All’apertura di stagione, lo scorso fine marzo, il nuovo corso del Natural Village guidato dalla civitanovese Alessandra Mori lo aveva annunciato a chiare lettere: "Puntiamo a mettere in campo un progetto di destagionalizzazione facendo rete con il territorio, allargando l’offerta turistica anche ai mesi non canonici".
La struttura di Porto Potenza Picena, con gli oltre 800 posti letto a disposizione, ha chiuso ufficialmente la stagione ad inizio novembre con un resoconto più che lusinghiero: un aumento di oltre il 30% delle presenze, che passano dalle circa 53 mila del 2022 alle oltre 73 mila del 2023.
"Dopo un avvio non brillantissimo, dovuto anche alla messa a regime del villaggio con personale quasi totalmente nuovo - ha riferito la direttrice, Alessandra Mori -, abbiamo registrato un incremento esponenziale, con il pieno fino a metà settembre e numeri importanti sino ad oltre la metà di ottobre".
"Indubbiamente il clima favorevole ci ha aiutati, ma credo che la ricetta vincente sia stata proprio la valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti tipici, un rapporto qualità/prezzo apprezzabile, abbinato alla professionalità del nostro personale e ad un attenta gestione del customer care. Un buon viatico per proseguire su questa strada puntando ad attrarre più clientela straniera", ha aggiunto Mori.
Il proprietario del Natural Village Stefan Rubner, a capo di uno dei più importanti gruppi industriali altoatesini, ha puntato molto sulle Marche investendo proprio sul villaggio turistico portopotentino oltre 9 milioni di euro per il suo rilancio.
In queste ultime settimane il gruppo folk di Montecosaro ha svolto una funzione sociale inedita e pure virtualmente fuori dai confini. Mesi fa al presidente Claudio Scocco era pervenuta una mail da parte della Familia marchigiana de Rosario, associazione che manifestava il desiderio di proporre anche in Argentina le tradizioni della regione Marche, in particolare il saltarello.
Nell'era della globalizzazione non è stato difficile trovare contatti migliori, soprattutto tramite l'emittente CNN Radio Rosario e di volta in volta l'insegnante Monia Scocco ha inviato dei video dimostrativi attraverso i quali spiegare al gruppo I Piceni le basi ed il ritmo del saltarello versione civitanovese.
Gli amici argentini si sono poi esibiti in occasione della Festa della Collettività (che dura quasi una settimana) che si è svolta proprio a Rosario. La sensazione è che non sia finita qui.
Ormai la collaborazione è iniziata e la scelta di un referente come Li Matti de Montecò farà vivere altri momenti di divertimento al gruppo folk argentino, intanto imparando a danzare le altre forme di santarello. E a questo punto non è da escludere un viaggio oltreoceano per Li Matti de Montecò, vivendo in maniera ancora più piena ed emozionante la nuova amicizia.
Un pizzico di Macerata alla finale di Miss Italia svoltasi sabato scorso nella consueta location di Salsomaggiore Terme. La seconda classificata, Veronica Lasagna, ha indossato un abito realizzato da Silvia Serafini, giovane stilista maceratese.
La trentenne nel 2020, in piena pandemia, prende il coraggio per dar vita alla sua linea di abbigliamento "SS di Silvia Serafini", un brand di moda che si rivolge a donne sicure di sé stesse e a proprio agio nei capi che indossano, consapevoli della propria femminilità e libere di esprimersi anche attraverso le scelte di stile.
Per il progetto di "Miss Italia" la giovane azienda ha presentato un abito che promuoveva l'ecosostenibilità grazie all'utilizzo di tessuto sostenibile e certificato, nel suo processo, di riciclo per dare il proprio contributo alla riduzione dell'impatto ambientale.
Attraverso la partecipazione ad un bando indetto da Confartigianato per le imprese emergenti di questo settore, Silvia ha avuto la possibilità di mettere in mostra le sue doti sartoriali realizzando un abito unico: "Il tema su cui dovevamo basarci per la creazione dell'abito era legato all'Olimpo e alle sue dee, quindi mi sono ispirata a una dea greca - dice Silvia - per confezionare un vestito bianco con pochi accessori in oro".
La parte più difficile? "Realizzare un abito senza conoscere chi l'avrebbe indossato, non avevo alcuna misura a disposizione". Silvia ai nostri microfoni ha affermato di essere "orgogliosa, perchè dopo tre anni di sacrifici, i primi risultati arrivano". "Nonostante avessi molta paura e sentissi il progetto come una cosa troppo grande - conclude -, non ho mollato e in corso d'opera ho capito di potercela fare".
Lo scorso fine settimana la sindaca Noemi Tartabini ha visitato l’allevamento amatoriale del campione del mondo 2023 di ornitologia, Luigi Carusio. Nella struttura situata nelle campagne potentine vengono allevate quaglie, fringillidi, esotici e tortore. Proprio le sue tortore hanno dominato il 70° Campionato del Mondo di Ornitologia svoltosi alla Mostra d’Oltremare a Napoli, guadagnando l’oro sia nella categoria Stamm (si espongono quattro esemplari uguali sia per sesso che per mutazione) che nel singolo. Oltre ai due titoli mondiali, Luigi ha vinto un argento nel singolo con un cardellino e due bronzi: uno con un’altra tortora e l’altro con un colino della California.
Il primo cittadino di Potenza Picena ha effettuato un tour guidato nelle voliere che ospitano 150 esemplari, molti dei quali partecipano a competizioni a base di forma e posizione ovvero per bellezza e per comportamento. Luigi Carusio, originario di Napoli, ma da oltre 30 anni residente a Porto Potenza Picena, ha ereditato dal padre la passione per l’ornitologia e ora la sta trasmettendo anche al figlio.
Nel ricco palmares dell’allevatore spiccano altri prestigiosi riconoscimenti come due Best Show, tre premi internazionali e il titolo di "Campione dei campioni" del raggruppamento territoriale Marche-Umbria-Lazio. La sindaca Noemi Tartabini ha voluto esprimere la soddisfazione e l’orgoglio di tutta la città per il prestigioso risultato conseguito da Carusio consegnandogli un attestato di riconoscimento personalizzato dall’artista Giusi Riccobelli: “Una ulteriore e meravigliosa realtà che contraddistingue e valorizza a livello internazionale il nostro territorio – ha detto il sindaco Tartabini – dove il denominatore è la passione e l’amore per la natura”.
Anche quest’anno nonostante le difficoltà climatiche che hanno inciso profondamente nel settore olivicolo - in tutto il bacino del Mediterraneo si stima un calo di produzione del 60% - gli organizzatori sono riusciti a portare a termine la consueta "Festa dell’olio nuovo" con il concorso riservato ai piccoli produttori locali con produzioni di eccellenza.
La prima delle due serate si è svolta presso l’agriturismo "Collina dei Ciliegi", caratteristica location nelle campagne di San Severino che si è ben prestata alla serata gastronomica e all’esposizione delle classifiche della novantina di partecipanti.
I produttori migliori sono risultati Barbante Barbara di Montegranaro con un monovarietale di raggia che ha meritato il punteggio di 9,43 seguita da Nunzio Fattobene di San Severino con l’altro mono di orbetana con punti 9,40 e in terza posizione l’agricola S.Pacifico con un altro mono di raggiola che ha meritato il punteggio di 9,23.
Purtroppo molti i concorrenti con olii difettati dovuti principalmente alla molitura avvenuta in condizioni di caldo eccessivo con temperature fuori dalla norma per quel periodo dove solo pochi frantoi - con impianti modernissimi - sono riusciti a limitare i danni.
La serata conclusiva con la vendita all'incanto di alcuni piccoli lotti di eccellenza avrà luogo presso il ristorante Due Torri di San Severino sabato sera 25 novembre, dove per la partecipazione all’asta - è fissato un tetto massimo di 60 presenti - è necessario iscriversi per tempo andando sul sito www.festadellolionuovo.it degli organizzatori.
Una giornata di festa quella di giovedì ad Azzoni di Cingoli per i 100 anni della signora Alma Bonvecchi, nata il 9 novembre del 1923, vedova da circa quaranta anni, madre di 3 figlie Ave, Sabina e Letizia, ha 6 nipoti e 5 pronipoti.
Una vita dedicata al lavoro della terra e alla fede cristiana. Segue tutti i giorni la Santa Messa, è vissuta da sola autonomamente fino a qualche anno fa. La nonnina ha festeggiato l'ambito traguardo circondata dall'affetto dei suoi familiari e conoscenti che hanno partecipato alla funzione religiosa celebrata per l'occasione nella chiesetta di Azzoni per poi proseguire i festeggiamenti a casa della signora.
Il sindaco Michele Vittori ha partecipato portando i saluti e gli auguri da parte di tutta l'amministrazione comunale, "è sempre un immenso piacere partecipare a questi momenti di festa carichi di affetto e ascoltare i racconti emozionanti che ripercorrono un secolo di storia. Cingoli vanta ben tre centenarie", ha dichiarato il primo cittadino.
Il presidente del consiglio comunale della città di Tolentino Alessandro Massi Gentiloni Silverj è intervenuto in rappresentanza dell’amministrazione comunale, alla cerimonia di riapertura della storica parrucchieria "Vittorio".
Ubicata nella centralissima via Filelfo vanta una storia importante. Infatti è stata fondata agli inizi degli anni '50 da Vittorio Bonanni. Nei giorni scorsi l'attività è stata riaperta al pubblico dopo il termine dei lavori dell’edificio danneggiato dal sisma del 2016 i cui danni, purtroppo ne avevano decretato la chiusura.
Grazie alla resilienza e alla passione di Fabrizio Bonanni, il negozio è stato nuovamente aperto ed è quindi pronto ad accogliere le clienti. "Per me – ha dichiarato il presidente Alessandro Massi subito dopo il taglio del nastro - è stato un onore essere presente al ritorno di una storica attività artigianale, nata nel 1953 grazie al papà Vittorio, alla mamma e alla zia di Fabrizio Bonanni, nella propria sede dopo i lavori di ristrutturazione post-sisma".
"Un pomeriggio di festa; nonostante tanti disagi legati alla ricostruzione, finalmente iniziano a vedersi gli effetti di essa ed il ritorno alla normalità di tante famiglie ed attività economiche. A Fabrizio, Samuela, i loro figli e a tutta la loro famiglia il mio più grande in bocca al lupo e augurio di un futuro ricco di successi", ha concluso Massi.
Il vicesindaco Alessia Pupo e l’assessore alle Attività produttive Fabiano Gobbi hanno celebrato, insieme la titolare Mariella Piangatello e ai dipendenti, i 30 anni di attività della Cartoleria Mafalda, rilevata nel novembre del 1993.
Ubicata in viale Benadduci, proprio di fronte alla Scuola media "Lucatelli", da tantissimi anni è uno dei punti di riferimento per l’acquisto di libri, zaini, articoli da cartoleria e accessori.
I rappresentanti dell’Amministrazione comunale si sono complimentati e hanno consegnato un attestato di benemerenza dove, oltre ai complimenti per il risultato raggiunto, viene evidenziato il lungo percorso frutto di dedizione, professionalità e attenzione alla clientela.
Torna quest’anno con la sua 18° edizione il "Premio Menghini-Molini", con il quale i comuni di Morrovalle e Potenza Picena, con la collaborazione degli istituti comprensivi Via Piave di Morrovalle e Leopardi e Sanzio di Potenza Picena, assegnano dei riconoscimenti agli studenti più valenti residenti nelle due città, relativamente all’anno scolastico 2022/2023.
Sul piatto c’è la somma totale di 3mila euro, che saranno suddivisi in quattro categorie: due premi da 333 euro (uno per comune) che hanno conseguito il diploma di istruzione secondaria di I grado con votazione di almeno 9/10; due premi da 333 euro (uno per comune) per studenti di scuola secondaria di II grado che hanno frequentato un anno dal primo al quarto ed abbiano avuto una votazione di almeno 8/10; due premi da 333 euro (uno per comune) per studenti di scuola secondaria di II grado diplomatisi l’anno passato con votazione di almeno 90/100 e che siano iscritti al primo anno di università; due premi da 500 euro (uno per comune) per studenti universitari che si siano laureati tra il 1° novembre 2022 e il 15 novembre 2023 con votazione di almeno 108/110.
Qualora si verifichi l’eventualità che, in una delle quattro categorie di beneficiari, non venga presentata alcuna domanda, ovvero nessuna tra le domande presentate raggiunga i requisiti di merito richiesti, l'ammontare del premio previsto verrà ripartito proporzionalmente tra le altre categorie di beneficiari del medesimo comune.
La domanda di partecipazione può essere presentata in carta semplice oppure compilando l’apposito modulo disponibile nelle rispettive sedi municipali e sui siti comunali. La domanda va presentata al proprio comune di residenza, in una delle seguenti modalità: consegnata all’Ufficio Protocollo del Comune di Potenza Picena o di Morrovalle; spedita con raccomandata a/r al Comune di Potenza Picena o di Morrovalle in busta chiusa con dicitura, all’esterno: "Premio scolastico Menghini Bruno/Molini Mila – XVIII anno"; spedita tramite pec con oggetto "Premio scolastico Menghini Bruno/Molini Mila – XVIII anno" agli indirizzi comune.potenzapicena@emarche.it o a comune.morrovalle.mc@legalmail.it (in entrambi i casi fa fede la data di spedizione). Data di scadenza per la presentazione delle domande quella del 5 dicembre.
La commissione comunicherà entro il 31 dicembre l’esito delle valutazioni effettuate, mediante comunicazione scritta ai vincitori di ciascuna categoria. Tutti gli altri candidati potranno consultare la propria posizione in graduatoria accedendo ai siti istituzionali dei due Comuni. I premi saranno consegnati in una cerimonia pubblica nel mese di gennaio 2024.
Per il particolare valore che la famiglia di Bruno Menghini e Mila Molini attribuisce a questa iniziativa, i beneficiari dovranno ritirare personalmente il premio nel corso della cerimonia pubblica; la loro assenza (salvo comprovate ed insormontabili difficoltà ad intervenire) costituirà motivo di mancata erogazione, con facoltà di devolvere il premio in beneficenza.
Bruno Menghini, medico potentino, e Mila Molini, insegnante morrovallese, erano marito e moglie e sono scomparsi nel 2002. Da allora i familiari hanno indetto questa iniziativa in loro memoria, per ricordare due persone che hanno sempre fatto dell'importanza della cultura e dell'istruzione nella crescita dei ragazzi un principio imprescindibile.
(Foto di repertorio)
I petriolesi, classe 1953, hanno alzato i calici per brindare al traguardo dei 70 anni d’età. La festa, una conviviale tra amici, si è tenuta domenica 29 ottobre all'agriturismo "I Valeriani" di Macerata. La giornata è iniziata con una santa messa celebrata per loro, alle 11:00, da Don Marco nella chiesa parrocchiale,e si è conclusa in allegria tra abbracci, foto ricordo e scambi di saluti.
L’incontro è stata occasione per raccontare delle proprie vite e per riservare un pensiero particolare a coloro che, per vari motivi, non si sono potuti aggregare ai festeggiamenti. Una giornata particolarmente riuscita.
Un raro evento di aurora boreale ha interessato l'Italia nella serata di domenica 5 novembre. Le immagini spettacolari sono arrivate addirittura dalle Marche e dalla Val d'Orcia, in Toscana.
Nelle Marche gli avvistamenti più intensi si sono avuti nella zona di Senigallia (in più in generale al nord), ma anche nel Maceratese , dove il cielo in serata si è illuminato di un intenso bagliore rosso.
Le aurore boreali hanno origine nell’area che circonda il nostro pianeta, ovvero nella regione dello spazio vicino alla Terra, nota come magnetosfera. Questa area è composta da un mix di atomi e molecole, che viene riscaldata dalla radiazione solare. L’aurora boreale si crea quando queste particelle caricate elettricamente precipitano nell’alta atmosfera. La maggior parte delle particelle in arrivo, che stimolano la luce, sono elettroni.
Tali elettroni vengono accelerati lungo il campo magnetico terrestre verso le regioni polari e, mentre gli schemi delle precipitazioni cambiano, l’aurora brilla e danza nel cielo. Ad alimentare l’aurora boreale è il vento solare, il flusso di particelle rilasciato dall’atmosfera superiore del Sole che scorre costantemente nel Sistema solare.
Il vento solare trascina con sé i resti del potente campo magnetico del sole, bagnando i pianeti in un vapore magnetizzato di particelle più piccole degli atomi. Le interazioni tra il vento solare e la magnetosfera terrestre determinano l’aurora boreale. Un fenomeno molto raro per queste latitudini, ancor più per l’area centrale della nostra penisola.
(Foto di copertina Katiuscia Pederneschi da Senigallia)
(Foto di Laura Raschia da Macerata)
Giornata di festa a Morrovalle per un nuovo centenario. Armindo Foresi, infatti, ha festeggiato questa mattina il traguardo dei 100 anni di età con una piccola festa organizzata dai suoi familiari nella casa di famiglia in via Verdi.
Un momento di festa cui ha partecipato anche il sindaco Andrea Staffolani per complimentarsi dell’importante traguardo e fargli i migliori auguri a nome di tutta la comunità morrovallese. «È stato davvero un onore incontrare Armindo e ripercorrere con lui tutta la sua vita: la Seconda Guerra Mondiale, il lavoro nei campi prima e nelle fabbriche di scarpe poi, la famiglia cresciuta anno dopo anno. Una grande persona, ancora in ottima forma, con una profonda passione per la lettura, anche se da giovane non aveva avuto la possibilità di studiare oltre la quinta elementare. Gli auguro di festeggiare ancora tanti compleanni come quello odierno».
La trentennale storia di Fior di Grano, iniziata a Osimo nel luglio del 1993 grazie ai tre fratelli Mariano, Giorgio e Paolo Apis, insieme ad Orietta, poi moglie di Mariano, è stata festeggiata con una grande evento che si è tenuto a Villa Anton. Insieme ai fondatori, c’erano tutti i dipendenti e collaboratori dell’azienda, che partita da zero, è oggi una realtà solida nelle Marche, con 15 negozi che danno lavoro a 200 famiglie.
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha mandato un proprio videomessaggio: "Non posso essere a festeggiare con voi di persona, ma voglio mandarvi comunque il mio più grande augurio. La vostra realtà si è consacrata in questi anni come un punto di riferimento delle Marche, sinonimo di qualità ed eccellenza. Comprendo lo sforzo e il sacrificio che certamente c’è dietro il successo che avete raggiunto, e dunque il mio augurio è che dopo questi primi 30 anni ci possano essere tanti altri anni di successo e soddisfazioni, che possano vedervi protagonisti all’insegna dell’occupazione e della qualità. Grazie ancora per tutto quello che avete fatto".
All’evento sono stati ospiti il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, che ha donato una targa a nome del comune "per l’impegno, la professionalità e la passione dedicata al territorio", ed il presidente di Confartigianato Marche Emanuele Pepa.
La storia di Fior di Grano è iniziata in un piccolo panificio a conduzione familiare, da dove nessuno dei fratelli Apis poteva immaginare ancora cosa stava creando, ed è cresciuta sempre di più nel tempo grazie a quell'entusiasmo tipico di quando si insegue un sogno e che sprona ad andare avanti ad ogni costo, superando ogni fatica.
Fior di Grano ha sempre messo in primo piano la qualità, l'artigianalità e l'amore per i sapori tradizionali. Di quei lontani giorni rimangono identiche la passione e la determinazione per "le cose fatte bene", che permettono ancora oggi all'azienda di conservare quel profumo autentico di "pane e tradizione" delle origini.
Questa dedizione alla freschezza e alla qualità è il marchio distintivo di Fior di Grano: ogni giorno i negozi vengono riforniti dai prodotti dolci e salati che vengono preparati, tutte le notti, nel laboratorio. La cura e l’amore per il prodotto sono ampiamente riconosciuti dai clienti, che trovano in Fior di Grano un luogo accogliente ed un’esperienza gastronomica completa, dalla colazione all’apericena.
Il catering è l’ultima novità introdotta dal management Fior di Grano: uno staff dedicato e le creazioni culinarie del laboratorio sono a disposizione dei clienti per ogni tipo di evento e occasione speciale.
Guardando al futuro, Fior di Grano è pronta a espandersi ulteriormente puntando sulla costante crescita e l'innovazione nei punti vendita, portando la sua qualità e la sua anima artigianale ad una clientela sempre più vasta.
Ready Fashion, lo storico negozio di abbigliamento con sede a Macerata, nei pressi dello Sferisterio, chiude dopo 50 anni di attività. Dal 4 novembre, per dodici settimane, una svendita totale di tutta la collezione invernale e poi la chiusura definitiva. Elisabetta Zaccari, titolare dell’esercizio, con emozione ci spiega le ragioni di questa scelta e rilancia per il futuro.
Una decisione che ha spiazzato tutti. Cosa l'ha spinta a questo passo?
"La consapevolezza che un ciclo della vita fosse giunto al compimento. Ho lavorato tanto per dare prospettiva a questa attività che mio padre aveva fondato e lasciato a me in eredità. Penso di averlo fatto al meglio delle mie possibilità, impegnandomi tenacemente ogni giorno. Ma le storie, tutte le storie, hanno una fine e sento che questa, per quanto bella e formativa sia stata, abbia raggiunto il suo termine. Non ho preso questa decisione a cuor leggero, sentivo però che i tempi erano maturi e ho scelto di farlo nel momento giusto, quando le cose andavano bene e potevo farlo senza traumi".
Con Ready Fashion se ne va un pezzo della storia maceratese…
"Beh sì! Una storia durata 50 anni, che rappresenta anche molta parte della mia vita. L'ha fondata mio padre Cesare nei primi anni ’70. Un'impresa a carattere familiare nella quale lavorava anche mia madre Anna Maria. Mi rivedo bambina scrutare i loro passi nel negozio, assistere alle loro vendite. Ho imparato tanto dai miei genitori, persone gentili che mettevano la soddisfazione del cliente al primo posto. Nel 1983 il trasferimento in via Maffeo Pantaleoni, dove siamo ora, e l’impulso per ampliare ulteriormente l’attività. Anni d’oro, che hanno segnato la nostra storia commerciale e che ci hanno messo in relazione con tante persone. Sono grata a mio padre per avermi lasciato il testimone, avendo fiducia che potessi dare alla sua impresa prospettive nuove".
Quanto è cambiato il commercio negli anni?
"Tantissimo. Un tempo il prodotto fidelizzava il cliente e il rapporto che si instaurava con esso determinava solide certezze in termini di vendite. Era più facile fare previsioni ed esisteva molta più sicurezza all’interno dell’attività. La nascita dei centri commerciali prima e l’avvento dell’e-commerce poi hanno mutato le leggi del mercato e interrotto, se vogliamo, quel ciclo virtuoso che era stato determinante per i successi degli anni ’80 e ’90. Quando entrano in campo altri competitor e il prodotto non basta più a giustificare il rapporto esclusivo che avevi coltivato negli anni con il tuo cliente, devi elaborare nuove strategie commerciali, ampliare il ventaglio dei servizi offerti, pensare in modo nuovo, cavalcando il cambiamento".
Lei lo ha fatto? Ha cavalcato il cambiamento?
"Sì. Altrimenti non saremmo arrivati a questo punto. Macerata è una piazza commerciale che ha subito tanti cambiamenti negli anni. Dar seguito ad alcuni passaggi è stato faticoso, ma comunque bello, sfidante. Bisogna avere la capacità di reinventarsi ogni giorno. Non si possono risolvere i problemi allo stesso livello in cui si sono generati. Occorre pensare in modo nuovo e agire in fretta, avendo sempre chiaro l’obiettivo da raggiungere".
Lei lo ha raggiunto l’obiettivo che aveva?
"Credo di sì. Ho ampliato l’attività che mio padre mi aveva lasciato, resistito agli urti e trasformato le difficoltà in opportunità ogni volta che ho potuto. Posso dire di aver costruito un ottimo rapporto con i miei collaboratori e di aver nutrito di stima e rispetto quello con i clienti, tanti devo dire, che in 50 anni di attività ci hanno scelto, realizzando il nostro risultato. Li vorrei ringraziare tutti, uno ad uno, abbracciandoli. Lo faccio idealmente attraverso questa intervista, affinché possano sentire il legame che sento con ciascuno. Un legame che è cresciuto negli anni e che non si è mai spezzato, neppure in quelli difficili del covid, quando il commercio ha subito il contraccolpo più duro. Li ringrazio perché, entrando in negozio, hanno riempito di sorrisi le nostre giornate, accresciuto le nostre vite di storie ed esperienze. Porto nel cuore ogni persona, ringraziandola di essere stata parte di questa meravigliosa avventura".
Un’avventura che termina a Gennaio 2024…
"Sì, ma penso sia il momento giusto. Le mie figlie hanno scelto strade professionali differenti. Non avrei potuto passare a loro il testimone come mio padre fece con me. Sento di aver dato tanto, ma in futuro mi vedo a fare altro. Ad impegnarmi nel sociale e nella filantropia, come sempre avrei voluto. Era il tempo di un rinnovamento qui in negozio, ma io sentivo che questo ciclo era concluso per me e quindi ho preferito chiudere in bellezza.
Lo dico perché sento spesso stupirsi della chiusura di un’attività commerciale, quale simbolo di una decadenza inesorabile. In verità trovo che ci si debba stupire del fatto che i giovani non ne aprano di nuove. Il commercio è un’entità viva, fatta di persone che cambiano e si evolvono. È fisiologico che ad un certo punto ci sia un ricambio generazionale. A Macerata ci si concentra troppo sulle chiusure e non sulle mancate aperture. La politica e le associazioni di categoria dovrebbero interrogarsi sul perché accade questo e occuparsene seriamente".
Come si sente al termine di questa sua storia professionale?
"Grata. Ricca dell’affetto di tutti coloro che in queste ore ci hanno manifestato il loro affetto. Ready Fashion è stata essenzialmente una storia di persone. A cominciare da quelle che sono state in prima linea ogni giorno. Ringrazio in particolare Giovanna Ippoliti e Fabrizio Paolella, collaboratori preziosi e fondamentali senza i quali nulla sarebbe stato possibile. Li porto dentro di me, con tanta riconoscenza per aver vissuto questa mia impresa come se fosse anche la loro e avermi affiancato con lealtà e professionalità ogni giorno. Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine, ma avere anche la consapevolezza che ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio. Sento questo come un passaggio e lo vivo con la gioia di chi ha ricevuto più di quanto ha dato, in ogni momento".
Paratissima, nata come evento off di Artissima nel novembre del 2005, è oggi manifestazione fieristica di riferimento in Italia per l'arte contemporanea. Giunta alla sua XIX edizione, ospite degli spazi del Complesso della Cavallerizza Reale, patrimonio Unesco nel cuore della città di Torino, vedrà dal primo al 5 novembre la partecipazione di oltre 400 artisti, con una superficie espositiva di oltre 15.000 mq.
"Eye Contact - Match with Art", il tema di quest'anno. Espressione non verbale tra le più potenti che viene tradotta nel "contatto visivo" tra persona e opera d’arte in un rapporto mutevole per sua stessa natura, variabile in base allo sguardo del fruitore.
Tra i progetti speciali scelti dalla direzione artistica di Paratissima 2023, quello di Playmarche, primo spin-off dell'Università degli Studi di Macerata, mash-up di saperi e abilità tecniche grazie alla coesione fra soci fondatori, esponenti dell’Università e rappresentanti di realtà imprenditoriali. PlayMarche genera nuove forme di sviluppo risultanti dalla contaminazione di idee, attori e competenze, con una particolare tensione nei confronti della valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale attraverso le Ict e il videomapping.
Protagonista della facciata di ingresso di Paratissima, sarà infatti "In...To", questo il nome del progetto inedito ospite della fiera torinese, projection mapping che esplorerà il tema dell'eye contact, evidenziando come gli artisti lo abbiano utilizzato per trasmettere emozioni, significati e connessioni con il pubblico.
Un incalzante excursus di immagini, suggestioni, colori, luci, ombre, dalle antiche rappresentazioni rituali alla performing art, dall'intimità alla stupefazione, dai grandi classici alla street art. Una narrazione che vuole anche essere un omaggio a Paratissima e alla sua storia alla Cavallerizza. Un ponte tra l’opera e lo spettatore. Un ponte In…Torino.
«'In…To' - afferma Michele Spagnuolo - vuole celebrare, attraverso il projection mapping, come cifra di rilettura estetica e strumento innovativo di storytelling, artisti e opere che hanno interpretato e rappresentato lo sguardo. Ringrazio la direzione artistica di Paratissima – continua l’amministratore delegato di PlayMarche srl – per averci scelto e coinvolto, dandoci la possibilità di vestire una facciata tanto importante».
«La complessità della realtà e dei linguaggi necessari per comprenderla - sottolinea Roberto Perna, presidente di PlayMarche - ci obbliga a confrontare e a far dialogare diverse forse di espressione apparentemente non sempre coerenti, ma che proprio grazie al videomapping il progetto 'In…TO' riesce a sintetizzare».
Con una datazione tra i 229 e 232 anni l’olivo presente nell’azienda agricola Giordano Giampaoli di Potenza Picena, risulta il più antico della provincia di Macerata. Lo ha stabilito l’analisi al radiocarbonio effettuata dall’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr di Perugia che nella relazione ha sottolineato un dato importante per l’integrità, ovvero che "non proviene da innesto, in quanto il profilo genetico del campione raccolto dalla chioma corrisponde al pollone basale".
L’ultracentenario olivo appartiene alla varietà della Mignola, molto diffusa nella regione Marche. Ma non si tratta di un caso isolato, poichè nell’appezzamento sulla vallata dell'Asola vi sono almeno un centinaio di olivi di varietà diverse come la raggia, lo zampello, il nebbio che superano i due secoli di vita e per questo è stato classificato come oliveto monumentale.
Il Cnr scrive infatti: "Nello stesso oliveto sono presenti altre piante che, sulla base delle dimensioni del fusto, possono ritenersi coetanee a quella analizzata". Un patrimonio bio-naturalistico importante che il proprietario Giordano Giampaoli intende mettere a disposizione del pubblico, in particolare delle scuole: "E’ un oliveto che, verosimilmente, è stato messo a dimora dalla famiglia Buonaccorsi la cui settecentesca villa è a poche centinaia di metri - ha precisato Giampaoli - in questa valle insiste una sorta di microclima che favorisce l’insediamento di alberi da frutto, tant’è che accanto all’oliveto cresce anche un rigoglioso agrumeto. Inoltre, abbiamo la fortuna di avere in loco una preziosa sorgente naturale". L
’idea di un percorso aperto al pubblico con visite guidate tra le biodiversità presenti nell’azienda Giampaoli è stata sottoposta al sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini, che ha già effettuato un primo sopralluogo di fattibilità.
Umberto Marotti ha sbaragliato la 36^ edizione del premio presepistico internazionale “Praesepium Meeting 2023” svoltasi a Geraci Siculo, in provincia di Palermo, vincendo sia la sezione presepe classico che presepe pasquale.
Il concorso è organizzato con cadenza biennale dall’Opera Internazionale Praesepium Historiae Ars Populi in collaborazione con il Centro Nazionale di Coordinamento e Animazione “Storici, Artisti e Presepisti d’Italia” e dall’Associazione culturale regionale “Amici del Presepio delle Madonie e Sicilia”, con il patrocinio del Comune di Geraci Siculo e dei Borghi più Belli d’Italia.
Umberto Marotti ha partecipato sia nella sezione Presepe Classico che nella sezione Presepe Pasquale. Proprio in quest’ultima, la speciale giuria gli ha assegnato il primo premio assoluto come miglior presepe “per l’eccezionale allestimento a carattere pasquale, per la fedeltà alle fonti sacro-scritturali, impreziosito da una perfetta animazione meccanica dei personaggi e dei vari quadri dei Vangeli della Natività con incastonati antichi mestieri. Eccellenti risultano l’ambientazione tipica della Palestina, le scenografie e gli effetti speciali”.
La giuria palermitana ha assegnato a Marotti anche il premio per la migliore caratterizzazione presepiale tradizionale e il premio speciale per i 55 anni del presepe dei vicoli marinari di Porto Potenza Picena, ormai divenuto un “must” insieme ai diorami della Passione di Cristo.
“Un riconoscimento importante – ha detto Marotti – che gratifica tanti anni di lavoro e di passione. Un ringraziamento particolare lo debbo a Stefano Cecchi e a mia moglie, che mi supportano e sopportano”. Intanto è quasi completato l’allestimento del tradizionale presepe dei vicoli marinari che sarà aperto al pubblico all’inizio di dicembre.
I carabinieri del Comando provinciale di Macerata regalano caramelle ai bambini il giorno di Halloween. “È un'occasione per i bambini di divertirsi e conoscere i militari dell’Arma in un contesto amichevole e informale”, si legge in una nota del Comando provinciale. “L’iniziativa spontanea è volta a promuovere la cultura della legalità e del rispetto delle forze dell'ordine”.
“I carabinieri sono infatti un simbolo di sicurezza e protezione per tutti i cittadini e in special modo dei bambini i quali devono vedere nella divisa un punto di riferimento in qualsiasi occasione, aiutando i bambini a sviluppare un rapporto positivo con loro”. I militari ricordano, infine, il numero unico di emergenza 112 per ogni segnalazione e richiesta di aiuto.
Salgono a quota 482 i saloni in Italia che hanno scelto di affiliarsi al Centro Degradé Joelle, nato nel 1990 a Monte San Giusto e che ad oggi conta, oltre a una partnership trentennale con Wella, 2000 persone tra collaboratori e parrucchieri titolari, per proporre tecniche più sostenibili e durature in linea con i trend del beauty.
Un percorso di successo che ha ispirato il libro "Come e perché ho inventato il Degradé: Tra storia, passione e tecnica", in arrivo questo dicembre su Amazon, scritto dal fondatore marchigiano Claudio Mengoni, che aiuta gli imprenditori a gestire le trasformazioni nel settore dell’hair style.
A dettare la crescita dei saloni, che sono tutti indipendenti ma legati da un'affiliazione al Centro, sono uno stile di management basato sull'innovazione dei servizi, la gestione dei costi dei negozi e una serie di metodologie di lavoro, una su tutte la tecnica "anti-tinta", detta appunto Degradé Joelle, poco invasiva che dimezza gli appuntamenti dal parrucchiere perché più duratura.
Inventata ormai oltre 30 anni fa da Claudio Mengoni, è la tecnica di colorazione più sostenibile presente sul mercato che elimina il problema della ricrescita preservando la natura del capello. Il Degradé è ampiamente adottato nel settore dell’hair care che ne utilizza il nome.
"La transizione sociale alla quale stiamo assistendo, la iper connessione, la quantità di informazioni che ci arricchiscono ma anche ci destabilizzano - spiega Claudio Mengoni, ad del Centro Degradé Joelle - impongono a tutti noi di rivedere comportamenti e inventare nuovi modi di lavorare per permettere alle clienti di vivere il parrucchiere come un consulente di bellezza e non come un mero esecutore".
"A fronte di una clientela più sofisticata, informata che confronta i risultati anche dei concorrenti in tempo reale - continua Mengoni - bisogna prepararsi e lanciare sfide sempre più complesse per stare sul mercato in modo innovativo, mettendo le clienti al centro e facendo crescere il business. Per questo motivo occorre scegliere con attenzione i percorsi di formazione a cui ci si rivolge, prediligendo corsi autorevoli in grado di costruire e ampliare al meglio le competenze, favorendo anche lo sviluppo della creatività personale del parrucchiere".
La tecnica Degradé proposta sempre rinnovata in diverse versioni è basata sul principio di colorazione verticale. "Il Degradé consente di raggiungere un risultato migliore rispetto alle altre tecniche di colorazione - conclude Mengoni - in base all'esigenza si può colorare il 100% dei capelli o il 10%: tutto questo con un utilizzo sapiente dei prodotti per un risultato estremamente naturale e che rispetta il principio della frammentazione della ricrescita. In linea con il trend che vede la sostenibilità al centro della cura dei capelli, un numero sempre maggiore di professionisti si affida ai servizi di consulenza e formazione professionale del Centro Degradé Joelle, che permettono di soddisfare le aspettative delle clienti, ponendo al centro i loro desideri con servizi completamente personalizzati".
Domenica 5 novembre, Peppone, Livio e Margherita si trasformano in novelli Indiana Jones; vanno alla ricerca dei tesori nascosti nella culla del Rinascimento marchigiano: la provincia di Pesaro-Urbino, con Pesaro che sarà capitale della cultura nel 2024 e che però diffonde in tutto il territorio manifestazioni e opportunità di viaggio e di curiosità turistica colta.
Due sono i prodotti protagonisti di questa puntata: la Casciotta d’Urbino, il formaggio di cui era produttore e goloso consumatore Michelangelo Buonarroti che se lo faceva spedire da Casteldurante - oggi Urbania - a Roma mentre creava il capolavoro assoluto della Cappella Sistina e il tartufo di cui sono ricchi i boschi che circondano Acqualagna.
Si tiene proprio agli inizi di novembre la 58° mostra internazionale del tartufo che la capitale indiscussa del “tuber magnatum pico” allestisce condividendo questo primato con altri tre borghi dell’urbinate che le fanno corona: Sant’Angelo in Vado, Cagli e Pergola. Proprio a Pergola si scoprirà uno dei tesori nascosti: sono le statue equestri ricoperte di foglia d’oro risalenti al I secolo avanti Cristo, un unicum tra i ritrovamenti archeologici di epoca romana.
Il viaggio di Linea Verde parte però da un luogo magico: la gola del Furlo. È un canyon scavato nei millenni dal fiume nella roccia calcarea. Da qui – visto che è uno dei pochi varchi agevoli dell’Appennino tosco-umbro-marchigiano – è passata tutta la storia.
Fu Vespasiano a scavare la galleria sotto cui ancora si transita per passare dall’Adriatico al Tirreno. La Riserva statale del Furlo è uno scrigno di biodiversità, un libro aperto per i geologi, uno spettacolo della natura dove fare trekking, mountain-bike, canoa. E i tre conduttori si misureranno proprio con questo modo di vivere il Furlo fino a scoprire le aquile che nidificano su questi monti.
Mentre Margherita esplora la natura, Livio va ad assaggiare la Casciotta, ma prima fa tappa nella rocca, stupenda, di Sassocorvaro. Lì Pasquale Rotondi rifugiò durante l’ultima guerra mondiale oltre 10 mila opere d’arte per sottrarle ai bombardamenti e alle razzie naziste.
Peppone invece va in cerca di tartufi seguendo il profumo della "trifola", ma anche le arie del pesarese Gioacchino Rossini che di questi funghi ipogei era golosissimo. I nostri tre – come i moschettieri di Dumas che disputò a lungo di cucina con Rossini – si ritroveranno a Jesi per un finale a sorpresa. Volete sapere qual è? Beh, basta ricordarsi che Margherita ha fatto le Olimpiadi di fioretto e che a Jesi c’è il Club di scherma più titolato al mondo.