Una nuova Pirelli torna sul mercato, e il CEO annuncia il ritiro nel 2020.
Dopo due anni dal delisting, il 4 ottobre Pirelli torna in Piazza Affari. Lo fa con nuove vesti, perché adesso le forze sono concentrare su un altro settore. L’azienda milanese adesso è una “pure consumer tyre company”, le sue forze sono raccolte sulla produzione di pneumatici e la strategia si basa sui segmenti “tecnologicamente più avanzati, ad alta crescita e ad alta redditività”.
Ad occuparsi dell’IPO è stata la Banca Imi, secondo Graffigni questa è “la più grande e importante Ipo del 2017”. Graffigna non mente, perché si tratta della più grande IPO in Europa per questo anno, con 350 milioni di azioni in vendita, una vendita al 90% rivolta agli investitori istituzionali e il 10% minimo assegnata al retail. Il cda ha stabilito che gli azionisti del Gruppo venderanno le loro azioni a 6,50 €. Questo prezzo vale sia per l’offerta pubblica che per il collocamento istituzionale.
Stando a questi dati, gli azionisti della holding Marco Polo incasseranno 2,275 miliardi di euro dalla cessione dei 350 milioni di titoli, somma che aumenterà a 2,6 miliardi di euro con la greenshoe. Nell’ambito del Collocamento Istituzionale, infatti, è stata concessa la scelta greenshoe anche da parte dei soci del consorzio per il Collocamento Istituzionale, per l’acquisto di un massimo di 50.000.000 Azioni, vendute al Prezzo di Offerta, per un totale di 14,3% delle quote oggetto dell’Offerta di Vendita.
La capitalizzazione con cui Pirelli tornerà a Piazza Affari e pari a 6,5 miliardi di euro.
Marco Tronchetti Provera, A.D. di Pirelli, qualche settimana fa ha affermato “La Pirelli che torna sul mercato è una Pirelli diversa da quella che aveva fatto il delisting. Negli ultimi due anni siamo cresciuti oltre ogni aspettativa nel settore “high value”, portandoci ad una forte crescita di redditività nonostante la crisi dell’America Latina e della Russia”, spiegando bene anche il funzionamento del nuovo focus “Siamo cresciuti per quanto riguarda la capacità produttiva, siamo diminuiti nella gamma bassa. Un mix che migliora, maggiore redditività e un portafoglio di omologazione nelle auto di alto livello che è da leader sul mercato, questi sono gli elementi della Pirelli di oggi. Una società che ha i conti a posto, che ha ridotto il debito e è potuta andare in borsa rapidamente”. In effetti, il ritorno di Pirelli in Piazza Affari era previsto per il 2018, le giuste manovre hanno fatto sì che l’iter si velocizzasse. La
quotazione, però, sarà solo sul mercato italiano, il motivo è che “il dual listing porta problemi perché gli scambi si concentrano al 90% su un unico mercato. È meglio essere quotati su un'unica piazza”, continua a spiegare Provera “Una doppia quotazione tra l’altro - spiega il CEO - dà problemi di liquidità su uno dei due mercati”. Tuttavia, assicura l’amministratore delegato, l’assetto azionario di Pirelli resterà stabile anche dopo l’IPO, perché nessuno dei soci ha ammesso di voler vendere altre quote.
Ma c’è un’altra notizia che arriva inaspettata, ed è il ritiro di Marco Tronchetti Provera “Nel 2020 avrò 72 anni ed è giusto che la guida passi a qualcun altro, anche se starò sempre vicino a Pirelli”.
Per i soci cinesi questa scelta non rappresenta nessun problema, perché rientrava nei patti della governance. Ci spiega Provera “I cinesi hanno accettato tutto quello che mettevamo sul tavolo per quanto riguarda la governance, essi stessi si sono posti dei vincoli dimostrando che la loro partecipazione è finanziaria nel rispetto dell’autonomia e della professionalità del management e nel rispetto delle persone, della storia e della tecnologia Pirelli”.
Ma chi ci sarà dopo Marco Tronchetti Provera? Al momento l’AD ha ammesso di avere già un nome pronto in una busta chiusa, che potrebbe cambiare con il tempo, ma mostra una certa fiducia nei confronti della sua squadra di manager, composta da “tutti giovani”. Il nome del suo successore è proprio tra questi, “non sono mai riuscito a trovare nessuno fuori di migliore”, dice Provera; una frase che, nonostante il contesto, suona come tenera ma, allo stesso tempo, sembra un monito per gli altri.
Con questa scelta, l’amministratore delegato dà ancora una volta conferma di quanto sia innovativo il Gruppo milanese, lasciando la guida a una nuova generazione. Chiaramente, Provera resterà sempre in qualche modo accanto a Pirelli.
Insomma, un periodo intenso per l’azienda della Bicocca, tra il ritorno in Piazza Affari e l’annuncio del ritiro di Tronchetti nel 2020. Ma c’è ancora un’altra notizia recente che riguarda Pirelli, ed è l’arrivo di una nota ufficiale in cui si legge “al presidente dell’Accordo per la partecipazione nel capitale di Mediobanca la decisione di esercitare il diritto di disdetta dall’accordo”. Pirelli ha quindi confermato l’addio a Mediobanca, mettendo fine a un patto durato quasi sessant’anni. L’uscita dal gruppo di Piazzetta Cuccia avrà inizio “dalla sua naturale scadenza del 31 dicembre 2017”, e riguarda la totale partecipazione di Pirelli, ovvero circa l’1,79%.
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