''Qui sta crollando tutto, e quello che non crolla è pericolante: il paese sembra raso al suolo. Per fortuna l'ultima famiglia, che aveva la casa agibile, e l'ultimo albergatore si sono convinti ieri ad andare via: restano 5 allevatori, che non possono allontanarsi dal bestiame''. Così il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci dopo la scossa 4.7 di oggi. ''Servono con urgenza tensostrutture per le stalle, e un container per il Municipio: ora siamo in tenda a 2 gradi sotto zero''.''La scossa di stamani è stata fortissima, il maresciallo dei carabinieri mi dice che ci sono stati altri crolli in paese, e si vede del fumo''. Così all'ANSA il sindaco di Ussita (Macerata) Marco Rinaldi, dopo il sisma registrato poco prima delle 9. ''E' un calvario, non finisce mai'', aggiunge. ''Ieri sera sono sceso a Porto Recanati per incontrare i miei sfollati negli alberghi: la scossa me l'ha raccontata in diretta al telefono un allevatore. Ora cerco di andare su, ma le strade sono un disastro". Crolli anche a Visso.
Profondo cordoglio in tutto il mondo della sport provinciale per la prematura scomparsa di Claudio Pandolfi, 54 anni da compiere, storico dirigente della Morrovallese.Un commovente saluto è arrivato dalla Polisportiva Morrovallese: "Tutta la Polisportiva Morrovallese piange la prematura scomparsa di Claudio Pandolfi. Con Claudio e con gli amici del Circolo Santa Lucia abbiamo collaborato nell'organizzazione di tanti eventi, sportivi e non, alcuni dei quali, come la mitica "Bike Pavè", sono ancora ricordati con entusiasmo nel mondo del ciclismo fuoristrada marchigiano. Una persona di grande cuore, sempre disponibile e con una infinita voglia di impegnarsi. Noi lo ricorderemo così.Un grande abbraccio alla famiglia Pandolfi, ai tanti amici di Claudio ed a tutti i dirigenti e soci del Circolo ACLI di Santa Lucia da parte di tutta la nostra associazione. Ciao Clá".Anche l'Acd Morrovalle si stringe al dolore della famiglia: "Profondamente commossa, l'A.C.D. Morrovalle tutta si stringe al dolore della Famiglia e di tutta la Comunità per la prematura scomparsa del proprio Dirigente nonché Bandiera e punto di riferimento per tutta la Città Claudio Pandolfi. Ciao Condor, che la terra ti sia lieve".
Si svolgeranno sabato 5 novembre i funerali di Lucia Ciccioli, la ragazza di Loro Piceno di 32 anni scomparsa tragicamente il 24 ottobre a Londra, investita da un tir mentre stava andando a lavorare (leggi qui e qui).I genitori della giovane hanno raggiunto la capitale britannica nella giornata di ieri, mentre il riconoscimento ufficiale della salma di Lucia è stata fissato per domani, mercoledì 2 novembre. Il corpo di Lucia sarà riportato in Italia venerdì con un volo British Air che atterrerà alle 13.10 a Roma. L'arrivo del feretro a Loro Piceno è previsto per le 18.30 nella chiesa di Santa Maria dove sarà allestita la camera ardente. Poi, sabato pomeriggio alle 14.30, si svolgeranno le esequie. Lucia aveva compiuto 32 anni lo scorso 31 luglio. Da circa quattro anni lavorava a Londra nel campo della ristorazione. Aveva iniziato, come tanti ragazzi, facendo la cameriera e inseguendo il sogno di una vita migliore, arrivando da qualche tempo ad essere direttrice di sala in un ristorante di una catena vietnamita.
Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.7 è stata avvertita poco prima delle 9 nelle Marche e in Umbria. Il sisma si è sentito distintamente anche ad Ancona. Sono in corso verifiche della Protezione civile.L'epicentro è stato localizzato vicino a Acquanina - Fiastra a una profondità di dieci chilometri.
"In un momento - si legge in una nota del sindaco Gianluca Pasqui in merito all'Università di Camerino - nel quale tutto è una priorità, non posso non considerare l'Università la priorità per la ripartenza della nostra città.Ritengo pertanto di dover incontrare il prima possibile il Commissario Straordinario Vasco Errani ed il Presidente della Regione Luca Ceriscioli, congiuntamente al Magnifico Rettore Flavio Corradini, per riuscire a concretizzare l'impegno preso durante la visita a Camerino del Presidente del Consiglio Matteo Renzi: quello di riuscire a riprendere al più presto la vita universitaria del nostro Ateneo nella nostra Città. Non posso infatti in alcun modo immaginare che l'anno accademico, le attività amministrative e la vita accademica dell'Università di Camerino possano riprendere in un luogo diverso dalla città che porta il suo nome. Già ci siamo attivati richiedendo tecnici agibilitatori Aedes al fine di verificare le strutture universitarie così da avere i numeri certi sui quali discutere e ragionare, oltre ad identificare altre aree che serviranno ad ospitare strutture idonee ad accogliere i nostri studenti".
Proseguono le attività di verifica e di sopralluogo a seguito della scossa di domenica mattina, gestite dalla sede comunale provvisoria allestita nella Scuola Elementare Edmondo De Amicis in Piazza Dante grazie ai numerosi addetti e volontari. L'amministrazione comunale di Castelraimondo intende ringraziare con tutto il cuore gli addetti e i volontari della Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, tutte le Forze dell'Ordine, la Polizia Munipale e non da ultimi tutti i dipendenti comunali e per il grande lavoro di questi giorni.Sono stati fatti uscire in sicurezza tutti gli anziani le cui abitazioni sono risultate inagibili o fortemente danneggiate, e sono stati trasferiti nel Centro di Accoglienza ricavato nel Palazzetto degli Impianti Sportivi Comunali in località Feggiani così che siano loro garantite tutte le attenzioni e le cure.Anche numerose attività economiche, artigianali e commerciali hanno risentito gravemente dei danni riportarti sia direttamente che indirettamente a seguito del terremoto. Una situazione che rischia di aggravarsi e di rappresentare un vero problema per l'occupazione.Oltre 600 le persone accolte nel centro di accoglienza che continua a restare funzionante presso gli Impianti Sportivi Comunali.
Nuova visita nel Comune più grande del Maceratese colpito dal terremoto, quello di San Severino Marche, da parte del commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani, del capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, e del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. A mezzogiorno in punto l’elicottero dell’Esercito Italiano è atterrato allo stadio “Soverchia”.Il primo cittadino ha incontrato la delegazione, composta anche dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Angelo Sciapichetti, presso il C.O.C., il Centro Operativo Comunale, allestito all’interno del palasport “Albino Ciarapica”. Qui il sindaco Piermattei ha presentato l’ultima conta dei danni con 500 edifici crollati, più di 1000 fabbricati dichiarati totalmente inagibili o agibili con provvedimenti di pronto intervento. Alla fine è stato effettuato anche un sopralluogo per rendersi conto della reale situazione per non fermarsi a quello che sta divenendo un bollettino di guerra.“Quasi la metà delle abitazioni presenti nel territorio di San Severino Marche risulta danneggiata. E’ un grandissimo numero visto che, in città e nelle frazioni, abbiamo circa 6500 immobili. Ma la nostra vera preoccupazione, prima che per le case, è per le persone. Abbiamo 1500 persone che sono state evacuate dalle proprie abitazioni, 3mila persone che hanno trascorso la scorsa notte in auto in città e altre 2mila persone che hanno passato la notte in auto nelle frazioni. Altre 400 persone hanno dormito, invece, nei 100 camper che abbiamo ospitato nelle aree di sosta attrezzate. Abbiamo garantito un posto letto a 500 persone nei cinque Centri d’accoglienza che abbiamo allestito e che sono stati tutti utilizzati. Quattro famiglie sono state alloggiate in albergo, ma a Martinsicuro. Altri nuclei hanno rifiutato per non andare in Abruzzo. Poi, grazie a un intervento del Governatore Ceriscioli, sono state trovate altre sistemazioni lungo la costa marchigiana e più vicine a noi. Ma sono ancora troppo poche. L’albergo per la Protezione Civile sembrava essere la soluzione migliore per affrontare questa prima emergenza ma molti preferiscono restarsene in auto perché non vogliono lasciare le vie e i quartieri dove fino a ieri sono stati. La paura è stata tanta anche perché le scosse continuano e continuano. I danni sono incalcolabili, ogni ora la lista aumenta con numeri a due e tre cifre. Le scosse delle ultime ore, l’ultimo sciame sismico, ci hanno intanto costretto a dichiarare “rosse” quattro zone della città: il rione Uvaiolo, da via Mazzini lungo la strada provinciale 502 che porta a Serrapetrona, il rione Mazzini, da via Raffaelo a via Da Vinci, via Alighieri e via Leopardi. Poi il rione Settempeda, da via Padre Giuseppe Zampa a via della Libertà a via Crivelli e la zona che va da via Settempeda a via Pergolesi, via Rossini fino a villa Collio. Infine la zona del centro storico da via Massarelli, via Lazzarelli e diverse altre vie e vicoli di collegamento laterale. Poi abbiamo tantissime aziende danneggiate: da quelle storiche, impegnate nella lavorazione del marmo, a quelle agroalimentari e vitivinicole. Poi ci sono crolli di capannoni agricoli e di strutture che ospitano allevamenti. Infine abbiamo le attività artigianali e quelle commerciali. Nelle prossime ore – ha concluso il sindaco - dovrò chiudere due bar perché inagibili”.“Comprendiamo la paura di tutti ma non possiamo trasformare la città di San Severino Marche in un campeggio visto che si sta anche avvicinando l’inverno – hanno spiegato il commissario Errani e il governatore Ceriscioli, sottolineando – Oggi la Protezione Civile nazionale installerà una grande tenda che darà ospitalità a 350 persone. Ci raccomandiamo solo di non autorizzare la sistemazione di moduli abitativi o di abitazioni in legno nei pressi delle abitazioni. In questo caso ci vedremo costretti ad intervenire perché si tratta di un abuso edilizio. La paura non può andare nei moduli e non ha senso dormire nelle auto o nelle tende. Dobbiamo capire la reale situazione visto che i danni sono evidenti, cercheremo di fare i sopralluoghi il prima possibile ma dobbiamo anche guardare alla sicurezza dei certificatori e delle persone impegnate nel portare soccorso alle popolazioni”.Capitolo a parte, sull’argomento si è incentrata quasi tutta la seconda parte del summit, è stato da ultimo destinato alle scuole: sono più di 800 gli studenti dell’Itts, l’Istituto tecnico tecnologico statale “Eustachio Divini”, che hanno una sede inagibile. La struttura, di proprietà della Provincia di Macerata, è stata transennata dopo il sopralluogo dei tecnici. Inagibili le strutture comunali dell’asilo “Virgilio” e della materna di via Talpa. Altri 540 alunni del plesso “Alessandro Luzio” stanno attendendo i sopralluoghi dei tecnici della Protezione Civile regionale, sollecitati più volte in queste ore dal Comune, per avere una risposta. “Abbiamo strappato da Errani e dal governatore Ceriscioli, con loro anche l’assessore Sciapichetti, la promessa di una verifica ulteriore in tempi rapidissimi. Dalla Protezione Civile abbiamo avuto anche una promessa: una cucina da campo, capace di garantire un pasto a 500 persone, e un’altra struttura, se sarà necessario, per dare un tetto alle persone per trascorrere le prossime notti”.
Proseguono le operazioni dell’Anas per ripristinare la transitabilità sulle strade statali in seguito ai danni provocati dal sisma nel Centro Italia. In queste ore sono impegnati oltre 60 operatori specializzati e tecnici, con circa 40 mezzi, nei tratti danneggiati.La riapertura della strada statale 4 “Via Salaria”, attualmente chiusa in entrambe le direzioni tra l’uscita per Amatrice e Grisciano (comune di Accumoli), in provincia di Rieti, è prevista entro la giornata di domani. In questo tratto l’arteria è stata interessata da deformazioni del piano viabile in vari punti del tracciato. Il personale incaricato da Anas sta provvedendo ininterrottamente, 24 ore su 24, ad eseguire gli interventi di ripristino localizzato necessari a riaprire al traffico nel più breve tempo possibile, previo l’esito positivo dei controlli in corso sui viadotti. Il transito è già consentito ai mezzi di soccorso.Nel tratto marchigiano della Salaria il transito è consentito a senso unico alternato in vari tratti dove sono in corso interventi di ripristino. A Pescara del Tronto le barriere di container installate da Anas all’inizio di ottobre hanno contenuto integralmente una consistente quantità di materiale franato a causa dell’ultima forte scossa, consentendo la riapertura tempestiva al traffico già dal pomeriggio di ieri.La strada statale e 685 “delle Tre Valli Umbre” (Spoleto-Norcia-Arquata del Tronto) è chiusa in entrambe le direzioni tra Cerreto di Spoleto e Serravalle, in provincia di Perugia, e tra Norcia (PG) e Arquata del Tronto (AP).Tra Cerreto di Spoleto e Serravalle il transito è consentito ai mezzi di soccorso. In questo tratto l’arteria è stata interessata dalla caduta di massi in vari punti. Le reti di protezione installate a seguito del sisma del 24 agosto scorso hanno consentito di trattenere alcuni grossi massi, evitando gravi danneggiamenti all’infrastruttura. Al momento sono in corso le operazioni di svuotamento e ripristino delle reti, le attività di verifica sulla stabilità delle pendici rocciose e gli interventi di disgaggio dei volumi rocciosi pericolanti che incombono sulla sede stradale, al fine di garantire le condizioni di sicurezza e ripristinare i collegamenti tra Spoleto e Norcia.Nei pressi di Norcia inoltre il piano viabile è stato interessato da cedimenti e deformazioni, il transito è regolato sul posto.Tra Norcia e Arquata del Tronto il sisma ha danneggiato la galleria “San Benedetto”, in corrispondenza del confine regionale, e cinque viadotti sul tratto marchigiano. Al momento sono in corso verifiche tecniche e rilievi preliminari agli interventi di consolidamento e ripristino necessari alla riapertura. In questo tratto il transito è pertanto interdetto a tutti i veicoli. I soli mezzi di soccorso provenienti da Ascoli Piceno in direzione Norcia possono transitare fino a Pescara del Tronto.In considerazione del ripetersi delle scosse sismiche, sono inoltre in corso ricognizioni e verifiche tecniche continue per garantire la sicurezza della circolazione su tutto il resto della rete stradale di competenza, dove attualmente non risultano danni rilevanti.
In queste ore si susseguono notizie ed ipotesi su quanto sta accadendo nel Centro Italia. Dopo il sisma si ipotizza di tutto. Confusione, notizie falsate, bombardamento mediatico sensazionalistico. Questo è quello che non vogliamo. Alimenta il panico ed il senso di incertezza in una popolazione già stremata.
Doveroso ci appare un contributo scientifico serio sulla attuale situazione. E non possiamo non chiederlo al prof. Emanuele Tondi, che a pochi giorni dal terremoto di Amatrice del 24 Agosto aveva indicato la zona tra Norcia e Preci come la possibile area epicentrale di futuri terremoti distruttivi (http://www.picchionews.it/il-geologo-tondi-intervista-choc-sapevamo-dal-2009-che-il-terremoto-avrebbe-colpito-in-quel-punto/ PUNTO 5: “Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell’area di Preci”).
“Innanzitutto l’unica certezza che c’è sempre stata e che resta ferma nel marasma di informazioni è che non può essere previsto quando un terremoto colpirà. Il nostro territorio, come ormai tristemente di conoscenza comune, è ampiamente e fortemente sismico e ciò che sta accadendo si è verificato già nel passato. Purtroppo abbiamo avuto secoli per prepararci ma non l'abbiamo fatto. Stiamo accusando il colpo di anni di ritardo nella messa in sicurezza delle strutture e del territorio.
In secondo luogo, la geologia, giovane scienza in evoluzione, ci ha fornito una base di dati da utilizzare, dati che però devono essere progressivamente aggiornati studiando i fenomeni naturali quali appunto i movimenti delle faglie. I terremoti di Amatrice e Preci non sono stati previsti in termini temporali; sulla base dei concetti scientifici che riguardano la meccanica delle faglie, erano state individuate le faglie candidate a riattivarsi prima di altre, ovviamente sempre in termini probabilistici, perché le variabili, come sappiamo, sono molte. Questo tipo di analisi, permetterebbe di ottimizzare ed indirizzare con criteri tecnico-scientifici (e magari non politico-clientelari) le opere di prevenzione (miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici), che ovviamente non possono essere svolte in tutta Italia contemporaneamente.
Il concetto a cui mi riferisco è più o meno quello sviluppato dal laboratorio sismologico dell’Università di Berkeley in California: http://seismo.berkeley.edu/blog/2008/10/10/earthquake-probabilities-in-the-bay-area.html. Chiaramente stiamo sempre parlando di probabilità, che non è una certezza, come dimostrato dall’evento del 30 mattino di magnitudo 6,5, considerato improbabile ma che si è invece verificato. Per concludere, quando si afferma che c’è il rischio dell’attivazione di altre faglie (e questo lo dicono tutti), visto che si sa dove sono, si può dire anche quali sono. Bisognerebbe avere un po’ più di coraggio ad utilizzare i risultati delle ricerche scientifiche in questo campo. Valutare la pericolosità sismica con gli stessi criteri per un area in cui il terremoto è avvenuto l'altro ieri o 400 anni fa, ai giorni nostri, è un concetto superato. “
Doveroso appare da parte nostra ringraziare il prof. Tondi per la pazienza con cui ci fa partecipi di concetti scientifici ignoti ai più, facendo crescere in tutti noi la consapevolezza del rischio sismico e quindi la richiesta prioritaria di prevenzione. Questa è l’informazione che dobbiamo richiedere agli studiosi, non miracoli o risposte salvifiche, ma la verità ricavabile dal dato oggettivo. Abbiamo conosciuto il presupposto da cui la geologia muove: non ci sono certezze quanto ai terremoti in termini di previsioni temporali. Le faglie si sanno dove sono, quanta energia massima possono rilasciare, ma non si può stabilire con certezza né quando né con quale frequenza si attiveranno.
In molti si chiedono ora cosa ci si può aspettare. Due sono le risposte che si possono dare. La prima viene dalla scienza e su questo risponde Tondi: “Si sono avuti eventi multipli “mainshocks” sempre lungo la stessa zona di faglia, quella che si estende da Pescara del Tronto fino a nord di Castel Sant’Angelo, nota come il Sistema di Faglie del Monte Vettore-Monte Bove. Con l’evento del 24 Agosto si è attivata la porzione meridionale, poi il 26 Ottobre si è attivata la parte centro-settentrionale e il 30, purtroppo, si è riattivata in tutta la sua lunghezza, con il terremoto di magnitudo 6,5, il più forte degli ultimi 300 anni in questa zona dell’Appennino centrale. Ora occorre studiare al più presto e nella forma più approfondita possibile le caratteristiche della faglia così come si è realmente mostrata ed estendere i risultati di questi studi, laddove possibile, ad altre faglie dormienti che potrebbero riattivarsi. Rendere il dato che la scienza naturale ci offre il più certo e sicuro possibile ai fini della sua utilizzazione in chiave di prevenzione e non, come erroneamente si vuol credere o ci si vuole illudere, in termini di previsione”.
La seconda risposta ve la forniamo noi e deve venire dalle istituzioni e da noi collettività: cominciare a costruire una differenza per il futuro, PRIORITA' NAZIONALE sicurezza in termini di risposta ai sismi ma anche al dissesto idrogeologico. Oggi è un terremoto. Domani sarà un alluvione. E noi stessi rendiamoci protagonisti: investiamo in prevenzione, formiamoci e pretendiamo che l'informazione in funzione di prevenzione continui e diventi un "modello stabile". Tutti: amministrazioni, aziende e cittadini. La prevenzione pretendiamola e facciamola.
Sequenza sismica iniziata il 24 Agosto 2016 ed epicentro dell’ultimo evento di magnitudo 6,5 del 30 Ottobre 2016 (da www.ingv.it)
Nastro scuro alla base della faglia a Nord del Monte Vettore che indica la sua riattivazione di oltre mezzo metro in superficie (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater).
Dettaglio del movimento lungo la faglia (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
"Spostamento sulla faglia di oltre un metro" (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
L’amministrazione comunale ha tracciato un bilancio degli effetti causati dal terremoto di ieri mattina in città. “La città sta soffrendo con discrezione e rispetto per altre zone molto più colpite, ma anche qui a Macerata comunque esistono varie criticità” ha detto il sindaco Romano Carancini durante la conferenza stampa convocata al termine di una riunione del Coc, il Centro Operativo Comunale, alla quale erano presenti il vice sindaco Stefania Monteverde, gli Narciso Ricotta, Paola Casoni, Mario Iesari, Alferio Canesin e il dirigente dei servizi Tecnici del Comune Tristano Luchetti.Ieri sono stati messi a disposizione dei cittadini 1200 posti letto divisi in sei strutture e distribuiti 700 pasti caldi con un significativo sforzo di tutta la struttura comunale impegnata fino a tarda notte e con il fondamentale supporto di dieci associazioni, un totale di 120 volontari, che con grande slancio si sono prodigati in favore della collettività. L’Ircer da parte sua ha ospitato persone con difficoltà di deambulazione e anziani allettati.Sempre ieri, in seguito a sopralluoghi eseguiti dai tecnici del Comune sono state fatte evacuare le famiglie di una palazzina in via Verga 128, a causa di lesioni ai pilastri, in via Roma, in via Emanuele Filiberto 10 e in via Tommaso Lauri, ma i sopralluoghi sono ancora in corso e quindi la situazione è ancora da valutare. Anche le scuole, che erano già state visionate dopo la scossa del 26 ottobre ed erano in procinto di riaprire il 3 novembre, dovranno essere nuovamente attenzionate e le lezioni sono state quindi sospese fino al 5 per riprendere regolarmente lunedì 7 novembre.Gli asili nido comunali riapriranno invece mercoledì 2 novembre essendo stati tutti visionati questa mattina.A scopo precauzionale sono stati annullati i mercati settimanali di mercoledì 2 novembre nel centro storico (Mercato delle merci, dei fiori e della frutta e verdura) mentre si svolgeranno regolarmente quelli del Foro Boario e all’ingrosso di Piediripa.Il Comune anche per questa notte mette a disposizione dei cittadini le sei strutture di accoglienza che stasera non avranno il punto di ristoro. Ricordiamo i luoghi: Palasport di Fontescodella, Aula sinodale, Palavirtus, Centro fiere di Villa Potenza, Palestra di via Fratelli Cervi e della scuola di Sforzacosta. Attive anche le aree di servizio per la sosta nei parcheggi del Foro Boario, dell’Oasi, del Palasport di Fontescodella, nella zona industriale di Sforzacosta e Valleverde di Piediripa.In accordo con la Diocesi durante la riunione del Coc è stato deciso che la celebrazione liturgica di domani, 1° novembre, si svolgerà ai Giardini Diaz alle 11,30. Per il giorno dei defunti, 2 novembre, ci sarà alle 9,30 al Cimitero la deposizione di una corona in onore dei caduti di tutte le guerre. Alle 10,30 la celebrazione liturgica si svolgerà ai Giardini Diaz. Nel pomeriggio, alle 15, la funzione del vescovo si svolgerà invece all'interno del civico cimitero, nella parte nuova ma in un punto ancora in via di definizione. (sb)
Dopo la terribile scossa di ieri mattina l’amministrazione comunale ha tracciato un bilancio degli effetti causati dal terremoto di ieri mattina in città. Per la giornata di oggi il centro storico è regolarmente aperto.Le attività commerciali e i ristoranti sono aperti così come, per il momento, il mercatino francese allestito, da ieri pomeriggio, in piazza Vittorio Veneto.
Da un primo sopralluogo in seguito al terremoto del 30 ottobre, all'Università di Macerata non sono emersi danni significativi.Le residenze gestite direttamente da Unimc o per tramite della società cooperativa Il Faro sono risultate sicure. Nei prossimi giorni saranno effettuati controlli capillari e formali delle aule, delle residenze e degli spazi dell'Ateneo per poter garantire una ripresa delle attività in piena sicurezza. Per poter procedere con le verifiche, viene estesa, quindi, a tutta la settimana (1-6 novembre) la chiusura dei dipartimenti e delle sedi amministrative, compresa la sede distaccata di Jesi, con ripresa a partire da lunedì 7 novembre.Eventuali imminenti scadenze saranno prorogate, in modo da non ledere nessun diritto acquisito. Ulteriori specifiche comunicazioni (su sedute di laurea, test di ammissione, ecc. ) potranno essere fornite a partire dalla prossima settimana con la ripresa delle attività e comunque in tempo utile.
Un'altra scossa, un'altra ferita, sempre più profonda. La nostra comunità, il nostro territorio, il nostro sistema stanno affrontando grandi difficoltà, così duramente messi alla prova dai ripetuti terremoti. Sono giorni di paura, di spaesamento, di destabilizzazione e guardare al futuro non è sempre semplice né scontato. Ma il messaggio che il Partito Democratico delle Marche vuole lanciare a tutti coloro che stanno vivendo in maniera diretta i drammi e i disagi provocati dal terremoto, così come al resto della popolazione della nostra regione, è un messaggio di fiducia, di vicinanza, di solidarietà, di resistenza.Restiamo uniti, soprattutto ora che dobbiamo fare i conti col dolore e lo sconforto. I segni di queste scosse non rimarranno solo nei muri crepati o crollati, nei mucchi di macerie, nelle strade sfondate, ce li porteremo addosso, per lungo tempo. Ma per quanto profonde possano essere, le ferite asciugheranno. E lo faranno tanto prima quanto più resteremo insieme nell'affrontare gli ostacoli, giorno dopo giorno e nel ricostruire i nostri paesaggi, i nostri borghi, le nostre case, pezzo dopo pezzo. C'è bisogno del supporto di tutti, ad ogni livello e di certo saremo in grado di dimostrare che siamo una grande comunità, sapremo valorizzare ogni connettore sociale, insieme sapremo rendere forte ciò che da solo potrebbe essere troppo debole.Ricordiamo che, per donazioni in favore delle popolazioni marchigiane colpite dagli eventi sismici, è sempre operativo il conto corrente postale della Regione Marche, già attivato dal sisma dello scorso 24 agosto. Di seguito le coordinate bancarie:INTESTAZIONE CONTO CORRENTE POSTALE: REG. MARCHE DONAZ. FAVORE TERRITORI MARCHE COLPITI DAL SISMANUMERO CONTO: 1034116044IBAN: IT-17-Y-07601-02600-001034116044COD. BIC/SWIFT per i BONIFICI DALL’ESTERO: BPPIITRRXXXÈ possibile effettuare anche donazioni on-line, per mezzo della piattaforma regionale Mpay Donazioni On-line sisma MarcheIl numero della Protezione Civile per fare donazioni attraverso sms solidali è il 45500, mentre il numero verde per le emergenze è 840.001.111.
Dopo l’evento di ieri mattina, 30 ottobre, alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati complessivamente circa 560 eventi sismici in tutta l’area interessata dalla sequenza di questi mesi. Alle ore 11:00 sono 207 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4 e 18 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dopo il forte terremoto di ieri mattina. L’area interessata dalle scosse successive al terremoto di ieri alle ore 07:40 di magnitudo 6.5 (l’epicentro è la stella rossa). Le scosse più forti (magnitudo uguale o maggiore di 4.0) dalle 07.40 di ieri mattina sono riportate in tabella: In mappa la situazione complessiva di tutta la sequenza iniziata il 24 agosto 2016.
Abbiamo raggiunto l'assessore del comune di Civitanova Cristina Cecchetti che ha spiegato in un'intervista l'organizzazione dell'accoglienza ai terremotati.L'intera città costiera, non solo l'amministrazione si è mobilitata per offrire riparo alle persone che con le continue scosse hanno perso tutto. Molti civitanovesi hanno messo a disposizione la seconda casa per dare un tetto a chi non ce l'ha più.L'emergenza è gestita dall'assessorato al turismo e da un gruppo di volontari, che gestiscono l'arrivo e la sistemazione delle persone che piano piano sono trasferite dall'entroterra alla costa.https://www.youtube.com/watch?v=UbEIdBbiV8s
Si comunica che per la distribuzione di farmaci sarà attivato un ulteriore punto presso il Palazzetto Polivalente delle Calvie, che si aggiunge a quello già attivo e operativo nei locali di Contram Spa, in via Le Mosse 19.Si fa presente, inoltre, che a scopo cautelativo i Vigili del Fuoco hanno prolungato di altre 12 ore il divieto di accesso alla zona rossa per il recupero dei beni. I cittadini che hanno già fatto richiesta nei giorni scorsi rimangono in lista, mentre è sospesa fino a nuovo ordine la registrazione di nuove richieste. Questo per consentire la messa in sicurezza di alcuni punti strategici per la viabilità, così da poter ridurre nel minor tempo possibile il perimetro della zona rossa.Si ricorda, infine, che per segnalare la necessità di recuperare animali domestici bisognerà rivolgersi al 3666582674
Montelupone “città chiusa” domenica 30 ottobre, poi si vedrà. La diffusa caduta di cornicioni e di coppi per le strette vie e dalle porte di accesso al paese ha consigliato il blocco del traffico pedonale e veicolare in tutto il centro storico: le auto posso uscire dal paese, ma non rientrare. Le vie bloccate sono, tra le altre, via Roma e Via Bevilacqua per i cedimenti del nobile e disabitato palazzo dei conti Tomassini Barbarossa (dieci metri di cornicione e pericolo di implosione), via Borgianelli, via Giachini che parte dalla piazza, via XX Settembre all’altezza dell’ex ospedale, via Perchiodo e Piazzale Paci interessati dai crolli del palazzo Ripari-Chiaramone. Inoltre, le quattro porte murarie interessate dalla caduta di frammenti da merli capitelli e ornamenti in pietra.Sono state dichiarate inagibili dieci abitazioni, 28 persone sono ospitate dall’Hotel Moretti. Tutte e tre le chiese, già dichiarate inagibili fin dal 24 agosto, hanno subito ulteriori danni e in paese non c’è più una chiesa agibile. Le strutture del palazzo comunale e del teatro sono da verificare.La frazione di San Firmano, che comprende la millenaria abbazia benedettina, dev’essere ancora verificata.L’inattesa scossa delle ore 7.40 del 30 ottobre (benedetta l’ora solare che ha tenuto la gente ancora in casa e non per strade e vicoli), con magnitudo 6.5 all’epicentro distante in linea d’aria 66 chilometri, ha “spento” un centro storico che stava uscendo dalla crisi delle precedenti scosse del 24 agosto e del 26 ottobre. Non danni alle persone, a parte i diffusi traumi emotivi, ma un suggestivo borgo medievale bloccato impotente intrappolato nelle sue stesse vie e vicoli. Gli amministratori, la protezione civile e i vigili urbani, tutti locali, hanno stabilito il COS (centro operativo comunale) al piano terra della scuola primaria e, da lì, hanno organizzato la prima accoglienza diurna nella tensostruttura del campo sportivo e quella notturna nel plesso riscaldato della scuola media. Gestita al meglio l’emergenza – domenica sera sono state “sfornate” numerose ordinanze per regolare il tutto - nei prossimi giorni si procederà seguendo le procedure protocollari e il buon senso, sperando sempre che il terremoto la smetta di infierire anche su un borgo prezioso ma fragile anche a seguito della frana dell’80. Come sarà il futuro? Sarà necessario vincere lo scoramento e combattere con rinnovata fiducia per restituire la tranquillità ai cittadini e un rinnovato splendore al paese.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui:Il dato più importante è che non siamo a piangere vite umane. Il Pronto Soccorso ha registrato 26 accessi, con 18 persone già dimesse; tutti per traumi lievi, contusioni e crisi di panico. Possiamo quindi tirare un forte sospiro di sollievo anche se, chiaramente, la situazione a Camerino è notevolmente peggiorata per quanto riguarda i danni alle cose. Abbiamo assistito a diversi crolli e riteniamo che anche nella zona rossa se ne siano verificati altri. Ci siamo trovati costretti a rivedere i confini della zona rossa che ora è molto più estesa e ricomprende ormai tutto il centro storico ed alcune zone a ridosso delle mura cittadine. Una decisione questa dettata principalmente dalla cautela poiché anche quegli edifici che non hanno riportato danni fanno ora i conti con la cosiddetta inagibilità indotta dovuta a strutture pericolanti vicine e alla nuova viabilità cittadina. I quartieri non fanno parte della zona rossa e chi ha l'abitazione agibile può utilizzarla. A questo proposito smentisco categoricamente le voci secondo cui l'intera città di Camerino è stata o sarà sgomberata. Oggi hanno trovato ospitalità nei centri di accoglienza circa 600 persone e altrettante sono state trasferite negli alberghi della costa convenzionati con la Regione Marche. Le richieste per trasferirsi negli hotel possono essere compilate al Centro Operativo Comunale che si trova in via Le Mosse 19. Voglio chiarire che si tratta di soluzioni assolutamente provvisorie e che c'è piena volontà di riportare nel minor tempo possibile cittadini e studenti nel territorio comunale. A questo proposito abbiamo già richiesto soluzioni adeguate che garantiscano dignità. Rimane anche la possibilità di richiedere il Contributo di Autonoma Sistemazione per quelle persone che vorranno provvedere autonomamente a trovare una collocazione. Università e attività economiche sono la nostra assoluta priorità: Camerino vuole ripartire ancora una volta e con maggiore determinazione nonostante la scossa di ieri mattina ha ulteriormente minato il morale di tutti noi. Vedere lo spirito e la forza di volontà che molti cittadini oggi mi hanno manifestato è per me motivo di grande orgoglio e sono convinto che insieme ripartiremo ancora più determinati. Faccio presente, inoltre, che per garantire un migliore presidio dei territori abbiamo rinnovato la richiesta già avanzata nei giorni scorsi di ulteriori risorse umane da mettere a disposizione della città. Nella giornata di ieri, infine, sono state sospese tutte le attività di recupero di beni dalle abitazioni inagibili, su disposizione dei Vigili del Fuoco, poiché è necessario che trascorrano almeno 24 ore dall'ultimo significativo evento sismico.
Il comune di Visso, in provincia di Macerata, ha riportato ingenti danni agli edifici, in particolare quelli del centro storico, dopo la forte scossa di terremoto 6.5 di stamattina.Il centro storico è totalmente inagibile, la zona rossa inizia poco prima di Piazza Garibaldi, il cuore del paese.Una frana ha inoltre provocato la parziale interruzione del corso del Fiume Nera, che è esondato allagando la strada di accesso all'abitato di Visso, già coperta dai detriti. Foto e informazioni ci giungono direttamente dai nostri inviati sul posto
L'epicentro del sisma devastante che questa mattina ha colpito ancora una volta il centro Italia si trova poco lontano da Castelsantangelo sul Nera, paese già devastato dal sisma del 26 ottobre.In quell'occasione le mura del paese erano crollate. Un comune inagibile, pieno di crolli e devastazione. Tante le macerie, al cimitero le bare escono fuori, mentre la montagna è spaccata in due. Un paese duramente provato che era già sotto shock dall'episodio del 24 agosto scorso