“E’ tranquillo, per quella che può essere la tranquillità di una persona che si appresta ad affrontare un processo con imputazioni pesanti”. L’avvocato Giancarlo Giulianelli sintetizza così lo stato d’animo di Luca Traini alla vigilia della prima udienza del processo per strage, tentato omicidio plurimo, porto illegale di pistola e munizioni e danneggiamento, tutti reati aggravati dall'aver commesso il fatto per ragioni di odio razziale.
“Ci siamo sentiti la scorsa settimana – ha affermato l’avvocato Giancarlo Giulianelli – quindi non so come sta affrontando queste ore, ma il suo stato d’animo e le sue posizioni non sono mai cambiati in questi mesi. E’ tranquillo, per quella che può essere, chiaramente, la tranquillità di una persona nelle sue condizioni. In carcere riferisce di stare abbastanza bene e si dice pentito solo di aver colpito la donna”. E, a proposito della venticinquenne nigeriana ferita ad una spalla nel giorno del raid, Luca Traini sapeva del risarcimento (750000 Euro) che la ragazza chiederà in sede processuale (qui il nostro articolo). “Sapeva tutto perché già ne aveva avuto notizia in carcere – ha affermato Giulianelli – E’ al corrente anche dell’entità della cifra di cui si parla, ma è una notizia che non ha commentato”.
Processo al via, quindi, senza particolari colpi di scena, con l’avvocato Giulianelli che conferma che una delle questioni da affrontare dovrà essere, sicuramente, quella della capacità di intendere e di volere di Luca Traini nel giorno del raid razzista in cui ha ferito sei persone, tutte di colore, prima di consegnarsi nelle mani dei Carabinieri.
Come già anticipato, l’imputato chiederà di potersi sottoporre a giudizio con il rito abbreviato, anche se resta da stabilire se tale richiesta sarà condizionata o meno dall’ipotesi di una perizia psichiatrica. La difesa potrebbe far riferimento anche all'infanzia del ragazzo di Tolentino, fortemente condizionata da episodi di bullismo di cui sarebbe stato vittima. "Avevo questo odio represso dentro - ha detto Traini - non dico per la società, ma per chi non mi accettava".
Intanto, in alcuni video pubblicati dal quotidiano "ilTempo", Traini conferma che ha maturato l'idea di compiere un vero e proprio raid all'indomani dell'omicidio di Pamela Mastropietro. Significativo, e anche emblematico di una logica controversa, il passaggio in cui afferma "Non volevo colpire i neri. Volevo colpire gli spacciatori e a Macerata gli spacciatori sono di colore. Non tutti i neri sono spacciatori, ma gli spacciatori a Macerata sono tutti neri".
Spaccio a Macerata, chi è al vertice della città non poteva non sapere. Con questa motivazione, in estrema sintesi, un cittadino ha denunciato il sindaco Romano Carancini e il Prefetto Roberta Preziotti. Una denuncia giunta a palazzo municipale nei mesi scorsi e protocollata a febbraio. Quella che da giorni circolava in rete come una provocazione, dunque, è un documento ufficiale. Una denuncia realmente presentata e che chiama in causa, oltre al primo cittadino, anche la Prefettura. A firmarla il signor Antonio Pastori, pesarese di origini ma residente a Milano, e fondatore del movimento Liberi e Armati.
“Denuncio – si legge nel documento protocollato in comune - il sindaco di Macerata Romano Carancini e il prefetto Roberta Preziotti per aver consentito lo spaccio di sostanze stupefacenti permettendo che pericolosi clandestini con ordine di espatrio, in complicità con richiedenti asilo, già respinti in prima istanza dal suolo italiano, si dedicassero abitualmente allo spaccio di droga nel polmone verde della città. Questa attività criminale era di dominio pubblico, nota sia al Sindaco che al Prefetto di Macerata, e rappresentava una minaccia alla pubblica sicurezza, destinata a deflagrare in tutta la sua devastante potenzialità.
Chiedo all’Autorità Giudiziaria di imputare a Romano Carancini, sindaco di macerata, e a Roberta Preziotti, prefetto di Macerata, quei reati di corruzione ed imperizia che li hanno resi corresponsabili nella violenza carnale e atroce omicidio di pamela Mastropietro, delitti messi in atto con le aggravanti di crudeltà, atti di cannibalismo e vilipendio di cadavere.
Denuncio, altresì, il Sindaco Carancini ed il Prefetto Preziotti per aver concesso alla Mafia Nigeriana di radicarsi in quel territorio a loro affidato e che avrebbero dovuto tutelare”.
Per giorni e giorni ha continuato a vivere insieme alla madre, una 78enne morta nel sonno per cause naturali, e a dormire vicino al cadavere, finché l'odore della decomposizione ha allertato i vicini che hanno chiamato la polizia. Gli agenti del commissariato di Osimo e i vigili del fuoco che hanno aperto la porta di casa, un condominio in periferia, hanno trovato la figlia, 51 anni, disabile e non autosufficiente stesa sul letto vicino alla madre.
La 51enne non si nutriva regolarmente da giorni e era rimasta accanto alla mamma, forse sperando che si svegliasse e l'accarezzasse. Gli accertamenti della polizia scientifica, l'esame cadaverico di un medico legale e le informazioni fornite di familiari hanno confermato che si tratta di un decesso per cause naturali dato che l'anziana soffriva di varie patologie: su disposizione del pm di turno, la salma è stata restituita alla famiglia per le esequie. La figlia è stata affidata ai parenti. (Ansa)
Era passata da poco la mezzanotte quanto una volante della Questura é intervenuta in via della Conchiglia, a Civitanova Marche, a seguito di una segnalazione avanzata al 113. Una persona si era introdotta all’interno di una bottega. Immediatamente giunti sul posto, gli agenti hanno notato un uomo che in modo furtivo usciva dall'esercizio commerciale, dirigendosi verso piazza XX Settembre. Subito bloccato, il presunto ladro é stato identificato. Si tratta di un noto pregiudicato di 43 anni residente in città. Sottoposto a perquisizione, non é stato trovato trovato in possesso di merce che con molta probabilità aveva mollato alla vista dell’auto della Polizia. Accompagnato in Commissariato, lo stesso è stato denunciato per il reato di tentato furto aggravato, poiché che la porta d’ingresso in legno della bottega risultava essere stata forzata
Anche nella giornata di lunedì sono proseguiti i servizi anti droga nella città di Macerata anche con l’ausilio delle unità cinofile provenienti dalla Questura di Ancona, con particolare riguardo ai parchi pubblici come Giardini Diaz e Fontescodella.
Nel corso delle operazioni svolte ai Giardini Diaz l’unità cinofila ha fiutato un involucro ben nascosto tra il terreno e un muretto di contenimento: all'interno c'erano circa 16 grammi di marijuana. Nel corso dei servizi sono state identificvate 120 persone e sottoposte a controllo 54 autovetture
Nel corso di un controllo effettuato al parco di Fontescodella di Macerata, dove ieri pomeriggio erano presenti numerose mamme e bambini, gli operatori della Questura unitamente ai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine di Perugia, hanno proceduto al controllo di tre pericolosi individui esperti in furti in appartamento, prevenendo con molta probabilità furti o rapine che gli stessi si stavano apprestando a compiere nella nostra zona.
I tre infatti, tutti di nazionalità moldava, si trovavano a bordo di un’autovettura con targa straniera in sosta all’interno del parco. Gli occupanti, tre moldavi di cui uno residente in provincia, rispettivamente di 29, 34 e 24 anni, fornivano giustificazioni poco credibili circa la loro presenza nel luogo. La perquisizione effettuata sull’auto consentiva di rinvenire, oltre ad oggetti atti allo scasso e all’offesa della persona, anche una pistola giocattolo priva di tappo rosso e una maschera di carnevale in gomma. Tutto il materiale rinvenuto è stato sequestrato.
Denunciata, nella serata di ieri a Civitanova Marche, una coppia, lui del '68, lei del '72, per aver aggredito un parente a causa di vecchie acredini, mentre quest'ultimo, un uomo del '78, si trovava a transitare in via Matteotti.
Sono intervenuti, per separarli, un civitanovese e un carabiniere in borghese che si trovavano a passare di lì: il carabiniere, non riuscendo nel suo intento ha spruzzato verso l'aggressore uno spray al peperoncino, facendo così in modo che questo si calmasse. L'aggressore possedeva inoltre un cacciavite di circa 30 centimetri.
Chiamati carabinieri di rinforzo, questi hanno accompagnato la coppia in caserma, dove sono stati denunciati per lesioni personali in concorso e l'uomo, anche per possesso di oggetti contundenti.
La vittima ha riportato ferite al volto e gli sono stati dati 25 giorni di prognosi.
Sono salite sull'autobus a Macerata per raggiungere Ancona poi, all'altezza di Osimo, si sono accese due spinelli come se niente fosse. Due donne, entrambe oltre i trent'anni, sono state protagoniste di una giornata di autentica follia a cavallo tra le due province.
Senza curarsi del fatto che quel bus a quell'ora fosse pieno di ragazzi, anche minorenni. E sono stati gli stessi ragazzi ad avvisare l'autista. Anche perché le due erano visibilmente ubriache, con tanto di bottiglie di birra in mano e comportamento molesto. Il conducente del mezzo, appena ha potuto, ha accostato a bordo strada e non senza dover alzare la voce ha invitato le due a scendere. Contestualmente sono stati chiamati anche i carabinieri.
Aveva passato la notte a una festa in spiaggia col fidanzato e per giustificarsi con i genitori ha raccontato di essere stata violentata da quattro persone. La presunta vittima è finita invece denunciata per simulazione di reato da parte dei carabinieri di Cattolica. Lei, una 31enne nata a Pesaro e residente a Vallefoglia (Pesaro Urbino) rischia un processo per aver raccontato una "bugia" di tale portata da generare allarme.
La donna il 25 aprile scorso si era presentata alla Tenenza di Cattolica raccontando di essere stata vittima di violenza sessuale da parte di un gruppo di giovani non meglio indicati.
Gli accertamenti condotti dai militari però hanno permesso di scoprire che era stata un'invenzione della 31enne allo scopo di giustificare una prolungata assenza da casa, in compagnia del fidanzato. (Ansa)
Si apre mercoledì 9 maggio davanti ai giudici della Corte d'Assise il processo a Luca Traini, il 28enne che molto probabilmente chiederà di essere sottoposto a giudizio con rito abbreviato. A difendere il giovane, l'avvocato Giancarlo Giulianelli. Tra chi si costituirà parte civile ci sarà la 25enne Jennifer, ragazza nigeriana rimasta colpita ad una spalla durante il raid razzista: secondo fonti vicine ai suoi legali la ragazza chiederà un risarcimento di 750mila. Una richiesta che andrà a sommarsi a quella delle altre parti civili, tra cui il comune di Macerata e il Partito Democratico di Macerata.Traini è accusato di strage aggravata dall'odio razziale, sei tentati omicidi e porto abusivo d'arma. Aveva ferito, lo ricordiamo, sei persone prima di consegnarsi nelle mani delle forze dell'ordine. In carcere non si è mai dichiarato pentito del suo gesto, dicendosi però sempre amareggiato e dispiaciuto di aver colpito proprio la donna.
Grande l'affetto dei tolentinati dimostrato dopo aver appreso la notizia della tragica scomparsa di Don Francesco Cocilova.
Don Francesco, 79enne, deceduto dopo essere stato investito stamattina a Montelupone, ha guidato per anni la comunità religiosa dello Spirito Santo di Tolentino che lo ricorda come un pezzo di storia della città, visionario e coraggioso, pieno d'umanità e vicino ai fedeli.
Una chiesa costruita dal nulla, un teatro oggi sfogo fondamentale per tante attività e incontri dopo l'incendio del Vaccaj, il modo sui generis di impartire la benedizione pasquale o di celebrare la messa. Ma soprattutto, l'ombra che don Francesco nel 2010 sia stato allontanato quasi "forzosamente" da quella che era la sua casa. Un allontanamento che aveva ferito profondamente quel parroco umile e stravagante, sempre in giro a bordo della sua Vespetta verde, con i sandali anche d'inverno.
C'è tanto affetto nel ricordo dei tolentinati, che chiedono a gran voce che i funerali vengano celebrati proprio a Tolentino nella "sua" chiesa, Ma c'è anche malcelata amarezza.
"Strano, sui generis, sognatore, prete, imprenditore, precursore, buono, disponibile, a volte intrattabile". Così lo ricorda dalla sua bacheca Facebook Marco Salvatori. "Tutti i ricordi che ho della mia infanzia legati alla Chiesa, passano dalla sua figura. Dal suo pulmino blu, dalla sua vespetta verde mare, dai suoi sandali anche in inverno, dalle sue lecca lecca che ti faceva sudare, dalla sua Chiesa avveniristica, tanto contestata ma oggi solida e attiva dopo il terremoto, dai suoi “mesi di Maggio”, dai suoi ritiri spirituali a Caccamo, dalla sua sala giochi poi diventata ritrovo per anziani, dalle sue benedizioni fatte sui pianerottolo di ogni palazzo, appuntamento primaverile che assumeva aspetti folkloristici. Ci sono delle figure che ti entrano dentro da bambino e non ti lasciano mai, neanche quando se vanno lontano. Ciao Don Francì, sei stato immenso!"
Tanti i messaggi che si sono susseguiti da stamattina e che raccontano di come don Francesco, a Tolentino fino al 2010 quando è stato spostato al Sacro Cuore di Macerata diventanto Parroco Emerito e sostituito da don Sergio Fraticelli, non abbia mai superato il dolore di essere stato allontanato da Tolentino.
"Hanno fatto del tutto per cacciarlo dalla nostra comunità - si legge ancora su Facebook - e dalla sua chiesa tanto amata e creata con tanta difficoltà e sacrifici. Per lui fu un colpo enorme e quando siamo andati a trovarlo a Macerata ci ha accolto con la sua risata ma con le lacrime agli occhi. Certo era una persona con i suoi pregi e tanti difetti, ma è stato l'unico sacerdote di cui mi sono fidata". E ancora: "Mi dispiace... un caro amico.Voleva vivere a Tolentino, nella sua parrocchia, ma purtroppo qualcuno in alto non ha voluto".
C'è proprio don Francesco, infatti, dietro la costruzione del Tempio dello Spirito Santo che ha ospitato numerosissimi sfollati che si sono trovati impauriti e senza un tetto all'indomani del sisma che ha sconvolto la comunità tolentinate. Un struttura che, insieme all'attigua sala multimediale, resterà segno indelebile del passaggio del religioso in città.
"Quanti ricordi - si legge ancora su Facebook - i lecca lecca alla fine della messa (quello alla Cola il più ambito e non si riusciva mai a prenderlo), "piripicchio, piripacchio", i tornei di biliardino dopo il catechismo, le sgridate a chi non si presentava con uno dei genitori al catechismo, i sandali anche con -5, la vespetta col paravento davanti, le prediche "io non sono questo corpo". A scuola ci insegnava anche culti diversi dal cristianesimo, era molto preparato. La chiesa "Spirito Santo" progettata interamente da lui, all'avanguardia, con i televisori per proiettare le immagini relative al Vangelo del giorno, l'altare con un significato preciso. Quando l'hanno mandato via dalla "sua" chiesa ci rimase molto male. Era un grande prete. Riposa in pace".
Un prete pieno di pregi, ma anche di difetti, umano, vicino alla gente "strano - come scrive l'avvocato Marco Romagnoli - perchè lo era, ma coraggioso, perchè lo era... Se ne va un pezzo di storia della nostra Città... la struttura sacra e parrocchiale che ci ha lasciato è un patrimonio prezioso (voglio ricordare come ora sia tornato ad essere frequentato da tanti ragazzini, sia un punto di riferimento per associazioni che si occupano degli "ultimi" e come sia stato indispensabile nei giorni del sisma)... Ciao Don Francesco".
E a Romagnoli fa eco l'assessore Alessandro Massi Gentiloni Silveri che lo ricorda come "Un parroco vicino a tante famiglie, un parroco attento allo sviluppo ed alla crescita della comunità e dei giovani, fautore della realizzazione della Chiesa, dell'oratorio e del Teatro nel quartiere Repubblica".
Se c'è chi lo ricorda per l'umanità non manca chi ricorda i suoi sandali, indossati anche d'inverno, la sua vespa verde e la sua bicicletta, la stessa che stamattina portava sottobraccio nel momento dell'investimento. "Te ne sei andato - scrive un'altra tolentinate - con la tua bici. Che pedalavi in tutte le stagioni con ogni temperatura e ogni tipo di clima e quei sandali che indossavi anche con il freddo e il gelo. Ho sempre stimato e apprezzato la tua coerenza. Eri un burbero dal cuore grande e generoso. Testardo ma giusto umile e modesto. La parte più bella e vera della chiesa".
Una "chiesa" che per molti tolentinati dovrebbe ospitare l'ultimo saluto a Don Francesco come ricordato nel post di un'altra cittadina che scrive: "Povero Don Francesco, se abbiamo la Chiesa dello Spirito Santo con tutti gli annessi e solo opera sua; i miei figli battezzati, comunicati e cresimati li. La sua idea di responsabilizzare i genitori nel catechismo, la benedizione nelle case con i condomini riuniti nei pianerottoli per tirarci fuori dall'indifferenza, le battute sagaci, le sue risatine, i giochini coi bambini con i lecca lecca, la lambretta azzurra, quel pulmino scassato, i sandali e la sua barba da espiazione, un originale certamente, ma quanto mi dispiace. Riposa in pace Don Francesco. Chissà se potessero fare il funerale nella Chiesa da lui costruita".
(Foto Carlo Torresi)
“Alla fine rimane lei, la madre, senza risposte e senza nemmeno una pacca sulla spalla da parte di chi avrebbe potuto evitare la disgrazia e da parte di chi si professa (a corrente alternata) contro femminicidi e violenze” – Il commento è di Nicola Porro e nelle parole del noto giornalista c’è, forse, tutta l’amarezza che rimane dopo le lacrime di quell’ultimo saluto. Il 5 maggio, infatti, si sono celebrati i funerali di Pamela Mastropietro. Ed è rimasto il silenzio. Quel silenzio che, adesso, dovrà essere interrotto solo dalla verità.
C’è chi ha scritto che “Pamela era una prostituta tossica che viene compianta solo perché uccisa da un nero”. Non commentiamo, perché è palese, a questo punto, che il silenzio è una necessità assoluta. Pamela era una ragazzina, prima di tutto una ragazzina, con tutta la vita davanti, compreso il tempo di rimediare a qualche eventuale errore. Per fortuna, in molti sembrano averlo capito. Come dimostra la tomba della ragazza, nel freddo monumentale del Verano di Roma, tra i colori di uno spazio che ormai fatica, dopo appena 48 ore, a contenere fiori, palloncini, messaggi. Il blocco 115 del Verano non è facile da trovare, eppure l’hanno trovato, e davanti a quella tomba ognuno c’ha lasciato del suo.
Omaggi ad una vita spezzata e a un tempo che poteva essere e non è stato. Banale? Semplicistico? Forse! Ma semplicità e banalità sono da preferirsi, sempre, all’architettura ideologica di dibattiti sulla “quantità di trucco e il taglio di capelli della madre di quella ragazza” nel giorno del funerale.
Di silenzio, ora, c’è bisogno. Perché questa storiaccia è sfuggita di mano, sia a chi non ha voluto afferrarla, sia a chi ha stretto troppo la presa. Con un solo risultato: la strumentalizzazione. Che non serve a nessuno e che, probabilmente, non serve nemmeno alla verità.
La verità: colei a cui spetta, adesso, l’unico diritto di interrompere il silenzio.
Spari nella notte in campagna, tra San Ginesio e Camporotondo. Le grida e il rumore degli spari hanno allarmato i vicini che subito hanno avvertito i Carabinieri.
Secondo le testimonianze raccolte, gli spari, indirizzati verso l'alto, sono stati esplosi per allontanare dei malintenzionati che si erano introdotti in una proprietà privata.
Spari nella notte anche la sera prima, sempre nelle campagne fra San Ginesio e Camporotondo, attribuibili in questo caso, molto probabilmente a cacciatori di frodo.
Sull'accaduto stanno indagando i carabinieri.
Il ciclista investito questa mattina a Montelupone è un sacerdote. Si tratta di don Francesco Cocilova, 79 anni, originario di Cingoli. Stava percorrendo l’asse viario che costeggia contrada Santa Caterina, quando una Fiat Panda, condotta da un uomo del posto, lo ha travolto. Il sacerdote è stato sbalzato in aria, cadendo prima sul veicolo, poi a terra. I soccorsi si sono rivelati inutili (qui il nostro articolo).
Appresa la notizia, sul posto è giunto anche il vescovo di Macerata, mons. Nazareno Marconi.
La Guardia di Finanza di Macerata ha partecipato all’operazione “Aphrodite”, gestita dall’Italia in collaborazione con Belgio, Bulgaria, Cipro, Irlanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito, sotto l’egida dell’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (E.U.I.P.O.) e dell’Europol, per contrastare efficacemente il fenomeno della contraffazione ed in particolar modo la vendita on-line di prodotti non genuini. In due distinte operazioni condotte dalla Compagnia di Civitanova Marche, sono stati sequestrati circa 1.000 articoli riportanti il marchio d’impresa contraffatto: orologi, capi di abbigliamento, borse, scarpe ed accessori moda, perfettamente identici agli originali, rinvenuti all’interno di due abitazioni nella disponibilità di extracomunitari di origine senegalese che proponevano in vendita la merce attraverso i social media. Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria sono state rinvenute e sequestrate anche quattro banconote da 50 € ed una da 100 €, risultate false. Quattro le persone denunciate a piede libero alla locale Procura della Repubblica, tutte di origine senegalese.
Si sono presi letteralmente a mazzate, finendo al pronto soccorso in cinque con contusioni e lesioni in varie parti del corpo. Di partite che finiscono in rissa si sente dire spesso, più raro, invece, è che si tratti di partite di Cricket. Ma così è stato. E chi ha assistito alla scena, faticando non poco a sedare la rissa, racconta che non è stato affatto un bello spot per lo sport. E per una disciplina che, almeno nell’immaginario collettivo, è tutt’altro che violenta.
Protagonisti i ragazzi del Porto Recanati Cricket Club, impegnati in una trasferta ad Ancona contro una formazione del capoluogo di regione. In palio c’erano punti importanti per la classifica del campionato nazionale UISP.
Proprio come succede nel calcio, un episodio di gioco ha scatenato il nervosismo, che poi è sfociato ben presto in violenza, con pugni, spintoni e mazze usate come bastoni per colpire gli avversari. Alla fine, in cinque (non è noto di quale squadra) hanno avuto bisogno delle cure dei sanitari.
Lo hanno fermato nell'ambito di uno degli ormai consueti controlli antidroga ai Giardini Diaz di Macerata, ma quando gli uomini della Questura gli hanno chiesto di fornire i documenti ha dato letteralmente in escandescenze. Prima si é rifiutato di assecondare la richiesta e fornire le proprie generalità, poi ha iniziato a urlare arrivando anche a mettere le mani addosso ai poliziotti. Così, per un nigeriano residente a Macerata é scattata la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Trasportato in Questura, il ragazzo é stato sottoposto a perquisizione e non é risultato in possesso di droga.
Un investimento mortale stamattina lungo la strada provinciale che porta a Montelupone. La vittima è un ciclista che è stato travolto da una Panda.
Sul posto è intervenuta anche l'eliambulanza che però è tornata indietro senza nessuno a bordo. Inutili i soccorsi del 118: per l'uomo non c'è stato nulla da fare.
(servizio in aggiornamento)
Un ragazzo di Morrovalle é stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale regionale Torrette di Ancona in seguito al tragico incidente avvenuto questo pomeriggio in cui ha perso la vita un quarantacinquenne di Porto Sant'Elpidio (R.C). Il ragazzo, di cui non sono note le generalità, si stava recando a bordo della sua Citroen a Porto Sant'Elpidio e, proprio nel comune fermano, lungo la provinciale, ha investito un uomo che in quel momento stava camminando a bordo strada. Per il quarantacinquenne, residente a Porto Sant'Elpidio, non c'é stato niente da fare. L'impatto é stato così violento da provocarne la morte sul colpo, mentre l'auto condotta dal morrovallese ha finito la sua corsa contro un muretto. Il ragazzo é stato soccorso e trasportato in eliambulanza all'Ospedale Regionale Torrette di Ancona. Le sue condizioni sono definite gravi. Non é escluso che il giovane possa aver accusato un malore vista la dinamica dell'incidente, ma a ricostruire l'accaduto, sulla base dei rilievi effettuati, saranno gli uomini della Municipale, intervenuti sul posto insieme ai Vigili del Fuoco e ai sanitari del 118.
Un uomo e una donna sono rimasti feriti questa sera in un incidente stradale che si è verificato in via Ventura. La polizia stradale è al lavoro per ricostruire la dinamica dello scontro tra le due auto coinvolte, sul posto i vigili del fuoco e personale del 118 che ha provveduto al trasporto dei feriti in ospedale. I due non risulterebbero essere in gravi condizioni.