimensione museale di quello che è da sempre il salotto stellato delle Marche.
Questa duplice vocazione, insieme alla nuova immagine fortissimamente voluta dal quarantottenne basso baritono Marco Vinco, nuovo Direttore Artistico della storica istituzione, che si è ispirato al mondo cartoon per rendere più amicale il volto dell’opera, ha portato sin dai primi mesi di rinnovamento ad un ottimo risultato in termini numerici: un incremento delle vendite dei tre titoli d’opera e dei due gala – tra cui il balletto - della stagione 2025.
La nuova Sovrintendente Lucia Chiatti, personalità riconosciuta dello spettacolo marchigiano capace di dialogare col mondo in perfetto spirito glocal, commenta così l’importante, primo risultato di questa ventata di freschezza: "Siamo soddisfatti dello stato di salute generale dello Sferisterio, che chiude il bilancio consuntivo con un giro di affari di quasi € 5.300.000 per l’anno 2024. Gli incassi di biglietteria hanno segnato un record anche rispetto ai dati pre-pandemia del '19 e l’andamento di quest’anno ci consente già un sensato ottimismo. Ugualmente positivo l'interesse dei privati con quasi 700.000 euro di ricavi fra sponsor, art bonus, mecenati e sostenitori a vario titolo ed inoltre ammontano a 440.000 euro i ricavi da altre attività come coproduzioni e noleggi".
Importante anche l’apertura con il debutto di Vedova Allegra di Lehár, che in quattro appuntamenti il 18, 27 luglio e 2, 9 agosto, porterà il garbato, ironico e a tratti malinconico, spirito dell’Austria Felix nella cornice di un’architettura così congeniale ad essa per prossimità storica e stilistica, di per sé vera scenografia naturale alle nuove creazioni di Riccardo Massironi, stage designer e concept designer di ricerca con un’ampia esperienza non solo in teatro, ma anche nel mondo delle nuove serie TV, e il cui lavoro brilla nel suo complesso per una vocazione estetizzante di raffinata ricerca.
Da sottolineare anche i costumi di Maria Carla Ricotti, docente e costumista con una vera passione per la cura dei materiali più raffinati e l’alta sartoria, il cui lavoro, sempre influenzato da uno stretto rapporto con l’estetica dell’haute couture, porterà di certo un tocco di sofisticata eleganza a tutta la produzione.
Fondamentale poi il lavoro collettivo del gruppo creativo guidato dalla visione caleidoscopica del regista francese Arnaud Bernard, noto per la sua capacità di rileggere i grandi classici con rispetto ma al contempo rinnovandoli con una logica quasi da trascrittore musicale, con lievi spostamenti di senso che non disturbano la tradizione vulgata pur rendendola ancora capace di sorprendere.
Al centro di questa squadra il drammaturgo e regista di prosa, nonché coreografo per danza, grande cinema internazionale e ovviamente opera Gianni Santucci, che non solo ha tradotto e rivisto il celebre testo di Victor Léon e Leo Stein, tratto dalla commedia di Henri Meilhac, rafforzando alcuni personaggi come, ad esempio, il ruolo attoriale di Njegus, che godrà di una inedita pennellata partenopea in chiave gramelot, ma ha anche agito sui quadri danzanti che percorreranno l’intera opera.
La nuova Vedova Allegra dello Sferisterio, alla sua prima apparizione su questo palco nell’intera storia del Festival, godrà stilisticamente di un’ambientazione generale d’inizio Novecento dal raffinato fascino Art Nouveau sull’onda della nuova Boldini Renaissance, giocando però con le mille citazioni che costituiscono l’immaginario collettivo di quell’epoca fatata, pur nelle sue tragedie: dalla follia del Bal Tabarin parigino all’estetica viscontiana del Lido di Venezia o dell’Ostenda inizio secolo di Ensor.
E non mancheranno sorprendenti interpolazioni musicali, disegnate in collaborazione con il direttore musicale Marco Alibrando, come veri Witze degni di quel milieu viennese che ha coniato il termine nel salotto freudiano tra gli archi neoclassici della Ringstrasse.
E giustappunto sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana FORM un altro debutto, quello di Marco Alibrando, direttore non ancora quarantenne con alle spalle già incarichi importanti sul territorio, come il ROF e il Festival spoletino, da quest’anno Primo Direttore del Deutsches Nationaltheater und Staatskapelle Weimar.
Come ha più volte sottolineato il Direttore Artistico Marco Vinco, tutti i cast della stagione del MOF rappresentano un delicato e ben congegnato equilibrio tra giovani talenti in rapida carriera e voci di solida esperienza, a partire proprio da questa Vedova Allegra, incarnata dal giovane soprano rumeno Mihaela Marcu, che frequenta assiduamente il ruolo della ricca vedova Hanna Glawari sin dalle sue prime apparizioni pubbliche; sempre tra le nuove voci la veronese Cristin Arsenova come Valencienne, appena trentenne ma già con importanti debutti in carriera, come ad esempio nella sua nativa Arena di Verona.
Stesso spirito per i due tenori con la solida voce di Alessandro Scotto di Luzio, con grande esperienza del genere dell’operetta, come Danilo Danilowitsch e il ventottenne romano già protagonista della Boheme maceratese dello scorso anno Valerio Borgioni nei panni di Camille de Rossillon. Chiude la parata di giovani talenti il violinista e baritono Alberto Petricca, al suo gradito ritorno sul palco dello Sferisterio nel ruolo del Barone Mirko Zeta.
La stagione proseguirà poi con la ripresa del fortunato Rigoletto del 2015 a firma del regista Federico Grazzini, dal 19 e 25 luglio al 3 e 8 agosto con il podio dell’eccellente direttore d’orchestra Jordi Bernacer; quindi, lo storico Macbeth di Emma Dante del 2019, dal 26 luglio al 1, 7 e 10 agosto, spettacolo lodatissimo e oggi riproposto con la direzione musicale di Fabrizio Maria Carminati.
Chiudono la rassegna l’appuntamento con la danza il 29 luglio con Carmen nell’inconfondibile produzione Flamenca della Compagnia Antonio Gades, creata in collaborazione con Carlos Saura, non solo per celebrare i centocinquanta anni dalla prima rappresentazione dell’omonima opera di Bizet, ma anche e soprattutto per portare nella bellezza dello Sferisterio uno spettacolo ormai entrato nella storia del teatro, vera opera d’arte vivente e pietra miliare dell’estetica contemporanea.
Quindi l’Opera Gala il 31 luglio, raffinato concerto lirico che coinvolgerà le stelle delle tre opere del Macerata Opera Festival 2025 in una esibizione dei brani più celebri e significativi di Vedova Allegra, Rigoletto e Macbeth.
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