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Economia Civitanova Marche

Bcc Civitanova accusa la Federazione Marchigiana: “Censurato il progetto di Cassa Centrale Banca”

Bcc Civitanova accusa la Federazione Marchigiana:  “Censurato il progetto di Cassa Centrale Banca”

 Il consiglio di amministrazione della Federazione regionale delle Bcc non ha acconsentito alla presentazione del progetto alternativo a Iccrea. 

Nelle Marche la Bcc di Civitanova sarebbe, ma il condizionale è d’obbligo visto lo scenario più che mai in evoluzione in questa fase, l’unica Bcc regionale ad essere indirizzata verso il gruppo di Cassa Centrale Banca,

Ma in realtà c’è molto fermento e molto bolle in pentola

La grande riforma del Credito Cooperativo è giunta a un passaggio nevralgico. 

E Civitanova sta giocando un ruolo di primissimo piano.

Marco Bindelli, vice presidente della Bcc civitanovese e battagliero portavoce delle rivendicazioni dell’Istituto di credito cittadino, torna a puntare il dito contro la Federazione marchigiana delle Bcc: “Censurato il progetto di Cassa Centrale Banca”. 

Prima, mesi fa, per aver creato un movimento di opinione per la costituzione di un secondo Gruppo bancario, oltre a quello guidato da Iccrea Banca; poi, in questa fase, per la sensibilizzazione ad ampliare la base di adesioni di Banche al costituendo secondo Gruppo guidato da Cassa Centrale Banca.  

Ricordiamo che dalla galassia di oltre 360 BCC si passerà presto a un sistema che inizialmente sembrava dovesse essere monopolare ma che ora, a seguito di un movimento di cui la Bcc di Civitanova è stata promotrice nazionale e che ha fatto registrare sempre maggiori adesioni, è destinato ad essere dualista, con tutte le Bcc italiane che confluiranno alcune nel futuro Gruppo nazionale guidato da Iccrea Holding ed altre nel Gruppo guidato da Cassa Centrale Banca (CCB), oltre alle Casse Rurali della provincia di Bolzano che potranno costituire un gruppo provinciale.

A quello di CCB hanno già aderito oltre 100 Bcc italiane, tra cui quella di Civitanova. 

Il dibattito, dei mesi scorsi, molto acceso all’interno del movimento del Credito Cooperativo, si sta declinando a tutti i livelli con inevitabili tensioni che si riverberano anche nella nostra regione Marche.

E, ad accendere ancora una volta la miccia, è la Bcc civitanovese che da mesi ripete con forza di non sentirsi più tutelata dalla Federazione delle Bcc marchigiane e chiede un sistema più trasparente e rappresentativo. A prima vista, nella Marche, l’Istituto civitanovese sembra predicare nel deserto visto che formalmente tutte le Bcc marchigiane aderiscono a Iccrea ma utilizzano da decenni il sistema informativo di CCB. Ma è in forte crescita l’apprezzamento per il progetto industriale della trentina CCB che è forte di numeri straordinari dal punto di vista della tenuta patrimoniale e della solidità del costituendo Gruppo. 

Dicevamo della nuova miccia e delle parole di Bindelli che torna a puntare il dito contro la Federazione marchigiana delle Bcc. Questa volta per non aver acconsentito a Cassa Centrale Banca di presentare il propri progetto, così come invece suggerito dalla recente lettera inviata da Banca d’Italia a tutti gli operatori del credito cooperativo. 

“Tutti sanno bene che quello è un progetto di grande solidità e che sta stuzzicando l’appetito anche di altre Banche marchigiane.”. 

“Ricordiamo – precisa Bindelli - che il costituendo Gruppo di CCB, da cui tutte le Bcc marchigiane ricevono da decenni efficienti servizi informatici, partirà con numeri di assoluto rilievo: la raccolta diretta sarà di oltre 40 miliardi di euro, gli impieghi si attesteranno a 31 mld, oltre 7 mila e 600 i dipendenti e oltre mille le filiali. Ma soprattutto il fondamentale indice di stabilità patrimoniale CET1 Ratio si attesterà al 15,7% e la governance della capogruppo sarà incentrata su concetti di meritocrazia. Una realtà affidabile e trasparente che si presenta già con le spalle forti. Ampiamente patrimonializzato, il nuovo Gruppo Bancario Cooperativo, denominato Cassa Centrale Banca–Credito Cooperativo Italiano, potrebbe diventare uno dei Gruppi bancari più solidi d’Italia con un Total Capital Ratio tra il 45 e 50%”.

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