Grande soddisfazione a Porto Recanati per l'inaugurazione del Museo del Mare e della Civiltà Marinara. L'evento si è tenuto oggi pomeriggio: prima alle 17,30 un momento conferenziale e poi alle 18,30 l'apertura alla cittadinanza. Il Museo si trova in via XXIX Marzo 1935 e questa riapertura è avvenuta dopo i numerosi interventi fatti sia in ambito immobiliare che in ambito scientifico. Il Sindaco Roberto Mozzicafreddo ha dato gli onori di casa con il suo intervento, poi dopo di lui è stata la volta di Sergio Muniz e della consigliera regionale Elena Leonardi.
Tra gli applausi della platea, il momento conferenziale è andato avanti con le parole del Direttore del Muma di Genova Pierangelo Campodonico, della dottoressa Francesca Santoro in rappresentanza di Unesco e del Vice Sindaco di Porto Recanati Rosalba Ubaldi. L'ultimo tris di interventi è toccato a Isabella Tomassucci in rappresentanza dell'azienda Feel Blu, della dottoressa Alessandra Spagnolo del C.N.R e infine l'assessore alla Cultura del Comune di Porto Recanati Angelica Sabbatini: "Oggi è il coronamento di un sogno sia dell'amministrazione che di tutta la città - ha affermato l'Assessore Sabbatini - In tanti hanno contributo alla realizzazione di questo museo.
Questo museo di oggi affonda le radici nel passato e nelle associazioni che si sono prodigate nel mantenere viva la pesca portorecanatese e parlo dell'Associazione Pro Museo del Mare, del comitato pescatori e tutte le famiglie portorecanatesi che hanno donato i loro reparti. Oggi questo museo parte da quella storia e guarda al futuro. Il museo che abbiamo oggi - ha concluso l'assessore Sabbatini - è con un linguaggio moderno che è pronto ad accogliere le scolaresche pur mantenendo le radici delle tradizioni e della storia. I miei ringraziamenti vanno anche ai ragazzi dell'Ente Palio. Ho sentito vicino a me delle persone che avevano colto lo spirito di questa avventura e il contributo culturale che ha dato alla città. Ringraziamento ovviamente ai partner economici come la Regione Marche, Astea Energia, il Ministero, Flag Marche Sud".
Il 20, 21 e 22 agosto la terza edizione della festa della poesia, I fumi della fornace, indagherà il tema dell’isola intesa come approdo inconoscibile, scenario di un mondo che ancora non vediamo, ma verso il quale ci mettiamo in viaggio. Figura del ricominciare e di quella seconda nascita che sempre appartiene alla poesia, l’Isola è anche costruzione di un arcipelago, di un dialogo sempre mobile tra realtà e filosofie differenti.
La specie storta è il secondo movimento teatrale orchestrato da Giorgiomaria Cornelio e Lucamatteo Rossi insieme alla comunità di Valle Cascia. Un campo aperto di ricerca, sovvertimenti e progettazioni di mondi possibili. Un viaggio che coltiva il punto di stortura di ogni specie e che sarà in scena per i tre giorni al tramonto.
L’idea scenografica è un’idea in divenire, composta da una rete di oggetti che mutano continuamente destinazione e impiego. Il teatro è reso possibile anche dall’aiuto di artigiani e aziende locali, dal recupero di canti e tradizioni e memorie sepolte. Alcuni degli interventi musicali sono di Omero Affede e Isabella Carloni. Le scenografie sono realizzate da Luca Luchetti, Elena Martusciello dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e Clelia Cerboni Bajliardi, Sofia Salomoni e Lucia Lancellotti dell’Accademia di Belle Arti di Urbino. I costumi nascono invece da una collaborazione con la casa di moda Mavranyma.
Ogni giornata sarà aperta da Isola e Isole, una serie di dialoghi — organizzati da Giorgiomaria Cornelio e Giuditta Chiaraluce —tra filosofi, poeti, architetti, artisti e teatranti, con una particolare attenzione verso alcune realtà editoriali del panorama italiano come Argolibri, Tic Edizioni e Edizioni Volatili. Nei tre giorni interverranno: Bianca Battilocchi, Adrian Bravi, Maurizio Corrado, Angelo Ferracuti, Marco Giovenale, Claudio Kulesko, Francesca Matteoni, Matteo Meschiari, Claudio Morganti, Fabio Orecchini, Enrico Pantani, Massimo Raffaeli, Giorgia Romagnoli.
Al parco della poesia, le tre serate saranno introdotte da letture poetiche. Tra gli ospiti: Ida Travi, Tommaso di Dio, Claudio Morganti e Adrian Bravi. Il 20 agosto, Maurizio Boldrini presenterà, in apertura delle tre serate, il recital Mistica Minore.
Il 21 agosto, Lucamatteo Rossi presenterà Il Libro di Giobbe, recital poetico tratto dall’Antico Testamento che leggerà insieme a Valentina Lauducci, Veronica Formiconi, Giulia Pigliapoco, Diana Caponi, Alessia Zanconi, Valentina Compagnucci ed Elena Martusciello con musiche, tra le altre, di Giacinto Scelsi e Stefano Scodanibbio. Il libro di Giobbe sarà seguito dall’ascolto di Audio Doc Sound Title #3 di Pietro D’Agostino. Infine, il 22 agosto, il parco della poesia ospiterà il gruppo ‘E Zezi in concerto.
Le mostre — curate Diana Caponi, Giulia Pigliapoco e Veronica Formiconi — seguono un percorso tematico nomade, dunque “Isole” per un arcipelago itinerante. La prima novità è la collaborazione con l’architetto Lorenzo Malloni; le due strutture temporanee e assemblabili da lui progettate fungeranno da ingresso alla festa e saranno realizzate grazie all’aiuto della comunità che parteciperà attivamente alla loro costruzione attraverso laboratori e workshop.
Le architetture di Malloni saranno integrate con il progetto cartafoto Bio Padiglione “Attiva” di Pietro D’Agostino. Ospiteranno inoltre le opere selezionate attraverso la “Call for artists” che ha ricevuto richieste provenienti da tutta Italia. Lucia Bonomo, Greta Chiaravalle e Mario Naccarato sono, dunque, i nomi dei tre artisti selezionati per la mostra ATLANTE. La mappa di Valle Cascia vedrà la semina di nuove reti e connessioni anche grazie al dialogo con gli artisti Emanuele Resce e Valentina Avanzini, nel loro collettivo “Transpecies”. Un’altra isola sarà quella dei Libri d’artista esposti presso i Palazzi di Valle Cascia, in cui saranno presenti i lavori di Enrico Pantani e di Gilberto Carboni.
In continuità con il percorso delle precedenti edizioni, all’interno del Circolo Cassia Orestina ribattezzato Casetta ecologica, verranno riproposte le Corrispondenze dalla Villeggiatura: un’occasione per porre l’attenzione su poeti, scrittori o artisti marchigiani che hanno contribuito a creare una visione microscopica, altra, del loro territorio d’origine. Quest’anno, grazie alla collaborazione con Elena Frontaloni, sarà promossa la riscoperta dell’autrice Dolores Prato, originaria di Treia, tramite appunti, partiture visive di Nicoletta Calvagna, letture di Francesca Rossi Brunori e un video montato da Lucamatteo Rossi che approfondiranno il tema “dimenticato” dell’incontro con le piccole bestie.
La direzione artistica dei Fumi della fornace è ancora di Valentina Compagnucci e Giorgiomaria Cornelio. I fumi sono: Lucamatteo Rossi, Elena Martusciello, Veronica Formiconi, Giulia Pigliapoco, Diana Caponi, Luca Luchetti, Alessia Zanconi e, da quest’anno, Valentina Lauducci.
La festa è patrocinata dal Comune di Montecassiano, Comune di Macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata e Regione Marche e sostenuta in particolare da Mavranyma, Grafiche Fioroni, Malloni e Ristorante Villa del Cerro.
Prosegue il viaggio nelle Marche di Vittorio Sgarbi.
Il critico d’arte, dopo aver inaugurato ieri a Civitanova la mostra del fotografo Massimo Listri, ha fatto tappa oggi a Camerino.
L’onorevole Sgarbi, insieme al sindaco Sandro Sborgia e alla vicesindaco Lucia Jajani, ha fatto visita a Palazzo Castelli dove è stata allestita la prima mostra del cratere dal titolo: “Camerino fuori le mura, prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento”.
Il critico d’arte ha potuto ammirare la bellezza straordinaria delle opere esposte, dalla Pala ad altare del Tiepolo alla scultura del Bernini.
Il sindaco Sandro Sborgia ha ribadito ancora una volta l’importanza che riveste l'esposizione con le opere salvate dal sisma:“Testimonia il grande patrimonio artistico di cui dispone la città e per noi è un’importante occasione di rinascita. Da non dimenticare come tutto ciò sia stato reso possibile grazie all’intervento della curia, dell’Università di Camerino e della Regione Marche che hanno sostenuto e finanziato il progetto".
La visita di Vittorio Sgarbi nella città ducale è poi proseguita al polo museale Venanzina-Pennesi e alla basilica di San Venanzio. Apprezzato in particolar modo da Sgarbi il dipinto dell’Annunciazione di Giovanni Angelo d’Antonio, definito dal critico d’arte “il più bel quadro delle Marche”.
Inaugurata allo spazio multimediale San Francesco di Civitanova Alta la mostra fotografica delle opere di Massimo Listri e curata da Vittorio Sgabri, “La solitudine delle cose”.
Mentre ad Ascoli Piceno il celebre critico d'arte mette in scena la ricerca della bellezza attraverso opere provenienti dalla collezione Cavallini Sgarbi, a Civitanova Alta mette in scena l'imperfezione, il disordine anzichè l'ordine, la polvere anzichè il lustro.
Opere scattate apparentemente con la mano sinistra: “Masssimo Listri è un fotografo molto rigoroso, più di 30 anni fa cominciò a fare una grande campagna della bellezza non solo d'Italia per la rivista FMR, poi nella ricerca di luoghi meravigliosi si è trovato spesso a vedere come delle stanze laterali in cui c'erano delle cose abbandonate, quindi ha fatto una serie di fotografie che non avevano un committente e son venute fuori queste foto che sono molto poetiche in sè perchè raccontano di uno stato d'animo di chi vorrebbe un luogo e lo trova invece in abbandono” ha spiegato Vittorio Sgarbi.
"Fotografie che mostrano una certa inquietudine, ma anche un senso di pienezza di chi trova anche nell'irregolarità una certa forza vitale, quella forza che deve ispirare la ripartenza dopo il “periodo buio del Covid” ci ha detto il sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica, che ha aggiunto: “Abbiamo voluto una mostra fotografica di grandissimo livello curata dal più grande narratore e scrittore d'arte come Sgarbi si definisce. Proprio con lui lanciamo la nostra stagione estiva".
“Civitanova Alta è un posto bellissimo, questo spazio della chiesa sconsacrata è il luogo ideale per le mie fotografie - ci ha detto Massimo Listri - nella mia carriera ho scattato principalmente foto a palazzi ultrabarocchi, poi ho una serie di fotografie che rappresentano spazi tutto al contrario del fasto e sono più poetiche, quasi delle fiabe”.
“E' la prima volta che presento un vecchio amico come artista, da molto tempo già dagli impressionisti i pittori si trovano a confrontarsi con i fotografi e molte opere di grandi artisti come Degas non sarebbero quello che sono senza la fotografia, contemporaneamente molti artisti hanno deciso di andare per conto loro e diventare tali semplicemente facendo il loro mestiere, questo è il caso di Massimo Listri” ha concluso Sgarbi.
(Foto di Lucia Montecchiari)
È stata inaugurata ieri, a Camerino, la prima mostra nel cratere sismico di opere d'arte, alcune salvate dalle macerie del terremoto del 2016, dal titolo "Camerino fuori le mura - Prospettive d'arte dal Quattrocento al Settecento".
Tra le opere, una quindicina quelle esposte, spicca la "Visione di San Filippo Neri con la Madonna e il Bambino", realizzato da Giovan Battista Tiepolo tra il 1739 e il 1740.
Molte le autorità presenti all’inaugurazione, tra cui Il sindaco camerte Sandro Sborgia, l’arcivescovo Francesco Massara, unitamente all’assessore regionale alla cultura, Giorgia Latini, e i consiglieri Renzo Marinelli, Gianluca Pasqui e Romano Carancini. Al taglio del nastro ha partecipato, anche il senatore marchigiano Francesco Verducci, vicepresidente della commissione Cultura in Senato.
Tra le splendide opere presenti il ritratto di Giulia Da Varano bambina, di Dosso Dossi, recuperata circa un anno fa dai carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio: il quadro era stato rubato una quarantina di anni fa. "La mostra che inauguriamo a palazzo Castelli e che si concluderà il prossimo 19 settembre, è un altro momento di ripartenza di questa città dopo gli eventi sismici di 5 anni fa", ha detto il sindaco Sandro Sborgia. "Una mostra - ha aggiunto - che assume un duplice significato, da una parte è polo attrattivo per gli amanti dell'arte, dall'altra è testimonianza dell'importanza culturale che Camerino ha sempre avuto nel panorama nazionale e l'opera del Tiepolo ne è una assoluta testimonianza". Il sindaco ha ricordato che molte altre opere, estratte dalle macerie, "sono ancora ricoverate in attesa di essere restaurate, ma sono sicuro che torneranno, col tempo, ad essere visibili a tutti". "Intanto - ha concluso - la ricostruzione della città sta procedendo e questo ci dà grande fiducia e speranza per il futuro”.
“Questa mostra – ha concluso l’arcivescovo di Camerino Massara – rappresenta il secondo salotto di bellezza che abbiamo in città,".
Alla mostra “La Fede nell’Arte”, un omaggio di Maurizio Galimberti con “San Nicola reMade”.
A pochi giorni dalla cerimonia di inaugurazione, la mostra “La Fede nell’Arte” vive un altro evento molto importante. Infatti venerdì 25 giugno, alle ore 19.00, presso i locali dell’esposizione in via Filelfo, al piano terra delle ex carceri, sarà ospitata una mostra fotografica temporanea con le opere del celebre fotografo Maurizio Galimberti.
Come si ricorderà, da una idea di Alberto Marcelletti, è nato “San Nicola reMade”, un progetto che ha coinvolto il fotografo di fama internazionale Maurizio Galiberti che utilizzando la sua personalissima tecnica ha scattato oltre 9.000 istantanee polaroid per raccontare in un mosaico assolutamente unico, quanto affascinante, lo splendore artistico e spirituale del Cappellone e del complesso monumentale della Basilica di San Nicola da Tolentino.
Con Galimberti, il fotografo e regista Luca Giustozzi che ha curato anche uno short film che documenta il grande lavoro dell’artista fotografo.
Maurizio Galimberti con la sua tecnica di scomposizione e ricomposizione dell’immagine riesce a dare tridimensionalità a tutto ciò che ritrae e grazie ai suoi mosaici si ha l’occasione di vedere gli affreschi in modo nuovo, sorprendente, unico e infinito.
Alle ore 19.30 dopo l’apertura dell’esposizione fotografica, nel cortile della Biblioteca Filefica, è prevista una performance fotografica con la tecnica del mosaico Polaroid dello stesso Maurizio Galimberti.
Sono previsti interventi del Sindaco Giuseppe Pezzanesi, di Luca Giustozzi, di Giorgio Semmoloni e di Maurizio Galimberti. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Visita a sorpresa questa mattina del premio Oscar Dante Ferretti a Macerata. Il maestro è arrivato intorno alle 12, lo sguardo vispo e la curiosità di sempre: "Non so perchè sono qui" - ha ironizzato lo scenografo- . Sembrerebbe che l'amministrazione comunale abbia in cantiere un museo dedicato a me, per tutto quello che ho fatto nella mia carrieruccia, dal momento che sono nato in questa bellissima città che io adoro sempre di più, in cui purtroppo non vengo mai. Sono stato invitato, allora eccomi qua", ha aggiunto. "Ho scoperto una cosa -ha concluso ironico - che per avere il museo bisogna morire".
Ad attenderlo la vice sindaco del comune di Macerata Francesca D'Alessandro e l'assessore alla cultura e all'istruzione Katiuscia Cassetta. Non ha fatto mancare la sua presenza, in video collegamento anche il sindaco Sandro Parcaroli.
"Questa è una visita molto gradita, è un onore per noi ospitare il grande maestro Dante Ferretti, da questo incontro ci si apetta una valorizzazione della città nell'ottica della collaborazione con questa straordinaria figura conosciuta a livello mondiale - ha sottolineato la D'Alessandro -. C'è tutto un percorso che si è iniziato insieme, adesso dovremo concordare fattivamente quello che potremo fare per questa città e per tutto il territorio".
"Siamo molto soddisfatti dell’incontro di oggi con lo scenografo Dante Ferretti che, invitato dal sindaco alcune settimane fa, non ha mancato di essere oggi a Macerata per parlare di future collaborazioni con la città". dice l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta "Abbiamo incontrato nuovamente Ferretti, dopo il summit di alcune settimane fa a Cinecittà, per cercare di mettere insieme personalità di Macerata legate, tramite un rapporto di stima e affetto, a lui e per porre le basi di un progetto da costruire insieme – ha proseguito -. La volontà del Comune è che ci sia uno scambio reciproco tra ciò che il Maestro può dare alla città e ciò che Macerata può dare a lui".
"Come già avevamo ribadito nell’incontro a Roma, la volontà reciproca di pensare a un progetto concreto c’è ma è importante che ci siano i presupposti, economici e organizzativi, per realizzarlo e soprattutto che ci sia una ricaduta virtuosa sul territorio con attenzione ai giovani e a una rinascita nell’ottica turistica e culturale" ha concluso la Cassetta che ha inoltre anticipato che Ferretti tornerà a Macerata per la prima di Aida il 23 luglio.
Dopo l’incontro a Palazzo Conventati Ferretti ha effettuato un sopralluogo presso il cinema Italia e visitato Palazzo Ricci dove sarà allestita una mostra in suo onore dalla Fondazione Carima.
Tutto pronto a Camerino per l’evento atteso da quattro anni e mezzo. Sarà inaugurata domani (venerdì 25 giugno) a Palazzo Castelli la prima mostra del cratere: “Camerino fuori le mura, prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento”. L’estate della ripartenza, dopo il Covid e dopo il sisma, è all’insegna di un’esposizione che metterà al centro nuove prospettive d’arte valorizzando le opere recuperate nel territorio camerte e salvate dal sisma, provenienti da chiese e musei inagibili, ma non solo. Alcune di esse tornano in esposizione per il pubblico per la prima volta da quella triste data, altre dopo il restauro, per altre si tratta di riviverle attraverso le nuove tecnologie. La novità scientifica è costituita dal fatto che le opere sono state oggetto di indagini diagnostiche curate dallo spin off dell’Università di Camerino “Art & Co srl” e di valorizzazione attraverso una digitalizzazione eseguita dall'azienda Haltadefinizione i cui risultati saranno a disposizione del pubblico attraverso appositi strumenti multimediali. Bernini, Tiepolo, Dosso Dossi sono solo alcuni degli artisti tra il Quattrocento e il Settecento che furono protagonisti a Camerino ieri, come oggi permettendo di riappropriarsi di un patrimonio straordinario mai dimenticato. Una mostra che diventerà ambasciatrice del patrimonio culturale di Camerino e del suo territorio.
Sarà presente al taglio del nastro il senatore Francesco Verducci, vicepresidente alla Commissione Cultura in Senato.
”Trasumanar-oltre Dante" questo è il titolo dello spettacolo teatrale per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta che si terrà sabato 10 Luglio 2021 alle ore 21.30 nella splendida cornice dell’Anfiteatro Romano di Urbisaglia.
È un progetto d’istituto nato dall’idea di alcuni docenti con la collaborazione dell'educatrice e regista Fabiana Vivani.
Dante, il Sommo poeta, ed il suo capolavoro non tramonteranno mai perché ogni parola scritta è vibrazione, sentimento, emozione, pensiero che ancora oggi risulta essere incredibilmente attuale.
Dante è contemporaneo poiché è fuori dal tempo ed è universale: a lui interessa l’essenza dell’uomo, che è sempre la stessa e non muta, egli insegna il cammino che ci conduce alla conoscenza di noi stessi, senza la quale non vi può essere la vera felicità.
La sua è la condizione di tutto il genere umano, con i suoi limiti e la sua profonda umanità; una storia che nel suo sviluppo inizia nell’Inferno, si evolve nel Purgatorio per compiersi e trovare senso nel Paradiso.
Gli obiettivi prefissati sono quelli, dunque, non solo di esplorare l’animo umano e di far riscoprire l’incanto che Dante ha generato in tempi, solo in apparenza, così lontani da noi ma anche di creare, tramite l’esperienza teatrale, un momento di rinascita dopo tante sofferenze e privazioni causate da questa pandemia.
Il percorso, durante tutto l’anno scolastico non è stato affatto semplice, ad una fase iniziale in presenza si è aggiunto un periodo in didattica a distanza e poi di nuovo in presenza, ma nonostante tutto, l’entusiasmo degli allievi non si è mai affievolito anzi le difficoltà incontrate hanno reso i ragazzi ancora più forti e desiderosi di cimentarsi in questa avventura unica.
"Con i ragazzi abbiamo sviscerato insieme alla professoressa Consolati e alla regista Vivani, significative tematiche dantesche. Il viaggio è verso il suo termine, nonostante l'Inferno che abbiamo attraversato, che Paradiso sia! “Queste sono le parole dell’insegnante di Lettere Roserita Calistri.
Aggiunge la regista Vivani “E’ un viaggio emozionale tra i mondi danteschi della storia, della fede, della testimonianza letteraria ed umana del sommo poeta. Attraverso un percorso sensoriale, costruito sulle suggestioni dell’opera dantesca, lo spettatore sarà immerso in una dimensione caleidoscopica di suoni, immagini, corpi e parole volti alla valorizzazione del patrimonio artistico ed ambientale.”.
"Si ringrazia l’Amministrazione comunale di Urbisaglia che ha saputo, sin da subito, comprendere il valore del progetto e lo ha accolto con entusiasmo e fattiva collaborazione permettendoci di utilizzare una location straordinaria per storia e cultura come l’Anfiteatro Romano, che lo stesso Dante cita nel XVI canto del Paradiso".
Vi sono ancora alcuni posti disponibili, per info e prevendita rivolgersi al Liceo Artistico di Macerata allo 0733. 262198, o al Comune di Urbisaglia 0733. 511091, la prenotazione è obbligatoria.
“Era da pochissimo pubblicata la delibera relativa alla mostra che sarebbe stata organizzata nella Pinacoteca civica Marco Moretti per la stagione estiva 2021, che già si facevano congetture. Da ideatore e curatore della mostra “L’Assunta di Lorenzo Lotto: iconografia e repliche”, questo è il titolo definitivo, mi piace ricordare che l’idea di esporre questa opera è nata un anno fa durante una cena estiva a casa del proprietario del dipinto, che per ovvie ragioni vuole mantenere il riserbo”. Così la Direttrice della Pinacoteca, dottoressa Enrica Bruni a commento dell’opera che sarà esposta dal 26 giugno.
“La tela, a me nota da tempo, proviene da un’antica dimora di Civitanova Alta, portata a Roma anni fa, restaurata a Firenze negli anni ’80. E’ una opera di medie dimensioni che rappresenta l’Assunzione di Maria Vergine, è in piccolo la replica dell’Assunta dipinta da Lorenzo Lotto nel 1550 per la chiesa di San Francesco alle Scale di Ancona. L’esposizione di questo dipinto di ottima fattura, ha subito trovato sia nel Sindaco Fabrizio Ciarapica, che nel professor Stefano Papetti una entusiastica condivisione, e così siamo riusciti a riportare a Civitanova Alta, anche se per pochi mesi, quest’opera intrigante e particolare che ci spinge a riflettere su Lorenzo Lotto e riconsiderare l’influenza esercitata dal Maestro sulla pittura marchigiana e sulle repliche ispirate alle sue tele. Il quadro che esponiamo – continua Bruni - è inedito, databile al XVII secolo, di autore fino ad oggi ignoto e ci ricorda com’era la pala di San Francesco alla Scale prima delle diverse manomissioni subite nel tempo. L’Assunta che presentiamo in Pinacoteca sarà oggetto di studio storico, iconografico e attributivo, sarà anche oggetto di indagini tecniche e diagnostiche, non invsive, che vedranno collaborare con la Pinacoteca civica l’Università di Camerino per il Corso di laurea in Tecnologia e Conservazione dei Beni Culturali”.
La mostra è patrocinata dal Comune di Civitanova Marche, Assessorato alla Cultura, e realizzata in collaborazione con l’UNITRE Civitanova che “ancora una volta - sottolinea il Sindaco Fabrizio Ciarapica - nella persona della Presidente Marisa Castagna, coopera proficuamente con il Comune di Civitanova Marche alla realizzazione di appuntamenti culturali di qualità mettendo in essere quella che è la missione dell’Associazione: educare, formare, informare, promuovere la ricerca, aprirsi al sociale e al territorio. Civitanova Marche – prosegue il sindaco Ciarapica - dopo il periodo triste della chiusura a causa del Covid si rianima con due mostre d’eccezione che verranno inaugurate insieme il 26 giugno alle ore 17,00 quella in Pinacoteca civica e alle ore 18,00 quella su Massimo Listri allo Spazio Multimediale San Francesco, curata dal Professor Vittorio Sgarbi.
Anche se nel rispetto delle sicurezze sanitarie sarà contingentato l’afflusso del pubblico l’apertura prolungata delle due mostre, la prima fino al 26 settembre e la seconda fino al 30 settembre, darà a tutti il piacere di visitarle e di approfittare di occasioni speciali per l’arricchimento della nostra conoscenza.
Quella di ‘ripartire’ in grande con la cultura e l’arte a Civitanova e in particolare nella nostra Città Alta è stata una scelta meditata e voluta anche nell’ottica di valorizzare il nostro prezioso centro storico. Quindi scelta non casuale ma attenta a tutta la nostra comunità e per dare l’occasione ai visitatori, che sicuramente sapranno apprezzare, le nostre raffinate mostre e il nostro bellissimo borgo antico”. Ha concluso Ciarapica.
Da domenica 27 giugno prendono il via gli “Aperitivi al Museo”, organizzati dall’Amministrazione comunale di Mogliano, grazie al lavoro dell'assessorato alla cultura.
Gli aperitivi saranno dedicati alla memoria del professor Vincenzo Brocco, conservatore e primo direttore della civica biblioteca.
"Quattro serate rivolte alla valorizzazione del nostro patrimonio d’arte - così le definisce l'assessore Simone Settembri -. L’idea vuole coniugare la bellezza dei grandi capolavori con la degustazione dei prodotti d’eccezione del territorio. Un esperto d’arte ci aiuterà ad entrare nel mondo affascinante delle opere, conservate nel museo, grazie ad una conversazione all’aperto nella quale sarà possibile interloquire e scambiare opinioni. Al termine seguirà una breve visita guidata che illustrerà un’opera in particolare, poi si potranno assaggiare alcuni prodotti eno-gastronomici, presentati ed offerti direttamente dalle aziende. Un modo per far conoscere imprese di grande qualità che lavorano la nostra terra e producono beni di altissimo pregio".
Gli eventi avranno luogo nel piazzale di vicolo Boninfanti, all’ingresso del Museo di Arte Sacra, con l’affascinante vista dell’abside di S. Maria di Piazza. Il primo appuntamento domenica 27 giugno ore 18 vedrà la presenza della professoressa Francesca Coltrinari, dell’Università di Macerata, dal titolo “«…mi è forza andar a far alcune opere in la Marcha…», conversazione d’arte su Lorenzo Lotto. Al termine verrà illustrata la grande pala del pittore veneziano conservata a Mogliano.
“La Fede nell’Arte” è il titolo scelto per la nuova esposizione, allestita nei locali a piano terra delle ex carceri, a Tolentino, in via Filelfo n.44 e che presenta una selezione delle opere presenti nel Museo del Santuario di San Nicola.
Inaugurazione ufficiale mercoledì 23 giugno 2021, alle ore 18.00, nel cortile della Biblioteca Filelfica, conferenza di presentazione della nuova esposizione. Interverranno per i saluti istituzionali il Sindaco Giuseppe Pezzanesi, il Vicesindaco Silvia Luconi, l’Assessore alla Cultura Silvia Tatò. Prolusioni a cura del curatore della mostra Giorgio Semmoloni, di Gianfranco Ruffini e di Padre Gabriele Pedicino.
Alle ore 19:15 in via Filelfo n. 44, taglio del nastro e visita dell’esposizione. Per rispetto alla normativa anticovid la conferenza di presentazione è riservata solo agli invitati ma potrà essere seguita anche grazie alla diretta televisiva e sul canale youtube di Canale 14 – VideoTolentino.
Vista la concomitanza con l'iniziativa dei “Mercoledì dello Shopping sotto le stelle”, la mostra rimarrà aperta sino alle ore 23.00, con ingresso gratuito.
"Ogni opera esposta nel Museo del Santuario di san Nicola – scrive nella presentazione il curatore Giorgio Semmoloni - non solo va ammirata per il suo valore artistico ma va anche letta nel suo contesto, perché racconta al visitatore un frammento della storia secolare del Santuario tolentinate dando voce a personaggi illustri, ad eventi miracolosi, a devozioni pubbliche e private, a comportamenti, a consuetudini, a credenze e a riti popolari legati alla successione di tempi e di generazioni. Ogni opera, inoltre, costituisce un elemento essenziale per avere cognizione dei luoghi e dei tempi nei quali l'umile frate visse un'esperienza esistenziale di profonda fede, di servizio al prossimo, di penitenza e di ascesi che gli meritò, già in vita, una vasta fama di santità".
"La singolarità del Museo del Santuario consiste nell'ospitare numerosi manufatti artistici eterogenei un tempo collocati nella basilica dedicata al Santo, per questo creati o donati alla Comunità, rimossi nel corso dei secoli a seguito delle trasformazioni architettoniche subite dall'edificio sacro, del mutare delle esigenze o delle normative liturgiche, o del venir meno di consolidate devozioni popolari - aggiunge Semmoloni -. Tenendo presente l'importanza della raccolta e considerando che il Museo del Santuario è attualmente impraticabile a causa degli eventi sismici del 2016, l'Amministrazione comunale di Tolentino e la Comunità agostiniana hanno giudicato opportuno trasferire l'essenza del museo in altro luogo che permetta l'osservazione e lo studio di parte delle opere in esso conservate".
Estate, stagione di mostre e di eventi a San Severino Marche dove l’Amministrazione comunale è al lavoro per il riallestimento dell’esposizione dedicata al più grande artista settempedano del Novecento, dal titolo “Remo Scuriatti, fotografo e pittore”.
Inaugurata in due distinte sedi, nella centralissima piazza Del Popolo, la mostra in considerazione anche del successo ottenuto nelle settimane d’apertura venerdì prossimo (25 giugno) riaprirà i battenti all’interno della pinacoteca civica “P. Tacchi Venturi” di via Salimbeni. Nuovo l’allestimento del percorso, a cura di Shura Oyarce Yuzzelli. La mostra è curata, invece, da Alberto Pellegrino.
L’esposizione vanta opere riferite alla fotografia e alla prima stagione pittorica di Scuriatti, opere sul paesaggio marchigiano e della serie delle Galattiche ma anche opere dedicate alla “cerchia” di artisti che furono molto vicini al maestro.
Proseguono, nel frattempo, le altre esposizioni inaugurate a primavera e che resteranno aperte anche nei prossimi mesi. A palazzo Servanzi Confidati grande richiamo per la doppia mostra “Memorie di una Terra”, dedicata al Museo del Territorio e al Museo della Guerra. Orari di apertura da martedì 6 luglio a giovedì 30 settembre: martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10 alle 12:30, dal venerdì alla domenica e festivi dalle ore 10 alle 12:30 e dalle ore 16 alle 19. Chiuso il lunedì, eccetto i festivi.
In piazza Del Popolo, all’interno dell’ex chiesa di Santa Maria della Misericordia e del palazzo della Ragione Sommaria, si può visitare la doppia personale di Paolo Gobbi e Adriano Crocenzi dal titolo: “Come funamboli sul filo sospesi”. Orari di apertura da martedì 6 luglio a giovedì 30 settembre: il giovedì dalle ore 16 alle 19, dal venerdì alla domenica e festivi dalle ore 10 alle 12:30 e dalle ore 16 alle 19. Chiuso il lunedì eccetto i festivi. Nelle giornate di martedì e mercoledì visite solo su prenotazione tramite la Pro Loco al numero di telefono 0733/638414.
E sempre da martedì 6 luglio, e fino a tutto il mese di settembre, orario estivo anche nei musei settempedani. La pinacoteca civica “P. Tacchi Venturi” sarà aperta dal martedì al sabato dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 19. Domenica e festivi dalle ore 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 19. Il lunedì resterà chiusa salvo nei giorni festivi.
Il museo archeologico “G. Moretti”, invece, si potrà visitare dal giovedì al sabato dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 19. La domenica e nei giorni festivi apertura dalle ore 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 19. Il lunedì chiuso, eccesso i giorni festivi. Martedì e mercoledì, inoltre, sarà possibile prenotare una visita tramite la Pro Loco.
Infine i musei di Borgo Conce si potranno visitare tutti i giorni, eccetto il lunedì, su prenotazione sempre alla Pro Loco o al numero di telefono 0733638414.
Venerdì 25 giugno riapriranno le porte a visitatori e turisti il Museo Civico di Villa Colloredo Mels e il Museo dell’Emigrazione Marchigiana, al termine di un periodo di chiusura dovuto alla recente emergenza sanitaria e nel corso del quale si è optato per la realizzazione di numerose migliorie al vasto complesso che ospita l’importante polo culturale; recenti lavori hanno infatti riguardato soprattutto l’implementazione delle misure di prevenzione e sicurezza (soprattutto di adeguamento dei sistemi di protezione attiva antincendio), ma anche dell’apparato di videosorveglianza e della rifunzionalizzazione di diversi spazi, nonché l’acquisizione di nuovi, che in futuro ospiteranno ulteriori attività espositive.
Con le riaperture del Museo Civico di Villa Colloredo Mels e del Museo dell’Emigrazione Marchigiana torna dunque a pieno regime la fruibilità del circuito museale “Infinito Recanati”, che comprende anche la Torre del Borgo/Murec e il Museo Beniamino Gigli, i quali avevano già aperto le porte ai visitatori lo scorso maggio.
A partire dal 25 giugno tutti i musei del circuito saranno aperti dal martedì alla domenica, con orario 10-13 e 15-18, e a partire dal 5 luglio tutti i giorni, fino alle 19.00.
Macerata al centro, ripartendo dalla sua piazza principale, piazza della Libertà, perché libera deve essere sempre la cultura. Le grandi idee, i movimenti artistici e culturali un tempo nascevano nei caffè. La cultura dal basso, che nasce nel luogo dell'incontro e del confronto, la piazza.
Elisabetta Garbati, medico ginecologo maceratese, ha avuto l'idea di questa presentazione e ha fortemente voluto questo momento di condivisione con tutta la città, per riflettere sull'ultimo romanzo del talentuoso autore maceratese David Miliozzi.
Alla presentazione interverrà la socia fondatrice di Appassionata, Lorella Bonotti come relatrice dell’evento. “E tutto iniziò a tremare” racconta il viaggio più sconvolgente, dalla pancia della madre a questa terra, dal punto di vista del padre.
Il libro è ambientato nel 2016, nel periodo del terremoto, quando i protagonisti affrontano la loro prima gravidanza. Il terremoto sismico viene paragonato al terremoto ormonale a cui è sottoposto il corpo di Elisabetta, con un intreccio di eventi emotivi che portano il lettore alla scoperta del magico mondo della vita, che con le sue emozioni spesso ci fa tremare. A questo romanzo è ispirato l'omonimo cortometraggio interpretato dall'attore Simone Riccioni, con la regia di Federica Biondi, uno dei quattro episodi del film “La ballata dei gusci infranti” che uscirà il prossimo autunno, a cinque anni dalle scosse che hanno sconvolto il centro Italia.
Una serata in cui letteratura, cinema e musica risuoneranno nel cuore della città, per dare un segnale concreto di ripartenza, nel momento in cui l'estate torna ad avvicinarci dopo un inverno di distanze. "Ci vediamo in piazza della Libertà venerdì 25 giugno dalle 18.30, al Centrale, per condividere insieme un momento di cultura e di convivialità" sottolinea David Miliozzi.
Due anteprime avviano la trentesima edizione estiva di San Severino Blues, un traguardo importante per uno dei festival più longevi delle Marche e d’Italia, nato nel 1991.
Trent’anni di grande musica internazionale blues, soul, jazz e rock, segnati dalle presenze di artisti di fama mondiale come Patti Smith, John Mayall, Joe Bonamassa, Blues Brothers, Joe Jackson, Mike Stern, Pat Metheny, Dr John, Suzanne Vega, Joan Armatrading, Eric Burdon, Alì Farka Tourè, Eric Gales, solo per citarne alcuni, e di tanti artisti italiani come Fabio Treves, Carmen Consoli, Eugenio Finardi, Raphael Gualazzi. Trent’anni di successi artistici e di pubblico.
Il grosso della trentesima edizione si svolgerà dal 18 luglio a metà agosto e il cartellone sarà svelato nelle prossime settimane. Intanto San Severino Blues ha deciso di aprire i palchi con due ghiotte anteprime. Venerdì 25 giugno alle 21,15 piazza del Popolo di San Severino Marche ospiterà Sugar Blue, lo storico armonicista dei Rolling Stones, cogliendo l’occasione della sua presenza in Europa, prima che torni negli Stati Uniti. Lunedì 28 giugno piazza Filippo Corridoni a Corridonia in occasione delle festività del patrono della città risuonerà del Blues Rock & Love Tour di Matthew Lee, ospite Gennaro Porcelli il chitarrista di Edoardo Bennato.
“Questo giorno rimarrà nella piccola storia del nostro comune”. Sono queste le parole con cui il sindaco di Morrovalle Stefano Montemarani ha aperto il dibattito che è seguito all'inaugurazione della nuova sezione archeologica del museo-pinacoteca di palazzo Lazzarini. Diversi gli ospiti dell'evento “Archeologia a Morrovalle. Dallo scavo alla musealizzazione”. Per i saluti sono intervenuti, oltre al primo cittadino: il presidente della Regione Francesco Acquaroli, la presidente dell'Archeoclub Morrovalle Nazzarena Acquaroli, l'assessore comunale a Cultura e Turismo Valentina Salvucci, il presidente dell'Archeoclub d'Italia Rosario Santanastasio. A seguire gli interventi dell'ingegnere Paolo Alessio, direttore tecnico della società Gasdotti Italia, il dottor Stefano Finocchi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, il prof Roberto Perna, docente di Archeologia classica a Unimc, Stefano Coccia e Isabella Piermarini della Società Cooperativa Archeologia. A condurre il giornalista e scrittore Adolfo Leone. In sala era presenta anche tutta la giunta comunale, gli archeologi che hanno partecipato agli scavi e il conte Antonio Lazzarini.
Due le aree archeologiche rinvenute nel 2019 a Morrovalle duranti gli scavi della Società Gasdotti Italia S.p.a per la realizzazione del metanodotto San Marco-Recanati: nella prima, in contrada Burella, sono state portate alla luce sepolture di una necropoli Picena con presenza di elementi di corredo funerario, inquadrabili tra la fine del VII e il VI secolo a. C.; nella seconda, in località Borgo Santa Lucia, sono stati trovati resti di epoca romana, in particolare reperti che confermano la presenza nelle vicinanze del Fanum Apollonis. Dopo un anno e mezzo di studi e restauri, curati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche in collaborazione con la Cooperativa Archeologia, con il supporto del Comune e la collaborazione dell'Archeoclub locale e di Unimc, si è arrivati all'inaugurazione di oggi, il coronamento di un percorso di archeologia preventiva nato dalla sinergia di tutti gli attori coinvolti. Due la sale espositive con i reperti, corredate da pannelli esplicativi con testi e immagini che sono state inaugurate. A supporto dell'esposizionr, anche una sala immersiva, dove il visitatore potrà vedere, con la realtà aumentata, le aree in corso di scavo e le ricostruzioni in 3d delle sepolture.
“La storia di Morrovalle che finora conoscevamo per il suo aspetto medioevale – ha sottolineato il sindaco Montemarani - si arricchisce quindi di due capitoli che andranno approfonditi, perché abbiamo fatto parte anche di due grandi civiltà del passato. Si potrebbe pensare che gli studi archeologici sono solo per gli addetti ai lavori, ma io non la penso così. Il momento di crisi che stiamo vivendo è per me innanzitutto una crisi del soggetto, una crisi dell'uomo, che si è smarrito, è disorientato, ha perso certezze, ha perso valori, ha perso quelle evidenze che una volta facevano parte del nostro senso comune. E proprio l'andare a studiare le nostre radici, le antiche civiltà, può essere uno dei fili di Arianna che ci aiuteranno ad uscire dal labirinto in cui ci siamo cacciati”.
“Sono felice che queste scoperte possano rappresentare anche un'attrattiva turistica – ha aggiunto il governatore Acquaroli - ma devono rappresentare soprattutto uno stimolo a cercare di capire sempre di più quella che è la nostra storia, che molto spesso neanche noi riusciamo a comprendere in profondità. Poi da assessore al Turismo mi sento di dire che cercheremo di creare circuiti legati al paesaggio, alla storia medievale dei nostri borghi, al mare, alla montagna, alle peculiarità enogastronomiche, ma anche circuiti legati all'archeologia, perché girando il nostro territorio scopriamo una serie impressionante di siti, che fanno della nostra regione una regione ricchissima”.
Ha parlato di un piccolo grande sogno che si realizza l'assessore Valentina Salvucci. “Sono una archeologa mancata – ha detto - per cui quando nel 2019 ho saputo di questi rinvenimenti e ho fatto un'esperienza di scavo per me è stato assolutamente emozionante. Come Comune poi ci siamo inseriti e abbiamo cercato di fare in modo che questi reperti rimanessero a Morrovalle, cosa non scontata. Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza abbiamo quindi avviato questo progetto, che va ad arricchire il nostro museo, la nostra città e l'offerta turistica. C'è grande soddisfazione per il risultato finale, frutto della sinergia di tutti i soggetti che hanno partecipato”.
Se l'importanza dell'archeologia preventiva nella realizzazione di grandi opere come il metanodotto è stata affrontata dall'ingegner Alessio della Gasdotti Italia e dai tecnici della società Cooperativa Archeologia, sono stati il dottor Finocchi e il prof Perna a parlare della rilevanza dei reperti rinvenuti.
“Prima del 2019 – ha spiegato Finocchi riferendosi ai reperti di epoca picena – non c'era cognizione di una presenza così antica nel territorio. Tra la fine del VII secolo e l'inizio del VI secolo a. C. la comunità picena era già strutturata in modo gerarchico con una livello sociale che prevedeva una verticalità. E questo possiamo dirlo perché nella necropoli abbiamo scoperto delle sepolture monumentali, in cui il defunto che ricopriva ruoli specifici nella comunità, è sepolto al centro e isolato dal resto, come a voler dividere il sacro dal profano. Inoltre i corredi funerari testimoniano rapporti con altre civiltà del Lazio, dalla Sabina, del Tirreno, il controllo della viabilità e delle merci”. “Io credo che le informazioni che arrivano da questi scavi sono fondamentali – ha continuato Perna - Abbiamo ritrovato il Fanum appollonis, un deposito votivo, dove sono stati lasciati e deposti materiali votivi appunto. Ed è importante perché è da questi materiali che capiamo il culto. Noi dobbiamo pensare al culto nel mondo antico in maniera diversa ad oggi: il culto era parte integrante della comunità, quindi capire il culto significa capire come le comunità percepivano se stesse. I romani quando sono arrivati in questo territorio, già popolato e articolato, hanno individuano il culto per trasformarlo dal punto di vista sociale e politico. Il Fanum nasce quindi per trasformare la precedente comunità, e in questo senso i rinvenimenti ci danno elementi fondamentali per capire come questo territorio sia stato trasformato tra il III e il II secolo a. C. Chi abitava qui è diventato romano, ma se vogliamo un romano diverso dai romani di Roma, è stato una trasformazione biunivoca, come tutte le trasformazioni. La comunità picena era composta soprattutto da pastori e guerrieri, quindi era legata alla transumanza e non aveva forti insediamenti stabili. I romani hanno portato un'economia diversa, agricoltori che hanno imposto ai precedenti pastori un modo diverso di gestire il territorio”.
Dopo il dibattito visite guidate con gli archeologi dello scavo nelle sale espositive. Le visite proseguiranno settimanalmente con le guide dell'Archeoclub nei giorni di sabato e domenica dalle 16 alle 19.
Domenica 27 giugno 2021, alle ore 5 del mattino, a Cingoli, nell’ampio e suggestivo piano panoramico così detto del Cristo delle Marche, avrà luogo l’evento musicale: “Lasciando la notte” – concerto all'alba
L’evento, organizzato dal Comune di Cingoli, di cui aprirà la stagione estiva 2021, vedrà protagonista, per questa 1° edizione, l’ensemble strumentale Corpo Bandistico di Villa Strada, diretto dal M° Luca Pernici.
"L’auspicio – ha dichiarato il Sindaco Michele Vittori – è quello che l’alba di questa prima domenica dell’estate 2021, che saluteremo in musica con questo concerto all’aria aperta, possa essere anche l’alba di una nuova normalità per la nostra comunità. Ripartire con la carica che solo da la musica, all’insegna dello stare insieme, in uno dei luoghi speciali del nostro “Balcone delle Marche”.
Abbiamo accettato con grande entusiasmo e in pieno spirito di collaborazione la bella proposta del Sindaco Vittori – ha affermato Giuliano Toccafondo, presidente del sodalizio musicale - per noi una stupenda occasione per riprendere l’attività della Banda.
Celebrato nel 2013 il 1° centenario di attività, il Corpo Bandistico di Villa Strada, unica banda del Comune di Cingoli, ad una costante attività di didattica musicale affianca una intensa attività concertistica. La formazione musicale composta di amatori nonchè di numerosi professionisti del territorio cingolano, vanta attualmente un organico di 46 elementi.
La notte che vorremmo lasciarci alle spalle – ha concluso il Sindaco Vittori, sulla scia della suggestione del titolo dell’evento - è quella che ci ha privato della socialità e della libertà: due valori che, con speranza e fiducia, vogliano riaffermare come fondamentali con questo evento".
E proprio ai temi della libertà e della fiducia nel futuro sarà dedicato il repertorio che verrà proposto nel concerto, pensato per l’occasione dal M° Luca Pernici, e che toccherà celebri pagine della musica del ‘900 (da Mascagni ai The Doors, passando per Morricone, i Queen e Battiato) appositamente orchestrate dallo stesso direttore per l’ensemble del Corpo Bandistico di Villa Strada.
L’evento, libero e gratuito, si svolgerà nel rispetto delle vigenti normative anti-covid.
La prima mostra del “cratere” è stata allestita a Camerino e apre nuove prospettive d’arte sul Centro Italia. Sarà inaugurata, infatti, il prossimo 25 giugno, fino al 19 settembre, a Palazzo Castelli, nella città ducale, “Camerino fuori le mura: prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento”, promossa e sostenuta dalla Regione Marche e dal Comune di Camerino. Una mostra che vuole valorizzare le opere d’arte recuperate nel territorio camerte e salvate dal sisma, provenienti da chiese e musei inagibili. Alcune di esse tornano in esposizione per il pubblico per la prima volta da quella triste data, altre dopo il restauro, per altre si tratta di riviverle attraverso le nuove tecnologie. L’obiettivo è quindi riappropriarsi di un patrimonio straordinario mai dimenticato, una mostra che diventerà ambasciatrice del patrimonio culturale di Camerino e del suo territorio.
È stata presentata questa mattina a Palazzo Raffaello ad Ancona alla presenza dell’assessore regionale alla cultura Giorgia Latini, del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, dell’assessore alla cultura di Camerino Giovanna Sartori, del Rettore Unicam Claudio Pettinari e dell’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, Mons. Francesco Massara.
“E’ una mostra simbolo – ha sottolineato l’assessore regionale Giorgia Latini – per diversi motivi: per il grande lavoro di squadra e l’ottima collaborazione istituzionale tra tutti i soggetti interessati e che voglio ringraziare, per l'amore verso il patrimonio culturale, volto a renderlo condivisibile a quante più persone e perché si tratta di una vera ripartenza di questo territorio ferito, che ha sempre dimostrato di sapersi rialzare dalle difficoltà, come sanno fare i marchigiani. Con questa mostra evento diamo un segnale forte di speranza proseguendo un più ampio percorso di valorizzazione delle opere d’arte di cui le Marche sono ricche. Il nostro obiettivo è quello del rilancio economico attraverso la cultura, volano imprescindibile per la crescita dei territori.”
L’esposizione prenderà vita in uno dei palazzi storici della città, grazie alla preziosa collaborazione dell’Università di Camerino il cui Rettore, Claudio Pettinari, è anche membro del Comitato scientifico. Si tratta di una mostra-evento di cui il visitatore, come un novello Indiana Jones, personaggio protagonista del video promozionale proiettato in apertura della conferenza stampa, è parte importante, potendo passeggiare tra la Pala d’ altare del Tiepolo, per scoprire ogni minimo dettaglio - grazie all’utilizzo di Haltadefinizione (un nuovo modo di vedere l’arte in gigapixel) - dell’opera che è l’unica testimonianza del pittore veneto nell’Italia centrale. In esposizione anche il ritratto del Dosso Dossi di Giulia Da Varano l’ultima duchessa di Camerino, l’Annunciazione, il manifesto più sorprendente del Quattrocento marchigiano, di Giovanni Angelo d’Antonio interprete, per molti precursore, della pittura colta e raffinata di Piero della Francesca, per arrivare al busto bronzeo del Bernini. Il costo complessivo del progetto è di 90 mila euro di cui 80mila stanziati dalla Regione Marche e 10 mila quale compartecipazione finanziaria del Comune di Camerino.
“Camerino non dimentica le sue origini – ha detto il sindaco Sandro Sborgia - è una città per vocazione d’arte e di cultura e proprio quest’ultima desideriamo che sia il motore della ripartenza, di un rilancio economico e sociale del nostro territorio ferito dal sisma e poi alle prese col Covid. Partiamo dal Rinascimento, tra i periodi esplorati nella mostra, per arrivare a una rinascita che deve passare indubbiamente da tanti fattori e settori e la cultura per noi è uno dei principali su cui puntare attraverso le comunità, i territori, le tecnologie”. Un lungo lavoro, seguito in ogni passo dall’assessore alla cultura Giovanna Sartori: “Con la mostra abbiamo voluto esporre qualcosa di mai fatto prima: il visitatore è catturato letteralmente dai fasti che per noi hanno il forte valore simbolico di rinascita. Sono prospettive d’arte che vedono al centro l’identità camerte, ma che si proiettano a una prospettiva molto più ampia – “Fuori le mura “ appunto - e che, per questa terra ferita dal sisma, vogliono anche rappresentare un nuovo inizio ripartendo da uno spazio storico che diventa altro, un'istallazione che vince il connubio tra antico e contemporaneo. Camerino manifesta così la volontà di ripartire dall’arte e dalla cultura e il fatto che si faccia promotore della prima mostra del cratere è metafora di rinascita vera e collettiva”.
“Abbiamo tutti negli occhi quel tragico novembre del 2016 – ha detto il Rettore Claudio Pettinari - quando quelle stesse opere salvate dalla Soprintendenza, da Legambiente, lasciavano la nostra città , ferite e a bordo di camion. Nell’animo il dolore e la preoccupazione di non poterle forse più rivedere. E invece siamo qua oggi a festeggiare questo ritorno allo splendore per una mostra tanto attesa, ben cinque anni . La bellezza e l’importanza di queste opere d’arte stanno a dimostrare la prestigiosa tradizione storica di Camerino e l’Ateneo è pronto a proseguire insieme alle istituzioni questo cammino di valorizzazione dei beni culturali sia del territorio camerte che della regione, supportando le azioni con le nostre competenze , la ricerca e lo studio applicati alla promozione e tutela dei beni culturali, attraverso l’architettura, l’informatica, la chimica e la comunicazione digitale.
La novità scientifica è costituita dal fatto che le opere sono state oggetto di indagini diagnostiche curate dallo spin off di Unicam Art & Co srl e di valorizzazione attraverso una digitalizzazione eseguita dall'azienda Haltadefinizione i cui risultati saranno a disposizione del pubblico attraverso appositi strumenti multimediali. Non c’è un unico curatore della mostra ma è stato un lavoro collegiale di un Comitato scientifico composto da: prof. Pier Luigi Falaschi, dott.ssa Marina Massa, dott.ssa Barbara Mastrocola, prof. Claudio Pettinari, rettore di Unicam, dott. Matteo Mazzalupi, prof. Francesco Orsolini, prof.ssa Alessandra Pattanaro. Sono state selezionate le opere più rappresentative, importanti e di pregio presenti nella città di Camerino e nel suo territorio, dando il necessario risalto all'opera del Dosso Dossi (restaurata di recente e mai esposta), alla pala d'altare del Tiepolo e all'Annunciazione di Giovanni Angelo d'Antonio.
“Sarà l’occasione per confermare che insieme si può lavorare bene avendo obiettivi comuni – ha affermato l’Arcivescovo Massara – da Camerino parte un messaggio di speranza che andrà non solo fuori ma “oltre le mura”, diventando una salotto della Bellezza a livello nazionale. Riscoprire questi tesori farà bene all’economia del territorio oltre che al godimento dell’anima come l’Arte può rappresentare. Insomma questa mostra realizza un sogno che contribuisce anche ad uscire dai campanilismi sterili.”
La mostra, come evento espositivo di rilevo dell’estate camerte, rappresenta anche un’insostituibile opportunità per approfondire la cultura, la storia e l’arte del territorio insieme al nuovo Polo museale “Venanzina Pennesi”.
Dismessi i panni da rettore dell’Università di Macerata per un pomeriggio, Francesco Adornato ha accompagnato gli spettatori della Controra di Musicultura alla scoperta di uno dei più grandi cantautori italiani, Bruno Lauzi. E’ emerso un ritratto vivo, complesso, di “un uomo libero”, come recitava il titolo dell’incontro ospitato nel cortile comunale, che ha visto intrecciarsi insieme episodi di vita, riflessioni, relazioni e pensieri dell’artista.
A dialogare con il rettore, appassionato e fine conoscitore del panorama musicale contemporaneo, non solo nazionale, è stato Stefano Bonagura, consulente artistico del Festival, conduttore e autore di tanti programmi per le reti radiofoniche Rai. Il tutto punteggiato dalle letture di Piero Piccioni e dagli intensi interventi musicali del duo Alessandra Rogante, voce, e Casta alla chitarra.
Bruno Lauzi, ritenuto con Umberto Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta “scuola genovese”, ottiene i primi riconoscimenti a 26 anni con il brano Ritornerai. “Quando l’ascoltai la prima volta, è stato come se la mia malinconia di adolescente si facesse canzone”, è stato il ricordo di Adornato, che ha sottolineato il grande successo avuto dal brano anche nel cinema.
“In un incontro a Roma per festeggiare il ritorno di Gabriel Garcia Marquez, attraversando la Piazza, finito il pranzo, lo scrittore colombiano gli cinge la vita e gli chiede un autografo e racconta che, nel suo primo soggiorno nella capitale, Ritornerai era la sua canzone preferita”, ha raccontato.
I rapporti con Giorgio e Paolo Conte, l’impegno civile, “Rivendicava la libertà di scegliere per coerenza e non per convenienza“, il rapporto con la provincia sono stati alcuni dei punti toccati. “Il microcosmo della provincia faceva diventare ogni piccolo tratto o vicenda un epifenomeno del mondo: Menica Menica, Le bigotte, Il poeta. Penso anche all’America di Paul Simon, scoperto insieme a James Taylor, grazie ai fratelli La Bionda. Dice: Adoravo l’America. Orizzonte più ampio rispetto alla provincia italiana ma sostanzialmente analoga”.
Lauzi è stato uno scrittore poliedrico. Suoi sono capolavori per grandi interpreti femminili come Ornella Vanoni e Mia Martini. “Adatta in italiano due testi di Roberto Carlos Braga e di Erasmo Carlos. L’appuntamento si apre con un verso rimasto quasi nella memoria collettiva: Ho sbagliato tante volte ormai…”.
Per non parlare dei più piccoli. “La sua bizzarra creatività – ha concluso Adornato - è stata esercitata con risultati sorprendenti anche nelle canzoni per bambini: La tartaruga, Johnny Bassotto (cantata da Lino Toffolo), Cocciottella, Al pranzo di gala di Babbo Natale, l’audio-libro Virgola, un cane con le orecchie a sventola con disegni di Altan, fino a fondare una casa editrice di disco-libri, la “Pincopallo” dove poesia e canzone fanno corpo comune”.