In occasione del Grand Tour dei Musei-Giornata Internazionale dei Musei, evento che si è svolto nel fine settimana, la Pinacoteca civica Marco Moretti di Civitanova Alta ha messo in mostra per la prima volta il trittico scultoreo: “Le morte stagioni” del maestro Valeriano Trubbiani, scultore maceratese morto l’anno scorso, artista conosciuto e apprezzato nel mondo, le cui opere sono esposte in prestigiosi musei. La giunta comunale ha infatti accolto la richiesta presentata dalla direttrice della Pinacoteca, Enrica Bruni, autorizzando la stipula del contratto d’uso gratuito della scultura in acciaio, che è di proprietà di una civitanovese e raffigura il volo di tre uccelli.
Il sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica, che sabato mattina ha partecipato all’apertura della mostra nella casa natale di Annibal Caro, ha sottolineato la riapertura dei musei come un segnale importante, dopo le chiusure a causa del Covid-19: “La nostra città è ricca di Beni culturali così come la nostra nazione che vanta il primato del patrimonio culturale, architettonico e artistico, settore da cui sono certo ripartirà l’economia per affrontare le sfide future in campo globale”.
“Per la Pinacoteca Moretti è quella di oggi una data speciale poiché riapre, dopo le gravi difficoltà dovute al Covid, con il Grand Tour dei Musei 2021 e la Giornata Internazionale dei Musei, al quale la nostra “Casa d’Arte” non poteva mancare – ha proseguito il primo cittadino. In questa circostanza, Civitanova mette in mostra un’opera di grande valore, come il trittico scultoreo in lega di alluminio del Maestro Valeriano Trubbiani, che si aggiunge alle altre di grande pregio. Il mio sentito e commosso ringraziamento e quello della nostra Città va, per la generosità e la sensibilità, alla signora Marcelletti, che ci ha onorato con questa importante donazione che i visitatori e i cittadini potranno ammirare. Infine, il mio ringraziamento va alla direttrice della Pinacoteca, dottoressa Bruni, perché instancabilmente si occupa della cura di questo luogo, direi sacro, e offre a me e alla nostra Amministrazione l’opportunità di avere opere straordinarie alla portata di tutti che arricchiscono culturalmente ognuno”.
Manufatto straordinario e di grande attualità dunque, che la signora Paola Marcelletti, figlia del grande imprenditore di mobili di Corridonia, apprezzato e conosciuto per la lungimiranza commerciale, ha con grande generosità e sensibilità voluto dare in uso gratuito perenne alla Pinacoteca. Risalente agli anni Settanta, esprime tutta l'originalità e l'attualità del messaggio di Trubbiani, artista marchigiano di indiscussa levatura, che ha portato, con la sua arte, l'Italia nel mondo, che arricchisce ulteriormente la raccolta d'arte moderna e contemporanea.
“La rappresentazione dei tre uccelli – ha spiegato Enrica Bruni - ha un valore molto attuale poiché i essi simboleggiano la natura che viene sopraffatta e violata dall’uomo. La natura con questi tre uccelli che non possono più volare viene sopraffatta dall’umanità incurante. Niente di più attuale viste le emergenze ambientali che stiamo vivendo e che Trubbiani, grandissimo artista, precorre già 50 anni fa”.
Il patrimonio artistico della Pinacoteca è fruibile alla cittadinanza in maniera gratuita.
Aperture: da lunedì a sabato ore 8. 30 alle 13 30.
Per prenotazioni per gruppi: info@pinacotecamoretti.it - oppure 0733/891019.
In foto la signora Paola Marcelletti con le figlie e Francesca Peretti (presidente TdC), il Sindaco Ciarapica e Enrica Bruni
È partita nel week end di sabato 22 e domenica 23 maggio la fase due del progetto social de “I Borghi più belli d’Italia” delle Marche. Dopo il successo delle campagne pubblicitarie online, il progetto si arricchisce con le esperienze dei micro-influencer con un tour nelle varie località.
Montecassiano, Cingoli e Treia hanno inaugurato il tour Borghi Marche di micro-influencer e blogger, per la valorizzazione delle esperienze più emozionanti da poter vivere nei Borghi marchigiani, attraverso una narrazione sui propri canali social.
“Questa nuova strategia servirà per dare ulteriore visibilità alle esperienze nei borghi – dice il consigliere delegato ai Borghi più Belli d’Italia Sabrina Virgili, pronta a partecipare anche all’assemblea annuale del prossimo luglio in Umbria – soprattutto nella fase presente e dei prossimi mesi in cui il turismo di prossimità sarà lo scenario principale”.
“La pandemia ha rimandato il progetto di un anno; il progetto di promozione turistica dell’associazione dei Borghi più Belli d’Italia delle Marche finanziato dalla Regione e affidato all’agenzia Spinaci (partecipata di GH srl di Cesena) specializzata in marketing per destinazioni turistiche, attività locali e franchising, giunge ora alla seconda fase di promozione strategica”.
“Le presenze dell’estate 2020 ci fanno ben sperare anche per quest’anno – l’amministrazione comunale di Treia – il mercato è in crescita, vi è una ricerca continua di esperienze da poter vivere in tranquillità, nei borghi, a contatto con gli abitanti e le tradizioni locali”.
Ecco i luoghi visitati dai blogger dei Borghi: dopo alcuni scatti in Piazza della Repubblica, capitolo sport con prove di tamburello con i campioni della Treiese e di e-bike con gli istruttori del Muddy nella splendida location di San Lorenzo; quindi Porta Vallesacco, il Teatro comunale, il museo del bracciale e quello civico archeologico per passare infine alla preparazione e successiva degustazione del calcione treiese.
Dulcis in fundo Villa Spada: non poteva mancare una visita in uno dei luoghi più amati dai treiesi aspettando la riapertura in estate.
"Un ringraziamento al club regionale de I borghi più belli delle Marche per l’opportunità e al Ristorante Pizzeria Antica Fornace e Hotel Grimaldi di Treia per l’ospitalità offerta".
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Il biopic su Gabriele D’Annunzio arriva al cinema Cecchetti di Civitanova Marche. Da domani 20, fino a mercoledì 26 maggio, l’Azienda dei Teatri proietta Il cattivo poeta, di Gianluca Iodice.
Il film racconta gli ultimi anni di vita del poeta-vate, interpretato da Sergio Castellitto, delineando il ritratto di uno dei personaggi più rilevanti della letteratura italiana e della storia del nostro Paese.
Nel cast anche Francesco Patanè, Tommaso Ragno, Fausto Russo Alesi, Massimiliano Rossi e Clotilde Courau.
L’orario di proiezione è unico, alle 20.30 (lunedì chiuso). Prezzo del biglietto: intero € 5,00 – ridotto € 4,00 (fino a 18 anni, oltre i 65 e studenti universitari fino a 24 anni). Per informazioni è attivo il numero TDiC informa: 351/5715757.
"Oggi è un giorno tristissimo per la musica italiana. Battiato è stato il più socratico tra gli artisti, bisogna essergli grati per aver insinuato nei nostri cuori, con la genialità della sua opera e con la quotidianità del suo esempio, una domanda semplice e profonda: come è giusto che io viva? ". Questo il ricordo di Ezio Nannipieri , direttore artistico di Musicultura, Festival della Canzone Italiana Popolare e d'Autore.
Franco Battiato, morto oggi nella sua residenza in Sicilia, è stato per anni parte attiva del Comitato di Garanzia di Musicultura, con la sua opera ha contribuito alla valorizzazione delle giovani promesse della canzone italiana.
La sua toccante interpretazione de 'La cura' durante un'esibizione alla XVIII edizione del Festival (nel 2007) rimane una testimonianza unica negli annali di Musicultura.
(Fonte: ANSA)
"Io e Raffaello” questo il titolo della mostra dell’artista Alberto Lanteri che si aprirà domenica prossima 23 maggio alle ore 16, presso le Sale espositive della Bottega di Giovanni Santi nella Casa Natale di Raffaello di Urbino.
Curatore della mostra è il Presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino Luigi Bravi che ha fortemente voluto questa esposizione di opere realizzate dal Maestro Lanteri. Scrive Bravi nella sua prefazione: “Alberto Lanteri ha messo mano su Raffaello e se l’è reso “proprio”, mostrando come l’insegnamento e la riflessione sulle invenzioni, le forme, le figure di Raffaello possa considerarsi mai sopito e anzi fecondo, fresco e libero dalla più triste “accademia”. Il Raffaello Eterno, diventa il Raffaello Particolare, il Raffaello di Lanteri, nel quale sbocciano farfalle, piume, fiori, spighe, gemme e gioielli da una natura preziosa e giocosa. Ben trova posto quindi nella bottega dove Raffaello ha iniziato la sua mirabile esperienza il dialogo con Lanteri, che spalanca le porte e veste gli abiti della festa anche quando ventate cupe porterebbero ad archiviare le pratiche della vita. Chi si lascerà portare dalle creazioni di Lanteri si troverà creature del passato, spente dalla tradizione, volutamente prive di colori, rapportate ad un presente acceso di vita che popola di preziosità e venerazione immagini fuori dal tempo, abusate e intristite dal meccanico tributo di generazioni in formazione. Il dono che si porta a casa chi avrà visto questa mostra sarà la gioia di guardare a quel che fu non come ad un’opera il cui rapporto con noi è tagliato dal divario cronologico, ma come qualcosa che brulica operoso nel presente.”.
La mostra “Io e Raffaello” è inserita negli eventi promossi dal progetto artistico di Mauro Mazziero “Mayday” che da anni si occupa di promozione artistica e culturale del territorio.
“l’Arte di Alberto Lanteri è un inno alla gioia e alla vita, fatto molto raro nel panorama contemporaneo.– ha affermato Mauro Mazziero - Dal suo apprendistato con Pietro Annigoni ha maturato una grande abilità tecnica che gli consente di ritrarre dal vero senza artifici cogliendo la vitalità dei soggetti attraverso una pennellata raffinata e decisa. Un inno alla bellezza e, soprattutto, all’arte e alla bella pittura che rinfranca l’anima offesa da tante brutture.”
L’allestimento della mostra è a cura di Luca Spagnoli il catalogo è realizzato da Mauro Mazziero e contiene testi di Gilberto Grilli, autore delle foto, Luigi Bravi, Luca Spagnoli e Vittorio Sgarbi.
La Pinacoteca civica Marco Moretti di Civitanova Alta apre i battenti per un’occasione importante come il Grand Tour dei Musei 2021 e la Giornata Internazionale dei Musei (International Museum Day – IMD). Sabato 22 e domenica 23 maggio, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, il direttore Enrica Bruni accompagnerà gli ospiti in visite straordinarie guidate e lectio sul tema: “Il futuro dei Musei: rigenerarsi e reinventarsi”.
Per l’occasione, sarà esposta l’ultima acquisizione, il trittico scultoreo “Le morte stagioni” di Valeriano Trubbiani.
Il tradizionale appuntamento non fallisce il rendez-vous del 2021, promosso da Assessorato alla Cultura della Regione Marche, Fondazione Marche Cultura, MiC-Ministero della Cultura Direzione Regionale Musei Marche e Coordinamento regionale Marche di Icom Italia.
Gli sconvolgimenti legati al Covid-19 hanno spinto il settore culturale a promuovere innovazioni fondamentali e i musei, difendendo il potenziale creativo della cultura come motore per il rilancio e l’innovazione dell’era post-Covid, sono gli attori principali di questo cambiamento: testimoni del passato, custodi della memoria e dei valori dell’umanità per le future generazioni, i musei giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo della società e l’educazione delle comunità.
“La Pinacoteca civica Marco Moretti ha riaperto da qualche settimana e ora accetta la nuova sfida e rilancia la sua collezione - spiega la dott.ssa Bruni - L’appuntamento di questo fine settimana vuole essere un viaggio alla scoperta del nostro patrimonio culturale, mettendo in essere tutte le norme anti-Covid. Non rinunciamo al prezioso rapporto tra noi, il Bello e il patrimonio culturale fonte di benessere e di arricchimento. Per l’occasione ammireremo il trittico di Trubbiani”.
Ingresso e visita guidata gratuiti. Per prenotazioni: info@pinacotecamoretti.it; oppure 0733/891019.
“I segreti del Moby Prince” edito da “Vydia”, con prefazione di Pietro Grasso, ricostruisce i trent’anni da quel 10 aprile 1991 in cui il traghetto, partito da Livorno destinazione Olbia, appena uscito dallo scalo toscano, sperona, alle 22.35 la petroliera “AGIP Abruzzo”. Il greggio prende fuoco. Delle 141 persone a bordo del traghetto se ne salva solo una.
Per trent’anni la vicenda è avvolta nella nebbia, in tutti i sensi. Le tesi giudiziarie, emerse in due processi, vengono dopo quasi trent’anni smontate, pezzo per pezzo, dalla commissione d’inchiesta del Senato, guidata da Silvio Lai. Il volume di Vincenzo Varagona ricostruisce questa lunga storia, dagli esiti processuali alle conclusioni della commissione, che offre elementi per l’apertura di un terzo procedimento.
In particolare, tuttavia, il testo, per la prima volta in questi anni, presenta i profili di alcune vittime, attraverso le testimonianze dei familiari.
Dal loro dramma, dalle loro ferite ancora aperte, si arriva alla battaglia dell’associazione, anzi, delle associazioni che uniscono tutti i familiari delle vittime: dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio.
Il volume tenta di aprire piste di discussione sui temi aperti da sempre: perché ci sono voluti trent’anni per scoprire che quella notte la nebbia non c’era; che l’equipaggio non è stato affatto distratto da una partita di calcio in tv; perché i soccorsi si concentrarono sulla petroliera, ignorando il traghetto; perché le autorità americane hanno negato le foto satellitari che documentano i movimenti di numerose navi militari Usa attorno alla petroliera? Cosa stava succedendo? C’è un punto di contatto con il peschereccio Oktobar II su cui indagava Ilaria Alpi e che si trovava in rada a Livorno?
Soprattutto, la domanda di fondo: le 140 vittime potevano essere salvate? Allora si disse che i soccorsi non si erano mossi nella convinzione che la morte era arrivata in pochi minuti. In realtà le perizie hanno dimostrato l’esistenza di segni di vita a bordo per diverse ore. L’agonia fu atroce.
Il libro ricostruisce una vicenda che ricorda molto da vicino le dinamiche e gli intrighi internazionali di Ustica e contiene contributi di Gregorio De Falco, Beppe Giulietti, Mariangela Grainer, Loris Rispoli, Nicola Rosetti, Francesco Sanna, Gabriele Bardazza, i fratelli Angelo e Luchino Chessa, Stefano Vidori, Flavia Corda, Paolo Mastino, Franco De Felice, Stefania Serino e di alcuni familiari delle vittime.
La foto in copertina è di Massimo Sestini.
L’Arte, nelle sue differenti espressioni formali, possiede il potere di trasportare l’essere umano in quella zona che Platone chiama l’acustica dell’anima. In questa particolare occasione l’Arte diviene supporto speculare e Omaggio concreto alle donne e agli uomini che nei tragici giorni della Pandemia hanno condiviso dolori, sacrifici ed esperienze con incondizionata dedizione e il più alto senso di umanità: un messaggio, un esempio di valore universale.
La Mostra - dal titolo “ARTE per il Bene Comune” Nel Segno di Joseph Beuys, è stata fortemente voluta e promossa a beneficio di Dematepa, associazione di medici volontari presieduta dal Dott. Fabio Corvatta, che svolge attività di telemedicina a supporto dei medici di medicina generale e dei cittadini per la lotta contro il Covid, dalla Baronessa Lucrezia De Domizio Durini, da Domenico Guzzini, accomunati dalla volontà di intervenire per aiutare il territorio in un momento di grande difficoltà a causa dell’emergenza post Covid.
Sono parte integrante del progetto esecutivo: Confindustria Macerata, Il Comune di Recanati, l’Assessore alla Cultura Rita Soccio, il Museo Villa Colloredo Mels di Recanati e l’Associazione Paesaggio dell’Eccellenza.
Responsabili culturali dell’evento sono Giorgio D’Orazio, curatore e direttore de "Il Luogo della Natura in Bolognano" e Lucrezia De Domizio Durini, studiosa e militante del pensiero Beuysiano.
Ancora una volta la grande famiglia dell’Arte è stata generosa donando opere di diverse ricerche e differenti tipologie formali.
La mostra rispecchia e rispetta i concetti fondamentali del Maestro tedesco Joseph Beuys: "La collaborazione libera e solidale", "Il rispetto dell’uomo e della nostra Madre Natura". "L’Unità nelle Diversità".
L’allestimento nello spazio della Galleria Civica Guzzini a Recanati darà al visitatore atmosfere suggestive, impressioni e sensazioni di infinito e di trascendenza toccando i sentimenti a seconda della propria sensibilità e del desiderio di comprensione. Si tratta di opere d’Arte, di simboli, metafore e messaggi sociali che si collegano agli stati d’animo, all’idea pura dell’artista.
Nella mostra la musica, sorella gemella dell’arte che esprime l’essenza della potenzialità cosmica, farà da sottofondo alle opere d’arte sublimando l’intero spazio espositivo attraverso la composizione musicale.
L’inaugurazione dell’esposizione ai terrà sabato 29 maggio alle ore 18.00 presso la Galleria Civica Guzzini a Recanati, via Cesare Battisti 34.
Per informazioni Museo Civico Villa Colloredo Mels info@villacolloredomels.it (0717570410)
(Foto di Lucia Montecchiari)
"Morrovalle, una porzione d'infinito".È lo slogan scelto dal Comune per la nuova campagna di promozione turistica della città: storia, architettura, archeologia, natura, eventi, enogastronomia, un racconto a 360 gradi che ha saputo coniugare tradizione e nuovi linguaggi. Dalla nuova segnaletica per i monumenti, ai tour virtuali accessibili con il Qr code.
L'ultimo atto di questo percorso di promozione turistica in cui l'amministrazione comunale, in particolare l'assessore al Turismo Valentina Salvucci, è impegnata da tre anni, con l'obiettivo di rilanciare l'immagine della città e renderla più attrattiva, offrendo al turista tutti gli strumenti necessari per poter vivere a pieno un'esperienza unica, è stata la pubblicazione della guida cartacea. Una pubblicazione divisa in varie sezioni: origini e storia di Morrovalle; punti di interesse culturale, con le schede degli edifici e dei monumenti più caratteristici: l'ex Convento Francescano e auditorium Borgo Marconi, palazzo del Comune e Torre civica, palazzo Lazzarini e la pinacoteca, il palazzo del Podestà, il museo internazionale del presepe, tanto per citarne alcuni. E poi ancora: la sezione archeologia, con le recenti scoperte che hanno portato alla luce sepolture di una necropoli Picena; il tempo libero e i percorsi ciclonaturalistici: passeggiata Colli Bellavista in corso di realizzazione, il Pincio, la selva di Francesco, proprio in questo periodo al centro di un importante intervento di restyling, il parco Pegaso e il percorso fluviale sul Chienti. Senza dimenticare lo shopping, i principali eventi dell'anno, le eccellenze enogastronomiche e le informazioni sull'accoglienza. Questo è l'apice di un percorso iniziato appunto con la realizzazione del nuovo logo turistico "Morrovalle, una porzione d'infinito".
A cui è seguita la realizzazione delle targhe con Qr code per i monumenti e la nuova sezione del sito http://turismo.comune.morrovalle.mc.it/. Con questo nuovo sistema, inquadrando il Qr code del monumento con il proprio smartphone o tablet si accederà a una guida interattiva che ne spiegherà la storia e le sue peculiarità. Lo stesso potrà essere fatto accedendo direttamente al sito nell'apposita sezione dedicata, cliccando sulla mappa virtuale l'edificio che si vuole visitare, si potrà entrare in tour virtuale, accompagnato dalla spiegazione di una guida. Sempre nel sito inoltre, è possibile accedere a un video tour della città completo negli angoli più suggestivi del centro storico.
Il Museo civico archeologico “Silverj” al Castello della Rancia si arricchisce di una nuova importantissima sezione, dedicata agli eccezionali ritrovamenti di epoca mesolitica rinvenuti in contrada Pace a Tolentino.
L’esposizione presenta un gran numero di reperti, resti di un accampamento di diecimila anni fa, una perfetta ricostruzione dello stesso accampamento, pannelli esplicativi in italiano e inglese con foto, immagini e illustrazioni di grande impatto.
L’inaugurazione del nuovo Museo è prevista per fine mese e il programma contempla anche visite guidate per i neofiti e gli appassionati e istruttivi e divertenti laboratori riservati ai bambini e ragazzi, tutto a cura della cooperativa Archeolab di Macerata, che ha condotto la campagna di scavo.
I resti dell’accampamento sono emersi durante la preparazione dei lavori per la realizzazione del nuovo campus scolastico e sono riferibili al Mesolitico (9.500-5.500 anni a.C.), epoca degli ultimi cacciatori-raccoglitori preistorici, che precede in Europa l’introduzione dell’economia di agricoltura e allevamento durante il Neolitico.
"Lo scavo archeologico, svolto tra il 2019 e il 2020 da ArcheoLab sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, con il supporto delle Università degli Studi di Ferrara, La Sapienza di Roma e di Firenze – ricorda l’Assessore alla Cultura Silvia Tatò - ha messo in luce un esteso suolo caratterizzato da concentrazioni di manufatti litici e resti ossei e altri tipi di evidenze come focolari e aree carboniose databili, secondo l’analisi di alcuni dei reperti, alla fase più antica del Mesolitico (Sauveterriano).
La ricchezza delle testimonianze recuperate e la portata scientifica delle scoperte effettuate sono molto rilevanti non solo perché vanno parzialmente a riempire la lacuna conoscitiva sul Mesolitico nelle Marche, sinora noto solo per il ritrovamento di Pievetorina, ma anche perché consentono di proporre il sito come un luogo cruciale per la comprensione delle più antiche frequentazioni del maceratese, proiettandolo nello scenario culturale e turistico regionale.
"Da qui – conclude l’Assessore Tatò - l’idea di valorizzare queste scoperte, favorendone la diffusione su scala locale e nazionale, incoraggiando ulteriori studi e ponendo Tolentino come centro strategico per la diffusione della conoscenza della Preistoria del nostro Paese. Per il raggiungimento di questo obiettivo si ritiene che si debba partire dalla realizzazione di una mostra archeologica finalizzata a presentare in anteprima le potenzialità del ritrovamento di Contrada Pace e di porre le basi per la nascita di un’ampia sezione archeologica dedicata al Mesolitico nella prestigiosa sede del Castello della Rancia di Tolentino, già sede del Museo Archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, che diventerebbe un importante punto di riferimento per il racconto e la conoscenza di questo periodo dell’età della Pietra".
Nei prossimi giorni verranno resi noti tutti i particolari che riguardano il nuovo Museo e il programma dell’inaugurazione.
La Città di San Severino Marche racconta le “Memorie di una Terra” ospitando, dal 22 maggio al 24 ottobre prossimi a palazzo Servanzi Confidati, l’allestimento temporaneo di un doppio museo. L’evento culturale, promosso dal Comune assessorato alla Cultura e Turismo, vedrà allestito al piano terra dello storico edificio il Museo del Territorio e al primo piano il Museo della Guerra.
Con il primo percorso si intende dare voce ad alcune testimonianze della civiltà contadina, artigianale e protoindustriale mentre con il secondo sarà raccontata la seconda guerra mondiale attraverso le testimonianze della cosiddetta Campagna d’Italia.
Il Museo del Territorio, ospitato fino al terremoto in un edificio annesso alla sede dell’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi”, nasce da una felice intuizione del preside Giuseppe Micozzi Ferri che, negli anni Novanta, con passione e dedizione iniziò a raccogliere da privati cittadini una serie di testimonianze storiche e documentarie.
Successivamente il museo si è arricchito di oggetti e strumenti legati al fiorente artigianato locale e alla civiltà protoindustriale. Scopo principale del museo, da sempre, è quello di rinforzare l’identità collettiva difendendo e mantenendo la memoria dal pericolo della dimenticanza e dai possibili travisamenti dell’antico significato di usi e costumi.
Nel museo rivivono, quindi, i fondamenti della nostra cultura, una presenza attiva capace di riannodare l’incontro tra le nuove generazioni e il vissuto dei loro antenati, spesso dimenticato.
Il Museo della Guerra, invece, è stato reso possibile dalla donazione di padre Ivo Marchetti, frate cappuccino. Il religioso ha raccolto oltre 3mila reperti del secondo conflitto e ha deciso di donarli alla Città di San Severino Marche con cui ha sempre avuto profondi legami affettivi.
Verrà esposto un patrimonio storico documentario che rappresenta gli avvenimenti bellici dal 1943 al 1945, noti anche come Campagna d’Italia. Il museo mostra gli orrori della guerra ma, nel ricordare stragi e dolori, diviene un valore culturale al fine di preservare la memoria storica e sollecitare la conoscenza del passato.
Il doppio allestimento è stato curato dall’architetto Shura Oyarce Yuzzelli. Del comitato di studio fanno parte il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, l’assessore comunale alla Cultura, Vanna Bianconi, Claudio Cicconi, Raoul Paciaroni, Lorenzo Paciaroni, Egidio Pacella, Alberto Pellegrino, Claudio Ancillai e Silvio Gobbi.
L’iniziativa è patrocinata dal Ministero della Cultura, dalla Regione Marche, dal Consiglio regionale delle Marche, dalla Provincia di Macerata, dall’Unione Montana Potenza Esino Musone, dall’Accademia di Belle Arti, dall’Università degli studi di Camerino, dall’Università degli Studi di Macerata, dalla Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative, dalla Fondazione Claudi, dal Rotary Club di Tolentino e dalla Biblioteca statale di Macerata.
È stato battuto il primo ciak del nuovo spot web del Comune di Sarnano che ha per protagonista l’attore Cesare Bocci, uno tra i più noti e apprezzati volti del mondo dello spettacolo e della fiction italiana da sempre legato all’entroterra maceratese, sua terra d’origine. Dopo aver vestito i panni di “cicerone d’Italia” nel programma Mediaset Viaggio nella grande bellezza, Bocci sarà il testimonial della nuova campagna online del piccolo borgo ai piedi dei Sibillini.
«Ho tanti bellissimi ricordi legati a Sarnano e alle sue montagne» racconta Cesare Bocci «da bambino era la meta della gita della domenica, da ragazzo venivo con gli amici d’estate perché il grande fermento di eventi e di turisti ci permetteva di incontrare persone diverse. Sulla vetta di Pizzo Meta ci sono tornato tante volte, sia in compagnia, perché il panorama è così romantico, che da solo, quando avevo bisogno di un posto dove stare con me stesso: lassù sembra di stare in cima al mondo».
«Siamo lieti che Cesare Bocci abbia accettato la nostra proposta nonostante i numerosi impegni e tutte le difficoltà legate al Covid: è un testimonial d’eccellenza, amatissimo dal pubblico e innamorato delle nostre terre» commenta il Sindaco Luca Piergentili. «Poter associare la sua immagine a quella di Sarnano è un grande onore: siamo sicuri che ci aiuterà a far conoscere la nostra offerta turistica a un pubblico molto ampio e auspichiamo di continuare questa collaborazione anche negli anni successivi. Intanto, questo primo spot uscirà a metà giugno e sarà veicolato esclusivamente sul web attraverso campagne profilate su Facebook, Instagram e YouTube collegate al nostro portale www.sarnanoturismo.it».
«Tutta l’Italia dovrebbe ripartire dal turismo, ma credo che, dopo la pandemia, le persone apprezzino molto di più la dimensione umana, l’atmosfera intima che si respira nei piccoli borghi come Sarnano, sempre più organizzati sul fronte dell’accoglienza» continua Cesare Bocci «Sarnano è come un salotto da cui godere le bellezze della natura e dell’arte, stare all’aria aperta e gustare prodotti tipici d’eccellenza».
Lo spot, prodotto da Vincenzo Fazio e Arturo Morano per Art Show e realizzato dal collettivo di filmmaker marchigiani Lunastorta Produzioni, prevede diverse fasi di lavoro. Lo shooting con Cesare Bocci si è svolto tra il 6 e il 7 maggio, in accordo con le disponibilità dell’attore impegnato, tra le altre cose, sul set della fiction Rai Imma Tataranni, ma le riprese andranno avanti per tutto il mese al fine di poter inserire nel video le immagini che raccontano i diversi aspetti dell’offerta turistica sarnanese, con una particolare attenzione alle attività outdoor, che costituiranno l’elemento cardine dell’estate post-pandemia.
Andrea Angeli, maceratese da più di trent'anni ed impegnato nelle principali missioni di pace internazionali, cala il suo personale poker letterario.
È infatti in rampa di lancio la sua quarta fatica che uscirà nelle librerie domani dal titolo "L'Assedio Invisibile", volume edito, come le precedenti pubblicazioni, dalla casa editrice Rubbettino .
Il libro ripercorre le traversie di un contingente Nato durante il periodo pandemico- la ‘Kosovo Force’ – che, non potendo di certo eseguire le operazioni in ‘smart working’, è costretto a barcamenarsi tra una emergenza sanitaria dilagante - che non ha risparmiato neanche i soldati di pace - e l'obbligo di tenere le posizioni nei territori più caldi del Kosovo.
Una presenza fondamentale quella della Kosovo Force volta a garantire gli equilibri di una regione nella quale si inserisce anche l’inasprimento di una antica diatriba tra i monaci ortodossi e le autorità kosovare, una situazione esplosiva che l’Italia delle feluche e delle stellette riesce a disinnescare in extremis.
Una missione di pace che trova una parte del suo compimento anche nel monastero di Dečani, ed è proprio attorno a quel gioiello trecentesco dell'arte sacra serba, che si sviluppa una delicata mediazione del comandante Nato italiano Michele Risi e dell'inviato della Farnesina Nicola Orlando.
“Una terra dove un gioiello d’arte e di umanità come il monastero ortodosso di Dečani, che protesse i kosovari durante le scorribande del nazionalismo serbo e serbi durante quelle del nazionalismo kosovaro è stato teatro di una difficile mediazione – racconta l'inviato di guerra nei fronti più caldi, Toni Capuozzo, autore della prefazione del libro – . Non se ne è saputo molto, in un’ Italia alle prese con tanti problemi. È il destino, alle volte, delle buone notizie, quelle che mostrano un sistema Italia che funziona lontano da casa. Per fortuna qualcuno c’è l’ha raccontato”.
Un testo che rappresenta un vero e proprio diario di una operazione di 'peacekeeping' molto particolare arricchito dai punti di vista di tanti personaggi del momento del giornalismo e politica che hanno avuto il piacere di trovarsi al fianco dell’autore: “L'offensiva diplomatica di un alpino e di un ambasciatore - come ha ricordato Francesco Rutelli a commento del libro - che tra mille difficoltà risulta alla fine vincente, scongiurando una nuova pericolosa crisi tra serbi e kosovari”.
Ultime settimane di lavori al Museo del Mare di Porto Recanati in vista della riapertura. L’inaugurazione è prevista per gli ultimi giorni di giugno e nell'occasione verrà organizzata una serata in Arena aperta a tutti i cittadini di Porto Recanati e dedicata al mare in quanto la riapertura del Museo rientra nelle iniziative per il Decennale 2021-2031 che l’UNESCO dedica alla tutela del mare e degli oceani.
“In questi giorni - spiega l’assessore alla cultura Angelica Sabbatini - si stanno facendo tutti i lavori di colorazione delle pareti, nei prossimi giorni dovranno essere installati i pannelli informativi e i supporti multimediali. La scorsa settimana c’è stato un sopralluogo con i tecnici della sede di Genova che fino ad ora avevano lavorato da remoto”.
“A lavori terminati, verranno esposti alcuni pezzi significativi e rappresentativi della storia della Città – continua - un lavoro importante è stato fatto sia nella scelta dei testi che nella selezione dei reperti scientificamente validi. Di questo lavoro ringraziamo sentitamente il Centro Studi Portorecanatesi, il prof. Giuseppe Perfetti e il personale della Ditta E.T.T. oltre che l'associazione Piccola pesca che, insieme ad alcuni concittadini, hanno permesso la realizzazione di un filmato 3d che guiderà il visitatore in una tipica giornata di pesca portorecanatese. Ad accogliere i visitatori ci sarà un bancone di entrata realizzato su una barca messa a disposizione del Museo dal Signor Eliseo Sabatinelli e sulle pareti saranno apposte immagini caratteristiche del Museo del Mare com'era prima del nuovo allestimento. I ragazzi del Servizio Civile, già debitamente formati sotto il punto di vista della normativa COVID, garantiranno l’apertura del Museo dal martedì alla domenica con turni pomeridiani e serali ma anche mattutini con la riapertura delle scuole.
Con Mu.Ma. abbiamo una convenzione aperta e ancora in corso di validità, insieme alle competenze dell’Ufficio Cultura del Comune, avvieremo il Museo nel migliore dei modi”.
Il Comune di Recanati dà il via al progetto di restauro dei preziosi testi del Liber Iustitiae del XIV secolo, conservati nell’ Archivio storico di Recanati. Una delicata operazione di restauro che verrà effettuata all’interno dei locali della Biblioteca comunale M.A. Bonacci Brunamonti e che per la prima volta potrà essere seguita direttamente dal pubblico interessato, per tutta la settimana, su prenotazione.
Dopo il nulla osta della Soprintendenza delle Marche, sono cominciati ieri i lavori di restauro delle circa 3000 carte del Liber Iustitiae, la preziosa raccolta di libri giudiziari con le rendicontazioni dei processi e delle pene del 1300, antiche scritture dei notai del Comune di Recanati, in latino, con abbreviature e tecniche tipiche dell’epoca.
Le delicate operazioni di restauro sono state affidate alle sapienti mani di Giovanni Pagani direttore della società no profit Recanati e Restauro e della sua collaboratrice Valeria Di Capizzi, associazione che ha sede all’interno della biblioteca seicentesca “Clemente Benedettucci” di Recanati e che ne segue da anni il recupero degli antichi testi presenti.
“Con questa operazione non solo andiamo a recuperare e mettere in sicurezza la storia antica di Recanati ma aprendo il restauro alla cittadinanza vogliamo dare un segno importante di condivisone del bene comune. - Ha dichiarato l’Assessora alla Cultura Rita Soccio – Grazie alla digitalizzazione, il nostro patrimonio degli antichi testi del Liber Iustitiae potrà essere a disposizione degli studiosi e del pubblico sul web. L'Archivio storico come la Biblioteca e la Mediateca sono luoghi importanti per la crescita culturale e personale della nostra comunità.”
Il restauro seguirà delle procedure standard europee. “ Visto il grave deterioramento delle carte dovuto alla loro antichità, l’operazione di restauro sarà divisa in tre fasi principali – ha spiegato il restauratore di beni librari e documentari Giovanni Pagani – nella prima fase provvederemo a mettere in sicurezza le carte deteriorate dal tempo e dalle muffe, una sorta di pre-restauro che permetterà il consolidamento degli antichi testi cartacei. A seguire provvederemo a digitalizzare il materiale con fotografi specializzati e poi passeremo alla fase finale di restauro vero e proprio che prevede anche l’inserimento nei testi di carte velate giapponesi.”
Un lavoro molto delicato che va fatto in stretta collaborazione con la responsabile dell’Archivio storico la Prof Francesca Bartolacci dell’Università degli Studi di Macerata. “il Liber Iustitiae è una raccolta di testi cartacei contenenti anche copertine in pergamene e cuoio, dove sono stati trascritti dai notai del 1300 le deposizioni, i procedimenti penali e le condanne dei criminali dell’epoca, dalle pene pecuniarie per reati minori, alle condanne all’esilio da Recanati, fino alle impiccagioni. – Ha raccontato la Prof Francesca Bartolacci - Ha un valore storico fondamentale che ci aiuta a ricostruire non solo la società medioevale di Recanati ma dell’intera Italia dei Comuni del XIV secolo. Ringrazio il Comune di Recanati per la grande sensibilità dimostrata verso questo prezioso “tassello” di cultura italiana.”
Per prenotare l’accesso alla visione del restauro dei testi antichi basta telefonare alla Biblioteca Bonacci Brunamonti Tel 071 9740021
Lo Sferisterio e il Macerata Opera Festival sono stati l’argomento centrale dell’incontro a Roma del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, dell’assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini e di quello comunale Katiuscia Cassetta, oltre al sovrintendente Luciano Messi, con il sottosegretario al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni, che già aveva mostrato interesse per la manifestazione marchigiana in occasione della presentazione del programma 2021.
Al sottosegretario sono stati consegnati alcuni documenti fra cui il modello operativo per la gestione degli spettacoli in tempi di pandemia (tra i primi a essere elaborati già nel 2020 e aggiornato alle ultime disposizioni), un dossier sulle attività del Centenario e su quelle che vengono svolte annualmente (dai percorsi di accessibilità al progetto speciale per il centenario) e un approfondimento sul loro impatto socio-economico sul territorio (coefficiente di moltiplicazione del valore di 10,4). Inoltre, sono state segnalate all’attenzione del sottosegretario Borgonzoni le linee di approfondimento scientifico che lo Sferisterio sta sviluppando in collaborazione con gli Atenei delle Marche (Ancona, Camerino, Macerata, Urbino) e la Regione Marche, finalizzate in particolare alle misurazioni dell’efficacia delle procedure di sicurezza, del benessere percepito dagli spettatori e dell’impatto socio-economico.
«Il Macerata Opera Festival, realizzato dall’Associazione Arena Sferisterio, è una delle opportunità migliori per la ripartenza dello spettacolo in Italia in sicurezza - così la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni -. Bisogna sperimentare, come diciamo da tempo, partendo anche dallo Sferisterio, che già dalla sua struttura ben si presta a un’esperienza pilota, per ospitare eventi covid free. È encomiabile, inoltre, il lavoro di approfondimento scientifico che lo Sferisterio sta sviluppando in collaborazione con gli Atenei delle Marche, il Comune e la Regione finalizzato proprio alla misurazione dell’efficacia delle procedure di sicurezza, sia all’ingresso, sia durante gli spettacoli. Sono questi dati infatti che ci raccontano come il numero maggiore di spettatori non sia il vero fattore che impatti sul rischio contagi».
«Il sottosegretario Lucia Borgonzoni ha perfettamente chiaro quale sia l’obiettivo da raggiungere: ripartire presto e in sicurezza. Per questo sta coordinando più realtà in Italia, importanti come lo Sferisterio – è intervenuto il sindaco di Macerata e presidente dell’Associazione Arena Sferisterio Sandro Parcaroli –. Solo grazie a un lavoro di squadra e coinvolgendo le giuste professionalità e competenze a livello nazionale potremo ripartire presto. Il nostro progetto sarà esaminato, insieme ad altri, dal Comitato Tecnico Scientifico; ringraziamo l’assessore Latini per aver organizzato l’incontro e il sottosegretario per l’attenzione e la sensibilità dimostrate alla nostra città».
«Ringrazio il sottosegretario Borgonzoni per l’attenzione che ha avuto per il territorio marchigiano – ha commentato l’assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini –. Lo Sferisterio è un luogo unico al mondo e può essere il simbolo culturale da dove far partire una stagione lirica in occasione dei 100 anni dalla prima opera – Aida di Verdi nel 1921 – con numeri che arrivino almeno al 50%. Le Università del territorio stanno lavorando affinché ci siano dati scientifici che sostengano la possibilità di riaprire in sicurezza con tutti i dovuti protocolli. Siamo fiduciosi che grazie al supporto del sottosegretario Borgonzoni potremo fare un’apertura degna di tale nome. C’è stato un bellissimo lavoro di squadra tra Regione, Comune, Sferisterio e Università: ciò significa che facendo rete si possono ottenere dei risultati importanti. Il mio ringraziamento va anche alle quattro Università del territorio, al sindaco Parcaroli, all’assessore Cassetta e al sovrintendente Messi per l’impegno profuso».
«Un incontro, quello con il sottosegretario Lucia Borgonzoni, che ci ha permesso di approfondire tanti temi inerenti la ripresa dello spettacolo in Italia in sicurezza con l’obiettivo chiaro di far ripartire un settore fortemente segnato dalla pandemia – ha aggiunto l’assessore alla Cultura del Comune di Macerata Katiuscia Cassetta –. Il lavoro tra enti e istituzioni dimostra quanto sia importante essere coordinati per raggiungere l’obiettivo; per noi è quello di riaprire in sicurezza lo Sferisterio, luogo con caratteristiche uniche, e godere quindi della bellezza della musica, della danza e dello spettacolo in generale».
«Grazie alle sue caratteristiche di teatro di tradizione e innovazione, alla spiccata proiezione internazionale e al profondo radicamento territoriale - sottolinea il sovrintendente Luciano Messi - lo Sferisterio può essere il fulcro di un accordo di programma che riunisca i temi principali dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e le misure del PNRR dedicate alla Cultura, costituendosi come modello di produzione e infrastruttura culturale al servizio del Paese».
Dalla documentazione presentata al sottosegretario Borgonzoni emerge infatti che lo Sferisterio è un luogo di spettacolo dotato di ampi spazi di accesso e deflusso nonché di un cospicuo personale di sicurezza. Anche per questo lo Sferisterio si candida a ospitare spettacoli covid-free che si propongono come esperienze pilota utili a un ritorno alla completa normalità.
Lo Sferisterio ha una capienza standard di 2476 posti. Secondo le prescrizioni per il contenimento del Covid-19, in particolare quelle relative al distanziamento interpersonale, la pianta dello Sferisterio è stata rimodulata per una capienza che garantisce un minimo di 880 posti (in assenza di conviventi). Nell’ipotesi più probabile di una partecipazione di spettatori conviventi pari a 2/3 del pubblico totale (una coppia convivente per ogni spettatore singolo) la capienza che lo Sferisterio potrebbe garantire in media è pari a 1088 persone, ulteriormente incrementabile in base alla quantità di spettatori non sottoposti al distanziamento. I protocolli di sicurezza e le procedure di gestione del personale e del pubblico hanno consentito già nel 2020 lo svolgimento regolare del Festival coinvolgendo più di 400 tra artisti, maestranze e personale organizzativo e accogliendo oltre 10.000 spettatori, senza registrare nessun caso di contagio.
Al via il progetto artistico di riqualificazione urbana del Comune di Recanati su proposta del Centro Culturale di Fonti San Lorenzo, affidato alla mano di Morden Gore, tra i più apprezzati writer italiani. Diritti dei bambini, educazione all'autonomia e non al controllo, presa di parola di chi non ha voce: questi sono i temi che prenderanno forma nei tratti di Morden Gore nella parete della sede del Centro Culturale.
Il disegno di Morden Gore darà una valenza propriamente artistica e culturale alla trasformazione del quartiere, connettendo i valori e la metodologia educativa con la bellezza di un disegno dal grandissimo impatto simbolico.
L’opera d’arte pubblica per Morden Gore deve avere la capacità di stimolare i sensi e il pensiero del fruitore, affinché si instauri una relazione tra l’opera e chi la osserva.
“Trovo che dipingere la propria città, integrando i propri disegni al contesto, immaginando che sia una grande tela tridimensionale, dia sensazioni uniche e risultati a volte strabilianti. – ha affermato Morden Gore - C’è poi la speranza che la gente rimanga stupita e colpita dalla tua creazione che il giorno prima non c’era.”
L’iniziativa si inserisce nel progetto “Arte che (si) fa quartiere” nell’ambito della più vasta evoluzione di Fonti San Lorenzo, che grazie all'attivismo dei volontari del Centro Culturale, dei residenti e dell'Istituto Comprensivo “B.Gigli”, sta diventando sempre più un “quartiere educante”, cioè uno spazio basato sulla relazione la condivisione e il protagonismo di chi lo vive.
Una sperimentazione nazionale che nasce con l’obiettivo di unire aspetti diversi di questo processo di trasformazione, innestando nel quartiere il valore e le potenzialità che solo l'arte porta con sé: il valore immaginativo, la bellezza come occasione di identità e riconoscimento sociale, l'opera muraria come opportunità di riqualificazione e rigenerazione di spazi altrimenti marginali. L'arte diventa così occasione per co-costruire un'identità collettiva valorizzando la partecipazione e la cittadinanza attiva di giovani e adulti.
Un’iniziativa che si compone di tre azioni: la prima dedicata ai ragazzi e ragazze della Scuola Secondaria di Primo Grado “Patrizi” che sono stati affiancati dallo street artist Cowarte per la realizzazione di diversi murales sulle pareti della scuola. La seconda azione prevede a giugno il coinvolgimento anche degli adulti del quartiere, in un laboratorio a cielo aperto dove Cowarte e gli studenti recupereranno tutte le pareti abbandonate di Fonti San Lorenzo. La terza azione, appunto in atto in questi giorni, la creazione dell’opera di Morden Gore.
CHI È MORDEN GORE - Morden Gore (1980) nasce a Macerata e sin da piccolo dipinge in clandestinità, immaginando i muri della propria città come grandi tele, rivendicando gli spazi per esprimersi contro l’abusivismo edilizio e la cementificazione, rispettando le leggi non scritte del movimento dei writer. Trova temi e spunti sociali per le sue opere d’arte, ritraendo spesso la figura femminile come simbolo d’amore per l’uomo, donne quasi sempre arabe o africane, costantemente in guerra, che con la loro caparbietà sono chiamate a ribellarsi alle costrizioni a cui sono sottoposte. Partecipa da 20 anni a decine di collettive di strada e festival di street art tra cui Mon Appetit - Parigi; StArt - Milano; Street art festival - Castel Gandolfo; Vedo a Colori - Civitanova Marche; Human Rights - Rovereto; Ratatà – Macerata.
Scenaria, il Festival della Scenografia di Macerata, diretto dal maestro e premio Oscar Dante Ferretti, presenta in anteprima, in un filmato sul sito www.scenariafestival.it, l’innovativo allestimento virtuale dell’opera “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo che andrà in scena al teatro Carlo Felice di Genova a ottobre. Per la prima volta in Europa verrà utilizzata la realtà aumentata per la messa in scena di un’opera lirica.
Un’opera presentata e promossa da Claudio Orazi, maceratese come Dante Ferretti, alla guida per undici anni dello Sferisterio di Macerata e di tanti altri importanti teatri d’opera italiani e oggi Soprintendente del Teatro Carlo Felice di Genova. Il suo lavoro sul teatro di regia e sulle nuove frontiere dello spazio scenografico ne fanno un punto di riferimento certo nel panorama mondiale.
“Sperimenteremo l'immissione della realtà aumentata come elemento per una nuova concezione scenografica. – Ha affermato Claudio Orazi- Vogliamo guardare in avanti tornando alle origini del teatro come il luogo dello sguardo, luogo della percezione condivisa tra una scena e il pubblico, luogo della comunicazione per eccellenza che ha bisogno, nel cambio dei linguaggi dell’era del cyberspace, di nuovi orizzonti condivisi. Tramite uno sguardo che collega il cuore con la scena e la scena con l'invisibile sperimenteremo nuove frontiere del linguaggio scenografico.”
Il nuovo allestimento scenico di “Pagliacci” viene presentato in anteprima dal regista e scenografo dell’opera Cristian Taraborrelli, in un filmato di Fabio Massimo Iaquone.
“La realtà aumentata mi dà la possibilità di poter mutare ambienti, scenografie, inseguire e sottolineare i sentimenti dei cantanti – ha spiegato Cristian Taraborrelli - grazie alla tecnologia è possibile modificare e adattare le inquadrature e quindi le scenografie in base all'angolo di visione delle telecamere. Il mio sogno è quello di avere una scenografia per ogni azione e per ogni momento dell’opera, di andare oltre lo spazio scenico, una scenografia in qualche modo infinita. Frammenti sconfinati di natura tra i muri che attraversano le forme, riflessi che interrogano architetture che si espandono, un nuovo spazio tridimensionale emozionale, con punti di vista diversi, in cui i cantanti vivranno le loro molteplici vite osservati dalle camere live, sguardi digitali che raccontano l'opera.”
Nel filmato, visibile su www.scenariafestival.it, Cristian Taraborrelli racconta, il suo innovativo allestimento scenico virtuale, gli studi scenici preparatori e le potenzialità che questa nuova tecnologia permette di ottenere, grazie alla visione contemporanea di diversi punti di vista e una scenografia che supera i limiti del palco. Un progetto sperimentale realizzato in collaborazione con Rai Cultura.
Presentazione in strada anti covid, per la mostra “Fare spazio o della scultura”, che si è aperta alla storica galleria d’arte Puccini, Amia arte contemporanea, in via Bernabei 31, ad Ancona. Il critico Francesco Maria Orsolini, curatore dell’esposizione dei cinque autori marchigiani ha illustrato l’opera del noto artista Guido Armeni di Ancona-Falconara (ha esposto, giovanissimo, al Palazzo delle Esposizioni a Roma per approdare, dai vari paesi europei a Singapore e Hong Kong).
Poi di Pino Mascia, prof. dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, con molte sue opere collocate in Italia, Germania e Stati Uniti; di Valerio Valeri, docente al liceo artistico Mannucci di Ancona, ha partecipato al Premio Marche 2018, come anche Mascia. Ecco le opere di Giulio Perfetti, pittore, grafico e fotografo e di Egidio Del Bianco (ha partecipato al Premio Marche 1994 e 2018), entrambi di Macerata, con molte mostre al loro attivo. La voglia d’arte, dopo le maggiori restrizioni della pandemia, ha contagiato molta gente, intervenuta tra i diversi artisti, che hanno ammirato le opere dei colleghi. Mostra organizzata dall’Amia, associazione marchigiana iniziative artistiche, in collaborazione con la Regione Marche, assessorato alla Cultura e Poliarte design, accademia di Belle Arti di Ancona.
Aperta fino al 29 maggio 2021 da mercoledì a sabato ore 17,30-19,30. Ingresso gratuito e contingentato.
Quattro mesi con la grande produzione artistica di Tullio Crali a Palazzo Buonaccorsi, che riapre al pubblico dopo il periodo più difficile della pandemia. Oggi, venerdì 7 maggio, taglio del nastro per la mostra “Tullio Crali: tra cielo e terra” allestita nelle sale temporanee dei Musei civici, promossa dal Comune di Macerata e Macerata Musei, l’Associazione culturale FUTURCRALI con il patrocinio della Regione Marche.
All’inaugurazione, organizzata nel pieno rispetto delle norme anti contagio, hanno partecipato il sindaco Sandro Parcaroli, l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta, la presidente del Comitato Tecnico Scientifico Macerata Cultura Paola Ballesi, la curatrice della retrospettiva Barbara Martorelli e la famiglia Bartolozzi Crali dell’associazione FUTURCRALI, il questore Vincenzo Trombadore, il prefetto Flavio Ferdani, gli onorevoli Tullio Patassini e Mauro Lucentini, il vice sindaco Francesca D’Alessandro, tutti gli altri componenti della Giunta oltre ad altre autorità della città.
La retrospettiva è dedicata a Tullio Crali, figura chiave del secondo futurismo e uno dei protagonisti del Novecento italiano. Dopo il successo ottenuto lo scorso anno alla Estorick Collection di Londra, la mostra Tullio Crali: a futurist life, a cura di Christopher Adams e Barbara Martorelli approda, anche se con un format diverso, a Macerata.
Cielo e terra sono le parole che raccontano e raccolgono in un’asciutta sintesi gli sconfinati orizzonti percorsi dalla ricerca sempre viva e inesausta di Tullio Crali. La mostra permette di fare riscoprire al pubblico maceratese, e non solo, l’opera di un artista legato alla città: Crali visse a Macerata nel 1943 impegnato al fronte nel gruppo di mascheramento e continuò a frequentarla durante tutto il corso della sua vita. E’infatti qui, che la famiglia ha deciso di seppellirlo.
“Un ringraziamento alle persone che hanno contribuito alla realizzazione della mostra “Tra cielo e terra” di Tullio Crali – è intervenuto il sindaco Sandro Parcaroli -. Una figura, quella di Crali, che ha reso grande il nome di Macerata nel mondo e che ha saputo dare espressione alla propria audacia e al proprio spirito innovativo con uno sguardo proiettato al futuro e alla novità, al cambiamento. Un cambiamento che, nel particolare contesto che stiamo vivendo, ha anche una valenza simbolica di ripartenza e di voglia di tornare a godere pienamente dell’arte”.
E la parola futuro è stato il filo rosso che ha legato i vari interventi che si sono susseguiti prima della visita alla mostra, tra cui quello della curatrice Barbara Martorelli e dei familiari di Crali.
“Il giornalista Giancarlo Liuti, recentemente scomparso – ha detto l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta - affermava che Macerata ‘gode o soffre di un sentimento della vita che si perpetua giorno per giorno nel considerare la realtà con il fatalismo di chi non la ama e al tempo stesso è convinto dell'impossibilità di cambiarla, il che le consente o impone (chissà) di sottrarsi alle avventure dell'utopia. Una città che spesso rimpiange il passato, poco incline alle sfide del futuro’. Un futuro che però vedevano bene un gruppo di artisti che per varie ragioni si trovarono a Macerata tra gli anni venti e trenta, anni in cui ci fu un impeto di rivolta ‘antipassatista’ , una rivolta contro i modi correnti di fare arte. Gli anni in cui Macerata divenne il punto di riferimento per il secondo futurismo di cui Tullio Crali è uno dei massimi esponenti. Nella programmazione del calendario delle mostre per i Musei Civici di Macerata - ha concluso la Cassetta - non potevamo non accogliere l'invito di Liuti, che chiedeva che la città rendesse omaggio ad un grande artista legato alla città, una città che siamo sicuri aveva ed ha grandi energie sopite, grandi potenzialità, ed ora che stiamo ripartendo dopo un lungo anno di difficoltà per il mondo della cultura e per tanti settori, sentiamo l'onere di dare una spinta, un sostegno a nuove energie, a nuovi sogni. A luglio questi spazi accoglieranno, all’interno del Festival Scenaria, un omaggio al Maestro Dante Ferretti con l’esposizione di un’opera, ‘L’aviatore’ di Umberto Peschi, da Ferretti usata proprio per la scenografia del film ‘Salò’ di Pier Paolo Pasolini”.
A spiegare le ragioni della mostra è stata la presidente del Comitato Tecnico Scientifico Macerata Cultura, Paola Ballesi: “I motivi che ci hanno spinto sono l’indubbia caratura di Tullio Crali nel panorama artistico del'900, la sua affinità con la città di Macerata, dove vivono i suoi congiunti, e il prosieguo della valorizzazione del secondo futurismo da parte dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, Istituzione che, dopo aver dedicato la sala principale della collezione del '900 a Ivo Pannaggi, antesignano di quel movimento che tanta fortuna ebbe a Macerata fino a irradiarsi nell'intera nazione, ora con l'inaugurazione dell'importante retrospettiva di Crali intendono dare seguito al giusto riconoscimento anche di altri rilevantissimi interpreti del secondo futurismo e del "gruppo Boccioni". L’obiettivo, in particolare, è che i giovani conoscano e la città non dimentichi i suoi grandi artefici-funamboli in cammino verso il futuro”.
La mostra presenta, oltre ad interessanti inediti come diari, foto e materiali d’archivio, una selezione di circa 40 opere tra le più iconiche della sua produzione, da quelle che hanno contribuito a determinare il successo dell’Aeropittura, più famose e celebrate per le evoluzioni aeree negli sconfinati spazi del cielo, alle Sassintesi, opere più tarde che richiamano il deserto, la nudità della materia e concludono il ciclo della sua ricerca nello spazio altrettanto infinito della riflessione e della meditazione.
L’esposizione, visitabile fino al 30 agosto, è divisa in tre sezioni. La prima esplora i precoci e audaci tentativi di un linguaggio futurista del giovane artista alla fine degli anni ’20 mentre dagli anni ’30 il suo stile inizia a definirsi con i primi lavori di Aeropittura, stile che lo accompagnerà tutta la vita. Vengono qui colte le novità visive acquisite attraverso l’esperienza del volo: paesaggi vertiginosi e capovolti ma anche dimensioni metafisiche con vedute dall’alto.
La seconda stanza copre il periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, quando, dopo la morte di Marinetti, Tullio Crali elabora un linguaggio più intimo e figurativo. Gli anni ’50 lo vedono a Parigi, con un incarico al Lycee italien. Durante gli anni parigini Crali si dedica molto al disegno che lui stesso definisce “la biancheria intima del pittore”.
Durante il periodo trascorso in Francia, grazie ai soggiorni sulle coste della Bretagna, e successivamente in quello trascorso in Egitto, nascono i primi esperimenti per quelle che diventeranno le Sassintesi, di cui scriverà un importante manifesto nel 1969. L’Aeropitura ritorna dalla fine degli anni ’60 con approccio più sofisticato e consapevole.
L’ultima stanza della mostra presenta un Crali più inedito e astratto, quello della relazione con la materia. Saranno infatti presenti alcuni lavori polimaterici accanto alle celebri Sassintesi.
La curatrice della mostra, Barbara Martorelli, maceratese residente a Londra, è una storica dell’arte e curatrice. Dopo gli studi alla Ca’ Foscari di Venezia e alla Sorbona di Parigi inizia varie esperienze lavorative alla Biennale di Venezia, Musei Civici Veneziani, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain di Parigi e Estorick Collection di Londra. E’ curatrice indipendente con attivo collaborazioni in collezioni pubbliche e private e articoli su varie testate giornalistiche di settore.
La mostra”Tullio Crali: tra terra e cielo” è visitabile fino al prossimo 30 agosto, dal martedì alla domenica, al mattino dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30 (consigliata la prenotazione), sabato, domenica e festivi con prenotazione obbligatoria fa effettuare almeno un giorno prima.