"Li matti de Montecò" in Sicilia per la Rassegna Nazionale di Musiche e di Canti folkloristici
Sabato 20 Gennaio il Gruppo Folkloristico “ Li matti de Montecò” parteciperà alla 11° Rassegna Nazionale di Musiche e di Canti folkloristici che si terrà in Sicilia, a Messina. La manifestazione è organizzata dalla Federazione Italiana Tradizioni popolari alla quale siamo isritti dal 2009 e comprende più di 300 gruppi nazionali affiliati.
Il gruppo folkloristico si esibirà nello splendido Auditorium del Palacultura di Messina, sede della manifestazione. Siamo orgogliosi di partecipare e rappresentare le Marche con una canzone popolare marchigiana del nostro territorio, il Cantamaggio che si conclude con il mitico saltarello civitaneve e recanatese cantato.
A Messina parteciperanno in 4 componenti: il presidente Scocco Claudio all'organetto, Monia Scocco organetto e voce, Natalini Donatella voce, Floriano Lattanzi suonatore di nacchere strumento di accompagnamento.
Il Cantamaggio è contenuto nell'ultimo disco del grupp dal titolo "Racconti d'un tempo...10 anni di folklore", uscito qualche settimana fa. Si tratta di un canto rituale di questua, inneggiante i colori della primavera. Il canto ha un’origine magico-pagana ed una inequivocabile funzione esorcizzante di scacciare il “male” (l’inverno) e salutare e propiziare il “bene” (la nuova stagione, il sole, la primavera risorgente). Il Cantamaggio celebra l’avvento della primavera, della nuova stagione agricola ed affonda le sue radici nei riti pagani di fertilità, di augurio e di benessere per la comunità ed i singoli contadini. Veniva cantato da gruppi di cantori (“maggianti”) la notte del 30 Aprile ed il giorno del 1°Maggio e terminava con l’immancabile Saltarello.
Il Saltarello è il ballo più antico delle Marche e l’unica testimonianza che ci resta dell’antica civiltà Picena risale alla“saltatio”, la danza autoctona dei Latini. Ogni zona delle Marche aveva il suo saltarello tradizionale, che si differenziava sia nella musica, che nel modo di ballarlo. Il saltarello nasce dal movimento dei piedi della pigiatura dell’uva e veniva ballato dai contadini che andavano a pigiare l’uva raccolta nelle case padronali. Viene chiamato anche il “ballo dell’amore”,in quanto il ballerino dimostrava la propria bravura nel corteggiare e conquistare la ragazza desiderata. Il Saltarello Civitanovese & Recanateseè tipico della nostra zona ed è diverso da quello ballato nelle zone interne delle Marche perché, trovandosi Civitanova vicino al mare, ha ricevuto influssi culturali propri dei popoli e delle zone costiere. Veniva eseguito principalmente con iltacco e la puntadel piede, diversamente da tutti gli altri tipi di saltarello che sono invece molto simili tra loro e accomunati dal ripetersi delle stesse figure danzanti. Il nostro tipo di saltarello si divide in quattro parti principali,“lu spuntapè”, “lu filò”, la scarpetta” e“lu jiru ma nel ballarlo possono essere eseguite diverse varianti e non vi è uno schema classico.
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