La nonnina più longeva di San Severino Marche, Luigia Vissani, ha spento un’altra candelina e festeggiato 106 anni d’età.
Il raggiungimento dell’importantissimo traguardo è stato salutato, tra la vicinanza quotidiana e l’affetto dei familiari, anche dall’abbraccio affettuoso del primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei.
Nata il 17 ottobre del 1914, la signora Luigia rimase orfana di padre in tenera età. Tanti i ricordi ancora vivi nella sua memoria: da quando fece da madrina al Gonfalone della Città di San Severino Marche, a quelli legati alle tante giornate passate a lavorare.
Oggi la più anziana donna settempedana, rimasta vedova qualche anno fa, vive circondata dall'affetto della figlia Lida e di tanti nipoti e pronipoti.
Succede che da un'esperienza positiva con una mascherina, il cui utilizzo per ore è pressochè impercettibile, nasce un pensiero nobile e questo pensiero nobile incontra un cuore altrettanto nobile.
Claudia Katia Monaldi, sostenitrice e raccoglitrice di fondi per la Stazione di Macerata del Soccorso Alpino, dopo aver testato personalmente l’utilizzo delle mascherine Cotton Club ha chiesto alla ditta di poter riceverne una dotazione in dono per i soccorritori e Sara Crescentini, Amministratrice Unica della Cotton Club, amante della montagna e ben conscia degli interventi svolti dal corpo non ha esitato ad accettare la particolare richiesta personalizzandola con logo del Soccorso Alpino Marche.
Ricordiamo che Cotton Club, azienda italiana di Fabriano, leader nella produzione artigianale di lingerie, ha convertito la sua produzione per dare il suo contributo all’emergenza coronavirus, realizzando mascherine, al fine di limitare il contagio del Covid19.
Le mascherine che producono sono realizzate con tessuto certificato, realizzato interamente in Italia, secondo le normative OEKO-TEX a norma ISO 9073.
(In foto Sara Crescentini, Amministratore Unico Cotton Club, con alcuni dei volontari della Stazione di Macerata del Soccorso Alpino alla consegna delle mascherine)
Esemplare di lupo travolto e ucciso da un mezzo a Loro Piceno.
L'animale è stato investito, intorno alle 19:30 odierne, in Contrada Grazie Fiastre, non molto distante dal ristorante "Da Luana".
Non solo cinghiali, dunque, in questi folli tempi può capitare che un lupo si spinga a valle alla ricerca di cibo, purtroppo in questo caso ha trovato la morte travolto da un veicolo che non è riuscito ad evitarlo. Si tratta di un caso raro per la zona, considerando che da ultimi censimenti effettuati nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, in tutto il territorio protetto ci sono circa una sessantina esemplari di lupi. Essi possono, a volte, essere confusi con i cani randagi o con una particolare razza canina quale il cane lupo Cecoslovacco
Sul posto sono intervenuti i carabinieri forestali e le guardie zoofile che si occuperanno della rimozione della carcassa dell'animale.
Nei giorni scorsi si è laureata la giovane studentessa tolentinate Debora Forconi. La mamma, in occasione di un incontro con il Sindaco Pezzanesi, ha voluto lanciare un messaggio a tutti i giovani, ricordando che, con l’impegno e la perseveranza, si possono superare tutti gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi.
"Sono la mamma di Debora Forconi - scrive in una lettera -. Fin da bambina mia figlia ha terminato ogni percorso scolastico col massimo dei voti ed è stata sempre premiata per questo. L'anno in cui doveva diplomarsi all'istituto tecnico economico di Tolentino è stato proprio l'anno in cui ci fu il terremoto. Siamo state trasferite in albergo a Macerata, in una piccola stanza buia, e la vedevo sempre studiare con una piccola lampadina! Come si sforzava! Dopo 9 mesi circa, grazie a Dio, ci hanno trasferite all'hotel 'Il Boschetto' a Tolentino dove già si sentiva più a suo agio. Si è diplomata in quell'anno con 100. Si è poi trasferita ad Arezzo per l'università, svolgendo metà del suo percorso in Cina e metà in Italia. Oggi, dopo 3 anni, si è laureata con 110 e lode in "Lingue per la Comunicazione Interculturale e d'Impresa", affrontando il suo ultimo ostacolo, il "Covid" che l'ha costretta a laurearsi in casa".
"Ho voluto raccontare tutto questo – conclude - per spronare i giovani che hanno voglia di raggiungere le loro mete. Sappiate che nessun ostacolo vi può fermare!".
A Debora e alla mamma vanno i complimenti del Sindaco, dell’amministrazione comunale e di tutta la città.
A 20 anni dall’inizio della gloriosa cavalcata che portò all’approdo dell’Aurora Treia in Prima Categoria, i protagonisti del campionato 2000/2001 si sono dati appuntamento al ristorante “Villa Berta” per una serata conviviale all’insegna dei ricordi, dell’amicizia, della buona cucina e soprattutto del forte legame ai colori biancorossi.
Sono state tante le storie, raccontate nel corso della serata, legate a quella stagione. Dalle partite più avvincenti ai tanti aneddoti lasciati dai molteplici protagonisti. Non poteva mancare il racconto dell’ultima e rocambolesca partita contro il Recanati che vide un allora giovanissimo Paolo Borghiani segnare la rete decisiva che valse il salto di categoria.
Proprio lui, nel corso della serata, ha ribadito di quanto quel goal ancora gli provochi una gioia immensa e di quanto sia stato motivo d’orgoglio per tutto il popolo Passotreiese.
Quel goal dimostrò la grande crescita che ebbe il movimento calcistico a Passo di Treia. Tra la fine degli anni '90 e l’inizio del 2000 molti ragazzi del settore giovanile ebbero la possibilità di mettersi in luce contribuendo alla risalita della società.
Borghiani ha auspicato un'ulteriore crescita dell’attuale juniores regionale che ha maggiori margini di miglioramento rispetto alle condizioni di allora.
Il suo intervento si è concluso con un grande ringraziamento a tutta la famiglia dell’Aurora e con l’auspicio di ritrovarsi tra qualche anno, magari, a festeggiare la sua squadra nel cuore nel massimo campionato regionale di Eccellenza.
Presente anche il tecnico Giuseppe Lorenzini che guidò la corazzata biancorossa al successo. Visibilmente emozionato ha voluto ricordare le tante imprese di quegli anni e quell’inaspettato trionfo arrivato grazie alla vicinanza della dirigenza, dei tifosi e al cuore grande dei ragazzi che in ogni incontro diedero il 110%.
Per Lorenzini quello fu il primo impegno da allenatore/giocatore e ciò comportò un'enorme responsabilità perché oltre alla preparazione degli incontri tutti si aspettavano qualcosa in più lì al centro del campo.
Ha voluto portare il suo saluto anche l’attuale presidente dell’Aurora Treia Stefano Cegna (ai tempi vicepresidente). Cegna ha ricordato la figura del “presidentissimo” Pierino Renzi, anima della società per tantissimi anni che grazie al suo spirito ed alla sua passione ha contribuito all’edificazione di un gruppo che ancora oggi è saldo e guarda con fiducia al futuro.
Un breve sguardo anche alla nuova stagione giunta ai blocchi di partenza. L’Aurora si appresta a giocare il suo decimo campionato consecutivo in Promozione tra le mille incognite causate dall’emergenza Covid19.
Secondo il presidente sarà una stagione particolare e l’obiettivo primario sarà quello di riuscire a giocare il maggior numero di partite possibili in sicurezza. Nel corso dell’estate è stata allestita una compagine all’altezza della difficoltà del girone composto da molte società blasonate.
La presenza di molte squadre importanti del panorama calcistico marchigiano darà ai ragazzi di Mister Passarini i giusti stimoli per affrontare al meglio questa nuova sfida.
Ultimo ma non meno importante il dovuto ringraziamento a Francesco Renzi e Daniele Pierucci per l’organizzazione della serata che ha riscosso notevoli apprezzamenti da parte dei presenti.
Ogni anno che passa coincide spesso con l’inizio di una nuova avventura e in alcuni casi rappresenta anche l’occasione di tirare a lucido vecchi progetti per poi ricrearne di nuovi.
La nuova “stretta” sulla movida e le restrizioni governative anti covid hanno in parte spento l’entusiasmo, faticosamente ritrovato negli ultimi mesi, dai commercianti. Nonostante tutto, c’è chi comunque riesce a tirare fuori dal cilindro idee che coinvolgono e fanno sorridere clienti e avventori che, seppur “ristretti”, riescono a godersi buon cibo e serate in totale sicurezza.
A tal proposito sul lungomare di Civitanova Marche è tornato il “Madeirinho”, il locale tutto a tinte verde oro, che nella serata di ieri ha riaperto i battenti e l’ha fatto in un'occasione del tutto speciale. “Eravamo in 29 per rimanere sotto i 30 del massimo che si può festeggiare” con questa battuta Mauro Alberti, uno dei titolari, ha fotografato la festa di compleanno della sua dolce metà (oltre che una dei proprietari) Martha Zamora che ha soffiato su 37 candeline aprendo nel più gioioso dei modi il nuovo corso del locale civitanovese.
Una festa al quadrato per due eventi in uno senza dubbio non banali: “Il rinnovato Madeirinho è tornato nella sua vecchia sede dopo che questa estate si era trasformato nell’Imperfecto (Leggi l'articolo) – racconta Alberti che poi annuncia – quest’ultimo comunque sarà spostato in centro città e a breve sarà riaperto non appena saranno finiti i lavori che stiamo ad oggi portando avanti”.
“La riapertura del Madeirinho ha coinciso con il compleanno di mia moglie Martha e quindi abbiamo festeggiato sia il locale che il suo 37esimo compleanno insieme a tanti amici tra i cui alcuni giocatori della Lube come Yoandy Leal, Osmany Juantorena ed ovviamente Robertlandy Simon”.
Un momento importante e di condivisione che si è svolto nel totale rispetto delle norme di contenimento del virus: “Siamo passati da 240 posti a 120 coperti e ha mezzanotte chiudiamo come da regolamento – spiega Mauro Alberti –. Ho riscontrato una grande educazione da parte delle persone presenti nel rispetto delle limitazioni, infatti ben prima dell’orario di chiusura imposto, tutti si sono alzati autonomamente senza bisogno di solleciti da parte nostra –e aggiunge –in verità non mi aspettavo tutta questa sensibilità in quanto ieri il locale era pieno e tutti pensavamo che il far rispettare la chiusura fosse il più grande dei problemi invece è stato tutto il contrario”.
“Per questa riapertura avevamo le prenotazioni già piene da 10 giorni tant’è che abbiamo dovuto declinare gli ordini di circa 300 persone” fa notare Alberti. Un locale pieno, ma anche rispettoso delle tradizioni: “l giovedì sera infatti al Madeiriho la serata è dedicata interamente alle donne– sottolinea il titolare - come cultura brasiliana vuole, la cena nei ristoranti carioca per loro costa la metà, quindi da noi il costo è di 15 euro, inoltre in ogni seduta abbiamo messo un pacchettino di gel monouso per le mani evitando così che la gente si alzi".
Festeggiamenti e sorrisi in totale sicurezza, per una doppia occasione che illumina e colora un periodo complicato.
Ventiduenne e dottore in un colpo solo. Un istante di vita decisamente speciale quello vissuto da Riccardo Mancinelli.
E’ stato un compleanno da 110 e lode quello festeggiato dal giovane di Corridonia che, nella giornata di oggi, è stato proclamato dottore "cum laude" in Ingegneria Meccatronica all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia discutendo una tesi dal titolo "Sviluppo di un modello numerico a parametri concentrati e distribuiti per la simulazione di un macchinario adibito al food packaging".
Ragazzo determinato nella vita e nello studio a cui si è sempre dedicato con passione fin dalla tenera età, oggi raccoglie orgogliosamente il frutto dei suoi sacrifici. Nel giorno del suo compleanno diventa un ingegnere meccatronico.
I genitori, i parenti e gli amici gli porgono le più vive congratulazioni.
Lietissimo ed invidiabile traguardo per Gino Porfiri e Assunta Ercoli che festeggiano le Nozze d'Oro per i loro 50 anni di matrimonio.
Galeotta fu la festa della Madonna Annunziata di Montecosaro Scalo, quando incrociarono per la prima volta i loro sguardi pieni di vita
Lui, brillante giovanotto benestante di San Claudio di Corridonia che sapeva il fatto suo e lei la più piccola di cinque fratelli, ragazza semplice dalla faccia pulita della Frazione Molinetto di Trodica di Morrovalle.
La vita nella loro casa di San Claudio è trascorsa giorno dopo giorno tra gioie e qualche difficoltà, ma sempre con la certezza che insieme tutto si risolve.
Nella Basilica della Santa Casa di Loreto circondati dai figli, nipoti e fratelli hanno voluto ringraziare Dio per aver fatto loro raggiungere questo mirabile traguardo.
"Ai nostri genitori un immenso grazie per essere testimonianza viva di ciò che significa il vero amore per la famiglia, che viene prima di ogni altra cosa!" - affermano i figli - .
Mentre a Pievebovigliana, così come nelle altre realtà terremotate, si sta faticosamente tentando di capire se la ricostruzione si concretizzerà davvero e, grazie all’insipienza e alla litigiosità di “grandi ed anziani” che fanno finta di non capire che il domani non sarà il loro, ma delle nuove generazioni, queste ultime sempre più frequentemente danno segnali di positività e di speranza.
In quel di Bologna, nell'illustre facoltà di Ingegneria, un giovane di Pievebovigliana, Alex Grasselli, ha raggiunto, il 9 ottobre scorso, il prestigioso traguardo del conseguimento della Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio discutendo brillantemente una tesi, “Gestione Macerie da crollo e demolizione Post Sisma”, che fa riflettere.
E così, mentre si discute e si continua a polemizzare su problemi antichi e mai risolti, le giovani speranze di Pieve in laborioso silenzio si preparano al domani, affrontando con responsabilità e impegno i propri corsi di studi.
Tutta la comunità ci tiene ad augurare un radioso futuro ad Alex con l'augurio di "una fulgida carriera in un settore che da troppo tempo è stato trascurato e sempre mal gestito, l'ambiente!".
È di ieri l’installazione sperimentale della prima turbina aeraulica interamente di concezione e produzione italiana, presso il porto di Civitavecchia. La sperimentazione durerà 2 mesi e punta a verificare l’effettiva efficenza della turbina Artemio nella creazione di energia elettrica partendo dal moto ondoso del mare, potenzialità in studio da circa 30 anni ma che ha sempre (e purtroppo) dato risultati inferiori alle aspettative. Fino al 2019, quando un brillante ed eclettico inventore pluripremiato Civitanovese, Artemio Luciani, ha ideato la turbina che porta il suo nome, capace di superare le difficoltà dei dispositivi esistenti.
La semplice ma geniale idea avuta dal civitanovese, ovviamente coperta da brevetto industriale, è stata portata avanti insieme ad un gruppo di imprenditori della città rivierasca che, credendo nella svolta green dell’energia e nelle potenzialità di Luciani, hanno fondato la Artemio Energia srl (www.artemioenergia.it). Al termine di questi due mesi di sperimentazione, con il rilevamento dei dati analitici sperimentali della produzione elettrica della Artemio, potrebbe partire proprio da Civitanova Marche la svolta green, anzi blue, dell’energia.
In foto Ing. Calogero G. Burgio (direttore porto Civitavecchia) Team Artemio Energia Srl : Ing Marco Ferretti ,Sig Vincenzo Cucco, inventore Artemio Luciani, Ing.Riccardo Cecarini
Josè Berdini, Responsabile delle Comunità di recupero PARS, sarà ospite alla trasmissione televisiva, "Sulla Via di Damasco", in onda domenica 11 ottobre alle ore 8:55 su Rai Due.
Una puntata interamente dedicata al tema “Sacrificio e libertà”.
Prosegue lo stato di emergenza legato al Covid-19 fino a gennaio 2021: servono ancora tante rinunce. Ma a cosa servono i sacrifici? Sono il contrario della libertà? Qual è il loro significato? Saranno le domande di questo tempo le protagoniste della prossima puntata della trasmissione, che vedrà la conduttrice Eva Crosetta confrontarsi con Josè Berdini, Responsabile delle Comunità di recupero PARS, a fianco di chi si è trovato a riconquistare la libertà al prezzo di molti sacrifici.
Berdini racconterà la nascita della PARS onlus e del Villaggio San Michele Arcangelo di Corridonia, un impegno trentennale alla prevenzione, all’assistenza, alla cura e riabilitazione psicofisica, al reinserimento sociale e lavorativo degli ospiti delle strutture Pars.
All’interno della puntata, una raccolta di storie che parlano di privazioni, di fatiche, ma anche di speranza, come quella di Davide Cerullo, con il suo coraggioso riscatto da un’infanzia difficile da camorrista; di Samuele Lucchi, che ha “scalato” la salita più difficile della malattia, ancorandosi alla fede e alla famiglia
. Il programma di Vito Sidoti termina con la voce di Gianna Emanuela Molla, figlia e dono della scelta estrema di sua madre, Santa Gianna Beretta Molla, che sacrificò la sua vita per salvare quella che portava in grembo.
La passione per il vino cotto, i fratelli Luigi e Fernando Quarchioni , l’hanno ereditata dal bisnonno, dal nonno Pietro e dal padre Nazareno.
Quattro lunghe generazioni di amore per la terra, per la raccolta dell’uva, tipica di questo periodo dell’anno, e per la produzione del vino cotto che hanno trovato la loro massima espressione nella Cantina Caonà di Loro Piceno.
“Il segreto? Più è vecchio e più diventa aromatico, naturale e buono –ci spiega Fernando -. Ovviamente è possibile bere il vino cotto anche dopo un anno ma non ha quell’aroma tipico e caratteristico. Noi infatti selezioniamo tre tipi di vino: uno da 5/6 anni di fermentazione, uno da 10/12 anni e l’ultimo da 18/20 anni.”
“La differenza tra il normale vino e il vino cotto sta nel fatto che nel primo caso l’uva bianca e rossa vengono selezionate singolarmente mentre per il secondo le due uve vengono utilizzare insieme – sottolinea Fernando -. Dopo aver macinato l’uva, il mosto viene messo a bollire su dei recipienti in rame per circa dodici ore continuative. Dopo la bollitura, il mosto passa poi nelle barrique, esclusivamente di rovere o quercia, e lì si lascia fermentare per circa tre mesi, contrariamente al vino normale che fermenta subito. Una volta fermentato controlliamo che il procedimento abbia seguito tutte le giuste fasi e il mosto viene poi lasciato stagionare per un lungo periodo".
È terminata da poche settimane la lunga campagna elettorale maceratese, che ha decretato il trionfo al primo turno di Sandro Parcaroli.
Molti sono stati i protagonisti, che nelle varie liste, hanno contribuito in maniera significativa al ritorno dopo 20 anni di una coalizione di centrodestra nei banchi della maggioranza comunale. Altrettanti, da dietro le quinte, hanno giocato un ruolo centrale. È il caso di Sara Pagnanelli, la "spin doctor" del neo sindaco, del quale ne ha seguito ogni singolo passo della campagna elettorale, dal principio alla festa in piazza Cesare Battisti per celebrare la vittoria.
Sara Pagnanelli ha affidato ai social il suo congedo, ripercorrendo tutte le tappe del suo percorso.
"Ho atteso qualche giorno dalla fine, per dare alle emozioni il tempo di ritrovare il loro naturale equilibrio, ma credo sia arrivato il momento di scrivere l’ultima pagina di un’esperienza professionale intensa, iniziata il 10 luglio scorso e terminata con l’affermazione elettorale di Sandro Parcaroli sindaco a Macerata" - scrive Pagnanelli su facebook- .
"Si tratta dell’ultima pagina, perché tante in questa campagna ne ho scritte e tante ne ho vissute, contribuendo, insieme a Stefano Parcaroli al buon esito di un’avventura il cui finale era tutt’altro che scontato e che, sebbene oggi trovi tutti d’accordo, nelle settimane passate ci ha svelato il volto di molte solitudini.
Trovo che, in ogni caso, siano state giornate piene di insegnamenti, perché al di là di tutto, la politica è fatta dagli uomini ed esprime a pieno tutte le loro debolezze e fragilità. Per questo motivo sono andata oltre gli attacchi personali e le cattiverie, rinunciando a quella ribalta che tutti hanno ricercato e ricercano, al solo scopo di aiutare Sandro a vincere la sua partita elettorale.
Qualcuno mi ha fatto notare che sono stata lo “spin doctor” della campagna, introducendo una nuova forma di storytelling nella comunicazione del candidato, anche sui social. Ma poiché la stima per Sandro è precedente alla sua scelta di candidarsi, amo più definirmi una persona che ha scelto di premiare la sua generosità, scommettendo sul fatto che sarebbe stato un buon sindaco, prosegue.
Ed è con questo pensiero che mi congedo da lui e da questa esperienza, certa che saprà interpretare quell’idea di cambiamento che tante volte abbiamo definito fondamentale per il futuro della città che amiamo.
Lo prego solo di coltivare sempre nel cuore il valore della gratitudine, che mai deve mancare quando si ricopre un ruolo di guida così importante. Gratitudine verso la vita e verso le persone che, a vario titolo, lo hanno aiutato davvero, avendo cura di distinguerle sempre nel palcoscenico della vita pubblica.
Torno dunque al mio lavoro e alla mia impresa, per affrontare tutte le sfide che questo particolare momento storico le imporrà.
Del resto, direbbe lo scrittore statunitense Andy Andrews, “le sfide sono doni, opportunità di apprendimento”. Ed è con questo spirito che intendo affrontarle, avendo cuore e mente concentrate sul fatto che, in fondo, “se puoi sognarlo, puoi farlo , sempre", conclude.
La famiglia Crucianelli in festa per nonno/zio Silvio, classe 1920, oggi all’importante traguardo delle 100 candeline. Testimone prezioso di due secoli, i nipoti hanno voluto ricostruire le tappe del suo viaggio lungo, ma non privo di difficoltà.
Nato ad Appignano il 4 ottobre del 1920, è testimone della vita faticosa, ma anche ricca di opportunità, che ha caratterizzato il secondo dopoguerra.
Terzo di cinque figli, orfano della madre a 5 anni, a 19 riceve la chiamata alle armi dall’Italia appena entrata in guerra, viene condotto in Albania per poi partecipare alla campagna militare in Grecia, dove resterà prigioniero.
Gli anni durissimi della guerra e della prigionia saranno per quel giovane Silvio, contadino dell’entroterra maceratese, non solo motivo di dolore, ma anche occasione per apprendere una nuova lingua e per conoscere realtà lontanissime dalla sua immaginazione.
Dopo la liberazione torna alla sua attività di mezzadro presso i conti Milesi Ferretti, si sposa, ma a soli 31 anni perde la prima moglie, a pochi mesi dalla nascita del figlio Ermanno. Poi le seconde nozze e la coraggiosa decisione di abbandonare il lavoro della terra per trasferirsi a Macerata, in cerca di migliori possibilità economiche. Nel capoluogo inizia il suo lavoro come dipendente presso la ditta edile Brizi, ma anche questa volta la sorte sembra accanirsi contro di lui: a causa di un infortunio, si ustiona gravemente col catrame e non può più continuare a fare il muratore.
Anche in questa occasione non si perde d’animo e riesce a trovare lavoro come usciere presso la Banca Popolare di Ancona, prima nella filiale maceratese, poi nella filiale di Camerino, dove si trasferisce nel 1964 e ancora oggi risiede. Nonostante abbia solo la 5^ elementare, riesce a farsi stimare per la sua intelligenza e volontà al punto che termina la sua carriera con la qualifica di impiegato cassiere.
Una vita piena di duri colpi dai quali, per amore della famiglia, ha sempre saputo rialzarsi e per la quale, ora, tutti i suoi cari sono commossi e grati.
La facciata di Palazzo Forti ieri sera ha cambiato luce: si è tinta di rosa per testimoniare l’adesione alla campagna “Nastro Rosa” di prevenzione del tumore al seno promossa da Airc e Lilt e sostenuta dall’Anci.
L’Amministrazione Comunale di Mogliano ha accolto la richiesta dalle due associazioni e dell’Anci per manifestare la vicinanza alle donne colpite dal tumore al seno e sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione e del sostegno alla ricerca oncologica.
“Tutti noi, come cittadini, e ancor di più come amministratori – afferma il sindaco Cecilia Cesetti - abbiamo il dovere morale e istituzionale di aderire e sostenere iniziative come questa. Un gesto che richiama indubbiamente attenzione e contribuisce alla promozione della cultura della prevenzione, strumento da cui partire per assicurare il benessere proprio e dell’intera comunità”.
“Il Palazzo Forti illuminato di rosa vuole essere un invito a sottoporsi ai controlli, ma anche un segnale di sostegno e vicinanza a tutte quelle donne che hanno già affrontato e/o stanno affrontando la malattia”. Conclude il primo cittadino Cesetti.
L’Amministrazione Comunale, inoltre, ha aderito alla campagna promozionale della Lilt che vedrà le 106 associazioni provinciali offrire per tutto il mese di ottobre visite senologiche gratuite al fine di contribuire a sensibilizzare i cittadini sul messaggio dell’importanza della prevenzione oncologica.
Anche la città di San Severino Marche ha aderito alla Campagna Nastro Rosa 2020 dell’Airc. La facciata del Palazzo Comunale si è tinta di rosa come il colore della campagna della Fondazione per la ricerca sul cancro.
Nel 2019 i nuovi casi di carcinomi della mammella stimati in Italia sono stati 53.200. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore alla mammella è pari all’87%. Quest’anno le campagne di prevenzione contro i tumori, e quindi anche questa, sono più importanti degli altri anni. A causa della pandemia sono stati rinviati molti controlli, con il mese di ottobre è scattata l’ora dello screening al seno.
Il popolare critico d'arte Philippe Daverio, deceduto il 2 settembre scorso a Milano, era molto amico della terra maceratese. Abbiamo chiesto a Maurizio Verdenelli un ricordo, ad un mese dalla sua scomparsa.
"Quel giorno dovetti tirarla un po' alle lunghe perchè l'ospite atteso da tutti all'auditorium di Sant'Agostino a San Ginesio dove si celebrava la memoria, ad un anno dalla scomparsa, del prof. Giovanni Cardarelli, arrivo' con sensibile ritardo. A giustificarlo ci penso il 'gancio' che aveva consentito una tale presenza, Giampiero Feliciotti.
La motivazione era tuttavia largamente sufficiente a far comprendere la non piccola attesa. Philippe Daverio - deceduto a Milano il 2 settembre scorso - sulla strada per San Ginesio aveva voluto fare una deviazione per 'visitare' a Caldarola la lapide anticlericale di Giordano Bruno (sconosciuta ai piu' fino a quel momento) a Palazzo Pallotta.
Poi uscito su quella splendida piazza Sistina, al centro della cittadina, aveva ammirato un antico edificio intavolando con l'Ing. Riccardo Donati una serrata trattativa per acquistarlo.
Chissà quale esito ebbe all'inizio di compravendita nella culla del potente segretario di Stato di papa Sisto, il cardinal Evangelista Pallotta, alla vigilia del terribile sisma del 24 agosto di quell'anno che hanno visto Caldarola e San Ginesio, centri martiri all'interno del cratere sismico.
Nella città natale di Alberico Gentili, il critico d'arte ebbe poi modo di ammirare, tra gli ultimi nella splendida pinacoteca comunale, accompagnato dell'indimenticabile sindaco Mario Scagnetti, i capolavori 'Sibillini' con al centro la Pala di Sant'Andrea.
"San Ginesio? Piu bella della Villa Lumière, di Parigi insomma" disse Philippe Daverio, sinceramente ammirato.
Fu un pomeriggio meraviglioso nel ricordo del grande, pedagogista sanginesino, allievo spirituale di don Milani, il prof. Cardarelli che nel suo amatissimo paese aveva voluto scienziati famosi come Rita Levi Montalcini e divulgatori popolarissimi come Piero Angela e musicisti di successo come Antonello Venditti.
A ricordarlo, con il sottoscritto, l'indimenticabile Barbara Pojaghi, Giorgio Sancricca, Luciana Salvucci (sua erede alla guida dell'istituto Gentili), Massimo Sargolini e Tullia Leoni Cardarelli, vedova di Giovanni.
Quando sopraggiunse, ricordo, lasciai il mio posto al centro del tavolo dei relatori, a Philippe Daverio.
Dribblo' anche l'insidia polemica della domanda sulla teoria di Giovanni Carnevale per cui l'abbazia di San Claudio (Corridonia) sia da considerarsi in realta' come la vera Acquisgrana, la capitale di Carlo Magno.
Il critico d'arte si limitò a sottolineare come Acquisgrana e la tomba dell'imperatore sono in luoghi accertati e storicizzati, e dunque quale mistero? Limitandosi a ricordare come fosse un appassionato cultore della storia dell'imperatore, di aver avuto il doppio onore d'avere nelle sue mani la Corona ferrea e d'aver chiuso la porta della Sala della Meditazione che ospito' Carlo Magno prima dell'incoronazione.
Poi, ad una domanda 'intimistica', rivelò come sul piano del cibo, in quanto nato a Mulhouse (Francia) da madre alsaziana, fosse un sincero appassionato del paté d'oca. Concedendosi senza remore, lui sempre attento al timing, a quel caldo pomeriggio pre-estivo a San Ginesio, da lui raggiunto con ritardo 'sulla tabella di marcia'.
Daverio l'avevo conosciuto 7/8 anni prima a Camerino, al Tempio Ducale dell'Annunziata, ad un incontro culturale promosso da Comune (sindaco Enzo Fanelli) e da Unicam. Erano passati circa 10 anni dal terremoto umbro-marchigiano e il progetto della 'citta in rinascita' promosso generosamente dal sindaco Giannella pareva dirsi compiuto. E la tempesta sembrava quel giorno definitivamente dietro le spalle nello splendido colonnato del tempio varanesco illuminato dalla facondia del massimo divulgatore d'arte d'Italia".
Le Sorelle Povere di Santa Chiara, a San Severino Marche, si apprestano a vivere un fine settimana di intensa fede e religiosità per la professione temporanea dei consigli evangelici nella fraternità di due nuove sorelle: M. Chiara Belardinelli e Ch. Jenny De Sisto.
Il loro “Eccomi” sabato prossimo (3 ottobre) sarà anticipato, alle ore 21, da una veglia di preghiera nella chiesa di San Domenico. Poi domenica (4 ottobre), a partire dalle ore 16, la cerimonia della professione temporanea nel santuario della Madonna dei Lumi.
“Una gioia profonda che fiorisce indistruttibile, resa ancora più intensa e robusta dagli anni difficili che la nostra comunità ha vissuto e da tante difficoltà che tutti noi stiamo vivendo - annunciano così l’evento le Sorelle Povere di Santa Chiara, che sottolineano - Il terremoto ci ha prostrato, la malattia e la morte della nostra vicaria Luigia ci hanno addolorato e destabilizzato, la pandemia ci ha provate duramente. In tutte queste vicende, nel profondo del nostro soffrire, come un fiume silenzioso la presenza del Signore ha irrigato i nostri deserti e ha coltivato la Vita, una vita più forte della morte, una vita che non è solo frutto della nostra resilienza o delle nostre capacità, ma è soprattutto dono di grazia".
"Le due sorelle che scelgono di accogliere una chiamata e di consegnare se stesse in un impegno di consacrazione, seppur ancora non definitiva, sono il segno della vita nuova che il Signore sa far sorgere dalle nostre macerie. Una gioia che ha il sapore della risurrezione, una gioia vera che vogliamo condividere con i tanti fratelli e amici che in ogni frangente ci accompagnano” aggiungono le suore.
La celebrazione eucaristica di domenica pomeriggio sarà presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli.
Il magazine “Dove”, periodico della Rcs che fa viaggiare nei piaceri della vita coniugando turismo e lifestyle in un’unica testata, va alla scoperta di San Severino Marche e del suo territorio in un ampio itinerario, curato dalla giornalista Eleonora Lanzetti, dedicato alle “Vacanze nelle Marche in autunno, l’entroterra da scoprire tra foliage, vendemmia e piccoli borghi”.
“Qui – racconta 'Dove' – l’orologio sembra essersi fermato, lasciando spazio ad un ritmo a misura d’uomo. Paesi che conservano ancora i tratti originali, i mestieri sono quelli di un tempo, e dove si può ancora vivere un’atmosfera di genuina autenticità. In macchina, in moto o con qualsiasi mezzo, fuori dalle rotte più turistiche e visitando le città meno affollate, lasciandosi guidare dalla curiosità, si può scoprire una regione autentica. A San Severino si arriva nella bella piazza Duecentesca, cuore del borgo. Qui a pochi passi si visitano la Pinacoteca, il settecentesco teatro Feronia, piccolo gioiello di rara bellezza, e la torre del Castello Medievale, alta 40 metri e lievemente inclinata, che spicca nel centro storico come simbolo della città”.
Il tour di “Dove” prosegue poi alla scoperta della natura per presentare “lo spettacolo d’autunno di scena nella faggeta secolare di Canfaito, un ampio altopiano situato alle pendici del monte San Vicino”. Un vero Paradiso meta di tantissimi turisti a caccia dei più belli scatti di un foliage unico ambientato all’interno dell’omonima Riserva Naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, gestita dall’Unione Montana Potenza Esino Musone.
Infine la ricettività del territorio: “Il punto di partenza – per “Dove” – per visitare l’entroterra tra Ancona e Macerata, rilassarsi e godere della pace e della riservatezza delle colline marchigiane è Villa Teloni, grande dimora storica al centro di un triangolo che mette in connessione mare, montagna e collina”.
La dimora appartenne prima a Giuseppe Coletti e poi a suo figlio Francesco. Il primo, commendatore della Corona d’Italia e cavaliere ufficiale dei Santissimi Maurizio e Lazzaro, fu per oltre trent’anni sindaco di San Severino Marche e poi, per altri vent’anni, ricoprì l’incarico di consigliere comunale. Fu anche consigliere provinciale, presidente e fondatore di molti istituti di beneficenza.
Suo figlio, Francesco, illustre studioso in materie economiche, statistiche, agrarie e sociali fu docente di diverse università e autore di oltre cento saggi. Alla Città di San Severino Marche ha lasciato un importante fondo librario oggi conservato presso la biblioteca comunale “Francesco Antolisei”.
L’itinerario completo del periodico Rcs dedicato alle “Vacanze nelle Marche in autunno” è disponibile all’indirizzo https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cards/vacanze-nelle-marche-in-autunno/?img=16
Vincitore della Finale Nazionale “Mister Bello d’Italia 2020” svoltasi ad Alba Adriatica all’inizio di settembre, dove ha portato con orgoglio il nome di Potenza Picena alla ribalta del mondo della moda e dello spettacolo, Giuseppe Duro, potentino doc, è stato ricevuto in Municipio dal Sindaco della sua Città, Noemi Tartabini. Ad accompagnarlo all’incontro svoltosi nella Sala Giunta del Palazzo del Comune, la mamma Gianna Tramannoni prima sostenitrice di Giuseppe e all’occorrenza segretaria – manager. Giuseppe Duro, 19 anni, studia al Liceo Artistico di Macerata oltre ad essere un valente calciatore nato nelle giovanili del Potenza Picena ed ora in forza al Loreto.
Da tre anni è entrato, quasi per gioco, nel mondo delle sfilate e dei concorsi di bellezza fino ad ottenere l’ambito titolo di “Mister Bello d’Italia”. Un ragazzo con i piedi per terra che guarda al futuro con concretezza: “Per ora mi godo questo momento che mi ha dato l’opportunità di avere alcuni contratti con brand nazionali della moda – ha detto Giuseppe – ma nel mio futuro c’è altro. Conseguito il diploma delle superiori vorrei iscrivermi al corso di Laurea per Fisioterapista e, magari, avviare uno studio per conto mio”. Il Sindaco Noemi Tartabini ha voluto segnare questo momento importante per la vita di Giuseppe Duro, e di orgoglio per la comunità potentina, consegnandogli una pergamena, ideata e realizzata appositamente per l’occasione dall’artista Giusi Riccobelli, di “Ambasciatore della Bellezza di Potenza Picena”.
Festa grande oggi ad Appignano per le nozze di pietra di Armando (detto Silvio) Carciofo e Luisa Rango.
I sessantacinque anni di matrimonio della coppia saranno celebrati insieme ai figli Orlando e Luigi con le rispettive mogli Costantina ed Elisabetta, agli adorati nipoti e pronipoti ed i parenti tutti.
Ad Armando e Luisa i migliori auguri anche dalla redazione di Picchio News.