In Italia si stima che siano 600 mila le persone autistiche, tante quanti sono gli abitanti di città come Palermo o Genova. Si tratta di una popolazione di persone neuroatipiche che vive in un contesto ambientale, con regole sociali, tempi e ritmi calibrati per i neurotipici.
È necessario un rinascimento culturale per includere e valorizzare le peculiarità di chi è nello spettro. Questo è il tema centrale dell’incontro che si terrà domenica 5 febbraio alle 16:30 a Corridonia, presso il centro di aggregazione Pippo in via Cavour 65.
Paola Giosuè, autrice del libro "Autistico a chi?" porterà la testimonianza di osteopata che si prende cura di persone che vivono, anche attraverso il corpo, il grande sforzo necessario per gestire la quotidianità.
Un pomeriggio organizzato dalla pedagogista Lisa Cristiana Tosiani, la quale ha molto a cuore la tematica sull’Autismo, perché vive questi ragazzi quotidianamente e dall'assessore alle politiche sociali del comune di Corridonia Nelia Calvigioni.
Con la partecipazione di Carla Papetti e Rosella Ramundo, mamme di persone disabili, cittadini di Corridonia e della professoressa Sabrina Bartolacci insegnante di sostegno presso l’Ipsia Filippo Corridoni. L’ingresso è libero e gratuito.
Presentato oggi nell'Aula Magna del Comune di Recanati il nuovo film che in questi giorni verrà girato a Recanati dal titolo “In-finiti” diretto dal regista Cristian De Mattheis e prodotto dalla A.C. Production di Michele Calì che ha scelto la città dell’Infinito come scenografia per la sua ultima produzione, dando anche l’opportunità ai cittadini del territorio di fare le comparse nel film.
"Siamo lieti di dare il benvenuto nella nostra città alla produzione - ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi -. Tutto ciò che ruota nel mondo della cultura qui è sempre ben accolto, tra l’altro il cinema a Recanati ha una tradizione importante con il Premio Alessandrini. Far parte del set cinematografico di un nuovo film è sicuramente una esperienza entusiasmante".
Tra gli attori principali Francesca Loy nel ruolo di Roberta, già protagonista del precedente film di grande successo di Michele Calì "Un amore così grande" che ha battuto i record di audience su Canale 5 con 5,5 milioni di spettatori in due prime serate.
A fianco a Francesca Loy ci sarà Federico Le Pera nel ruolo di Davide, Gabriele Rossi nei panni di Jacopo, Michela Persico nel ruolo di Greta e Fabiola Morabito. Il lungometraggio vedrà inoltre il debutto sul grande schermo dell’ex ciclista Ignazio Moser.
"Ci siamo, finalmente iniziano le riprese del film nella nostra città -Ha affermato l’assessora alle culture Rita Soccio -. Siamo emozionati ed entusiasti di condividere la bellezza e la suggestione dei luoghi leopardiani attraverso le immagini del film. Siamo altresì felici di aver condiviso questa esperienza cinematografica con la comunità recanatese e non solo attraverso la selezione delle comparse".
Le riprese del film si terranno a Recanati giovedì 2 e venerdì 3 gennaio, nelle vie del centro storico, in piazza Giacomo Leopardi, nel Museo civico Villa Colloredo Mels, nel chiostro di Sant’Agostino e nell’Orto sul Colle dell’Infinito.
"Voglio ringraziare Recanati, questa splendida città alla quale sono molto affezionato fin da bambino che ci ha accolto con grande affetto - ha detto il produttore Michele Calì - siamo qui per girare le scene iniziali del nostro nuovo film. Le location recanatesi sono la perfetta cornice per la nascita di questa 'strana' storia d’amore che vede Roberta, una giovane studentessa di lettere e filosofia, in procinto di scrivere la sua tesi di laurea sull’Infinito di Leopardi dal punto vista filosofico e Davide che si è appena diplomato all’Accademia di Belle Arti di Macerata ma che nel frattempo, lavora come responsabile di sala, proprio nel Museo Civico, dove i due protagonisti si conoscono per la prima volta".
"Recanati è uno di quei borghi storici di cui ti innamori al primo sguardo - ha detto il regista Cristian De Mattheis - È facile immergersi in questo clima in quello che dev’essere stato il mondo all’epoca del suo cittadino più illustre di sempre. Perché è vero, Recanati è sinonimo di Giacomo Leopardi, è impossibile scindere le due cose. Eppure, in questi pochi giorni che ho trascorso qui, ho trovato molto di più: una cittadina estremamente ospitale e disponibile alla cooperazione".
"Voglio ringraziare tutti voi per la splendida ospitalità che ci avete riservato - ha detto Francesca Loy - il mio ruolo nel film è molto bello ma anche difficile in quanto prevede un’immersione in una vasta gamma di sentimenti, Roberta, il mio personaggio è una ragazza in continuo cambiamento durante le varie esperienze che si susseguono nel film. Vi aspetto al cinema per vederlo insieme".
“Sono molto legato a questa terra - ha detto Federico Le Pera - ho trascorso molte estati della mia infanzia e adolescenza proprio qui nelle Marche, avevo una casa in montagna ad Ussita. Nel film interpreto Davide, un ruolo che mette in gioco molti sentimenti sarà un esperienza bellissima lavorare a Recanati e sono certo che ci porteremo per sempre nel cuore questi giorni trascorsi nella città dell’Infinito".
Corale è stato l’entusiasmo espresso dall’attore recanatese Paolo Magagnini che reciterà nel ruolo del professore di lettere e dalle comparse che faranno parte del film presenti in conferenza stampa: Nico Sgolastra e Alessia Provenziani di Recanati, Nicola Cardinali di Treia, Niccolò Bivoni di Civitanova Marche e Carlo Iachini di Filottrano.
Tra le altre comparse che parteciperanno alle riprese del film, selezionate sul territorio tra le circa 400 persone che si sono presentate al casting nel Palazzo comunale di Recanati si annoverano: Paola Morotti, Gioia Michilli , Manuela Benedettucci, Cristina Luppino, Sofia Gigli Patricia Philips, Angelica Giacomin, Sophie Bonci, Cristiana Ottavianoni, Giulia Bulletta Claudio Mariucci, Walter Betti, Elia Marchetti, Fiorella Alviti, Vittoria Montemarani, Valentina Fraticelli, Nicolas Sampaolo, Benedetta Barboni, Francesco Principi, Claudio Marcelo, Brian Cabrani, Luana Trubbiani e Vanessa Scarponi.
Continuano con successo le iniziative promosse dal comune di Corridonia per sostenere la mostra locale su Carlo Crivelli. Sabato 28 gennaio al teatro Lanzi si è svolta la conversazione con l’avvocato Gennaro Natale sul tema "Il linguaggio nascosto nelle opere di Carlo Crivelli".
L’incontro è stato presentato dall’assessore alla cultura, l'avvocato Massimo Cesca e dal dottor Giovanni Martinelli, referente tecnico artistico del comune, ed è continuato con l’interessante relazione dell’avvocato Natale sul significato dei simboli e dei colori presenti nelle opere del Crivelli esposte al Palazzo Bonaccorsi.
Tutti i presenti, grazie alle tante informazioni ricevute, potranno in futuro guardare le opere del Crivelli con una diversa consapevolezza e potranno goderne in maniera ancora più completa la bellezza.
Molto numeroso il pubblico proveniente da tutta la regione e molto attento, alcuni concentrati con carta e penna per prendere appunti. Tante anche le personalità presenti e in particolare molta attenzione ha suscitato la presenza in sala di Paolo Sabbatini, dirigente Area promozione Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, appositamente intervenuto per ascoltare la relazione e visitare la mostra.
Al termine della conversazione l’Assessore Massimo Cesca insieme alla consigliera Daniela Serafini hanno accompagnato l’avvocato Gennaro Natale e il professor Paolo Sabbatini in una veloce visita del centro storico.
"Come amministrazione siamo veramente felici di fare proposte culturali capaci di attrarre un pubblico qualificato e numeroso a Corridonia. Siamo certi che il grande lavoro di questi mesi porterà in prospettiva anche molti benefici sociali ed economici per la città" sottolinea l'assessore Massimo Cesca.
Furono circa 600mila i militari dell’esercito italiano deportati nei campi di concentramento in Germania, Austria ed Europa orientale all’alba dell’armistizio dell’8 settembre. Circa 50mila non fecero mai ritorno.
Privati delle tutele garantite dalla Convenzione di Ginevra e della protezione della Croce Rossa Internazionale, agli IMI toccò una sorte non dissimile da quella degli altri prigionieri dei lager: fra il trasporto disumano via treno o via nave e il lavoro forzato, fra le torture fisiche e psicologiche e la glaciale violenza sistematica. A raccontare questa storia, in occasione della Giornata della Memoria, è Rossano Corradetti, figlio dell’internato e testimone diretto dell’Olocausto, Mario Corradetti.
Nato a Montottone nel 1913, nel Fermano, Mario è uno dei tanti "dimenticati di Stato" - come li definisce il figlio Rossano - uno dei superstiti dalla strage nazista che ha custodito in un diario la propria esperienza, la preziosa memoria storica di chi ha esperito in prima persona la brutalità del nazismo, la desolazione inumana dei campi di concentramento.
Rossano spiega che il padre era spesso reticente a raccontare, a rimestare quei ricordi tanto dolorosi: “Ricordo quando da bambino facevo i capricci per il cibo, magari rifiutando la minestra o le verdure preparate da mia madre, e subito lui mi rimproverava: «Magari l’avessi avute io queste cose nei campi. Dovevo nascondere anche il coltellino con cui pelavo le patate per non farmi sparare»".
"L’altra Resistenza" – come il titolo del libro di Alessandro Natta, segretario prima e presidente poi del Partito Comunista Italiano fra il 1984 e il 1990 e internato nei campi di Sandboestel e Wietzendorf fra il ’43 e il ’45 insieme allo stesso Mario Corradetti – è stata portata avanti dai militari italiani nei campi di prigionia: in risposta alle lusinghe e alle minacce dei nazisti e dei repubblichini (i pochi che si riunirono sotto il fascio littorio della repubblica di Salò) volte a reintegrare le forze dell’asse, i soldati italiani eressero un muro di rifiuto che ha retto per due anni, un “no” che a molti è costato la vita.
«Se si fossero dichiarati disponibili a combattere, spiega Rossano, (stando alle fonti il 70% degli ufficiali e il 78% dei soldati internati rifiutò di prestare giuramento alla Repubblica di Salò ndr), sarebbero stati liberati dalla prigionia e rimandati a casa – così dicevano i nazifascisti. Il bastone era affidato ai tedeschi che lanciavano insulti come "traditori", “badogliani”, “feccia”, mentre la carota ai repubblichini i quali promettevano onore, libertà e patria».
«Promesse vuote che mio padre rifiutò sempre, continua Rossano, un no che sapeva benissimo significare la prigionia nei campi di concentramento: «La scelta del ‘no’ ci dava la dignità di sentirci uomini, oltre che soldati. Il mio no era consapevole, sapevo cosa mi aspettava», si legge nel diario.
Dopo la morte di Mario, nel 1986, Rossano ha deciso di diffondere la storia del padre nella casa museo di Montottone, di mantenere in vita la memoria di un volto della Resistenza italiana spesso considerato come secondario, di sfondo. “Sono anni che raccolgo firme e mando petizioni a Roma per far istituire una giornata dedicata ai militi italiani internati".
"Lo scorso governo sembrava essere sul punto di approvare la richiesta prima di cadere e recentemente ho rimandato tutto al presidente del Senato, Ignazio La Russa, ma sinceramente nutro poche speranze. I morti sono tutti uguali, non dovrebbero avere colore”.
Fino all’8 settembre 1943, l’esercito italiano combatteva dallo stesso lato dei tedeschi ed era impiegato in diversi fronti in tutta Europa (Iugoslavia, Francia, Albania, Grecia e isole dell'Egeo, Polonia, paesi baltici e Unione Sovietica ndr), in linea con le volontà del regime fascista.
Poi la deposizione e l’arresto di Mussolini, la prigionia e la liberazione da parte dei paracadutisti tedeschi stravolsero la posizione dell’Italia nello scacchiere europeo, segnata in quell’8 settembre dalla dichiarazione ufficiale di Badoglio sulla firma dell’armistizio di Cassibile, con cui si decretava il cambio di fronte e l’impegno contro il nazifascismo.
Saltano tutte le linee di comando: la famiglia reale fugge da Roma e le autorità politiche scompaiono, si smembrano o si rendono irraggiungibili, tutto mentre la Wehrmacht dà il via all’occupazione del territorio italiano. La Repubblica Sociale Italiana si insedia nel nord alla fine di settembre e con essa si apre l’ultimo capitolo della seconda guerra mondiale.
Intanto i soldati dislocati in Europa erano allo sbando: Corradetti era di stanza in Grecia, a Larissa, al momento dell’armistizio, dove il numero dei soldati italiani superava di gran lunga i tedeschi, ma la mancanza di ordini chiari e immediati costò la deportazione. Ammassati su treni e navi, furono trasportati in massa nella bassa Sassonia, nei campi di prigionia destinati specificatamente agli italiani (alcuni dei quali presenti anche nel Maceratese).
La differenza fra questi lager e i più noti di Auschwitz, Birkenau o Dachau, era solo nell’intensità della persecuzione operata dai carnefici, non nella sostanza. Non c’erano forni crematori; i numeri non venivano tatuati sulla pelle dei prigionieri, solamente schedati e numerati (il numero di matricola di Corradetti era 192792); i capelli non venivano tagliati, ma cosparsi di creosolo; a Sandboestel non c’erano neanche le fosse comuni (presenti, invece, a Wietzendorf), e i prigionieri potevano seppellire i loro morti in dei cimiteri abbandonati e dismessi.
Ciò che li accomunava era la brutale violenza spersonalizzante, le condizioni igieniche e alimentari terribili con il tetro corteo di fame, malattia e morte: “Lande sabbiose e reticolati; fame e puzzo di rape; baracche di legno e insetti; urla bestiali e morte”, così Natta descrive i lager.
Nonostante il rischio di venire fucilati sul posto, Corradetti e i suoi compagni riuscirono a costruire una radio con cui intercettare le notizie proveniente da fuori. L’avevano chiamata Radio Caterina, in onore della fidanzata di uno dei prigionieri, ed era da lì che ogni giorno speravano di ottenere la notizia della fine della guerra.
“Quando nel 1945 arrivarono gli arei americani a bombardare pensavamo di morire. Era da qualche settimana che si inseguivano voci sull’imminente liberazione e finalmente, il 19 agosto, fu dato l’annuncio della fine della guerra al grido di “Viva l’Italia! Viva le nazioni alleate!”. Solo dopo emerse che Goebbels aveva firmato l’ordine di bruciare i campi ed eliminare i superstiti. Un ordine fortunatamente mai eseguito.
Nel diario di Corradetti si leggono parole di sollievo e gioia ricordando la fine della cattività: “Dopo mesi di peregrinare eravamo finalmente fuori dal campo e tornammo in Italia con mezzi di fortuna, chi in treno, chi su un camion, chi a piedi. La precedenza era data ai feriti e ai malati gravi, ma ero felice di poter tornare in patria. […] Arrivai a Montottone dopo una lunga odissea, era il 20 ottobre ed ero finalmente libero”.
La pittura di Carlo Crivelli sta destando, soprattutto nel recente, un grande interesse per la ricchezza delle sue composizioni. Nelle sue opere nulla è dato al caso: panorami, drappeggi, simboli, decorazioni, rappresentano un immenso patrimonio simbolico, la lettura del quale consente di comprendere lo spirito dei personaggi proposti nelle opere riuscendo a definire dal punto di vista sacro la scelta delle figurazioni e la simbologia dei santi.
A Corridonia, come ulteriore contributo alla "lettura" della mostra su Carlo Crivelli in corso a Macerata (nella quale si può ammirare anche la pala custodita nella pinacoteca parrocchiale locale) analizzare i simboli e i misteri taciuti nelle opere del pittore veneto attivo soprattutto nelle basse Marche. Del resto nei suoi polittici e nelle sue tavole, Crivelli non ha lasciato niente al caso: nella sua pittura simboli, decori, colori, posizioni, rappresentano ognuno un preciso messaggio e una precisa spiegazione.
Sabato 28 gennaio, alle ore 16, nel teatro Lanzi, dopo un'introduzione a cura del dottor Giovanni Martinelli, l'avvocato Gennaro Natale, da anni attento studioso dei simboli nell’arte, terrà una conversazione su "Il linguaggio nascosto nelle opere di Carlo Crivelli". Con la proiezione delle opere, spiegherà in dettaglio i simboli e i misteri della mostra maceratese. Per l’occasione è stato anche editato un opuscolo con la relazione.
Un appuntamento originale e quanto mai interessante dal punto di vista culturale promosso dal comune di Corridonia, in collaborazione con Associazione Lanzi, Accademia Organistica Elpidiense, Parrocchia dei santi Pietro, Paolo e Donato.
Al termine dell’incontro sarà possibile visitare la mostra ed ammirare cinque splendidi abiti riproduzioni fedeli dei vestiti dipinti dal Crivelli, collocati all’interno della sala museale per rendere ancora più suggestivo ed interessante l'allestimento.
Un concerto dedicato alle più belle pagine di due famosi compositori di cultura slava eseguite da un grande interprete del pianismo internazionale e da una delle più importanti istituzioni orchestrali italiane. Domenica 29 gennaio alle ore 18:00 si esibiranno al Politeama di Tolentino Gianluca Luisi e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta dal maestro Massimiliano Caldi in un concerto dal titolo "Anima Slava" con musiche di P.I. Čajkovskij e S. Rachmaninov.
Due grandi compositori di cultura slava che integrarono lo spirito e il canto della loro terra, la Russia, con il pensiero e le forme della tradizione occidentale dando origine a capolavori immortali. La splendida Serenata per archi di Čajkovskij, frutto di una "possessione mozartiana" che si traduce in una scrittura dall’equilibrio perfetto, tersa, "serena" appunto, svolta a sostegno di melodie semplici, dal cuore puro e ardente, che rapiscono immediatamente l’ascoltatore per la loro intensità e la loro infinita grazia.
Il Secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov, amatissimo dal pubblico per la sua seducente melodiosità, la sua ricchezza armonica, i suoi riflussi di nostalgia verso la madrepatria, evocata da quella celebre, potente formula di invocazione del pianoforte solo che dà l’avvio al concerto.
Gianluca Luisi è considerato dalla critica internazionale uno dei migliori pianisti italiani del nostro tempo. È vincitore di prestigiosi concorsi tra cui il primo premio al 4° Concorso Internazionale J.S.Bach di Saarbrucken-Wurtzburg dove è stato acclamato dalla critica tedesca come un nuovo interprete di J.S.Bach.
Si è esibito in sale prestigiose come La Maison Symphonique di Montreal, Canada, la Toyota Concert Hall e Nagoya Concert Hall, Giappone e molte altre. Ha tenuto concerti per istituzioni storiche come la Carnegie Hall (New York), il Musikverein (Vienna), lo Schleswig Holstein Musik Festival (Amburgo), il Festival di Husum (rarità della musica pianistica) e con orchestre internazionali come l’Orchestra Filarmonica di Francoforte e Shanghai.
I suoi programmi hanno incluso repertori rari e di difficile esecuzione tra cui l’integrale del Clavicembalo ben Temperato eseguito a memoria alla Bachtage a Berlino, l'integrale delle sinfonie di Beethoven-Liszt, i due concerti di Chopin, le suite inglesi e francesi. È stato invitato in qualità di giurato al famoso concorso “Tchaikovsky” per giovani artisti.
La Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana è una delle tredici Istituzioni Concertistico Orchestrali Italiane riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L'Orchestra affronta sia il repertorio sinfonico che quello lirico con notevole flessibilità e duttilità sul piano artistico-interpretativo, spaziando dal Barocco al Novecento alla musica contemporanea.
Realizza una ricca Stagione Sinfonica in ambito regionale eseguendo alcune sue produzioni anche presso prestigiosi Teatri e Società Concertistiche italiane e partecipa ad importanti manifestazioni a carattere lirico.
Biglietti da 10 euro disponibili al botteghino del Politeama, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 17:00 alle ore 20:00 e da tre ore prima di ciascun spettacolo, oppure online sul sito dedicato (clicca qui).
Tommaso Foresi, 17 anni di Tolentino, e Giulia Carloni, 16 anni di Camerino, sono i vincitori della prima edizione della rassegna "PoetiCanto festival". A loro sono state assegnate le due borse di studio, rispettivamente nella categoria giovani cantanti e nella categoria giovani poeti, messe in palio dall'associazione Virgilio Puccitelli di San Severino Marche che ha promosso l’iniziativa con il supporto della regione Marche, del comune di San Severino Marche e della Fondazione Claudi.
"Un progetto - spiega Riccardo Brandi, presidente dell’associazione - partito nel mese di novembre e che ha visto impegnata la commissione artistica nelle fasi di selezione dei giovani cantanti e poeti poi ritrovatisi in gara sul palco del prestigioso teatro comunale Feronia dove sono andate in scena, lo scorso fine settimana, le due serate di semifinale e la grande finale".
Grande soddisfazione, e applausi a scena aperta, per il risultato ottenuto: musica e poesia si sono intrecciati per raccontare, attraverso i volti e le voci dei giovani concorrenti, le tematiche dell’attualità e del sociale. I vincitori della rassegna sono stati premiati dal sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e dal presidente dell'associazione Virgilio Puccitelli, Riccardo Brandi.
Il festival si poneva come obiettivo proprio di scoprire, promuovere e valorizzare i giovani talenti del territorio e le bellezze artistico-culturali settempedane. Un appuntamento, la prima edizione della rassegna, che dopo essere stato archiviato con successo ha fatto già mettere all'opera i promotori per una nuova edizione, la seconda, che sarà allargata anche a concorrenti provenienti da fuori regione.
Ma intanto le attività dell'associazione Virgilio Puccitelli vanno avanti senza sosta. Domani (mercoledì 25 gennaio), a partire dalle ore 17, porto aperte a tutti per una nuova lezione del coro di voci bianche nella sede di via della Galetta. (Info Whatsapp: 3505731307).
La proposta è per i più piccoli: cantare in coro è per il bambino un’attività di grande valore formativo. Lavorando in gruppo, attraverso la musica, la voce ed il gioco, si favorisce la socializzazione e l'ascolto dell’altro.
Riparte con l’avvio del nuovo anno, la tradizionale rassegna delle letture animate per i più piccoli alla Biblioteca comunale Zavatti di viale Vittorio Veneto. L'iniziativa è pensata per avvicinare i bambini anche molto piccoli al mondo dei libri, con la possibilità di condividere l’esperienza insieme ai propri genitori, nonni o zii.
Il primo appuntamento, rivolto ai piccoli lettori da 7 a 10 anni, è in programma venerdì 3 febbraio, alle ore 17:30, con la lettura di: "Le avventure di Edith, bibliotecaria a cavallo", di Emma Carlson Berne.
I bambini nella fascia d’età che va dai 3 ai 6 anni, potranno partecipare alla lettura del venerdì successivo (10 febbraio), sempre alle ore 17.30, che vedrà protagonista la storia di "Capretto e il lupo per niente cattivo" di Bernard Friot. Le letture animate proseguiranno nei mesi di febbraio (10, 17, 24), marzo (3, 10, 17, 24, 31) ed aprile (14, 21). Per partecipare occorre la prenotazione, telefonando in Biblioteca al seguente numero: 0733/813837.
Prestigioso riconoscimento alla carriera musicologica di Paolo Pinamonti, direttore artistico del Macerata Opera Festival: il patronato della Fondazione-Archivio Manuel de Falla, riunitosi a Madrid lo scorso 12 gennaio, ha proposto all’unanimità il musicologo italiano per la direzione dell’archivio Manuel de Falla che assumerà il ruolo il prossimo settembre.
Paolo Pinamonti è infatti uno specialista del compositore spagnolo Manuel de Falla al quale ha dedicato numerose pubblicazioni apparse in Italia, Spagna e Francia a partire dal 1987. Docente presso l’Università di Venezia, Pinamonti è stato direttore artistico del teatro La Fenice di Venezia, del teatro São Carlos de Lisboa, del teatro de La Zarzuela di Madrid, del teatro San Carlo di Napoli ed è attualmente direttore artistico del Macerata Opera Festival.
Il musicologo ha mantenuto una continua e stretta relazione con la vita culturale spagnola e granadina; già collaboratore della Fondazione-Archivio Manuel de Falla, Pinamonti sta partecipando attualmente al progetto I+D della Università di Granada per l’edizione e la diffusione internazionale dell’importante epistolario del compositore spagnolo conservato presso l’archivio (più di 25.000 documenti), che prevede la collaborazione con l’Università granadina e la Subdirección General de los Archivos Estatales di Madrid.
Dopo il grande successo dei giorni scorsi con il Concerto per il Nuovo Anno, che ha riempito i teatri della nostra regione, tra cui il Lauro Rossi, la Form, la colonna sonora delle Marche, si prepara alla stagione sinfonica.
A Macerata, la stagione sinfonica 2023 della Orchestra Filarmonica Marchigiana è composta da cinque concerti in abbonamento e un Family Concert fuori abbonamento. Realizzata in collaborazione con l'amministrazione comunale, inizia il 24 gennaio per concludersi il 9 maggio.
Una stagione ricchissima, che spazia dal Classicismo al Novecento e agli autori contemporanei e che prevede la partecipazione di grandi interpreti di livello internazionale e di giovani talenti di straordinaria bravura.
Apertura martedì 24 gennaio, sotto la direzione di Gérard Korsten, musicista di fama internazionale ospite in tutto il mondo di Istituzioni e Teatri di grande prestigio, con la Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di Dvořák preceduta da splendide composizioni per violoncello e orchestra di Čajkovskij interpretate da Ettore Pagano, giovane violoncellista di eccezionale talento già molto apprezzato dal pubblico di Jesi lo scorso anno nell’esecuzione del Concerto di Gulda.
Domenica 5 febbraio segue il Family Concert fuori abbonamento pensato per i più piccoli e per le famiglie incentrato sul Pierino e il Lupo di Prokof’ev diretto da Aram Khacheh.
Giovedì 16 febbraio, uno dei pianisti più richiesti della sua generazione, Giuseppe Albanese, propone Il mio Mozart: due splendidi Concerti per pianoforte, il n. 18 e il n. 21, inframezzati dalla Fantasia in do minore; la concertazione è affidata al primo violino dell’Orchestra, Alessandro Cervo.
Il 7 marzo si passa a Strauss-Beethoven: l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta da Manlio Benzi con il quale la Form collabora da numerosi anni, interpreta le Metamorfosi di Strauss e la Sinfonia n. 3 “Eroica” di Beethoven.
La giovane violinista georgiana/turca, Veriko Tchumburidze, vincitrice a soli 20 anni del prestigioso Concorso Wieniawski, è la protagonista di “Brahms-Beethoven”. In programma venerdì 14 aprile il Concerto per violino e orchestra del compositore tedesco e la Sinfonia n. 2 di Beethoven, con la direzione di Giuseppe Montesano.
Chiude la stagione il 9 maggio un entusiasmante concerto dedicato al musical con la direzione di Romolo Gessi, principale direttore ospite dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e direttore musicale dell’Orchestra da camera del Friuli Venezia Giulia.
Dunque un percorso circolare che parte dal nuovo mondo per ritornare al continente americano con il concerto di chiusura dopo un affascinante tour fra le varie e diversificate aree culturali del vecchio continente.
Nuovi abbonamenti per la stagione sinfonica sono disponibili fino a martedì 24 gennaio. Il costo è di 50 euro per i cinque concerti in programma (Pierino e altre storie, biglietto unico a 5 euro); per gli studenti 15 euro. Biglietteria dei Teatri: tel. 0733230735.
In occasione dello spettacolo "Van Gogh cafè" dedicato alla vita del celebre pittore olandese raccontato attraverso la corrispondenza con il fratello Theo, venerdì 20 e sabato 21 gennaio, dalle ore 18.00, in contemporanea con l'apertura del botteghino del Teatro Vaccaj di Tolentino, tutti potranno ammirare una bellissima installazione ispirata dalla famosa "Notte stellata", nata da un'idea di Jasmine Neglia che, in occasione del 170° anniversario della nascita del pittore, ha realizzato un'opera multisensoriale che coinvolge a 360 gradi.
Grazie a giochi di luce che seguono una melodia, odori e una brezza che ricordano la natura rappresentata dall'artista, si pone l'obiettivo di creare una sorta di viaggio tra passato, presente e futuro. il progetto, infatti, nasce dalla voglia di unire la matericità delle opere tradizionali e la modernità delle opere digitali.
“Con piacere - afferma il sindaco Mauro Sclavi - invito tutti a venire ad ammirare questa particolarissima opera multisensoriale. Basterà accedere, ovviamente gratuitamente, nel foyer del Teatro Vaccaj nei pomeriggi di venerdì 20 e sabato 21 gennaio, prima dell'inizio del musical dedicato alla vita di Van Gogh che è in allestimento qui a Tolentino".
Nasce la "Rete museale dell’Alta Valle del Potenza", un progetto di narrazione di comunità che mette in rete alcune delle realtà museali presenti nel territorio che, da sole, rappresentano un ricchissimo patrimonio culturale da salvare e conservare quale espressione di valori, credenze, conoscenze e tradizioni che meritano davvero di essere tramandato.
Per la realizzazione dell'iniziativa, che prenderà il via con la individuazione della figura del direttore di rete, la regione Marche ha di recente assegnato al comune di San Severino Marche, che rappresenta l’ente capofila, quasi 60mila euro grazie al bando "Sostegno alle aggregazioni di istituti e luoghi della cultura".
Della rete faranno parte diverse raccolte: la pinacoteca civica "P. Tacchi Venturi", il museo civico archeologico "Giuseppe Moretti", i musei di Borgo Conce e il museo del Territorio "Oberdani Poleti" di San Severino Marche ma anche il museo nazionale del costume folcloristico "Habitus" di Castelraimondo, i musei civici di Pioraco e il museo degli attrezzi agricoli "Florindo Ferretti" di Sefro.
"La progettualità, terza nella classifica di sei proposte ammesse a finanziamento - spiega la professoressa Vanna Bianconi, vice sindaco e assessore alla cultura della città di San Severino Marche - intende connettere il patrimonio culturale del territorio con le comunità che ad esso fanno riferimento rafforzando lo sviluppo di una maggiore coesione sociale e del welfare culturale anche come antidoto al rischio di spopolamento dovuto al sisma del 2016. Di riflesso da una organizzazione dell’offerta culturale strutturata e organizzata in sistema si attendono anche risultati dal punto di vista della valorizzazione turistica".
Grazie alla rete che si andrà a costituire, subito dopo la nomina di un direttore che sarà individuato tra chi ha già esperienza nella gestione delle raccolte d’arte e culturali e che fungerà da coordinatore, si procederà anzitutto a una catalogazione digitale e alla classificazione delle collezioni, a un inventario di tutte le opere esistenti, a una selezione, a un ordinamento e a una presentazione delle stesse.
Altro obiettivo importante sarà, dove necessario, il riallestimento delle raccolte. Un'attenzione particolare verrà poi data all’accessibilità alle persone con disabilità con la predisposizione di appositi protocolli di accoglienza. La progettualità, inoltre, consentirà di elaborare piani di attività di studio e di ricerca ma anche di articolare nuovi orari di apertura delle sedi museali e di articolare visite virtuali anche grazie alle tecnologie digitali. Tutto questo sarà affidato al nuovo direttore al quale spetterà aprire le porte delle raccolte coinvolge nella progettualità per avviare iniziative che portino più pubblico possibile nei musei.
Torna il cinema con una rassegna specifica dedicata ai film-musical più belli e famosi di sempre. Ogni venerdì, dal 27 gennaio al 7 aprile, la sala spettacolo del Politeama di Tolentino ospiterà i film musicali che hanno fatto la storia del cinema e del musical.
"Questa rassegna non poteva mancare nella nostra città - sottolinea Massimo Zenobi, direttore del Politeama -.Tolentino è stata nominata più volte 'la piccola Broadway' per i tantissimi musical teatrali che vi sono stati allestiti".
Saranno 9 i titoli in cartellone, da vedere o rivedere sul grande schermo, con l'audio di grande effetto della sala spettacolo del Politeama, ogni venerdì alle ore 21, preceduti da una ricca apericena alle ore 20, per creare l'esperienza di una serata che unirà gusto, cinema e musica.
Nove appuntamenti con classici intramontabili:
- il 27 gennaio "Cats", regia di Tom Hopper con un cast che comprende Jennifer Hudson e James Corden;- il 3 febbraio, "Cantando sotto la pioggia" rimasterizzato dalla Cineteca di Bologna per il 70° anniversario- il 17 febbraio, "Les Misérables" con Hugh Jackman, Russel Crowe, Anne Hathaway- il 24 febbraio "Dreamgirls" con Beyonce, Eddie Murphy, Jamie Foxx e Jennifer Hudson- il 3 marzo "Chicago" di Rob Marshall con Renèe Zelweger, Catherine Zeta Jones e Richard Gere- il 17 marzo "Mamma Mia!" con Meryl Streep, Pierce Brosnan e Colin Firth e le musiche degli ABBA- il 24 marzo "Moulin Rouge!" di Baz Lurhmann con Ewan Mc Gregor e Nicole Kidman- il 31 marzo "Grease" l’intramontabile musical con John Travolta e Olivia Newton John- il 7 aprile "Jesus Christ Superstar" che compie 50 anni nel 2023 e verrà proiettato proprio nella giornata iconica del Venerdì Santo.
L’apericena, allestita dalla nuova gestione della Caffetteria della Enoteca Compagnucci, prevede vini di grande qualità e una gustosa selezione gastronomica e sarà servita prima di ogni proiezione dalle ore 20:00 con prenotazione obbligatoria al costo di 10 euro. Il costo del biglietto per ogni proiezione è di 6 euro ed è previsto anche un abbonamento ai 9 films della rassegna per soli 40 euro.
C’è tempo fino al 25 gennaio per aderire alla giuria dei lettori e delle lettrici del Premio Annibal Caro, giunto alla sesta edizione.
La scorsa edizione furono più di 150 gli iscritti, provenienti da tutta Italia e non solo, con una nutrita sezione under 24, grazie alla collaborazione con l’Istituto Da Vinci di Civitanova. Attraverso il loro voto lo scorso giugno i lettori hanno decretato vincitrice Anna Mioni per la traduzione dall’inglese di “Mare aperto” di Caleb Azumah Nelson, edito da Atlantide.
Per questa edizione agli iscritti alla giuria si chiede di leggere, in un tempo definito ma agevole, i 3 libri finalisti, scelti dal Comitato Tecnico tra le migliori traduzioni in italiano di narrativa pubblicate nel 2022. Saranno poi chiamati a esprimere il proprio voto e decretare così la traduzione vincitrice della sesta edizione che sarà svelata durante la cerimonia di premiazione il prossimo 6 giugno, nel giorno in cui si ricorda la nascita di Annibal Caro.
Sono diversi anche i gruppi di lettura che aderiscono alla Cara Giuria. Oltre alla partecipazione del gruppo di Civitanova che segue il premio sin dalle prime edizioni, quest’anno ha confermato l’adesione il gruppo di lettura in italiano di Berlino, Liber Liber Berlin.
Il Premio Annibal Caro conferma l’intento di valorizzare in chiave contemporanea il grande lavoro di mediazione culturale svolto dal letterato civitanovese, dando il giusto riconoscimento alla figura e al ruolo del traduttore che ci permette oggi di conoscere autori e autrici di altri paesi e di aprirci ad altre culture. Si avvale di un prestigioso comitato tecnico che garantisce alla cara giuria di leggere traduzioni di qualità.
Per questa sesta edizione il comitato tecnico è composto da: Massimo Arcangeli, linguista, docente UniCa; Rita Baldoni, traduttrice; Elisabetta Bucciarelli, scrittrice; Francesca Chiusaroli, linguista, docente UniMc; Paolo Di Paolo, scrittore; Scilla Forti, traduttrice, Luca Fusari, traduttore; Matteo Galli, traduttore, docente UniFe; Giovanni Giri, traduttore; Filippo La Porta, critico letterario; Bruno Mazzoni, traduttore, docente UniPi; Anna Mioni, traduttrice; Marina Morbiducci, traduttrice, docente UniRoma; Fabio Pedone, traduttore; Daniele Petruccioli, traduttore; Francesca Raffi, traduttrice, docente UniMc; Stella Sacchini, traduttrice; Evelina Santangelo, scrittrice; Lucilio Santoni, traduttore, Anna Maria Scaiola, docente UniRoma; Enrico Terrinoni, traduttore, docente UnistraPg.
Il comitato promotore del Premio Annibal Caro è formato da Federica Alessandri, Maria Grazia Baiocco, Anna Maria Domenella, Rosetta Martellini, Antonio Prenna, Lorella Quintabà.
Il premio collabora con il Festival La parola che non muore di Civita di Bagnoregio al cui interno si svolge il Premio di Poesia dedicato ad Annibal Caro, gemellato con il Premio civitanovese. Alla giuria ci si può iscrivere inviando una mail a premiocaro@gmail.com
Un altro bottino di fondi Pnrr per Tolentino che, con la collaborazione dell'università di Macerata, intercetta 461.160 euro per l’accessibilità e la digitalizzazione del Museo Civico Archeologico "Aristide Gentiloni Silverj".
La città fa il pieno dei contributi con un finanziamento del Ministero della Cultura per la riqualificazione del museo cittadino situato al primo piano del Castello della Rancia di Tolentino. Un ottimo risultato che conferma il valore delle progettualità di Comune e Ateneo pensate in chiave di inclusione, sostenibilità, incoming turistico e coinvolgimento della cittadinanza.
Un nuovo investimento dopo l'intervento del 2021 che, con il coordinamento scientifico di Unimc e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, ha rinnovato l'allestimento con i metodi dell’archeologia sperimentale, riorganizzando l’apparato didattico in forma più rispondente alla sua mission e ripensando l’accessibilità in chiave inclusiva.
"Una bella soddisfazione per la nostra amministrazione comunale - hanno dichiarato nel corso dell’incontro il sindaco Mauro Sclavi e il vicesindaco Alessia Pupo - che vede premiata la progettualità e il grande lavoro di squadra iniziato mesi fa in sinergia tra ufficio cultura, Università di Macerata e spin off PlayMarche. Un'importante collaborazione che auspichiamo di implementare nell'interesse del territorio".
"Sono fondi importanti che permetteranno lo sviluppo dei servizi e dell’offerta culturale del museo civico - aggiungono Sclavi e Pupo -, con la creazione di percorsi specifici volti all’inclusione, accessibilità e innovazione grazie anche all’ausilio di nuove tecnologie digitali. Un importante tassello quindi per incrementare la qualità delle nostre proposte e garantire ad un maggior numero di cittadini e turisti di fruire del nostro patrimonio culturale".
Il Museo conserva materiali dal Paleolitico all’età romana, ed è organizzato in 3 sezioni. Al suo interno sono esposte una collezione preistorica legata a rinvenimenti provenienti dal territorio limitrofo, corredi delle numerose tombe scavate dal Conte Silveri dal 1879 al 1882 nelle necropoli picene del VIII e IV sec. a.C, materiali romani dal municipio di Tolentinum, fra i quali spicca la celebre statua di Giulia, figlia dell’Imperatore Tito.
2Questo progetto - sottolinea il rettore John McCourt - rappresenta appieno il ruolo che l’Università può e deve svolgere nei territori: essere un aggregatore di idee innovative per guidare il cambiamento nel rispetto dei contesti e nella valorizzazione delle ricerche dei nostri studiosi. Sinergie come queste permetteranno di valorizzare l’importante patrimonio culturale della nostra Regione e le eccellenze del sistema universitario marchigiano. L’impegno congiunto di docenti di due dipartimenti, di PlayMarche, e del Comune di Tolentino ha reso possibile questo risultato importante".
Il progetto, redatto dallo spin off PlayMarche e dai Dipartimenti di Studi Umanisti e di Scienze della Formazione Beni Culturali e Turismo di Unimc vedrà l’implementazione del sito web del museo con contenuti digitali e misure di accessibilità inclusive; la realizzazione di un’app per preparare le scuole alla visita del museo attraverso percorsi specifici per le diverse categorie di visitatori; il potenziamento della segnaletica con pavimentazioni tattili e cromatiche.
2Dopo il rinnovo dell’allestimento condotto nel 2021 insieme alla Sabap, l'obiettivo che ci eravamo prefissi era proprio quello, grazie ad un significativo uso delle tecnologie digitali, di arricchire i percorsi di visita e moltiplicare i linguaggi attraverso i quali raccontare e valorizzare l’importante patrimonio archeologico che il Museo conserva. Il ricco archivio digitale dei reperti, compresi quelli oggi conservati nei magazzini, potrà inoltre avere impatti positivi in funzione della valorizzazione e gestione del patrimonio stesso" dichiara Roberto Perna, professore di archeologia dell'università di Macerata
"È fondamentale per un territorio garantire non solo l’accessibilità fisica e sensoriale, ma anche quella culturale. Rendere pienamente fruibili i luoghi di cultura a tutti i cittadini, con particolare attenzione alle persone con disabilità intellettiva, rappresenta un atto di corresponsabilità ormai imprescindibile. La chiave di volta, come mostra questo partenariato, è quella di mettere in rete più professionalità con competenze specifiche e i territori in percorsi di ricerca-azione e di coprogettazione di percorsi inclusivi" rimarca Catia Giaconi, docente di Pedagogia Speciale e Prorettore dell’Università di Macerata.
Grazie alla partnership con l’Università di Macerata, sarà posta grande attenzione anche alla formazione del personale su temi di accessibilità, gestione delle tecnologie Xr, accoglienza di persone con disabilità e sicurezza. ll percorso di formazione prevede moduli didattici sui principi di accessibilità universale e la loro declinazione in riferimento a persone con disabilità sensoriale, disabilità intellettive e Dsa; fornirà aggiornamenti sull’utilizzo delle tecnologie per la digitalizzazione del museo e loro manutenzione.
"La riqualificazione del museo sarà una grande occasione e una nuova opportunità per rendere più accessibile un luogo iconico del nostro territorio - afferma Michele Spagnuolo, amministratore delegato di PlayMarche -. Verranno sviluppati nuovi percorsi di visita inclusivi, che grazie all’impiego di tecnologie extended reality e a strumenti innovativi di storytelling, saranno in grado di aumentare il livello di edutainment e la qualità dell'esperienza museale per tutti i visitatori".
La compagnia amatoriale "Il Teatro dei Superpoteri" di Recanati è tra le cinque compagnie amatoriali marchigiane a contendersi il primo posto al "Festival Marche in Atti", la kermesse regionale che si svolge al Teatro "il Piccolo" di Jesi. Chi vincerà rappresenterà le Marche al Gran Premio Nazionale della FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori).
"Il Teatro dei Superpoteri" andrà in scena domenica 22 gennaio alle ore 17:15 con la "Lisistrata", commedia di Aristofane di una modernità impressionante. È il primo testo oggi noto che tratti il tema dell'emancipazione femminile in cui il riscatto di genere è animato dall'intenzione più nobile: ristabilire la pace.
Il "Teatro dei Superpoteri" nasce nel 2016 da un gruppo di persone inizialmente accomunate dall'amicizia che hanno deciso di cimentarsi nell'avventura teatrale. I componenti sono Monia Frapiccini, Ida Angelici, Laura Bonicalzi, Patrizia Gabbanelli, Sabina Cingolani, Stefania Salvi, Marco Tubaldi, Michele Cerioni, Giorgio Guardabassi, Alessandro Poeta. Per sapere chi accederà alla fase nazionale del Gran Premio Fita bisognerà aspettare sabato 4 febbraio alle ore 21:15 durante le premiazioni delle compagnie in gara.
"Parlare Futuro" prosegue la sua rotta e per il suo quinto appuntamento fa tappa a Montecosaro, uno dei borghi più belli d’Italia. Anche quest'anno la rassegna mira a toccare diversi temi di attualità, con uno sguardo al futuro e alle possibilità che esso pone.
Il quinto appuntamento è dedicato a un intervento dal titolo "Il futuro antico" condotto dal poeta e paesologo Franco Arminio. L’evento si terrà giovedì 19 gennaio alle ore 21:15 al Teatro delle Logge di Montecosaro.
I paesi possono essere grandi luoghi dell’avvenire, non luoghi di un passato che non deve morire, ma spazi dove rovesciare prospettiva e inventare un nuovo futuro. I piccoli paesi sono luoghi spesso pensati e raccontati come custodi del passato, testimoni di un tempo ormai andato, magari romantico ma incompatibile con il nostro tempo.
Invece, il poeta Franco Arminio mette fortemente in discussione questo concetto con uno sguardo orientato al futuro. È necessario smettere di immaginare i paesi come corpi morenti, statici, legati al passato e impossibilitati a costruire il futuro. Per farlo, bisogna parlare di vita e di passione.
Franco Arminio è nato in Campania, a Bisaccia, nel 1960, e ha provato fin dalla più tenera età un profondo amore per la sua terra, che ha deciso, nonostante lo spopolamento, di non abbandonare, e dove vive tuttora e dove esercita le professioni di maestro elementare e paesologo.
Attivo come documentarista, giornalista, scrittore e soprattutto poeta, ama indagare e descrivere in tutte le forme le realtà dei piccoli comuni italiani, spesso semispopolati e vittime di indecenti trattamenti statali dopo catastrofi naturali come terremoti e allagamenti, dove però Arminio riesce a trovare il cuore della bellezza e della continua resilienza e rinascita umana.
Vocato al viaggio e alla lirica, collabora con testate come "Il Fatto Quotidiano", "Il Manifesto" e "Il Mattino", con un blog dal titolo "Comunità Provvisorie", e scrive raccolte di poesie dove racconta le realtà cittadine che visita ed incontra, raccogliendo testimonianze anche dalle zone più impervie e disagiate, come "Cartoline dai Morti e Geografia commossa dell'Italia interna", "Cedi la strada agli alberi", "Resteranno i Canti", "L'infinito senza farci caso", "La cura dello sguardo". A Parlare Futuro presenterà un suo intervento titolato "Futuro antico". L'evento è ad ingresso gratuito, per info 338/4162283.
Dal 19 al 21 gennaio il palcoscenico del Teatro Vaccaj si trasformerà in un tipico cafè chantant francese per raccontare la vita di Van Gogh. In occasione della celebrazione dell’anniversario dei 170 anni dalla nascita del geniale artista, infatti, la MIC – International Company sceglie ancora una volta Tolentino e il suo splendido teatro, come residenza di riallestimento e debutto in esclusiva regionale per il musical Van Gogh Cafè, una pièce teatrale ambientata in un café chantant parigino di metà Ottocento, nel quale la musica di un’orchestra dal vivo, il canto di un cast d’eccezione, le performance del corpo di ballo prendono vita e colore grazie anche ad emozionanti proiezioni 3D che rendono le opere di Vincent vive e meravigliosamente coinvolgenti.
In un'effervescente Parigi di metà '800, artisti, letterati, studiosi si incontrano all’interno dei café che, da locali di pura somministrazione e vendita di bibite, si trasformano in centri di grande fermento culturale frequentati da grandi intellettuali ed artisti dell’epoca. Sono i celebri café chantant.
Tra gli abituali avventori, gli artisti che segneranno una svolta nel panorama internazionale della storia dell’arte: Vincent Van Gogh, Pierre-Auguste Renoir, Édouard Manet, Paul Gauguin, solo per citarne alcuni.
È un’età d'oro e Parigi diventa il modello del divertimento su scala europea."Van Gogh Café" è ambientato, appunto, all’interno di un café chantant, locali in cui si poteva anche assistere a spettacoli di musica, canto e ballo dal vivo e racconta la vita di Vincent Van Gogh, secondo uno schema molto originale e coinvolgente.
Van Gogh Café è gestito da M.me Odile (Floriana Monici) suadente e scaltra cantante, che riesce con grande esperienza e polso a dirigere ogni questione pratica ed umana. Nulla si muove che M.me Odile non sappia e voglia.
Così musicisti e ballerine, con la complicità del cameriere Luc (Giulio Maroncelli) si preparano al debutto serale provando i brani del repertorio, vivendo le emozioni delle prove, le confidenze da camerino, le competizioni tra ballerine, gli amori dei musicisti.
L'equilibrio, però, è rotto da una delle ballerine, M.lle Aline (Chiara Di Loreto) che dimostra splendide doti canore, affronto che Odile non può sopportare. A questo si aggiunge l’ingresso di uno strano avventore M. Louis Philippe (Andrea Ortis) un antiquario venuto in possesso del libro che racchiude la lunga corrispondenza in vita di Vincent Van Gogh con il fratello Theo. Storia che affascina gli abitanti del café, come affascinano le figure e i dipinti di quel libro, nel quale ben presto tutti si troveranno completamente "immersi".
Il linguaggio si sviluppa su diversi binari che in maniera distinta e connessa portano alla luce l’animo di Vincent, la sua fiducia, i suoi tormenti, ma anche la sua smisurata capacità di amare e sognare. In tal senso la presenza di un'orchestra dal vivo (chitarre, violino, pianoforte, musette, percussioni e contrabbasso), la danza mossa tra le corde suadenti del flamenco o tra quelle contemporanee espressive, l’allestimento visivo con animazioni 3d delle opere di Vincent Van Gogh, che immergono pubblico e interpreti in un ambiente incredibile, danno a questo allestimento ricchezza e impatto emozionale.
Teatro Piermarini gremito per lo spettacolo “Il Malato Immaginario” con il grande Emilio Solfrizzi. Ennesimo sold-out per la stagione teatrale matelicese organizzata dal Comune in collaborazione con l’Amat. Un giovedì sera da applausi per un grande classico del teatro portato magistralmente in scena dal noto attore e dalla compagnia Molière.
Divertimento, partecipazione e condivisione per un pubblico numeroso e arricchito dalla presenza di molti alunni della scuola secondaria di primo grado della città. «Siamo molto soddisfatti dell’ultimo spettacolo e dell’intera stagione in generale – commenta l’assessore alla Cultura Giovanni Ciccardini – stiamo registrando un interesse sempre maggiore data dopo data e questo è un segnale molto positivo che ci fa ben sperare».
Il prossimo appuntamento con la stagione teatrale è per domenica 5 febbraio con l’associazione Sosta Palmizi che porterà sul palco del Piermarini lo spettacolo per ragazzi “Esercizi di Fantastica”. A seguire, venerdì 31 marzo, la compagnia Teatro Boxer andrà in scena con “Pojana e i suoi fratelli”, uno spettacolo di e con Andrea Pennacchi
Momenti di riflessione e tanti sorrisi: saranno questi gli ingredienti della nuova stagione del Teatro Mugellini di Potenza Picena. Sei appuntamenti promossi dal comune in collaborazione con l’Associazione Culturale Aurora.
"Dopo lo splendido risultato dello scorso anno – spiega l'assessore alla Cultura, Tommaso Ruffini – l'amministrazione torna con entusiasmo ad investire nel teatro, con un cartellone che coinvolge compagnie di professionisti provenienti da tutta Italia e che offre spettacoli per tutta la famiglia".
Si parte sabato 4 febbraio con "Dopodiché stasera mi butto" del collettivo artistico Generazione Disagio. Domenica 26 febbraio evento tutto dedicato ai più piccoli, tra clown e risate, con lo spettacolo per bambini "Piccolo Mondo", portato in scena dalla compagnia emiliana Circolabile.
Leonardo Accattoli e Stefano Tosoni saranno protagonisti, domenica 12 marzo, del monologo brillante "Una montagna di stronzate". Spazio poi alla musica con il tributo ad Ennio Morricone "Il suono delle emozioni" che sabato 15 aprile vedrà sul palco del teatro potentino l'Orchestra Mugellini con il conduttore, attore e cantante Nicolas Paccaloni.
Grande ritorno, domenica 30 aprile, della compagnia veneto "Stivalaccio Teatro" che quest’anno porterà in scena al Mugellini lo spettacolo "Romeo e Giulietta, l’amore è saltimbanco". Finale da scoprire, con l’ultimo spettacolo in cartellone "a sorpresa" venerdì 5 maggio. "Sull’onda della stagione 2022 – prosegue Ruffini – anche quest’anno abbiamo selezionato spettacoli di qualità adatti ad un pubblico davvero variegato. Perché, ne siamo fermamente convinti, il teatro deve essere di tutti".
I biglietti saranno acquistabili online su Ciaotickets.com e nei rivenditori autorizzati (Caffè dello Sport a Potenza Picena e Tabaccheria Punto & Virgola a Porto Potenza Picena). Biglietto intero 12 euro, ridotto 6 euro. Disponibile anche la formula abbonamento pari a 50 euro per tutti i sei spettacoli.