Dal futuro post-Covid al bonus Ecosisma: parla il direttore generale Bcc Recanati e Colmurano Fabio Di Crescenzo
Con la Regione Marche tornata da ieri in fascia arancione, che ha di fatto allentato alcune delle limitazioni che costrigenvano molte attività commerciali a tenere le serrande abbassate, diventa ancor più centrale il ruolo del sistema bancario italiano per fronteggiare gli effetti negativi derivanti dalle ultime chiusure.
Abbiamo chiesto a Fabio Di Crescenzo, direttore generale della Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano, di raccontarci come la BCC si prepara ad affrontare una eventuale ripartenza, considerndo anche la tempistica della campagna vaccinale in atto, e di spiegarci quali sono le misure intraprese a sostegno di imprese e famiglie messe duramente alla prova oramai da quasi più di un anno.
Direttore considerando l’evolversi della pandemia, quando pensa che si potrà parlare di ‘ripresa economica’ soprattutto per quanto riguarda una parte delle piccole imprese costrette a subire limitazioni tali da interrompere la normale attività lavorativa?
"La campagna vaccinale ha avuto un inizio lento e travagliato ma ora le prospettive sono migliori: io credo che grazie soprattutto ai vaccini, ed aiutati dalla stagione calda, si può immaginare una estate con una discreta ripresa del turismo e di tutte le attività collaterali (ristorazione nelle sue varie forme, luoghi d’arte e di culto, ecc…), ed un ritorno alla normalità per il prossimo autunno. Dobbiamo essere ottimisti"
Quali sono gli strumenti di medio e lungo termine che un istituto di credito può fornire ad un’azienda per un futuro riposizionamento finanziario dopo che l’emergenza sarà passata?
"In questo ambito è stato molto utile, anzi, direi decisivo, il supporto dello Stato che con misure straordinarie che vanno dalle moratorie, ai finanziamenti garantiti (in gran parte dal Mediocredito Centrale) ha aiutato in misura notevole le Banche a fornire alle aziende il sostegno di cui hanno avuto ed avranno bisogno".
Quali sono le realtà economiche che non riusciranno a rialzarsi da questa crisi innescata dalla pandemia?
"Tutti ci facciamo l’augurio e coltiviamo la speranza che tutte le aziende, grandi e piccole, possano in qualche modo riuscire a superare questo lungo e difficile periodo. Purtroppo sappiamo che non sarà così perché in alcuni settori, quelli pesantemente e maggiormente colpiti, il recupero sarà difficile; così come sarà molto complicato il percorso per quelle aziende che sono arrivate alla pandemia già con qualche carenza o deficit strutturale.
E non facciamo l’errore di dimenticarci dei singoli lavoratori. Le aziende in questo periodo hanno ricercato e sperimentato, per necessità e per spirito di sopravvivenza, l’efficientamento in vari ambiti, penso ai processi produttivi, al sistema di relazione con clienti e fornitori, allo smart working, ecc…, tutti cambiamenti che determineranno, direttamente o indirettamente, una minore necessità di “forza lavoro” e di “acquisto di servizi” che in passato sembravano insostituibili".
Considerando tale scenario, quale pensa sia il quadro generale relativo alle aziende a conduzione familiare?
"Le aziende familiari, che nelle analisi socio-economiche rappresentano la parte debole del tessuto imprenditoriale, scontano certamente i limiti della ridotta dimensione. Ma d’altro canto beneficiano di un “costo di struttura” più contenuto per il consistente apporto “a costo zero” dei vari componenti il nucleo familiare di riferimento, elemento che le connota con una caratteristica di maggiore resilienza".
Siamo in una fase di transizione ma quanto è difficile gestire la stessa?
"Nella prima fase abbiamo avuto tutti grandi difficoltà. Ormai, a distanza di oltre un anno, siamo riusciti a mettere a punto meccanismi di convivenza con la pandemia che ci consentono, quantomeno, di limitarne gli effetti più negativi. In attesa del ritorno alla normalità, che ci auguriamo imminente".
Come è andato il primo trimestre del 2021? E’ pensabile ipotizzare un rilancio anche per quanto concerne una economia di tipo familiare?
"Il primo semestre del 2021, anche per effetto delle manovre espansive della Banca Centrale Europea e delle misure economico-sociali di contrasto alla pandemia, è andato abbastanza bene. Il futuro presenta molte incognite ma ci aiuta ad essere ottimisti l’anelito largamente diffuso di ricominciare a vivere una vita normale, una sensazione che ci fa pensare ad un periodo di forte ripresa per tutti gli operatori economici una volta superata l’emergenza sanitaria".
Sono in molti a chiedere dei prestiti per aprire delle nuove attività?
"Il momento non è propizio, il comparto delle nuove attività non si è ancora riattivato ed il saldo fra nate e cessate è certamente negativo. Speriamo di poter vedere presto l’inversione di questa tendenza".
Quanto pensa sia importante Ecosisma bonus 110%? Come si districa l’impegno di una banca per sostenere chi vorrà cogliere questa occasione?
"Il meccanismo è molto complesso e la scadenza troppo ravvicinata. Ma l’idea è assolutamente valida e vincente. Con alcune modifiche, a cominciare da un provvedimento di proroga che dia a tutti (cittadini e imprese) il tempo di organizzarsi e di attivarsi nella direzione di una riqualificazione del patrimonio immobiliare, l’ecosisma bonus potrà essere il vero motore della ripresa. Quanto al ruolo delle Banche, dopo una prima fase di analisi e di studio, sembra ormai in fase di decollo il “mercato dei crediti di imposta” e le Banche sono ormai attrezzate a sostenere imprese e privati nel dare avvio ai progetti di ristrutturazione in chiave di efficientamento strutturale ed energetico degli edifici".
Riguardo all’accesso al credito pensa che cambieranno le regole per la valutazione di merito?
"In un periodo in cui era già in atto un inasprimento delle regole e dei sistemi di valutazione del merito di credito e di gestione e smaltimento dei prestiti deteriorati (NPL) è arrivata la pandemia con il suo pesante carico di problemi sia per le famiglie che per le imprese. Le banche si trovano nel mezzo, strette fra 2 opposte istanze: da un lato, adottare rigidi criteri di selezione del merito di credito e, dall’altro, porre in essere politiche anticicliche di aiuto all’economia in una fase che presenta caratteristiche di enorme debolezza e di prospettive a dir poco incerte circa il futuro di tanti operatori economici.
L’augurio è quello che i regolatori dell’attività bancaria sappiano trovare gli strumenti più adeguati affinché tutti o almeno la maggior parte dei soggetti interessati possano riuscire a superare questo difficile momento che dura ormai da oltre un anno. E mi riferisco anche al tema delle “moratorie” che, a mio avviso, dovrebbero essere mantenute per un periodo successivo rispetto al ritorno alla normalità, penso ad un arco di tempo di 12 mesi, al fine di dare modo alle imprese ed alle famiglie di ricostruire e ritrovare un adeguato equilibrio produttivo, finanziario e reddituale".
Crede che dal periodo pandemico possano anche generarsi delle nuove opportunità oppure i numeri negativi del 2020 hanno precluso ogni tipo di strada alternativa?
"La pandemia porterà importanti mutamenti nelle abitudini di tutti noi, in tutti i settori della nostra vita e come sempre accade nei momenti di grande trasformazione, vincerà chi saprà approcciarsi al nuovo con spirito innovativo ed aperto e perderà chi rimarrà ancorato ad un passato, che, bello o brutto che sia stato, non esiste più.
E quindi, il consiglio che mi sento di dare a tutti è quello di guardare in faccia la nuova realtà e pensare a quello che potrà essere il futuro, anticipando, se possibile, le novità, i cambiamenti e le evoluzioni che questa iattura inevitabilmente determinerà".
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