Ha una mano fasciata: la destra. Con escoriazioni e sospette fratture alle dita. Testa alta, sguardo perso, viso che esprime un malessere di fondo e parla pochissimo. E quelle pochissime parole che dice sono per Pamela, per la piega che sta prendendo quel processo, per i nigeriani scagionati dalle accuse di omicidio e per il risarcimento che Lucky Awelima avrebbe richiesto per ingiusta detenzione.
E’ il ritratto di Luca Traini, questa mattina, nel Carcere di Montacuto, dove è detenuto dopo la tentata strage di quattro mesi fa, quando a bordo della sua Alfa Romeo, armato di pistola, sparò contro i ragazzi di colore in una mattinata di autentica follia. Ferendone sei.
L’avvocato Giancarlo Giulianelli (foto), che lo assiste, è andato a trovarlo questa mattina in carcere. “Non possiamo dire che sta bene – ha affermato – Il suo malessere è evidente e il carcere, nonostante la struttura di Monteacuto faccia del suo meglio, non è certamente il luogo migliore per lui in questo momento. Ha bisogno di un trattamento più specifico, ma questa chiaramente è una mia impressione, perché non sono uno psichiatra e non ho titolo per questo tipo di diagnosi.
Ieri Traini, dopo aver appreso che l’accusa di omicidio sul capo di Lucky Desmond e Lucky Awelima era caduta, e soprattutto dopo aver appreso che quest’ultimo sarebbe intenzionato a chiedere un risarcimento per ingiusta detenzione, ha dato in escandescenze. Prendendo a pugni il muro della sua cella. E procurandosi ferite e lesioni alla mano destra. Fino all’arrivo degli agenti di Polizia Penitenziaria, che lo hanno calmato e portato in infermeria.
“L’argomento Pamela – prosegue Giulianelli – gli scatena qualcosa dentro di incontrollabile. Anche oggi, parlando con lui, l’argomento era uno solo: Pamela e il processo di Pamela. Tanto che giovedì scorso gli avevo tenuti nascosti gli sviluppi delle indagini sull'omicidio di pamela. Ma li ha comunque appresi dai telegiornali. Ed é successo quello che é successo. Ho cercato di fargli capire che adesso deve pensare a se stesso e che se le indagini hanno preso questa mossa è perché certamente ci sono dei motivi che noi, non trattandosi del nostro processo, non conosciamo, non avendo tutte le carte processuali a disposizione. Lui nel suo mondo questo non lo accetta”.
Dolore, commozione, incredulità, rabbia: sono queste le reazioni per la prematura scomparsa di Lucia Bagnarelli.
Lucia aveva compiuto diciannove anni lo scorso febbraio e viveva a Matelica. Fin dalla nascita ha dovuto combattere contro una malattia genetica che, nelle ultime settimane, aveva gravemente debilitato il suo fisico. Per questo, era stata ricoverata a Milano dove, nella notte fra martedì e mercoledì il suo cuore ha smesso di battere.
Lascia i genitori Stefano e Lolita e il fidanzato Alessandro. I funerali sono stati fissati per domenica a Matelica, alle ore 16.30 nella chiesa di Regina Pacis.
Scontro frontale tra due automobili lungo la strada che dalla Pace porta a Madonna del Monte. L'impatto nei pressi di una curva. La dinamica dell'accaduto è ancora in fase di ricostruzione. Feriti in maniera mediamente grave (ma nessuno risulta in pericolo di vita) gli occupanti dei veicoli coinvolti, trasportati dal 118 all'ospedale di Macerata per essere sottoposti ad accertamenti.
Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per mettere in sicurezza i veicoli e consentirne la rimozione.
Ha perso il controllo dell'automobile dentro la rotatoria e la vettura è finita nel fossato che costeggia la strada. Forse il conducente stava viaggiando a una velocità eccessiva, forse si è distratto quel poco che è stato comunque determinante. L'epidosio si è verificato oggi pomeriggio in corrispondenza della rotatoria a Piediripa. Gli occupanti dell'auto se la sono cavata solo con un po' di spavento.
Il maltempo che da questa mattina sta interessando Tolentino e dintorni, non ha risparmiato neanche un'azienda, per la quale si è reso necessario ricorrere all'intervento dei vigili del fuoco.
La tappezzeria di Fabiano Gobbi in via Cristoforo Colombo, infatti, è stata letteralmente allagata dalle forti piogge che hanno causato ingenti danni. "Un sentito ringraziamento a quegli angeli dei Vigili del Fuoco" dice Gobbi "senza il loro tempestivo e professionale intervento sarebbe stata una catastrofe".
Snocciola i numeri la Polizia Locale di Recanati. Il monitoraggio riguarda le attività esterne svolte dal 1 gennaio al 30 aprile 2018. Un corpo, quello guidato dal Comandante Luigi Baldassarri, che si è recentemente arricchito con due nuovi agenti. Uno in forza dallo scorso 1 ottobre e l'altro dal 1 giugno in attesa delle assunzioni per l'estate in grado di poter gestire al meglio tutte le manifestazioni in programma a Recanati.
Nei primi quattro mesi del 2018 sono stati 30 gli incidenti rilevati di cui 7 con feriti e 1 mortale, quello verificatosi nel territorio di Montelupone. Singolare e particolarmente elaborata l'indagine concernente il sinistro avvenuto lungo la strada provinciale 105 in cui un veicolo è rimasto in mezzo alla strada per l'intera notte. Da li sono poi emersi altri due mezzi coinvolti di cui uno che è risultato privo di assicurazione e rinvenuto a Castelfidardo grazie alla collaborazione del locale Comando. 32 i sequestri di veicoli circolanti senza assicurazione.
Nel corso dei vari pattugliamenti è stato individuato anche un mezzo privo di copertura assicurativa dal 2013 e con la revisione saltata per ben due volte. Attraverso i controlli con il targa system gli agenti hanno anche scoperto un veicolo senza assicurazione e con la revisione scaduta che non si è fermato all'alt. Vista la particolare situazione la pattuglia ha deciso di non dare vita ad un inseguimento che sarebbe stato rischioso per tutti, raggiungendo poi il proprietario del mezzo direttamente nella sua abitazione contestandogli la triplice infrazione .
Sono invece 5 i fermi di cui 2 per guida senza patente, uno dei quali ha visto protagonista la conducente di un ciclomotore risultato anche privo di copertura assicurativa, fermata nella zona di Chiarino nel corso di pattugliamenti volti a contrastare il fenomeno dei furti in appartamenti. Per il motociclo in questione è scattato il sequestro e il fermo in depositeria. 44 le attività di monitoraggio attraverso l'innovativo sistema di videosorveglianza della nuova centrale operativa del Comando di piazza Giacomo Leopardi, inerenticontrolli e verifica dei responsabili di alcuni danneggiamenti.
22 tra denunce, sequestri e querele per quel che riguarda l'attività giudiziaria mentre 18 i verbali che sono scattati in seguito ai controlli relativi alla raccolta differenziata, a seguito dei 116 accertamenti. Per concludere Vigile Amico, il progetto fortemente voluto dal Comando e dall'Amministrazione Comunale per educare i più piccoli alle regole del buon comportamento. L'attività di insegnamento presso le scuole primarie si è conclusa con grande soddisfazione di tutti, dagli alunni alle maestre, dai genitori agli stessi insegnanti in divisa che hanno portato avanti le lezioni sia in classe che all'esterno. Particolarmente educativa ed emozionante l'esperienza vissuta dai bambini che per l'occasione sono diventati veri operatori di Polizia Locale, controllando i documenti e i veicoli e invitando i conducenti al rispetto delle regole del codice della strada.
Sempre intensa l’attività della Divisione Antricrimine della Questura di Macerata diretta dal Primo Dirigente dott. Andrea Innocenzi (foto) nell’analisi delle dinamiche legate alla commissione di reati nella nostra provincia e alla conseguente adozione di provvedimenti di natura restrittiva della libertà personale nei confronti di soggetti ritenuti pericolosi per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Nel semestre in corso, la Divisione Anticrimine ha richiesto alla competente Autorità Giudiziaria l’applicazione di sei provvedimenti di sorveglianza speciale nei confronti di altrettanti soggetti pluripregiudicati gravitanti nella nostra provincia per vari reati.
Le richieste si sono state inoltrate in quanto alcuni soggetti, già destinatari di altre misure di prevenzione personale, come ad esempio il provvedimento di rimpatrio con foglio di via obbligatorio, avevano violato ripetutamente gli obblighi da queste imposti, mentre altri soggetti destinatari delle citate richieste vivono abitualmente dei proventi delle loro attività illecite, reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti.
Alcune settimane fa la “Volante” del Commissariato di Civitanova Marche, è intervenuta nel parcheggio di un centro commerciale del capoluogo dove era stata segnalata un auto con due persone a bordo: i due stavano bucando le ruote delle auto in sosta.
Gli agenti, giunti sul posto, hanno acquisito tutte le informazioni per dare avvio ad una complessa attività di indagine, condotta con la collaborazione della Polizia Scientifica, che è terminata con l’individuazione del responsabile della condotta criminosa. Si tratta di un 35enne di origini romagnole, pluripregiudicato per furto e truffa, ritenuto responsabile del reato di danneggiamento aggravato per aver squarciato le gomme di due auto in sosta. L’autovettura dell’uomo infatti, era stata localizzata nel parcheggio dove era posteggiate le due autovetture e una minuziosa elaborazione dei fotogrammi da parte della Polizia Scientifica, ha consentito di individuare il 35enne come l’autore del danneggiamento dei pneumatici delle due autovetture.
Hanno trafugato mobilia e oggetti di antiquariato per un valore di svariate decine di migliaia di Euro, poi si sono dati alla fuga facendo perdere le loro tracce. Ad agire é stata certamente una banda di professionisti. I malviventi, infatti, sapevano benissimo sia come accedere alla villa, sia che cosa avrebbero dovuto portare via, lasciando sul posto il resto. hanno selezionato pezzi del '700 e quadri nella villa di Cingoli che appartiene ai discendenti di Papa Pio VIII.
E' qui, in contrada Botontano, che é stato messo a segno il furto, fruttato alla banda un bottino decisamente ingente ai danni della famiglia Castiglioni, proprietaria della villa. Sull'accaduto indagano i carabinieri.
“Giustizia per Pamela”: questo lo striscione affisso nella notte in più di cento città italiane, fra cui Civitanova e Macerata in via Spalato, dai militanti di CasaPound Italia, che hanno voluto lanciare un chiaro messaggio di solidarietà alla famiglia di Pamela Mastropietro, dopo le novità processuali nel procedimento a carico dei tre immigrati coinvolti nell’orrendo omicidio.
“Anche se non c’è stata ancora alcuna sentenza e il procedimento è ai suoi primi passi – commenta Cpi – tutto lascia pensare che sia in corso un tentativo di attenuare il quadro e ricondurre la morte di Pamela a una sorta di ‘delitto passionale’. Il segnale che arriva dalle decisioni del tribunale del riesame, che ha escluso lo stupro da parte di Oseghale e ha lasciato in carcere i suoi due presunti complici solo per il reato di spaccio, è esattamente questo.
Sentir parlare di ‘clima amicale’ o di ‘rapporto consensuale’ fra la diciottenne sotto effetto di eroina e il suo carnefice ci sembra aberrante. Per non parlare del silenzio mediatico da parte dei buonisti sempre pronti a condannare la violenza sulle donne, tranne quando a perpetrarla sono gli immigrati”. Per CasaPound, inoltre, “c’è un problema di sensibilità nei confronti della famiglia di Pamela, costretta ad apprendere dai giornali gli sviluppi della vicenda, senza alcun riguardo verso la memoria della ragazza uccisa. È intollerabile che la dignità di una famiglia italiana che ha subito una tale tragedia possa essere calpestata mediaticamente e, forse, anche giudiziariamente, solo perché la sorte degli italiani lascia indifferenti coloro che formano l’opinione pubblica in questo Paese”.
"Manca solo l'invasione delle cavallette!". C'è tutta l'amarezza e l'ironia, ma anche tutta la rassegnazione di un territorio massacrato, nella battuta sentita questa mattina al bancone di un bar. Si commentava, chiaramente, l'ennesimo accanimento della natura verso il territorio del Maceratese, con pioggia e grandine che ormai da oltre dodici ore stanno creando seri disagi alla circolazione e non solo.
Per i Vigili del Fuoco é stata una nottata di interventi continui da Macerata fino a Visso. Ieri, soprattutto nell'area montana, protagonista é stata la grandine, con chicchi di dimensioni superiori anche a due centimetri, come dimostrano molte foto circolate su Facebook e non solo.
Questa notte e questa mattina, invece, protagonista é stata la pioggia, che ha provocato allagamenti su molti comuni dell'entroterra. I disagi maggiori si sono registrati a Tolentino, dove lo scenario che si é presentato in contrada Paterno é stato spaventoso. La carreggiata completamente invasa dal fango e il traffico letteralmente bloccato. L'assessore alla Viabilità del comune di Tolentino, Giovanni Gabrielli ha dichiarato: "fate attenzione percorrendo le strade delle nostre contrade; in mezzo alla carreggiata si possono trovare anche delle pietre di medie dimensioni. Si sta cercando di ripristinare la normalità un po' ovunque, ma le risorse umane sono insufficienti per i disagi diffusi. Le contrade più colpite sono Paterno, Regnano, Sant'Andrea, San Rocco, cantine allagate in viale Benaducci. Siate collaborativi. Grazie".
(in aggiornamento)
Ingiusta detenzione, ora è pronto a chiedere il risarcimento allo Stato italiano. Lucky Awelima, il 27enne nigeriano accusato insieme a Desmond Lucky di aver partecipato all’omicidio e alla distruzione del cadavere di Pamela Mastropietro chiederà i danni per aver passato dal 10 febbraio al 24 aprile, giorno in cui gli è stato notificata una seconda misura cautelare per spaccio, oltre due mesi in carcere ingiustamente.
E' dei giorni scorsi, infatti, la notizia secondo cui il procuratore Giovanni Giorgio, a seguito dei risultati dei Ris e dell’esperto informatico, ha chiesto e ottenuto dal Gip la revoca della misura cautelare per Awelima e per Desmond Lucky in relazione alle contestazioni originariamente mosse in riferimento all’omicidio.
Quando l'avvocato Giuseppe Lupi, il legale di Awelima, entrerà in possesso dei documenti presenterà l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione.
Un camion che trasportava galline ha perso il carico questa mattina mentre transitava in località Cantagallo. Solo a leggerlo viene un po' da sorridere, per la coincidenza delle sciagurate protagoniste e del nome del luogo in cui hanno incontrato la cattiva sorte.
Ma é tutto vero. Ed é accaduto questa mattina. In contrada Cantagallo, appunto, nel territorio del comune di Pollenza. A causa delle disastrose condizioni del manto stradale, reso viscido e insidioso dalla pioggia caduta incessantemente per tutta la notte, un camion che trasportava galline ha sbandato, perdendo il carico. Inevitabilmente a pagarne le spese sono state le povere bestie, rimaste senza vita sulla carreggiata.
A segnalare l'episodio un automobilista che si trovava a transitare nella zona.
Ha parcheggiato l'auto in uno degli stalli al lato di viale Martiri della Libertà, ha tolto le chiavi dal cruscotto e quindi ha aperto lo sportello per scendere. In quel momento arrivava un autobus di linea che non ha potuto evitare lo sportelo, colpendolo che la fiancata all'altezza del parafango anteriore. Questo secondo una prima ricostruzione dell'episodio che si è verificato nella prima serata di oggi a Macerata. Nessuna conseguenza per i passeggeri e per l'automobilista. Sul posto i carabinieri per i rilievi del caso.
Erano a bordo di uno scooter rubato. Quando i carabinieri, impegnati in controlli lungo la provinciale 361 nei pressi di San Severino, hanno intimato a conducente e passeggero di fermarsi, i due, a bordo del ciclomotore, hanno cercato di darsi alla fuga. Una fuga spericolata durata alcuni chilmetri, finché i due non hanno abbandonato il mezzo e hanno cercato di allontanarsi a piedi atraverso i campi, per venire poi bloccati dai carabinieri. Il conducento dello scooter, un pregudicato 22enne residente a Treia, è stato arrestato (ora è ai domiciiari) per ricettazione e per resistenza. Il mezzo a due ruote, infatti, è risultato rubato a San Severino il 2 aprile scorso. Il passeggero, una 19enne, è stata trovata con due etti di hashish addosso ed è stata segnalata alla Prefettura.
Il criminologo Alessandro Meluzzi chiede l'intervento a Macerata del ministro della Giustizia, sottolineando come sulla morte di Pamela Mastropietro, avanzi l'ombra della volontà di insabbiare la vicenda. Lo spunto per la sua invettiva via Facebook è la decisione del Tribunale del Riesame di Ancona di revocare la misura cautelare in carcere nei confronti di Desmond Lucky e Lucky Alewima per quanto attiene l'accusa di omicidio e villipendio di cadavere. I due rimangono in carcere con l'accusa di spaccio. "Questa vicenda è veramente tragica, getta una luce sinistra sulla stessa capacità dello Stato di proteggerci da un'invasione di una crimonialità pericolosissima di cui questa vicenda è solo la punta dell'iceberg". "La tesi è che ci sia stato un legame amicale tra Pamela e Oseghale. Ma quale legame amicale con una ragazza ridotta in quel modo, oltraggiata, fatta a pezzi, abbandonata in due valigie? Siccome Oseghale non può aver fatto da solo, se gli altri due indagati, come ha stabilito il tribunale non c'erano, chi c'era? Chi è stato con Oseghale? E le intercettazioni in carcere? Tutto quanto in questa vicenda è terrificante". Meluzzi che ha annunciato anche l'intenzione di mettersi a disposizione della parte civile come consulente, sottolinea anche che "se questa battaglia tra la civilità del diritto e il bene del nostro popolo contro la mafia nigeriana e criminalità organizzata verrà perduta, sarà perduto anche il nostro Paese. Credo che il Csm e il ministro della Giustizia debbano interessarsi di questa vicenda, una vicenda che si cerca di archiviare, visto che l'attenzione ora si è spostata sull'omicidio del giovane maliano, visto che si avvicina agosto, visto che nessuno si occupa del Park Hotel, visto che residenza dei migranti rende di più della droga". Dietro questa vicenda e la supposta volontà di chiuderla, per Meluzzi, ci sono gli interessi dei poteri forti. E per questo invita gli onesti a ribellarsi a tutto questo."Pamela è stata uccisa una, due, tre volte. Siamo stati incapaci di proteggerla, prima mentre si aggirava piena di psicofarmaci e poteva essere abusata da chiunque, e adesso, neppure di vendicarla, ma fare giustizia ed evitare che altre ragazze facciano la stessa fine è qualcosa che grida giustizia e ci chiede di difendere insieme la nostra Patria, legge, il Paese i nostri figli e le nostre figlie, è il momento di farlo, dopo potrebbe essere troppo tardi".
Sono iniziate nel primo pomeriggio di oggi le operazioni di messa in sicurezza, mediante demolizione, della palazzina sita in via Settempeda, al civico numero 102, danneggiata dalle scosse di terremoto dell’ottobre 2016. Nel fabbricato, dichiarato totalmente inagibile a seguito di un sopralluogo tecnico fin dall’ottobre 2016, vivevano otto famiglie di condomini fatte immediatamente sgomberare con Ordinanza del Sindaco, Rosa Piermattei.
A seguito di una valutazione da parte della commissione del Gruppo Tecnico di Sostegno si era deciso di demolire l’edificio anche per via della sua posizione a ridosso della Sp. 361 “Septempedana”.Le opere di abbattimento sono state affidate dall’ufficio Sisma del Comune di San Severino Marche all’impresa Pro.Ge.Co. Costruzioni Generali con sede a Muccia.
Botte nello scuola bus. E’ tornato con un occhio nero a casa un bambino di Montecosaro la cui madre ha denunciato l’accaduto sui social network, sottolineando come episodi analoghi siano stati segnalati, in diverse occasioni in passato, dalla donna stessa agli uffici comunali, “ma non è stato fatto niente” scrivono i genitori nel messaggio con il quale chiede che chi di dovere intervenga per porre fine a questa situazione.
Sempre secondo quanto riportato dali genitori, il bambino avrebbe ricevuto il colpo nel bus, al ritorno a casa, alla presenza anche di un assistente. Se si sia trattato o meno di bullismo, è ancora tutto da verificare.
Si è ribaltato in prossimità di una curva il furgone di una ditta di spedizioni che da Camerino stava procedendo verso Castelraimondo. Al momento di affrontare la curva, il conducente ha perso il controllo del mezzo che, appunto, si è ribaltato.
Sul posto vigili del fuoco e carabinieri, illeso l'autista. Da accertare le cause dell'incidente.
Meredith e Pamela, due ragazze che non sono potute diventare donna. Uccise brutalmente per una ragione che rimane poco chiara, tanto per una che per l’altra. Vittime di omicidio in due città simili, città medio piccole, sede di Università, con molti giovani, che mettono a nudo i loro limiti solo di fronte a delle tragedie che risuonano oltre i propri confini, per diventare anche mondiali come nel caso di Meredith. E allora emerge che entrambe le città non sono calme come si credeva o voleva credere, che c’erano o ci sono zone franche sulle quali, dopo, non si può che stringere. Anche se con i delitti non c’entrano direttamente. Ma rendono ancora più fosco e allarmante il quadro. E quindi si corre ai ripari, si prende consapevolezza, per quanto a caro prezzo. Due delitti e più di un dubbio, nel caso di Meredith ormai praticamente definitivo, per Pamela ancora da chiarire.
Meredith Kercher è stata uccisa l’1 novembre del 2007 nella sua stanza da studentessa a Perugia. Accoltellata più volte, lasciata senza vita sul pavimento, coperta, forse per pudore, con il piumone del letto, chiusa dentro la cameretta dell’appartamento che divideva da poche settimane con due ragazze italiane e una americana, Amanda Knox. Indagata, processata, condannata e poi assolta in via definitiva, dopo dieci anni. Con lei Raffaele Sollecito, il ragazzo, altrettanto giovane, con cui si frequentava a quel tempo. Un terzo indagato, Rudy Guede, è stato condannato, l’unico, in via definitiva. Ma per concorso nell’omicidio, che a guardare bene, vuol dire che lui c’era: era nell’appartamento, ha avuto contatti con Meredith, ha tentato un approccio sessuale (consensuale ha sempre detto lui, ma il suo racconto non è stato mai creduto dai giudici). Ma, dicono le sentenze, non ha ucciso materialmente la studentessa inglese. Meredith è stata uccisa, da Rudy in concorso con altre persone che, dieci anni dopo, non sono Amanda Knox e Raffaele Sollecito. C’è una verità giudiziaria che giustizia sembra non consegnare alla famiglia, perché, al netto delle letture e dalle sfumature, chi ha ucciso Meredith non ha pagato per quanto commesso. Sta pagando Rudy che, probabilmente, conosce la verità su quella drammatica notte e, forse, avrebbe potuto raccontarla tutta, ma non l’ha fatto. Ha raccontato molto, ricostruito quei giorni, modificato versioni, ammesso quello che non poteva smentire: che era in casa. Non da solo, ha sempre detto. Perché, nel suo racconto, due persone, un ragazzo e una ragazza, che forse erano Amanda e Raffaele in un’altra versione, c’erano. Erano arrivate mentre lui era in bagno e, anzi, lo avevanp aggredito quando si erano visti scoperti. Questa versione dei fatti non è stata ritenuta attendibile, poteva raccontare tutta la verità? Per lui la verità è questa, non ce ne sono altre. E dopo dieci anni il mistero è ancora in parte mistero.
La verità, la stessa che dovrebbe raccontare Innocent Oseghale, il principale indagato per l’uccisione di Pamela Mastropietro nell’appartamento di via Spalato a Macerata, il cui corpo fatto a pezzi è stato chiuso in due trolley e abbandonato in campagna. Per Desmond Lucky e Lucky Awelima, presunti complici, proprio ieri è stata revocata la custodia cautelare per le accuse più gravi a loro carico: omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere (ma non significa, ha spiegato il procuratore capo Giovanni Giorgio, che le contestazioni siano decadute). Restano in carcere con l’accusa di spaccio di eroina. Eroina che anche Pamela avrebbe assunto, ma che non ne ha provocato la morte, dicono i periti della Procura. Pamela è stata uccisa con due coltellate all’addome, poi fatta a pezzi con perizia e rapidità. Opera di una sola persona? Oseghale ha fatto da solo o ha agito in concorso con qualcun’altra come fu contestato a Rudy Guede (e come di fatto rimane nell’impianto dell’accusa)? Forse quel qualcun altro, se non fossero Lucky e Awelima, è il proprietario di quel profilo genetico che i Ris, come risulta da una delle loro perizie, hanno isolato sul corpo della 18enne. Uccisa per quale motivo? Si tratta di un movente sessuale? Anche se la violenza sessuale è stata esclusa dal gip. E allora ha ucciso per paura? Pamela si è sentita male dopo aver assunto eroina e chi era con lei ha perso la testa? Ma chi era con lei? Oseghale dice che con lui c’era Awelima la mattina del 30 gennaio. Di essere uscito quando Pamela era ancora viva e di averla già trovata nei trolley al ritorno O meglio, lo dice in una delle differenti versioni che ha fornito, coinvolgendo gli altri indagati per poi addossarsi su di lui tutte le responsabilità e quindi cambiare ancora. Dov’è la verità, appunto?Per Meredith ormai è “tardi”, due sentenze definitive cristallizzano la situazione, pure nei dubbi. Per Pamela siamo ancora alle indagini