Grande festa alla Casa di Riposo di Treia per Ida Impecora. La nonnina treiese più longeva in assoluto ha festeggiato i suoi 107 anni.
Sposata con Ignazio Santancini, nata e vissuta a Valfornace, nella frazione di San Giusto, a Treia dal 1986, ha trascorso una vita basata sul lavoro in campagna, ma ha effettuato anche numerosi viaggi verso mete religiose come Lourdes e Medjugorje.
Anche l’Amministrazione Comunale, attraverso una nota del vice sindaco David Buschittari, ha voluto omaggiare Ida per ricordare questa data memorabile: a lei vanno i migliori auguri di tutta la Città di Treia per questo grande traguardo raggiunto.
Nasce il portale “Visit Civitanova”, che farà da specchio ad una città sempre più a misura di smartphone e pronta a cogliere ogni opportunità che il web potrà offrire da qui al futuro. Grazie ad una rete di operatori opportunamente uniti in un organismo denominato “Dmo Civitanova Turismo”, e il cui CdA si è presentato ufficialmente oggi in Comune, si svilupperà un portale su tecnologia di ultima generazione, che farà il suo debutto in rete in occasione della prossima Borsa del Turismo di Milano.
La piattaforma utilizza le ultime tecnologie di realtà virtuale e Metaverso, che permetterà tramite un visore del tipo ocu-us e/o un cardboard di entrare e navigare nel portale o nella WebTV e fruire di qualsiasi contenuto sia esso un testo, video o una foto. Utilizzando l’App dallo smartphone ed inquadrando con la camera dei QR-Code appositamente creati e posizionati, è possibile accedere a qualsiasi tipo di informazione di una location con foto, video, testo.
Anime dell’iniziativa sono il presidente degli Albergatori e CdA Dmo Simone Iuale’ e Mariarosa Berdini, presidente della Pro Loco Civitanova, che hanno coinvolto il Comune di Civitanova Marche, l’azienda Teatri, la Confcommercio Marche Centrali rappresentata in sala da Lucrezia Peloni per conto del presidente Polacco, l’Abat e altri operatori. Oggi in conferenza stampa c’erano anche Vitaliana Acciarri (pre-sidente Extra Alberghiero BB), Debora Pennesi (presidente Centriamo), Elisabetta Biagiola (presidente CiViaggi), Michela Gattafoni (Teatri di Civitanova).
“Questo gruppo che si è formato è sicuramente un bell’esempio di collaborazione per la crescità della città – ha detto il sindaco Ciarapica nel suo saluto iniziale – È fondamentale oggi più che mai lavorare insieme verso un unico obiettivo che è quello di far conoscere sempre più Civitanova e renderla più attrattiva, ognuno facendo la sua parte, purché in squadra e senza ripetere errori del passato in cui spesso ciascuno lavorava solo per sé. Un ringraziamanto a tutti e buon lavoro”.
Il presidente Iualè ha ringraziato" il sindaco Ciarapica, l’assessore al Commercio Francesco Caldaroni e l’Amministrazione tutta per aver creduto al progetto e all’importanza di questa nuova realtà con l’obiettivo comune di fare bene e fare turismo". Presente anche Pietro Forconi, amministratore della PIX srl, società alla quale è stato affidato il progetto web.
L’assessore Caldaroni ha rimarcato il lungo lavoro che c’è dietro alla realizzazione del portale e della App. “Apparentemente può sembrare semplice realizzare una piattaforma informatica – ha spiegato il titolare dell’Assessorato al Commercio – ma in realtà è molto complesso e richiede tempo se si vuole fare un buon prodotto. Ci siamo riusciti e questo andrà a vantaggio di tutta la città, che avrà la sua vetrina per dare spazio alle tante attività presenti: negozi, alberghi, ristoranti e ogni aspetto che riguarda Civitanova, città che vanta 4 mila imprese con partita unica, un record”.
Mariarosa Berdini ha ribadito la necessità per gli operatori privati di collaborare con l’Ente pubblico e senza steccati, per il bene della città. “Dopo anni di lavoro nel settore turismo – ha detto l’ex dipendente comunale – tanto c’è ancor da fare per migliorare la comunicazione, informare e raggiungere sempre più persone. In questa fase più del 70% delle persone utilizza il telefonino per trovare negozi, ristoranti, alberghi e Civitanova sarà presto pronta con una nuova vetrina virtuale”.
Insieme ai suoi familiari a festeggiare i 100 anni di Ivo Pianesi non poteva mancare la famiglia dell’Anmig (Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra) con la Presidente Gilda Coacci, la Vicepresidente e Membro del Comitati Centrale Daniela Meschini e Graziano Cardarelli, che è stato un vero sostegno per Ivo negli anni della sua Presidenza all’ANMIG.
Un compleanno da festeggiare, pur nelle difficoltà della malattia e della situazione pandemica. Daniela Meschini ha letto la lettera di auguri e ringraziamenti del Presidente Nazionale Claudio Betti e ha consegnato la targa leggendo gli auguri del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli.
Gilda Coacci ha ringraziato Ivo, a nome del Direttivo e di tutti i soci dell’Anmig, ricordando gli anni di impegno a testimoniare l’orrore della guerra ai giovani nelle scuole dove veniva invitato. “Nonno Ivo” lo chiamavano i ragazzi più piccoli, a quelli delle superiori ricordava la bellezza della giovinezza e di non buttare via la vita raccontando i suoi anni giovanili al gelo della Russia.
Spiegava agli studenti che l’odore di morte della Seconda Guerra Mondiale non è solo quello del filo spinato dei campi di concentramento è anche quello delle mutilazioni e delle sofferenze vissute nei campi di battaglia dove i soldati italiani erano stati inviati a combattere una guerra tanto sbagliata quanto inutile e il fronte orientale fu uno dei più tristi e devastanti teatri di guerra.
Dalla campagna di Russia, in pochi tornarono e molti con gravi mutilazioni come Ivo e con le stesse lacerazioni di quanti sono stati internati. “In mezzo alla neve, al freddo e alla disperazione all’improvviso sentii un rumore” con queste parole inizia la sua testimonianza raccolta nel libro “E tornammo a Piedi”.
Partito il 16 novembre 1941 appena ventenne fu destinato al VI Reggimento Genio a Bologna, dove faceva il radiotelegrafista. Aveva fatto un corso simile a Macerata perché sognava di lavorare alle Poste. Fu poi assegnato a Santa Maria Capua Vetere vicino Caserta, per un corso accelerato per Stazioni di Grande Potenza. Poi è spedito nella steppa russa a combattere.
Partì senza sapere quello che avrebbe trovato. Certo non poteva immaginare che nelle infinite distese della steppa russa avrebbe visto morire tantissimi compagni di avventura, sopraffatti dal freddo e dalle ferite che cadevano “nella neve come fagottelli”
Racconta Ivo “Nell’autunno del ’42 arrivai al comando tappa a Cerkovo con una divisa di panno e un cappotto con la pelliccia, credevo di dovermi occupare delle stazioni radio e invece mi ritrovai a combattere al fianco della fanteria e delle altre forze militari. A dicembre eravamo già accerchiati. L’assedio durò un mese sotto i continui attacchi dei russi. Quando potevano gli aerei S79 italiani buttavano casse di viveri e munizioni senza paracadute e una metà si rompevano nell’impatto. Il 16 gennaio ‘43 attaccammo per aprirci un varco, noi avevamo i mortai, loro i razzi katiuscia. Riuscimmo comunque a sfondare la sacca di accerchiamento, ma fu una trappola. I russi ci attaccarono alle spalle e fu un massacro”.
Chi era sopravvissuto, come Ivo, iniziò la ritirata nella neve con quasi 40° sotto lo zero. “Dopo quattro giorni di marcia e centinaia di morti seminati nella steppa, arrivo in una piccola isba, stremato. Mi tolsi le scarpe e sprofondai nel sonno. Fu un errore. I piedi diventarono grossi come pagnotte, dovetti riprendere il cammino usando le scarpe come ciabatte”.
Quell’errore gli costò l’amputazione delle falangi di entrambi i piedi. Le parti rovinate caddero da sole, poi al Rizzoli a Bologna venne operato. A Ivo oggi un grazie per essere stato testimone che la pace è un valore e per il servizio speso nell’Associazione.
Il senatore Maurizio Gasparri, lo scorso sabato, ha presenziato ad un incontro-dibattito tenutosi all’interno del porto turistico marinaro di Porto San Giorgio, dove ha incontrato vari imprenditori balneari per discutere dell'imminente scadenza della Bolkestein.
"Una battaglia che affronto da anni al fianco dei balneari per trovare rimedio a una legge che mette a serio rischio migliaia di famiglie che hanno speso un'intera vita nelle loro concessioni" ha sottolineato il senatore che, poi, ha fatto visita a un'eccellenza del Fermano, lo storico pastificio dei fratelli Paolo e Pietro De Carlonis di Campofilone, per ammirare da vicino la produzione dei famosi maccheroncini, unica pasta all’uovo al mondo ad avere il riconoscimento I.G.P, vanto per la regione Marche e per tutta l’Italia.
Il Cavaliere Paolo De Carlonis ha guidato il senatore Gasparri, insieme alla consigliera e capogruppo regionale di Forza Italia Jessica Marcozzi, in una visita all’interno della produzione dove ha spiegato tutte le fasi dei vari processi lavorativi, dalla pasta secca esportata in tutto il mondo, ai prodotti freschi presenti in tutti i supermercati della grande distribuzione di sei regioni del Centro Italia.
Significativo è stato il racconto passionale della storia aziendale nata nel 1968 dal papà Enzo in una piccola bottega a Porto San Giorgio, poi nel 1996 il subentro alla guida dell’azienda dei figli che, con un grande spirito imprenditoriale, sono riusciti a far crescere l’attività giorno per giorno arrivando nel 2008 a costruire un innovativo stabilimento di 3000 metri quadrati, che punta, con le tipicità locali, a far crescere il proprio brand in ambito internazionale, e soprattutto - attraverso il proprio lavoro - a promuovere anche il bellissimo territorio marchigiano.
Una marchigiana protagonista del calendario di “Miss Nonna 2022". Il concorso, giunto alla sua 17° edizione e ideato da Paolo Teti, è il primo in Italia ad essere dedicato alla bellezza e simpatia delle nonne.
Ad essere ritratta negli scatti del calendario 2022, eseguiti dalla fotografa Gloria Teti, è stata la 50enne Elisabetta Farabolini (50enne estetista di Macerata, mamma di Manuel ed Edoardo, nonché nonna di Matilde 7 mesi), a cui è stato affidato il mese di ottobre, in quanto vincitrice assoluta del concorso di “Miss Nonna 2021”. È sua anche l’immagine di copertina del calendario. La presntazione del calendario si è svolta nell’area eventi dell’Hotel Milano Resort di Bellaria - Riviera Romagnola, con il Patrocinio del Comune di Bellaria Igea Marina
Sono stati decretati i vincitori del contest fotografico pensato per la “Festa del Torrone di Camerino”. L’iniziativa, ideata dagli studenti del corso di Scienze gastronomiche dell’Università di Camerino, è stata indetta dal Comune e dalla Pro Loco con l’obiettivo di preservare la tradizionale festa del Torrone di Camerino.
Ad aggiudicarsi il contest: Lorena Pinciaroli, sul primo gradino del podio, per essere "espressione della forza e della passione nella preparazione del torrone casalingo"; Anffas Macerata secondo classificato perché testimonia "accoglienza e diffusione della cultura del torrone anche al di fuori di Camerino" e Clara Maccari al terzo posto perché la sua foto esprime "attenzione alla scelta degli ingredienti del torrone e alla strutturazione della foto".
"A causa della situazione pandemica in atto, la festa del torrone di quest’anno è stata annullata favorendo un atteggiamento di prudenza, senza però rinunciare al coinvolgimento della cittadinanza e non solo, istituendo il contest fotografico, con l’intento anche di continuare a valorizzare il prodotto che vanta anche la De.Co. (Denominazione Comunale) che costituisce una risorsa di sicuro valore economico, culturale e turistico e uno strumento di promozione dell’immagine della città" sottolinea il sindaco di Camerino Sandro Sborgia.
È Roberto Marcantoni il “Serraltano dell’Anno”. In realtà nato a Biella, esattamente 34 anni fa, Roberto ha da sempre mantenuto le radici con la terra dei genitori che si sono trasferiti al nord, per lavoro, negli anni Ottanta.
“Ogni estate, il giorno dopo la fine della scuola, venivo giù per trascorrere le vacanze dai nonni e aiutarli, per quanto possibile, a lavorare la terra. Stessa cosa a Natale e Pasqua. Per poi rientrare alla vigilia del suono della campanella” racconta Roberto, che ha l’unica regione d’Italia al plurale davvero nelle vene.
Il suo è stato un percorso a ritroso che, nell’aprile dello scorso anno, lo ha riportato all'azienda di famiglia, una delle tante aziende agricole presenti nel territorio. Qui, seguendo gli insegnamenti dello zio, che è ancora la colonna portante di un'attività dove fatica e sacrifici sono quotidiani, Roberto si destreggia al meglio nella cura dei 45 ettari di terreno annessi alla sua casa e nell'uliveto che conta circa 800 piante da cui ha iniziato ad estrarre un ottimo olio.
“Vorrei riportare in vita colture antiche, puntando al biologico, cercando di realizzare prodotti genuini e di qualità che arrivino direttamente nelle tavole del consumatore", racconta ancora. Tanto gran da fare gli è valso l'assegnazione del riconoscimento di “Serraltano dell’anno”, il premio ideato dal Comitato della frazione di Serralta che gli è stato consegnato alla presenza del sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, dell’assessore all’Ambiente, Sara Clorinda Bianchi, dei membri del Comitato e di un folto gruppo di parrocchiani e residenti nell’allegra frazione settempedana.
“Sono sempre stato un grande appassionato del mondo dell’agricoltura" sottolinea ancora Roberto che ha lavorato per 14 anni in fabbrica e che è stato seguito nel realizzare il suo sogno da sua moglie, Mara, che ha lasciato uno studio legale, dove lavorava, per dedicarsi a un’impresa che è tornata ad essere davvero di famiglia. "Siamo molto contenti e orgogliosi di essere parte di questa comunità e cogliamo l'occasione per ringraziare pubblicamente il Comitato di Serralta e il sindaco per averci scelto". Ai due ragazzi la comunità Serraltana ha dato il benvenuto con il riconoscimento più grande con il quale si potrebbe augurare loro davvero ogni bene.
La provincia di Macerata ha salutato la prima neve del 2022. Non sono mancati, ovviamente, i disagi che dal tardo pomeriggio di ieri hanno cominciato ad interessare soprattutto le strade più importanti, come la provinciale 127 che da Tolentino conduce a San Severino, e altre minori collegate a Camerino e dintorni. Grazie anche agli interventi tempestivi dei mezzi spartineve e delle forze dell'ordine - insieme ai bollettini costantemente aggiornati dalla Protezione Civile regionale - i cittadini del maceratese hanno potuto godersi in tutta leggerezza la nevicata.
E molti, infatti, ne hanno approfittato per scendere in strada e immortalare con i propri cellulari il suggestivo evento, sbizzarendosi nei tagli più o meno creativi che nel giro di poche ore hanno invaso i social. Noi di Picchio News abbiamo voluto selezionare alcuni scatti estrapolati da Facebook, nella speranza di conoscerne anche gli autori.
Grande festa per la riapertura del Panificio Settempeda, storica attività di panificazione dove ora si tornerà a sfornare il vero “Pane de San Severì”. All’inaugurazione, svoltasi nel pomeriggio di venerdì 7 gennaio, sono intervenuti anche il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e l’assessore Jacopo Orlandani.
L’attività è stata riaperta dallo storico proprietario, Paolo Scagnioli, che anni fa l’aveva venduta ma che ora, insieme a suo figlio Giacomo, tornerà con grande soddisfazione e orgoglio al bancone. Il Panificio Settempeda oltre a produrre il pane di una volta con lievito madre, è anche pasticceria, caffetteria e pizzeria. L’attività è aperta anche durante la pausa pranzo per pizza ma pure primi e cibo da asporto. Nei rinnovati locali di via Settempeda 47 – 49 si ha anche la possibilità di mangiare all’aperto sui tavoli all’esterno.
Civitanova Marche con il suo porto e le nuove contaminazioni artistiche allo Skate Park e al sottopasso Esso saranno protagonisti domani, sabato 8 gennaio, del programma “Linea Verde Life” su RaiUno.
A fine novembre, la regista Marta Saviane insieme all’autrice Sara Bonetti sono arrivate in città per catturare uno spaccato di Civitanova, città sempre più all'avanguardia nel circuito della Street Art con il suo Museo d'Arte Urbana, ideato dal direttore Giulio Vesprini. La puntata sarà condotta da Marcello Masi e Daniela Ferolla e andrà in onda sabato 8 gennaio dalle ore 12:20. I due conduttori faranno tappa anche nella città di Macerata (leggi qui).
Dario Cassini e Gianluca Budini: il primo è uno dei grandi della comicità italiana, il secondo è un attore e formatore; si incontrano e decidono di dar vita, al Politeama di Tolentino, ad un progetto che offre agli attori la formazione sul monologo comico.
Il corso, nei laboratori del Politeama, prevede 16 ore di formazione, dal tardo pomeriggio di venerdì 21 a domenica 23 gennaio. Un training attoriale col quale i partecipanti entrano in una dimensione esplorativa del proprio corpo e mente, acquisendo la consapevolezza del corpo nello spazio. Il workshop prevede formazione nella scrittura dei pezzi: ogni allievo lavorerà su un proprio spunto già scritto e mandato a memoria, che dopo il lavoro con Cassini e Budini diventerà un vero monologo comico.
Il processo creativo è volto, inoltre, a scoprire il proprio talento comico e a ricercare gli strumenti per intrattenere e divertire il pubblico. Ma non si farà solo teoria, chi vorrà potrà andare in scena! Tra gli argomenti trattati nel workshop come si sviluppa la comicità, la struttura e la metrica del monologo, la costruzione del testo, il metodo di scrittura delle battute, il training attoriale con tecniche di rilassamento pre-performance e tecniche di cognizione del corpo nello spazio scenico, l’improvvisazione, i gesti, la voce, l’energia e la presenza nello spazio scenico.
Il Politeama è lo spazio dedicato a arte e cultura, che ospita da sempre formazione nelle performing art, con i corsi di danza, canto e recitazione del Centro Teatrale Sangallo, con i corsi di danza classica e contemporanea Sfumature Danza, con i corsi di cinema di Officine Mattòli e con vari stage: di canto con Rossana Casale e di danza con Mario Marozzi e Bill Goodson. Questo workshop arricchisce l’offerta di formazione delle giovani generazioni del territorio. Per informazioni e iscrizioni: Politeama Tolentino: biglietteria@politeama.org – 0733 968043
Lo Sferisterio, gli spazi creativi del Matt, l’enogastronomia, le giovani imprese che si muovono tra storia, innovazione ed ecosostenibilità. Saranno gli ingredienti della puntata di Linea Verde Life dedicata a Macerata e al territorio, in onda sabato 8 gennaio su Rai 1 a partire dalle 12:20.
Il format, condotto da Marcello Masi e Daniela Ferolla, con la regia di Marta Saviane, partirà proprio dall’Arena Sferisterio, simbolo della città, un tempo stadio di pallone al bracciale oggi tempio della lirica e della musica internazionale. Spazio poi ai luoghi dell’innovazione come il Matt, l’ex mattatoio oggi recuperato e destinato a ospitare giovani start up, alla storia, all’attenzione all’ambiente, ai prodotti tipici, alle realtà artigiane, all’enogastronomia allo sport nelle sue molteplici declinazioni.
"La nostra città protagonista di un programma campione di ascolti come Linea Verde Life è il modo migliore di inaugurare il 2022, anno di Macerata Città Europea dello Sport – commenta l’assessore al Turismo, Sport, Eventi Riccardo Sacchi –. Interessante in questo senso lo spazio dedicato dal programma proprio allo sport e alle discipline che a Macerata trovano casa grazie al meritorio lavoro delle tante associazioni cittadine. Valorizzare la nostra tradizione culturale e sportiva e la capacità creativa dei nostri concittadini è la chiave di lettura per valorizzare il ruolo di Macerata quale motore propulsivo in grado di spingere il territorio verso l’innovazione sostenibile a partire proprio dallo sport e dai servizi rivolti all’accoglienza turistica".
Una persona fissa all’entrata del locale per controllare il green pass dei vari clienti. Si tratta dell’iniziativa messa in moto dal titolare del Caffè X Caso di Villa Potenza, Simone Ortolani, all’indomani dell’ultimo decreto legge emanato dal Governo il 24 dicembre scorso. Un vero e proprio servizio “fai da te”, realizzato in collaborazione con l’organizzazione no profit CB Tigrotto, già presente sul territorio maceratese con i propri volontari attraverso attività di supporto alla collettività.
«Avevamo bisogno di semplificare il nostro lavoro – ha spiegato Ortolani – ma assicurando comunque la totale sicurezza per i nostri clienti. Non potevamo servire caffè e contemporaneamente controllare i green pass di tutti. Per questo ci siamo rivolti al presidente dell’associazione Riccardo Biagiola, che ringrazio molto, che ci ha messo a disposizione questa persona responsabile unicamente di verificare il possesso dei certificati da parte della nostra clientela. Si tratta di un’iniziativa spontanea e che, a quanto pare, sta riscuotendo anche un certo successo nella nostra comunità».
Molti sono i ristoratori che, dopo le ultime restrizioni, si sono trovati nuovamente in difficoltà all'interno della provincia di Macerata (e non solo), spingendo a trovare soluzioni personali volte a garantire non solo la continuità del proprio lavoro ma anche al sicurezza di tutti i cittadini, alla luce soprattutto della crescente ondata di contagi da Covid-19.
Dolce risveglio all'alba del 2022 nel porto di Civitanova. Ancora una volta a "salutare" i pescatori o coloro che si sono semplicemente concessi una passeggiata rilassante di fronte al panorama del molo sud, sono stati i delfini. Un segno, si spera, di buon auspicio per l'anno appena iniziato.
I delfini sono arrivati fino all’interno del braccio portuale. Una "visita" simile si è avuta anche pochi giorni fa, sebbene sia piuttosto raro ammirare il mammifero marino così nelle vicinanze degli scogli, mentre sono stati numerosi gli avvistamenti al largo della costa civitanovese.
(Foto di Alessandro Panichelli)
Sebbene non sia ufficialmente riconosciuta come tradizional-popolare, l’usanza di mangiare 12 chicchi d’uva negli ultimi altrettanti rintocchi che precedono la mezzanotte del 31 dicembre ha assunto nel tempo un significato importante negli usi e costumi delle Marche, sottendendo con molte probabilità un legame con altre realtà europee, sulle basi del più romantico culto della terra e dei contadini.
Va detto, anzitutto, che la storia dei festeggiamenti in occasione della Notte di San Silvestro, o Capodanno, risulta essere in Italia un interessante connubio fatto di cultura e religione. Le origini risalirebbero addirittura al 153 a.C., anno in cui il cosiddetto calendario giuliano - elaborato dall'astronomo egizio Sosigene di Alessandria sulla base del culto del dio romano Giano – venne accolto dai più solo in forma ufficiosa. Fu infatti nel 46 a.C. che Giulio Cesare decise di promulgarlo in via ufficiale e diffonderlo in tutti i domini dell’Impero romano, finché nel 1582 papa Gregorio XIII lo fece sostituire con il calendario gregoriano, complice il poco preciso (sebbene molto accurato) calcolo delle annualità bisestili da parte di Sosigene di Alessandria.
Contemporaneamente allo sviluppo di quello che tutt’oggi è considerato il più noto sistema di riferimento per l’annuale ciclo delle stagioni, il giorno del 31 dicembre venne a coincidere nel 335 d.C. con la morte di papa Silvestro I, figura religiosa passata alla storia soprattutto per lo stretto legame con l’imperatore Costantino (il primo regnante ad accettare il cristianesimo), il quale a sua volta favorì il passaggio della Roma pagana a quella cristiana.
Ma cosa c’entra il rito dei 12 chicchi d’uva? Occorre soffermarsi alla prima metà del 1500, periodo nel quale moltissimi ebrei sefarditi espulsi dalla Spagna a seguito dell’Editto di Granada (1492) finirono con lo stanziarsi soprattutto nelle zone del centro nord della Penisola italiana. In particolare, le Marche iniziarono ad ospitare comunità molto importanti, da Ancona ad Urbino, da Fermo a Macerata: queste terre divennero un punto d’incontro tra Oriente e Occidente, in quanto vi si trovavano anche ebrei romani, veneziani, dei paesi islamici, nonché i già citati sefarditi che volevano fuggire lontano dall’Inquisizione che dava loro la caccia.
L’incontro di culture - fra rituali legati all’agricoltura e alla religione – dà ragione di credere in quelli che sono stati recepiti come simboli di buon auspicio per l’anno venturo: i dodici apostoli, i dodici figli di Giacobbe, le dodici ore del giorno, i dodici mesi dell’anno, i dodici simboli dello zodiaco, e poi ancora l’uva come frutto della fratellanza, dell’unione, della gioia e del piacere - sentimenti cari al culto del dio greco Bacco.
Non è difficile, quindi, individuare il significato e l’importanza culturale di un rito storicamente accolto a tutti gli effetti dai marchigiani come atto per ingraziarsi la fortuna nella speranza di un anno fruttuoso e abbondante. Non mancano, ovviamente, le chiavi di lettura politica di un simile gesto, spesso utilizzato dal popolo (dalla fine del 1800) con intento burlesco nei confronti della borghesia. Ma questa è un’altra storia.
L’uva della fortuna, o “uva de suerte”, rimane tanto in Spagna quanto nelle Marche un suggestivo rituale fatto di convivialità, esorcismo dei tempi più bui e buoni propositi per l’anno che verrà. L’importante, ovviamente, è riuscire a mangiarne 12 chicchi al ritmo degli ultimi rintocchi di campana prima della mezzanotte.
Un delfino avvistato nei pressi del porto di Civitanova Marche. Spettacolo inusuale per i pescatori sportivi e coloro che si sono recati al molo sud anche solo per una passeggiata.
Questa mattina, infatti, un delfino è arrivato fino all’interno del braccio portuale. Si è trattato di un fatto insolito, in quanto è raro ammirare il mammifero marino così da vicino nelle vicinanze degli scogli, mentre sono stati numerosi gli avvistamenti al largo della costa civitanovese.
Anno spumeggiante per le bollicine marchigiane, che si apprestano a chiudere il 2021 con un imbottigliato a +58% rispetto al 2020, pari a 360mila bottiglie a denominazione d’origine. Di queste, una su tre verrà stappata proprio nel corso delle festività natalizie. Un rimbalzo della tipologia che maggiormente ha sofferto i lockdown, che si tradurrà a fine anno in un aumento di oltre 130 mila bottiglie di spumanti, a partire dall’exploit del Verdicchio dei Castelli di Jesi (+70%) in versione bollicine. Lo rileva l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che con 16 denominazioni e 652 soci rappresenta circa il 70% dell’intero export vinicolo della regione.
Secondo le stime previsionali Imt, a trascinare la squadra delle bollicine afferenti al Consorzio c’è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante con un imbottigliato che quest’anno sfiora le 170mila bottiglie e che rappresenta i due terzi della produzione spumantistica delle Marche. Sugli scudi però sono tutte le produzioni artigianali di altissima qualità, a partire dal Verdicchio di Matelica Spumante al Colli Maceratesi Ribona, alla Vernaccia di Serrapetrona, fino al San Ginesio e al Bianchello del Metauro Spumante.
“A causa della loro particolare morfologia, perlopiù composta da piccole e micro-imprese, le aziende vitivinicole marchigiane hanno sofferto l’emergenza in misura maggiore rispetto alla media nazionale - afferma il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni -. Oggi possiamo dire che il settore è ripartito e lo ha fatto anche con una tipologia, quella degli sparkling, che offre ampi margini di crescita. In particolare, le uve di Verdicchio rappresentano una unicità per la propria versatilità, dai bianchi fermi, a quelli dolci fino agli spumanti”.
Ottime conferme arrivano anche dal fronte delle guide: sono 96 i massimi riconoscimenti ottenuti nel 2021 dai vini marchigiani secondo le sette principali guide di settore del Belpaese (Gambero Rosso, Bibenda, Vinibuoni d’Italia, Slow Wine, Veronelli, Guida Essenziale ai Vini d’Italia e Guida Vitae Ais). Anche in questo caso il protagonista assoluto è il Verdicchio con 68 premi (53 per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e 15 per il Verdicchio di Matelica).
Le vacanze natalizie sono la migliore occasione per godersi qualche giorno di relax assieme alla propria famiglia o ai propri amici e visitare - con una tranquillità difficilmente conquistabile in altri momenti dell'anno - le bellezze che, a volte, si trovano soltanto a pochi passi da casa. La redazione di Picchio News ha selezionato per i suoi lettori cinque mete da non perdere in provincia di Macerata.
1) Le 'Cascate Perdute' illuminate di Notte e gli alberi di Natale all'uncinetto di Sarnano
Da domenica 12 dicembre a domenica 9 gennaio la Via delle Cascate Perdute, nel Comune di Sarnano, si illumina a festa. Tutti i giorni, dal crepuscolo fino alle 22, le Cascatelle in località Romani, La Cascata dell’Antico Molino nella zona del Piano e la Cascata “de lu Vagnatò” in località Morelli si accendono per dare vita a un’atmosfera davvero magica.
Presso ognuna delle tre Cascate saranno installati dei presepi, due realizzati dai ragazzi dell’IPSIA “Renzo Frau” di Sarnano e della sede distaccata di San Ginesio e uno allestito dal Comune di Sarnano. Allo spettacolo delle Cascatelle, si aggiungono i 400 alberelli colorati realizzati all’uncinetto da una sessantina di signore, del paese e non solo, appesi come addobbi lungo le vie e nelle piazze del centro di Sarnano.
2) Lo spettacolare videomapping al teatro romano di Urbisaglia
Il videomapping targato Playmarche (spin off Unimc), in una raffinata combinazione tra arte e tecnologia con giochi di luci colorate, permetterà una vera e propria ricostruzione luminosa del teatro antico romano di Urbisaglia. L’obiettivo è restituire ai visitatori la grandezza del Parco archeologico di Urbs Salvia (il più grande delle Marche). Scopri tutte le date in cui sarà possibile ammirare il video-mapping (leggi qui).
++ AGGIORNAMENTO 25 DICEMBRE ++
In seguito alle norme varate nel nuovo decreto legge previsto per le festività natalizie, il Comune di Urbisaglia è stato costretto ad annullare gli spettacoli legati a "Nativitas"
3) Cartoni animati protagonisti delle luminarie di Tolentino
Sono i protagonisti dei cartoni animati ad aversi preso la scena delle luminarie natalizie a Tolentino. In piazza della Libertà immancabile è Babbo Natale, con alle sue spalle l'albero, a cui ai aggiungono Minnie e Topolino in via Pace, la stella in piazza San Nicola, Titti e Silvestro in piazza Don Bosco e l'orsacchiotto in via Bonaparte. Una scelta, quella dell'Amministrazione comunale, che ha fatto particolarmente felici i più piccoli. Clicca qui per vedere le foto delle luminarie
4) I presepi di Andrea Pistolesi a Monte San Giusto
Nel seminterrato di Palazzo Bonafede, a Monte San Giusto, c'è un luogo che parla e incanta attraverso la tradizione napoletana. Dodici presepi che sono vere e proprie opere d'arte, di grandezza superiore anche ai 10 metri, donate o realizzate da Andrea Pistolesi, deus ex machina dell'Associazione Amici del Presepe di Monte San Giusto. Tanti i periodi storici raccontati all'interno della mostra, con un occhio di riguardo per i mestieri di una volta: dagli antichi fornai alle massaie, passando per banditori, stagnini e bottai. Clicca qui per vedere la video-intervista ad Andrea Pistolesi.
5) Il 'cielo stellato' in piazza della Libertà a Macerata
Un suggestivo albero natalizio ricco di lucine, un 'cielo stellato' e una pioggia di stelle proiettata sullo sfondo violaceo della facciata del teatro Lauro Rossi. È questo lo spettacolo che piazza della Libertà, a Macerata, è pronta ad offrire ai turisti durante le festività. All'interno del cortile del Palazzo del Municipio, inoltre, è stato allestito un piccolo "Bosco degli Elfi" dedicato ai più piccoli.
Gesù cullato da Giuseppe, mentre Maria si riposa. Ha destato molta curiosità ai visitatori l’originale presepe di strada di Urbisaglia. All’ingresso del paese infatti, in via del Sacrario, è stata allestita una Natività a grandezza naturale.I volontari che lo hanno realizzato, però, su input dell’amministrazione comunale, hanno voluto rappresentare la Natività in maniera diversa, dando a Giuseppe e Maria un ruolo attivo che sembra voler bilanciare i ruoli della famiglia.
Gesù Bambino, infatti, è stato posto tra le braccia del padre, Giuseppe, che lo culla poco dopo la nascita, è seduto sul classico cumulo di fieno che viene rappresentato in ogni presepe. Maria intanto è sdraiata accanto ai due, mentre riposa dopo il parto. Una rappresentazione insolita, dunque, che magari avrà fatto storcere il naso a qualche tradizionalista, mentre dai più è stata accolta in maniera positiva.
A spiegarne il significato ci ha pensato l’amministrazione comunale, per voce dell’assessore alla Cultura Cristina Arrà, sostenitrice del progetto. “È stata scelta un’immagine che rappresentasse la Madonna in modo diverso rispetto alla tradizione del presepe – spiega l’assessore - per dare ulteriore valore alla donna e per sottolineare un significato più intimo e spirituale del rapporto tra la Vergine, il compagno e padre San Giuseppe e il Figlio. Mentre lei si riposa il bambino viene accudito dal padre in atteggiamento di grande umiltà e toccante umanità. Nel contempo la frase luminosa riportata: “Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio”, (Divina Commedia Paradiso Canto XXXIII) vuole celebrare ancora la figura femminile e la misericordia, la bontà e la pietà della Vergine Maria”. Ai tampi del Me Too, dunque (movimento femminista nato negli Stati Uniti), questo inconsueto presepe sembra voler essere un inno alla donna, nonché un elogio e un invito alla genitorialità condivisa.
Da sottolineare come questa reinterpretazione in chiave moderna della Natività non costituisca un unicum nel panorama nazionale. Anche a Villalta, frazione di Cesenatico (Emilia-Romagna), è stato allestito un presepe dove a cullare Gesù Bambino è sempre Giuseppe, mentre Maria si riposa. In questo caso si è trattato – come hanno spiegato coloro che lo hanno realizzato – "di una fedele messa in pratica di una lettera pastorale che il vescovo di Cesena, Douglas Regattieri, aveva di recente dedicato alla figura di San Giuseppe, in occasione della sua celebrazione". Una lettera denominata ‘Tutto suo padre, Gesù il figlio di Giuseppe’ e accompagnata proprio da un’immagine di San Giuseppe in piedi con Gesù Bambino tra le braccia. Per gli amanti dei presepi di strada, dunque, non resta che recarsi a Urbisaglia per ammirare questa originale Natività, con buona pace dei tradizionalisti.
Il tradizionale concerto di Natale, tenutosi la scorsa domenica al teatro Lauro Rossi di Macerata e che ha visto protagonista l’orchestra Liviabella diretta dal Maestro Torresetti con musiche di Liviabella, Rossini e Dvorak, introdotta dal fiore all’occhiello delle attività della civica scuola di musica “Scodanibbio” che è l’Orchestra Vivaldi del Sistema di Macerata, è stato l’affascinante contesto per gli auguri natalizi e l’annuncio da parte della fondatrice della scuola, Silvia Santarelli, di un importante contributo da parte di Med Store a sostegno dell’attività musicale della scuola “Scodanibbio”.
Come lo stesso Stefano Parcaroli, CEO di Med Group, ha sottolineato, “si tratta di un sostegno a supporto delle attività di una delle eccellenze del territorio maceratese e non solo, che da molti anni avvicina i giovani allo studio della musica contribuendo alla crescita culturale di tutta la comunità. In un momento in cui la crisi pandemica e le difficoltà economiche si ripercuotono inevitabilmente sulle attività musicali e culturali in genere, il gesto di Med Store vuole servire anche a farsi portavoce presso le altre realtà aziendali del maceratese, per coinvolgerle ad una partecipazione attiva a supporto della scuola “Scodanibbio”, rilanciando l’attenzione per un settore, quello musicale, in grande difficoltà in questo momento