A bordo dell'auto più famosa del cinema italiano: a Civitanova nuovo ciak del "Sorpasso" (FOTO e VIDEO)
Ci sono alcuni elementi nei grandi film che finiscono per diventare simboli intramontabili e rimangono impressi nella memoria degli spettatori. Fra questi sicuramente la Lancia Aurelia convertibile B24S del film "Il Sorpasso" di Dino Risi, capolavoro del 1961. L’auto col tempo è divenuta un'icona in movimento, in grado di incarnare la libertà, l'avventura e l'incontro tra due mondi diversi, con l’Italia del boom economico sullo sfondo.
La mitica auto del film, divenuto negli anni un cult del cinema italiano, è stata acquistata nel 2000 da Adalberto Beribè, civitanovese appassionato di auto storiche. Da diversi anni è iscritto alla scuderia Marche di Macerata, di cui è stato anche presidente. Lo abbiamo incontrato alla vigilia della proiezione de “Il Sorpasso” al Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta, che darà il via a “Cinema Barbaro”, una serie di appuntamenti all’insegna dei grandi capolavori italiani.
Adalberto arriva a bordo della sua Lancia Aurelia, strombazzando il clacson che riproduce proprio la stessa marcetta del film. L’auto, tenuta come una reliquia dal suo proprietario, è di un color carta da zucchero che si sposa a meraviglia con il mare di Civitanova sullo sfondo. Ci accomodiamo sui suoi comodissimi sedili in pelle e iniziamo la nostra intervista.
Adalberto ci spiega come l’acquisto dell’auto non fu dettato dalla passione per il celebre film, ma proprio da quella per il veicolo in sé. "L’acquisto dell’auto non era vincolato al discorso del film, ma dal fatto che fin da ragazzo ero innamorato di quest’auto. La aveva anche il mio medico di famiglia e quando la tirava fuori rimanevo incantato ad ammirarla".
La sua però non è una "semplice" Lancia Aurelia, bensì proprio quella del film "Il Sorpasso". Dalla radio, agli specchietti, fino alla foto di Catherine Spaak sul cruscotto con la scritta “Sii prudente a casa ti aspetto io”. L’auto è rimasta tale e quale a quella immortalata da Dino Risi nella sua celebre pellicola. Per Adalberto però non è solo l’aver scarrozzato Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant a rendere unica la sua Lancia.
"Al suo tempo quest’auto era molto avveniristica come meccanica e come linea. Quest’ultima tra l’altro è Pininfarina, che non ha bisogno di presentazioni. Il motore invece è un 2500 'a V stretta'. Lo stesso monoblocco fu usato poi anche per l’iconica Dino Ferrari”.
Ma cosa si prova a guidare quest’auto e poi vederla sfrecciare sul grande schermo? Ecco la risposta di Adalberto. “Quest’auto è fantastica da guidare, in tutti i percorsi. Vederla poi nel film, di cui ormai conosco a memoria ogni singola battuta, è davvero affascinante. Se mi sento un po’ Vittorio Gassman? Magari”.
Proprio il figlio di Vittorio, Alessandro Gassman, è stato incontrato da Adalberto due anni fa a Roma, in occasione dei cento anni dalla nascita del papà. L’auto per tre mesi fu esposta all’auditorium capitolino e fece grandissimo scalpore fra il pubblico.
Domani invece l’originale auto che nel giorno di Ferragosto scorrazzava lungo la Via Aurelia, parcheggerà al Teatro Anibal Caro, dove, come detto, avverrà la proiezione del film per la serie di appuntamenti Cinema Balordo.
Prima di rimettersi al volante del suo bolide, Adalberto ci lascia con una frase, che in qualche modo ci dice molto della sua passione per le auto d’epoca: "Ho sempre avuto la passione per le auto e le moto d’epoca. Quando ci stai dentro, ci metti le mani e riesci a farle rivivere è un orgoglio e una soddisfazione immensa".
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