Sala consiliare gremitissima, ieri sera, in occasione della presentazione del libro "Fango e risate. Storia di San Patrignano", alla presenza dell’autore Andrea Muccioli. L’iniziativa, organizzata dall'assessorato al Welfare del comune di Civitanova nell’ambito del progetto "Civitanova Città con l'infanzia", ha visto la presenza oltre che di moltissimi cittadini, di consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, insegnanti, genitori ed anche dei responsabili del servizio di educativa di strada con i ragazzi.
L’incontro, moderato da Riccardo Ficara, si è aperto con i saluti istituzionali portati per il comune di Civitanova Marche dall'assessore Barbara Capponi e per la regione Marche dal consigliere Pierpaolo Borroni.
Andrea Muccioli ha raccontato, in particolare, la genesi della comunità di San Patrignano e i momenti salienti, anche i più difficili come l'arresto del padre. Durante lo spazio per le domande, Muccioli ha interagito con il pubblico e ha sottolineato l'aspetto dell'educazione e della dipendenza non legata strettamente alla sostanza assunta, ma alla ricerca di situazioni o mezzi che possano sollevare dalle angosce.
Nel corso dell’incontro, sono stati affrontati anche gli argomenti della liberalizzazione e delle droghe cosiddette "leggere" e, a più riprese, è stata rimarcata l'importanza del dialogo in famiglia e della necessità di non edulcorare ai giovani le difficoltà e le criticità, o persino gli eventi più dolorosi.
Soddisfatta l’assessore Barbara Capponi, che ha dichiarato: "Ringrazio tutti gli intervenuti e in particolare Andrea Muccioli, Riccardo Ficara e Andrea Mozzoni per la volontà e la collaborazione di voler organizzare questo momento di riflessione a Civitanova sull’educazione, sulla famiglia e sui concetti di dipendenza, sostanze e relazioni. Ringrazio anche il consigliere regionale Borroni, che ha partecipato in rappresentanza della Regione Marche".
"È stata davvero importante la risposta della cittadinanza, rappresentata in modo copioso e trasversale - ha aggiunto Capponi -: giovani, insegnanti, educatori, professionisti del settore, rappresentanti della politica, genitori, congiuntamente con la loro presenza, hanno dimostrato che c'è grande attenzione sul tema. È stato un momento di condivisione emozionante e anche forte, seguito con attenzione da una comunità attenta e sensibile, a cui va la nostra più sincera gratitudine per il suo volerci essere".
Al termine della presentazione, c’è stata un’ampia risposta della platea, che si è messa in fila per farsi autografare le copie del libro e scambiare due chiacchiere con l'autore. L’evento è stato tradotto nella lingua dei segni (Lis).
Sono iniziati gli scavi esplorativi nell’area adiacente al Centro fiere di Villa Potenza in seguito al ritrovamento della necropoli di età tardo-romana di Recina. Le operazioni archeologiche sono ora in stato di attesa, data l’impossibilità di procedere in caso di pioggia, ma riprenderanno una volta che il clima si sarà stabilizzato con l’arrivo della bella stagione sotto la direzione della Soprintendenza. A fare chiarezza sul ritrovamento è l’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi: “Dobbiamo verificare la portata del ritrovamento. I lavori proseguiranno per almeno 2/3 mesi”.
“Lo spostamento del campo da rugby dalla sua attuale posizione vicino al sito archeologico di Recina, nei pressi del fiume, all’area adiacente al Centro fiere era stato motivato dalla volontà di allargare gli scavi di Helvia Recina – spiega Iommi -. Dopo aver ottenuto i fondi del PNRR per il nuovo campo sportivo, sono partite le normali procedure di appalto, le quali prevedevano un’analisi preliminare in prossimità di un’area archeologica”.
“Nonostante il sito in questione non fosse propriamente definibile come tale – continua - a rientrare nella categoria di area archeologica riconosciuta era quella adiacente del campo accanto al Centro fiere, dove dalle foto scattate dall’alto e da rilevazioni precedenti era già emersa chiaramente la presenza di un anfiteatro ancora sepolto”.
“Lo spazio individuato appena più ad est, tra l’area archeologica e il centro fiere, ai primi rilievi superficiali aveva già dato indicazione di presenze a una profondità fra i 3 e i 4 metri – prosegue - Sono iniziati dunque i lavori di archeologia preventiva sotto la supervisione della Soprintendenza che ha commissionato lo scavo delle trincee (scorticamenti superficiali del terreno a nastri atti ad individuare presenze sub-orizzontali, come in foto) iniziali a una ditta terza di fiducia. Queste trincee hanno già portato alla luce qualche reperto e, soprattutto, hanno evidenziato le differenze nel terreno che segnalano quasi certamente la presenza di tombe”.
“Recina è una colonia romana risalente al I secolo avanti Cristo: appare dunque evidente che la necropoli ricada in una datazione presumibilmente tardo-romana – sostiene l’assessore specificando la provvisorietà di queste stime -. Potremmo trovarci di fronte ad un ritrovamento databile intorno alla fine dell’età imperiale (V secolo d.C.) o di qualche secolo successivo, fino al X d.C.”.
“Ora che le tombe sono state individuate – dice - gli scavi dovranno necessariamente proseguire e spetterà direttamente alla Soprintendenza ultimare i lavori. Nei primi scavi abbiamo trovato del laterizio sotto forma di detriti, principalmente tegole che in epoca romana coprivano le tombe. Ciò che colpisce è la grande quantità di ritrovamenti individuati: ad est dell’antico perimetro murario di Recina (ultima rilevazione ad opera dell’archeologo belga Frank Vermeulen) si trovava questa imponente città dei morti che, secondo la consuetudine dell’epoca, precedeva la città dei vivi”.
“L’estensione del sito è molto vasta e i lavori non possono iniziare fin quando c’è il rischio di pioggia – conclude - Si pensa che entro marzo, massimo aprile, saranno giunte al termine queste operazioni preliminari di studio e conoscenza per poi procedere con gli scavi effettivi e la ricopertura dell’area. Un rallentamento di 2/3 mesi è quasi sicuro”.
Taglio del nastro per la mostra “L’esodo degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia” allestita nelle gallerie di Palazzo Sangallo in occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, dal Comune di Tolentino in collaborazione con l’Unione degli Istriani – libera provincia dell’Istria in Esilio.
In mostra una selezione di masserizie originali appartenute agli esuli giuliano-dalmati, provenienti dal museo di interesse nazionale Centro Raccolta Profughi di Padriciano (TS). L’esposizione è accompagnata dalla collocazione di pannelli esplicativi che ripercorrono, sinteticamente, le fasi salienti della dolorosa pagina di storia dell’esodo degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia.
In uno spazio dedicato viene proiettato un video storico con immagini di repertorio dell’esodo giuliano-dalmata mentre un'altra area è allestita per la distribuzione di materiale editoriale relativo agli argomenti trattati, tra cui testi editi dall’Unione degli Istriani.
Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti tra gli altri, il sindaco Mauro Sclavi, il presidente del Consiglio comunale Alessandro Massi Gentiloni Silverj, per la Provincia di Macerata Laura Sestili, il Consigliere regionale Pierpaolo Borroni e l’assessore del Comune di Macerata Paolo Renna.
La mostra sarà aperta al pubblico, sino al prossimo 5 marzo, dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20 e il sabato e la domenica dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 20. Ingresso libero e aperto a tutti.
Il comune di San Severino Marche, in qualità di ente capofila della nuova Rete museale dell’Alta Valle del Potenza costituita a seguito della partecipazione al bando della Regione Marche per il “Sostegno alle aggregazioni di istituti e luoghi della cultura”, procederà alla selezione pubblica per titoli, proposta progettuale e colloquio, del direttore di rete. Tale incarico avrà decorrenza dal 1 marzo 2023 e validità fino al 31 dicembre 2024, con la possibilità di un rinnovo.
Per il professionista che sarà chiamato a coordinare la rete museale, è previsto un compenso annuale lordo onnicomprensivo per l’annualità 2023 di circa 27mila euro, che aumenteranno fino a 40mila euro per il 2024 e altri 40mila euro per il 2025. Il responsabile dell’area amministrativa, su mandato della Giunta comunale, procederà dunque all’indizione di una procedura di selezione pubblica.
La Rete museale dell’Alta Valle del Potenza è un progetto di narrazione di comunità che mette in rete alcune delle realtà museali presenti nel territorio che, da sole, rappresentano un ricchissimo patrimonio culturale da salvare e conservare quale espressione di valori, credenze, conoscenze e tradizioni che meritano davvero di essere tramandato.
Di essa fanno parte, oltre alla pinacoteca civica “P. Tacchi Venturi”, al museo civico archeologico “Giuseppe Moretti”, ai musei di Borgo Conce e al museo del Territorio “Oberdani Poleti”, anche il museo nazionale del costume folcloristico “Habitus” di Castelraimondo, i musei civici di Pioraco e il museo degli attrezzi agricoli “Florindo Ferretti” di Sefro.
La nona edizione del premio Città-Cultura-Solidarietà sarà assegnato all’ingegnere Massimo Rogante. Il riconoscimento è pensato dall’associazione Arte e rivolto ai civitanovesi che si sono distinti per il loro impegno in società. La consegna è prevista martedì 21 febbraio alle ore 17.30 al cine-teatro Cecchetti.
Massimo Rogante è dottore di ricerca in ingegneria nucleare, ingegnere meccanico e premio marchigiano dell'anno 2018. Maestro di pianoforte e presidente onorario dell'Academy Liszt Music Art, è pioniere di applicazioni industriali delle tecniche neutroniche, componente italiano del Comitato scientifico internazionale del Centro Neutronico di Budapest, componente del Centro internazionale di Studi sulla Sindone, del comitato scientifico di selezione del Centro di acceleratori e metodi analitici nucleari, Istituto di fisica nucleare della Repubblica Ceca, dell’associazione italiana nucleare, della società nucleare ungherese, della società croata per le tecnologie meccaniche, dell'accademia marchigiana di Scienze, lettere ed arti, dell’accademia georgica Treiensis e dell'accademia dei Catenati.
Autore di più di 300 pubblicazioni scientifiche e tecniche, ha inoltre creato un nuovo semplice metodo per un’efficiente organizzazione del processo d’apprendimento, metodo sperimentato e utilizzato in Italia da anni: un articolo su tale metodo è in corso di imminente pubblicazione su rivista scientifica e sarà liberamente disponibile per tutti.
Referente e componente del comitato editoriale di varie riviste scientifiche internazionali, è organizzatore, co-organizzatore e componente del comitato scientifico di numerose conferenze internazionali, di cui 25 nella sola Croazia, dove lo scorso anno è stato celebrato all’università di Spalato tale speciale anniversario d’argento.
“Massimo Rogante - come ha spiegato la presidente dell’associazione Arte Anna Donati - è un nome molto conosciuto e stimato in città ed è apprezzato per le sue notevoli doti scientifiche, ma anche per il grande piglio culturale e artistico. C’è un’innumerevole serie di motivi che ci spingono, con grande piacere, a conferire a lui un premio che vuole rendere omaggio ai personaggi che onorano la nostra amata Civitanova”.
A seguito del conferimento del premio all’ingegner Rogante, ci sarà un nuovo appuntamento delle lezioni dei Martedì dell’Arte, che vedranno ospite il professor Roberto Cresti sul pittore Ennio Morlotti.
Gli appuntamenti, che si snoderanno fino a marzo 2023, quest’anno hanno un’importante novità, perché la presenza è riconosciuta dal Miur come corsi formativi, al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Inoltre, verrà inaugurata - al foyer del Cecchetti - la mostra “Verso il mito” dell’artista Raze.
Il 29 agosto si terrà a Macerata uno dei concerti più attesi dell’anno: la cantante Madame si esibirà sul palco dello Sferisterio, in uno spettacolo che promette di essere indimenticabile per tutti i fan della scena musicale italiana.
Quinta, tra i cantanti di fama nazionale e internazionale della rassegna di musica dal vivo Sferisterio Live, sarà proprio lei, reduce dal Festival di Sanremo con la canzone “Il bene nel male” con uno degli appuntamenti più attesi della sua tournée estiva, che la porterà in giro per l’Italia.
"Lieti di poter ospitare la cantante Madame, ‘la donna di cui il rap aveva bisogno’, che porterà una ventata d’aria fresca fra le mura maceratesi con i suoi toni urban pop" interviene l’assessore agli Eventi Riccardo Sacchi.
"Emblema del rinnovamento della musica italiana attraverso un genere che riflette la natura eclettica e aperta della cultura giovanile contemporanea - aggiunge l'assessore -. Il concerto di Macerata si preannuncia un grande evento, che vedrà la città marchigiana diventare capitale della musica italiana per una notte. I fan potranno ascoltare dal vivo le sue canzoni e i successi che hanno contribuito a fare di lei una delle voci più innovative e apprezzate della scena musicale italiana. Lo Sferisterio si prepara a ospitare un pubblico numeroso e eterogeneo, essendo quella di Madame l’unica tappa marchigiana, pronto a cantare e ballare insieme alla cantante".
Nata a Vicenza nel 2002, Madame ha saputo conquistare il pubblico con il suo stile unico e originale, che fonde sonorità rap con influenze provenienti dal mondo pop dell’elettronica. Con i suoi testi crudi e sinceri, l’artista ha saputo trasmettere emozioni forti e intense, che hanno fatto breccia nel cuore dei suoi fan.
Leader della generazione Z, Madame descrive uno stile intriso di sentimento che sa stare nel presente con gli occhi tesi verso il futuro. Affrontando diverse tematiche nei suoi testi, dai più personali, emotivi a quelli psicologici, altri come l’autenticità e la ricerca dell’identità, la violenza e la discriminazione di genere, rappresenta appieno i giovani della sua età. Organizzazione Elite Agency Group (info 0871 685020). Biglietti in vendita nei circuiti di vendita abituali Vivaticket e Ticketone.
Anche le pareti del Politeama di Tolentino si vestono d’Edera. La seconda tappa del viaggio avviato dalla Fondazione Design Terrae e ideato e curato dall’associazione culturale Zagreus approda nello storico centro polifunzionale tolentinate domenica 19 febbraio con “Edera. Un lavoro in corso - residenza aperta”. Lo spazio si trasformerà per l’occasione in cantiere d’arte attivo e in comunicazione continua.
Nelle sale principali si articoleranno tre diverse sperimentazioni, tre laboratori affidati ad alcuni dei più eccellenti e promettenti artisti del territorio. Le tre residenze, come il titolo dell’evento suggerisce, saranno infatti assolutamente libere, visitabili e partecipabili. Lo spettatore avrà dunque non solo la possibilità di assistere a un processo creativo in atto e alla produzione dal vivo di un’opera, ma potrà interagire liberamente con gli artisti stessi e in prima persona mettersi all’opera con dei materiali che verranno appositamente predisposti.
Chi varcherà le porte del Politeama di Tolentino domenica 19 febbraio potrà perciò diventare parte del “Teatro Anatomico Inverso” allestito nella sala spettacolo da Paola Tassetti, eclettica artista originaria di Civitanova Marche vincitrice lo scorso anno dei premi Pannaggi e Venere di Frasassi, che con il proprio lavoro multidisciplinare si muove sulla linea di confine estetico tra anatomia, botanica e intimità umana.
Scendendo giù, nei laboratori, si potrà invece osservare al lavoro Luca Cesolari, pittore tolentinate, che attraverso la matericità e l’accostamento di forme e colori riflette sul mezzo pittorico, permettendo al visitatore di intervenire direttamente sulle tele. Nella sala polivalente adiacente al Foyer, ci si potrà invece immergere nelle rarefatte atmosfere di Amoreeterno, collettivo di giovani artisti del territorio che abbraccia tante diverse aree dell’espressione e che per l’occasione costruirà un ambiente capace di connettere onde sonore, colore e tessuto mettendo al centro dell’azione il visitatore.
A corredare l’operato degli artisti, inoltre, l’evento sarà popolato anche da supporti e oggetti con cui artisti e visitatori potranno interagire assieme ad altre piccole esposizioni tematiche, “cerchi magici” da attraversare diffusi nello spazio che vedranno la partecipazione, tra gli altri, anche di alcuni degli artisti che hanno partecipato proprio al primo capitolo di Edera tenutosi il giugno scorso.
In contemporanea micro-esposizioni, momenti di riflessione e condivisione. Le porte si aprono al pubblico alle ore 17.00 e sarà possibile partecipare fino alle ore 24.00.
Bilancio positivo alla Bit di Milano, per la città di Civitanova Marche presente con il proprio materiale promozionale all’interno dello stand di "NoiMarche", nel desk situato all’interno del padiglione della Regione Marche.
"La fiera è stata molto frequentata, anche da operatori stranieri, e molti sono stati i contatti presi in questi giorni - spiega l’assessore al Turismo Manola Gironacci, che ha rappresentato l'amministrazione comunale alla Fiera, insieme al consigliere comunale Paola Campetelli -. Attraverso NoiMarche abbiamo distribuito il materiale promozionale realizzato, un catalogo di itinerari cicloturistici con all’interno informazioni riguardo servizi e strutture Bike Hotel e Bike Friendly. È stato importante per Civitanova poter condividere l'agenda di eventi organizzati dalla Regione Marche, con la presenza dell'Atim, la nuova Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione”.
Grande interesse suscitato anche dal prodotto editoriale realizzato da "Alvento", uno dei magazine di riferimento nel settore del cicloturismo, che contiene lo speciale: "Da Civitanova Marche ai Monti Sibillini andata e ritorno" e dalla rivista "Italia in Bicicletta" realizzata da National Geographic, con un articolo sul progetto scritto dalla giornalista Paola Piacenti.
"NoiMarche - ha riferito la responsabile Loredana Miconi - è stata inviata alla conferenza stampa della presentazione dell'Oscar italiano del cicloturismo 2023, in quanto nel 2022 l’itinerario 'Strade di Marca' (con partenza di Civitanova Marche), realizzato da NoiMarcheBikeLife, ha vinto il secondo premio come la seconda ciclovia più bella d’Italia".
Un altro momento molto importante è stata la partecipazione di NoiMarche all'evento di promozione delle Marche organizzato da Inside Marche (associazione operatori incoming Regione Marche) dove Loredana Miconi e Mauro Fumagalli hanno illustrato il nuovo progetto di collaborazione con i tour operator e agenzie di viaggio per commercializzare il prodotto cicloturismo attraverso la realizzazione di pacchetti turistici.
Soddisfazione espressa anche dai responsabili Dmo (Destination Marketing Organization) Civitanova Turismo, che riferiscono grande movimento ed interesse per Civitanova, con particolare attenzione per il Museo del manifesto di Civitanova Alta. Molte persone hanno lasciato il proprio indirizzo email per ricevere informazioni e saranno ricontattate nei prossimi giorni dagli operatori.
Una relazione meravigliosa quella intessuta tra il pubblico e le opere di Carlo Crivelli. Infatti, sono stati 13.711 i visitatori che si sono recati ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata, dal 7 ottobre 2022 al 12 febbraio scorso, giornata di chiusura della mostra "Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose" a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci, per ammirare i capolavori dell’artista veneziano allestiti in un percorso espositivo reso possibile grazie al progetto della Regione Marche e del Comune di Macerata, in collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata e della Fondazione Carima, con il patrocinio del Ministero della Cultura e che ha visto main sponsor Banca Generali.
"La città di Macerata è stata capace di promuovere una mostra di altissimo livello che ha riscontrato un forte gradimento da parte dei visitatori, della stampa, delle scuole, delle imprese e degli addetti ai lavori - ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. Grazie alla sinergia e alla collaborazione abbiamo intercettato un pubblico nazionale e internazionale e stimolato l'investimento sul territorio con un importante ritorno culturale, di incoming turistico ed economico. Un ringraziamento a tutte le persone che hanno collaborato al raggiungimento di questo grande successo che ci spinge a fare sempre meglio per la promozione di Macerata".
Sono stati soprattutto i marchigiani che hanno visitato l’esposizione (7.513) ma di certo non è mancato pubblico proveniente da altre zone di Italia: centro (3.144), nord (2.131), sud e isole (308). Consensi anche dal pubblico straniero arrivato dall’est europeo (64), dalla Gran Bretagna (43), Germania (29), Francia (18), Spagna (15), Olanda e Belgio (11), nord Europa (12), sud America (10) e nord America (9) e Paesi orientali (4).
Gli over 65 sono stati la maggior parte (4.898), 4.323 la platea compresa invece nella fascia 41 – 65 anni, 2.060 in quella 20 – 40 mentre i giovani e giovanissimi, da 0 a 19 anni, 2.430. I giovani, grazie anche alle iniziative organizzate dalle scuole, dall’Università e dall’Accademia di Belle Arti, hanno effettuato visite guidate e in autonomia per un totale di 1.744 studenti e 212 insegnanti. Sette, infine, le visite private guidate da una delle due curatrici, Giuliana Pascucci, organizzate dal main sponsor Banca Generali per un totale di 233 presenze.
Molto partecipate anche le diverse iniziative collaterali organizzate a corollario della mostra e che hanno riguardato attività educative e didattiche, dedicate a bambini e famiglie, visite guidate aperte al pubblico e tematiche. Positivo il bilancio anche per quanto riguarda "Itinerario Crivelli", il progetto sviluppato grazie alla collaborazione con Università degli Studi di Macerata, i comuni interessati – Corridonia, San Ginesio, Sarnano, Monte San Martino, San Severino Marche, Serrapetrona, Belforte del Chienti e Camerino – e le diocesi di Macerata e Camerino, con la visita alle opere del maestro veneziano e di artisti a lui fortemente connessi che ha centrato in pieno l’obiettivo, ovvero far riscoprire l’opera di Crivelli e il legame con il territorio marchigiano che lo ha ospitato in cui ha realizzato la maggior parte dei suoi capolavori e sul quale ha proiettato la sua influenza.
"Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose" ha guadagnato anche le pagine delle maggiori testate giornalistiche nazionali, locali e di settore che hanno dedicato ampie pagine all’evento grazie anche alla scoperta avvenuta durante il restauro della Madonna con il Bambino, custodita a Palazzo Buonaccorsi, effettuato da Daphne De Luca per cui è stato possibile affermare che l’opera fu eseguita direttamente su tela, portando a escludere l'ipotesi del trasporto da tavola fino a oggi sostenuto. La scoperta, supportata da una serie di prove, ha indentificato così la Madonna come l’unico esempio conosciuto di tela dipinta da Crivelli.
Partecipato l’incontro “I diritti delle donne e del popolo iraniano” svoltosi venerdì scorso, 10 febbraio, alla sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi Borgetti organizzato dal Consiglio delle donne di Macerata.
All’iniziativa erano presenti il sindaco Sandro Parcaroli, il vice sindaco e assessore alle Politiche sociali e Pari opportunità Francesca D’Alessandro, la presidente della commissione Pari opportunità della Regione Marche Maria Lina Vitturini, Anna Menghi consigliera regionale, Martina Biondi dottoranda in Legalità, culture politiche e democrazia della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia dove collabora alla cattedra di Politiche e Conflitti dell’Africa Mediterranea e del Medio Oriente, Mia Santacroce avvocato esperta in diritto internazionale della famiglia, Mojtaba Sadeghi che ha frequentato la scuola di giornalismo in Iran e ha studiato alla facoltà di Scienze politiche Unimc e Bahar Ghaempanah, ex direttrice di banca per 18 anni in Iran, attualmente studentessa dell’Università di scienze della formazione di Macerata, appassionata di pittura (Instagram bahar.teymour).
“Le ricorrenze storiche - ha affermato la presidente del Consiglio delle donne Sabrina De Padova - dovrebbero insegnare a evitare il ripetersi degli errori e con essi il bagaglio di orrori, ma purtroppo quasi mai questo accade, basti pensare alla situazione in Iran. Le proteste in Iran sono partite dalla forza, il coraggio, la tenacia, la solidarietà delle donne”.
“Le donne sono le eroine, il motore della rivolta, che protestano in modo pacifico, solo con la forza delle idee, per ottenere quello che è un diritto inalienabile: la libertà, in un Paese dove la violazione dei diritti umani è all’ordine del giorno. Tutti i governi occidentali dovrebbero prendere una posizione netta e decisa contro il regime dittatoriale degli ayatollah, affinché venga ripristinato lo stato di diritto”.
Nel corso dell’incontro si sono succeduti gli interventi dei vari relatori tra cui quello di Martina Biondi che ha parlato della situazione politica e legislativa in Iran, facendo un confronto tra alcuni aspetti legislativi in relazione ai diritti delle donne prima e dopo la rivoluzione islamica mentre l’avvocato Mia Santacroce si è soffermata sulla legislazione che norma i divorzi.
A seguire le testimonianze di Bahar Ghaempanah che ha raccontato come si vive in Iran, i limiti a cui le donne devono sottostare e i pericoli che corrono anche per comportamenti banali, ma che ledono i dettami delle autorità religiose, e di Mojtaba Sadeghi che invece ha fatto un confronto politico tra la situazione di ieri e di oggi e ha raccontato come il popolo iraniano fondamentalmente abbia sempre goduto di una certa emancipazione ma che l’attuale regime reprime.
A trarre le conclusioni del confronto è stata la consigliera Anna Menghi con diverse considerazioni sulla grave situazione delle donne in Iran ricordando la storica intervista della scrittrice Oriana Fallaci all’aytollah Khomeini.
Infine c’è stato l’intervento di uno studente iraniano che ha raccontato la sua esperienza e ha evidenziato le difficoltà circa l’apertura di conti bancari e il trasferimento di denaro a causa dell’embargo. A tal proposito la consigliera Anna Menghi ha preso l’impegno di farsi portavoce presso il Consiglio Regionale di questa problematica al fine di interessare il Governo.
A conclusione dell’incontro la comunità iraniana coinvolta ha ringraziato l’Amministrazione comunale, la presidente del Consiglio delle donne Sabrina De Padova e i convenuti per l’iniziativa, augurando che altri eventi simili possano essere ripetuti per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così delicato e fondamentale per il futuro della nazione iraniana.
Musicultura scalda i motori per l’avvio delle audizioni live della 34° edizione del Festival. Sono dieci le serate consecutive di spettacolo in programma al Teatro Lauro Rossi di Macerata, dal 24 febbraio al 5 marzo, quasi 60 le proposte artistiche in gara selezionate fra le 1.113 candidature registrate alla chiusura del bando del concorso del 2023, la rosa degli artisti convocati verrà ufficializzata da Musicultura tra qualche giorno.
"L'avvicinamento alle audizioni dal vivo in me si accompagna sempre a un'impennata di curiosità - ha dichiarato Ezio Nannipieri, direttore artistico del Festival -. La curiosità di scoprire se le scelte che abbiamo fatto dopo tre mesi di ascolto delle oltre 2.000 canzoni in concorso vengono confermate, o se possibile addirittura rilanciate, da quel che stiamo per vedere e sentire sul palco del Lauro Rossi. E poi c'è la curiosità per le performance che verranno amichevolmente a regalarci alcuni importanti ospiti i cui nomi saranno resi noti a breve".
Il pubblico delle audizioni sempre più attento e sempre più numeroso (lo scorso anno sono intervenuti al Lauro Rossi 4.300 spettatori), ha maturato negli anni un feeling profondo con questo appuntamento così peculiare del Festival, imparando a respirare l’atmosfera di continua scoperta che le audizioni portano con sé. I numeri attesi a Macerata per il 2023 andranno però ben oltre l’avvicendarsi degli artisti sul palco e del pubblico in sala.
Quasi 500 persone fra tecnici, artisti, giornalisti e addetti ai lavori soggiorneranno in città per oltre due settimane, tra i giorni di allestimento e quelli di spettacolo. Più di 100 saranno invece gli studenti e le studentesse dell’Università di Macerata, dell’Università di Camerino e dell’Accademia di Belle Arti attivamente coinvolti nei percorsi formativi attivati dal Festival.
Musicultura trasformerà il Teatro Lauro Rossi in un vero e proprio laboratorio delle arti e dei mestieri in cui giovani studenti, aspiranti grafici, scenografi, light designer, giornalisti, copywriter e fumettisti avranno modo di testare le proprie capacità e fare un’esperienza formativa che spesso, per gli studenti che l'hanno intrapresa negli anni precedenti, è diventata un vero volano per entrare nel mondo del professionismo.
Come da tradizione gli spettacoli al Teatro Lauro Rossi si terranno tutte le sere con inizio alle ore 21, escluse le domeniche quando il sipario si aprirà alle ore 17. Gli spettacoli sono ad ingresso libero, con prenotazione obbligatoria a partire da mercoledì 22 febbraio, sul sito www.musicultura.it.
Anche quest’anno una grande produzione tecnica trasformerà il Lauro Rossi in uno studio televisivo e chi non riuscirà a raggiungere il teatro, potrà seguire le audizioni in diretta sui canali televisivi di èTV Marche e in streaming sulla pagina facebook di Musicultura.
"È giunto il momento di costituire un Comitato promotore per le arti visive aperto a coloro che hanno a cuore il passato, il presente e il futuro culturale della nostra città". È quanto annuncia, in una nota, un nutrito gruppo di artisti maceratesi nel sottolineare come "Macerata è sempre stata un punto di riferimento per l'arte contemporanea, l'Atene delle Marche, il luogo ideale che in passato ha ospitato manifestazioni di rilevanza internazionale".
"Recentemente tante città della nostra regione hanno gettato uno sguardo su progetti artistici internazionali e allo stesso tempo su quelli locali - aggiungono -. A Macerata ci sono diversi spazi espositivi (Antichi forni, Magazzini Uto, Corridoio Innocenziano, Biblioteca Mozzi Borgetti, Ex Mattatoio, ex capannone Rossini) e tanti artisti maceratesi e del territorio che avrebbero desiderio di esporre il loro lavoro".
"Perché non iniziare a dare voce alle nostre realtà creative e artistiche riconosciute dal pubblico e dalla critica? Forti delle esperienze maturate nel corso di questi decenni, siamo sicuri che Macerata possa esprimere linguaggi di ricerca di qualità che in sinergia contribuiranno allo sviluppo culturale del nostro territorio e che potranno costituirsi, se ci saranno le condizioni favorevoli, in una vera e propria Biennale delle Arti a Macerata (Bam)" conclude il gruppo di artisti.
Ecco, nel dettaglio, i nomi dei firmatari della richiesta: Silvio Craia, Egidio Del Bianco, Daniele Taddei, William Medori, Lucio Del Gobbo, Giulio Perfetti, Paola Cecchi, David Miliozzi, Lucia Spagnuolo e Marco Franchini.
Casa Leopardi espone alla Borsa del Turismo di Milano un quaderno numerato dalla penna del poeta Giacomo Leopardi. “Il fruttuoso incontro con il nuovo responsabile dei servizi turistici delle Marche, il vulcanico Marco Bruschini, ha avviato un nuovo capitolo nel rapporto fra la nostra struttura museale e l’amministrazione della regione; per questo abbiamo deciso di partecipare ad un appuntamento importante come la Bit. - Ha affermato la contessa Olimpia Leopardi discendente del Poeta-.
"Per l’occasione ci è sembrato interessante esporre un oggetto che sia strettamente legato alla storia del Poeta; cosa c’è più intimo di un quaderno al quale affidare i propri pensieri? Questo quaderno vuoto da lui numerato rappresenta il nuovo percorso da compiere insieme, privati ed istituzioni, alla ricerca di una visione comune. Lo immagino come uno spazio da riempire di possibilità".
"Ringrazio Casa Leopardi che ci dà la possibilità di esporre alla Bit un prezioso oggetto appartenuto al Poeta - ha dichiarato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli - un quaderno a cui vogliamo conferire un significato particolare e sentito".
“Nel ringraziare donna Olimpia Leopardi per la disponibilità dimostrata, sono felice e orgoglioso di iniziare un nuovo percorso insieme a Casa Leopardi per promuovere e valorizzare le eccellenze delle Marche". - Ha detto Marco Bruschini, direttore ATIM Agenzia turismo e Internazionalizzazione delle Marche-.
"La contessa Olimpia si è messa con grande entusiasmo a disposizione di questo nuovo ed ambizioso progetto per far conoscere le Marche nel mondo. Un quaderno bianco pieno di storia e suggestioni, da riempire con idee e spunti, a rappresentare idealmente il nuovo capitolo per le Marche e il turismo, guidato dal presidente Acquaroli, che potremo costruire con grandi realtà come quella che rappresenta Casa Leopardi”.
In tutta la sua opera Giacomo Leopardi esplora il rapporto fra l’essere umano e i suoi simili, fra uomini e cose, applicando le sue straordinarie capacità analitiche alla ricerca di ciò che definisce l'obiettivo primo dell'esperienza di esistere: la ricerca della felicità.
Un quaderno vuoto è lo spazio ideale al quale affidare avvertenze e proposte per una vita felice. Giacomo già ai suoi tempi si interrogava su quelle che oggi sono domande di straordinaria attualità: Come favorire una pacifica convivenza fra gli uomini? Come evitare che la civilizzazione corrompa il rapporto fra uomo e ambiente? Domande alle quali soprattutto la politica è chiamata a dare risposte.
Casa Leopardi partecipa alla Bit presentando agli operatori del settore un oggetto simbolo del nuovo percorso da intraprendere, tra pubblica amministrazione e privati, perché si possa scrivere un nuovo capitolo della storia che ha reso immortali i nostri luoghi del cuore.
Secondo la ricerca condotta dalla piattaforma digitale Musement, la casa natale del Poeta a Recanati è l’itinerario culturale più apprezzato dai turisti nelle Marche. Il complesso museale di Casa Leopardi offre ai numerosi turisti e appassionati visite guidate tra le antiche sale della Biblioteca che hanno visto formarsi il genio del Poeta nel dialogo con i grandi autori degli oltre venti mila volumi presenti.
E da qualche anno è stato aperto il nuovo itinerario “Ove abitai fanciullo” che a distanza di due secoli ha svelato al pubblico, per la prima volta, gli appartamenti privati di Giacomo Leopardi. Una visita che permette l’accesso ai saloni di rappresentanza del Palazzo; alla galleria dove sono esposte le collezioni d’arte; al giardino che ispirò gli immortali versi de Le ricordanze; al salottino dove i fratelli Leopardi si intrattenevano e alla camera privata di Giacomo Leopardi, dalla cui finestra, il Poeta osservava l’amata luna e le vaghe stelle dell’Orsa.
Esporre un quaderno vuoto è anche una sfida alla sensibilità di chi osserva e un modo per connettere alla nostra contemporaneità il Leopardi che nel 1827 accumulava appunti per una lettera da scrivere ad un giovane del XX° secolo; quali proposte farebbe oggi? Anche per questo invitiamo operatori e utenti a lasciare il loro contributo, a condividere con noi la propria ricetta per la felicità.
Prima visita ufficiale del neoeletto Cda dell’Azienda dei Teatri alla Pinacoteca Civica Marco Moretti di Civitanova Alta, accompagnato dalla direttrice dei Teatri Paola Recchi.
Il consiglio ha incontrato la direttrice della Pinacoteca, Enrica Bruni, e insieme è stata realizzata una meticolosa riflessione sulla strutture e le opere contenute nel percorso museale. Quindi, è stato fatto un sopralluogo al teatro Annibal Caro.
“La Pinacoteca civica Marco Moretti è uno degli istituti culturali più prestigiosi del nostro territorio - le parole della presidente dei Teatri Maria Luce Centioni -. Nostra intenzione è quella di avviare una serie di viste propedeutiche ad un lavoro più attento e specifico per migliorare e valorizzare quanto abbiamo già di importante e pregevole nella nostra amata Civitanova.
Nel corso dell’incontro con la dottoressa Bruni abbiamo anche ragionato sull’importanza del teatro Annibal Caro, il palco sicuramente più affascinante della città. In vista della chiusura momentanea del Rossini, per gli indispensabili interventi di restyling, avremo modo di potenziare l’attività dell’Annibal Caro, dando modo alla cittadinanza di trovare maggiori occasioni per ammirarne tutta la bellezza. Colgo l’occasione per ringraziare la direttrice Bruni per il suo grande impegno. Perché da anni, con passione e dedizione, sta facendo crescere la nostra Pinacoteca”.
E proprio domani, domenica 5 febbraio, tornerà l’appuntamento con Domenica al museo, con l’apertura dalle 17.30 alle 20.30 della Pinacoteca Moretti. Per l’occasione, la direttrice Bruni converserà con gli ospiti su Biagio Biagetti, artista che seppe rinnovare e dare nuovo impulso all’arte religiosa in Italia. Inoltre, la direttrice Bruni presenterà l’opera di Biagetti esposta nel percorso museale: Le anime purganti del 1912. Ai presenti sarà dato in omaggio un calendario d'arte editato da Grafiche Fioroni.
Il maceratese Andrea Angeli, funzionario Onu, è stato il protagonista, insieme al giornalista Rai Duilio Giammaria, dell’evento tenutosi presso la Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese, a Roma, nel pomeriggio di ieri.
Angeli ha presentato - nelle splendide sale al pianterreno della dimora storica - il suo ultimo libro "L’assedio invisibile" (leggi qui), che ripercorre le traversie di un contingente Nato durante il periodo pandemico, la ‘Kosovo Force’. Giammaria ha, invece, raccontato i dettagli del suo reportage "La Magnifica Porta. Un Paese chiamato Afghanistan", edito nel 2022.
All’evento, che ha registrato un numero elevato di presenze, hanno partecipato, tra gli altri, Vittorio Sgarbi, sottosegretario di Stato alla Cultura (legato da una profonda amicizia con Andrea Angeli); i generali dei bersaglieri Agostino Pedone (primo comandante in Bosnia) e Mauro Del Vecchio (già comandante in Kosovo e Afghanistan), Antonio Frassinetto (primo comandante dei carabinieri in Afghanistan, originario di Morrovalle); la principessa Soraya (nipote dell'ultimo re d'Afghanistan); padre Giuseppe Moretti (per trent'anni a capo della missione vaticana in Afghanistan); i giornalisti Lao Petrilli (voce storica di Rds), Vincenzo Varagona (presidente Ucsi), Laura Chimenti (conduttrice Tg1) e Gerardo Pelosi (corrispondente diplomatico del Sole 24 Ore); Michael Giffoni (primo ambasciatore d'Italia nel Kosovo indipendente), Vittorio Sandalli (ultimo ambasciatore d'Italia in Afghanistan) e gli ex ambasciatori a Kabul Enrico De Maio e Anna Della Croce; la proprietaria e gallerista della Galleria del Cembalo Paola Stacchini Cavazza; Alessandro di Majo (consigliere d'amministrazione Rai); Nino Fergi (presidente di InterSos)
Sabato 4 febbraio alle 17:30, nella suggestiva Sala Cesanelli dell'Arena Sferisterio di Macerata, ci sarà la presentazione in anteprima del libro d'esordio di Margherita Forconi "Ora che siamo soli". La giovane autrice dialogherà, dopo i saluti dell'assessore al turismo, sport ed eventi del comune di Macerata Riccardo Sacchi, con l'editore Simone Giaconi.
Il libro tratta il disagio giovanile accentuato dall’esperienza di isolamento sperimentata durante la pandemia dalla fascia d'età, quella adolescenziale, che più brama rapporti sociali. "Ora che siamo soli", una storia autobiografica, vuol rappresentare un momento di riflessione per i tanti giovani che possono riconoscersi nelle situazioni trattate tra le pagine e quindi trovare uno sprone per riscattarsi da momenti di estrema fragilità.
"Di fronte alle decisioni vere della vita, quelle che determinano chi sei e chi sarai, si è sempre soli. Non contano gli amici, men che meno i genitori - scrive Margherita -. Così si è soli nel decidere se mangiare o no, se farsi del male o no, se vivere o morire. Questa, purtroppo, non è una fiaba: non ha un lieto fine. È il racconto di due strade di dolore: quella della mia amica e la mia. Ognuna di noi due ha fatto le sue scelte, entrambe devono essere rispettate. Apparteniamo ad una generazione vessata da una società che mette l’immagine e la performance prima della persona, svilita da due anni di solitudine, oppressa da un futuro che sembra quasi inesistente. Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia, ma questa è la nostra storia, il nostro dolore: dategli la dignità che merita".
Margherita Forconi, nata il 12 marzo 2003 nelle Marche, attualmente studia Lettere Antiche presso l'Università degli Studi di Padova. Appuntamento all'Arena Sferisterio (Sala Cesanelli), piazza Nazario Sauro, Macerata. Ingresso gratuito.
In Italia si stima che siano 600 mila le persone autistiche, tante quanti sono gli abitanti di città come Palermo o Genova. Si tratta di una popolazione di persone neuroatipiche che vive in un contesto ambientale, con regole sociali, tempi e ritmi calibrati per i neurotipici.
È necessario un rinascimento culturale per includere e valorizzare le peculiarità di chi è nello spettro. Questo è il tema centrale dell’incontro che si terrà domenica 5 febbraio alle 16:30 a Corridonia, presso il centro di aggregazione Pippo in via Cavour 65.
Paola Giosuè, autrice del libro "Autistico a chi?" porterà la testimonianza di osteopata che si prende cura di persone che vivono, anche attraverso il corpo, il grande sforzo necessario per gestire la quotidianità.
Un pomeriggio organizzato dalla pedagogista Lisa Cristiana Tosiani, la quale ha molto a cuore la tematica sull’Autismo, perché vive questi ragazzi quotidianamente e dall'assessore alle politiche sociali del comune di Corridonia Nelia Calvigioni.
Con la partecipazione di Carla Papetti e Rosella Ramundo, mamme di persone disabili, cittadini di Corridonia e della professoressa Sabrina Bartolacci insegnante di sostegno presso l’Ipsia Filippo Corridoni. L’ingresso è libero e gratuito.
Presentato oggi nell'Aula Magna del Comune di Recanati il nuovo film che in questi giorni verrà girato a Recanati dal titolo “In-finiti” diretto dal regista Cristian De Mattheis e prodotto dalla A.C. Production di Michele Calì che ha scelto la città dell’Infinito come scenografia per la sua ultima produzione, dando anche l’opportunità ai cittadini del territorio di fare le comparse nel film.
"Siamo lieti di dare il benvenuto nella nostra città alla produzione - ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi -. Tutto ciò che ruota nel mondo della cultura qui è sempre ben accolto, tra l’altro il cinema a Recanati ha una tradizione importante con il Premio Alessandrini. Far parte del set cinematografico di un nuovo film è sicuramente una esperienza entusiasmante".
Tra gli attori principali Francesca Loy nel ruolo di Roberta, già protagonista del precedente film di grande successo di Michele Calì "Un amore così grande" che ha battuto i record di audience su Canale 5 con 5,5 milioni di spettatori in due prime serate.
A fianco a Francesca Loy ci sarà Federico Le Pera nel ruolo di Davide, Gabriele Rossi nei panni di Jacopo, Michela Persico nel ruolo di Greta e Fabiola Morabito. Il lungometraggio vedrà inoltre il debutto sul grande schermo dell’ex ciclista Ignazio Moser.
"Ci siamo, finalmente iniziano le riprese del film nella nostra città -Ha affermato l’assessora alle culture Rita Soccio -. Siamo emozionati ed entusiasti di condividere la bellezza e la suggestione dei luoghi leopardiani attraverso le immagini del film. Siamo altresì felici di aver condiviso questa esperienza cinematografica con la comunità recanatese e non solo attraverso la selezione delle comparse".
Le riprese del film si terranno a Recanati giovedì 2 e venerdì 3 gennaio, nelle vie del centro storico, in piazza Giacomo Leopardi, nel Museo civico Villa Colloredo Mels, nel chiostro di Sant’Agostino e nell’Orto sul Colle dell’Infinito.
"Voglio ringraziare Recanati, questa splendida città alla quale sono molto affezionato fin da bambino che ci ha accolto con grande affetto - ha detto il produttore Michele Calì - siamo qui per girare le scene iniziali del nostro nuovo film. Le location recanatesi sono la perfetta cornice per la nascita di questa 'strana' storia d’amore che vede Roberta, una giovane studentessa di lettere e filosofia, in procinto di scrivere la sua tesi di laurea sull’Infinito di Leopardi dal punto vista filosofico e Davide che si è appena diplomato all’Accademia di Belle Arti di Macerata ma che nel frattempo, lavora come responsabile di sala, proprio nel Museo Civico, dove i due protagonisti si conoscono per la prima volta".
"Recanati è uno di quei borghi storici di cui ti innamori al primo sguardo - ha detto il regista Cristian De Mattheis - È facile immergersi in questo clima in quello che dev’essere stato il mondo all’epoca del suo cittadino più illustre di sempre. Perché è vero, Recanati è sinonimo di Giacomo Leopardi, è impossibile scindere le due cose. Eppure, in questi pochi giorni che ho trascorso qui, ho trovato molto di più: una cittadina estremamente ospitale e disponibile alla cooperazione".
"Voglio ringraziare tutti voi per la splendida ospitalità che ci avete riservato - ha detto Francesca Loy - il mio ruolo nel film è molto bello ma anche difficile in quanto prevede un’immersione in una vasta gamma di sentimenti, Roberta, il mio personaggio è una ragazza in continuo cambiamento durante le varie esperienze che si susseguono nel film. Vi aspetto al cinema per vederlo insieme".
“Sono molto legato a questa terra - ha detto Federico Le Pera - ho trascorso molte estati della mia infanzia e adolescenza proprio qui nelle Marche, avevo una casa in montagna ad Ussita. Nel film interpreto Davide, un ruolo che mette in gioco molti sentimenti sarà un esperienza bellissima lavorare a Recanati e sono certo che ci porteremo per sempre nel cuore questi giorni trascorsi nella città dell’Infinito".
Corale è stato l’entusiasmo espresso dall’attore recanatese Paolo Magagnini che reciterà nel ruolo del professore di lettere e dalle comparse che faranno parte del film presenti in conferenza stampa: Nico Sgolastra e Alessia Provenziani di Recanati, Nicola Cardinali di Treia, Niccolò Bivoni di Civitanova Marche e Carlo Iachini di Filottrano.
Tra le altre comparse che parteciperanno alle riprese del film, selezionate sul territorio tra le circa 400 persone che si sono presentate al casting nel Palazzo comunale di Recanati si annoverano: Paola Morotti, Gioia Michilli , Manuela Benedettucci, Cristina Luppino, Sofia Gigli Patricia Philips, Angelica Giacomin, Sophie Bonci, Cristiana Ottavianoni, Giulia Bulletta Claudio Mariucci, Walter Betti, Elia Marchetti, Fiorella Alviti, Vittoria Montemarani, Valentina Fraticelli, Nicolas Sampaolo, Benedetta Barboni, Francesco Principi, Claudio Marcelo, Brian Cabrani, Luana Trubbiani e Vanessa Scarponi.
Continuano con successo le iniziative promosse dal comune di Corridonia per sostenere la mostra locale su Carlo Crivelli. Sabato 28 gennaio al teatro Lanzi si è svolta la conversazione con l’avvocato Gennaro Natale sul tema "Il linguaggio nascosto nelle opere di Carlo Crivelli".
L’incontro è stato presentato dall’assessore alla cultura, l'avvocato Massimo Cesca e dal dottor Giovanni Martinelli, referente tecnico artistico del comune, ed è continuato con l’interessante relazione dell’avvocato Natale sul significato dei simboli e dei colori presenti nelle opere del Crivelli esposte al Palazzo Bonaccorsi.
Tutti i presenti, grazie alle tante informazioni ricevute, potranno in futuro guardare le opere del Crivelli con una diversa consapevolezza e potranno goderne in maniera ancora più completa la bellezza.
Molto numeroso il pubblico proveniente da tutta la regione e molto attento, alcuni concentrati con carta e penna per prendere appunti. Tante anche le personalità presenti e in particolare molta attenzione ha suscitato la presenza in sala di Paolo Sabbatini, dirigente Area promozione Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, appositamente intervenuto per ascoltare la relazione e visitare la mostra.
Al termine della conversazione l’Assessore Massimo Cesca insieme alla consigliera Daniela Serafini hanno accompagnato l’avvocato Gennaro Natale e il professor Paolo Sabbatini in una veloce visita del centro storico.
"Come amministrazione siamo veramente felici di fare proposte culturali capaci di attrarre un pubblico qualificato e numeroso a Corridonia. Siamo certi che il grande lavoro di questi mesi porterà in prospettiva anche molti benefici sociali ed economici per la città" sottolinea l'assessore Massimo Cesca.
Furono circa 600mila i militari dell’esercito italiano deportati nei campi di concentramento in Germania, Austria ed Europa orientale all’alba dell’armistizio dell’8 settembre. Circa 50mila non fecero mai ritorno.
Privati delle tutele garantite dalla Convenzione di Ginevra e della protezione della Croce Rossa Internazionale, agli IMI toccò una sorte non dissimile da quella degli altri prigionieri dei lager: fra il trasporto disumano via treno o via nave e il lavoro forzato, fra le torture fisiche e psicologiche e la glaciale violenza sistematica. A raccontare questa storia, in occasione della Giornata della Memoria, è Rossano Corradetti, figlio dell’internato e testimone diretto dell’Olocausto, Mario Corradetti.
Nato a Montottone nel 1913, nel Fermano, Mario è uno dei tanti "dimenticati di Stato" - come li definisce il figlio Rossano - uno dei superstiti dalla strage nazista che ha custodito in un diario la propria esperienza, la preziosa memoria storica di chi ha esperito in prima persona la brutalità del nazismo, la desolazione inumana dei campi di concentramento.
Rossano spiega che il padre era spesso reticente a raccontare, a rimestare quei ricordi tanto dolorosi: “Ricordo quando da bambino facevo i capricci per il cibo, magari rifiutando la minestra o le verdure preparate da mia madre, e subito lui mi rimproverava: «Magari l’avessi avute io queste cose nei campi. Dovevo nascondere anche il coltellino con cui pelavo le patate per non farmi sparare»".
"L’altra Resistenza" – come il titolo del libro di Alessandro Natta, segretario prima e presidente poi del Partito Comunista Italiano fra il 1984 e il 1990 e internato nei campi di Sandboestel e Wietzendorf fra il ’43 e il ’45 insieme allo stesso Mario Corradetti – è stata portata avanti dai militari italiani nei campi di prigionia: in risposta alle lusinghe e alle minacce dei nazisti e dei repubblichini (i pochi che si riunirono sotto il fascio littorio della repubblica di Salò) volte a reintegrare le forze dell’asse, i soldati italiani eressero un muro di rifiuto che ha retto per due anni, un “no” che a molti è costato la vita.
«Se si fossero dichiarati disponibili a combattere, spiega Rossano, (stando alle fonti il 70% degli ufficiali e il 78% dei soldati internati rifiutò di prestare giuramento alla Repubblica di Salò ndr), sarebbero stati liberati dalla prigionia e rimandati a casa – così dicevano i nazifascisti. Il bastone era affidato ai tedeschi che lanciavano insulti come "traditori", “badogliani”, “feccia”, mentre la carota ai repubblichini i quali promettevano onore, libertà e patria».
«Promesse vuote che mio padre rifiutò sempre, continua Rossano, un no che sapeva benissimo significare la prigionia nei campi di concentramento: «La scelta del ‘no’ ci dava la dignità di sentirci uomini, oltre che soldati. Il mio no era consapevole, sapevo cosa mi aspettava», si legge nel diario.
Dopo la morte di Mario, nel 1986, Rossano ha deciso di diffondere la storia del padre nella casa museo di Montottone, di mantenere in vita la memoria di un volto della Resistenza italiana spesso considerato come secondario, di sfondo. “Sono anni che raccolgo firme e mando petizioni a Roma per far istituire una giornata dedicata ai militi italiani internati".
"Lo scorso governo sembrava essere sul punto di approvare la richiesta prima di cadere e recentemente ho rimandato tutto al presidente del Senato, Ignazio La Russa, ma sinceramente nutro poche speranze. I morti sono tutti uguali, non dovrebbero avere colore”.
Fino all’8 settembre 1943, l’esercito italiano combatteva dallo stesso lato dei tedeschi ed era impiegato in diversi fronti in tutta Europa (Iugoslavia, Francia, Albania, Grecia e isole dell'Egeo, Polonia, paesi baltici e Unione Sovietica ndr), in linea con le volontà del regime fascista.
Poi la deposizione e l’arresto di Mussolini, la prigionia e la liberazione da parte dei paracadutisti tedeschi stravolsero la posizione dell’Italia nello scacchiere europeo, segnata in quell’8 settembre dalla dichiarazione ufficiale di Badoglio sulla firma dell’armistizio di Cassibile, con cui si decretava il cambio di fronte e l’impegno contro il nazifascismo.
Saltano tutte le linee di comando: la famiglia reale fugge da Roma e le autorità politiche scompaiono, si smembrano o si rendono irraggiungibili, tutto mentre la Wehrmacht dà il via all’occupazione del territorio italiano. La Repubblica Sociale Italiana si insedia nel nord alla fine di settembre e con essa si apre l’ultimo capitolo della seconda guerra mondiale.
Intanto i soldati dislocati in Europa erano allo sbando: Corradetti era di stanza in Grecia, a Larissa, al momento dell’armistizio, dove il numero dei soldati italiani superava di gran lunga i tedeschi, ma la mancanza di ordini chiari e immediati costò la deportazione. Ammassati su treni e navi, furono trasportati in massa nella bassa Sassonia, nei campi di prigionia destinati specificatamente agli italiani (alcuni dei quali presenti anche nel Maceratese).
La differenza fra questi lager e i più noti di Auschwitz, Birkenau o Dachau, era solo nell’intensità della persecuzione operata dai carnefici, non nella sostanza. Non c’erano forni crematori; i numeri non venivano tatuati sulla pelle dei prigionieri, solamente schedati e numerati (il numero di matricola di Corradetti era 192792); i capelli non venivano tagliati, ma cosparsi di creosolo; a Sandboestel non c’erano neanche le fosse comuni (presenti, invece, a Wietzendorf), e i prigionieri potevano seppellire i loro morti in dei cimiteri abbandonati e dismessi.
Ciò che li accomunava era la brutale violenza spersonalizzante, le condizioni igieniche e alimentari terribili con il tetro corteo di fame, malattia e morte: “Lande sabbiose e reticolati; fame e puzzo di rape; baracche di legno e insetti; urla bestiali e morte”, così Natta descrive i lager.
Nonostante il rischio di venire fucilati sul posto, Corradetti e i suoi compagni riuscirono a costruire una radio con cui intercettare le notizie proveniente da fuori. L’avevano chiamata Radio Caterina, in onore della fidanzata di uno dei prigionieri, ed era da lì che ogni giorno speravano di ottenere la notizia della fine della guerra.
“Quando nel 1945 arrivarono gli arei americani a bombardare pensavamo di morire. Era da qualche settimana che si inseguivano voci sull’imminente liberazione e finalmente, il 19 agosto, fu dato l’annuncio della fine della guerra al grido di “Viva l’Italia! Viva le nazioni alleate!”. Solo dopo emerse che Goebbels aveva firmato l’ordine di bruciare i campi ed eliminare i superstiti. Un ordine fortunatamente mai eseguito.
Nel diario di Corradetti si leggono parole di sollievo e gioia ricordando la fine della cattività: “Dopo mesi di peregrinare eravamo finalmente fuori dal campo e tornammo in Italia con mezzi di fortuna, chi in treno, chi su un camion, chi a piedi. La precedenza era data ai feriti e ai malati gravi, ma ero felice di poter tornare in patria. […] Arrivai a Montottone dopo una lunga odissea, era il 20 ottobre ed ero finalmente libero”.