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"Una gogna mediatica senza riscontri oggettivi: quereleremo il Wwf": i legali del presunto assassino della lupa Selana al contrattacco

"Una gogna mediatica senza riscontri oggettivi: quereleremo il Wwf": i legali del presunto assassino della lupa Selana al contrattacco

"Procederemo per vie legali: il nostro cliente non ha ucciso la lupa Selana ed è vittima di gravi intimidazioni": così gli avvocati Federico Valori e Oberdan Pantana hanno spiegato l'imminente ricorso alle vie giudiziarie per tutelare la persona che è stata indicata come il bracconiere che ha ucciso la lupa Selana.

"A seguito della capziosa descrizione dei fatti fornita da un comunicato stampa del Wwf" spiegano i due legali "si è scatenata un'ondata di autentico odio nei confronti particolari del signor Francesco Lapucci di Pieve Torina così come indistintamente di tutti i così detti bracconieri, categoria questa che nei messaggi si fa fatica a distinguere nelle valutazioni espresse dall'opinione pubblica da i semplici cacciatori, attraverso dei post inviati in particolare al sito istituzionale dell'Ente Parco dei Sibillini.

Tutto ciò in quando il signor Lapucci definito con certezza opinabile un bracconiere è stato ritenuto con sillogismo assolutamente infondato anche il bracconiere della lupa Selana, della quale non si ha più notizia dal 19.02.2016 ma la cui carcassa non è stata mai ritrovata e la cui presunta uccisione non rientra tra i fatti contestati dal signor Lapucci.

Questa ondata di odio ha prodotto i suoi orribili risultati inducendo la consorte del signor Lapucci in attesa di un figlio ad un urgente ricovero presso il nosocomio maceratese perchè in grave situazione di rischio cagionata dallo stress cui è stata sottoposta.

Dalla lettura del testo pubblicato dal Wwf si evince anche lo scopo che ha indotto a codesta associazione alla diffamazione nei riguardi del signor Lapucci:il perseguimento della propria personalissima avversione verso l'imminente approvazione dell'accordo Stato-Regione relativo l'abbattimento legale dei lupi;infatti qualunque autorità di governo ed ovunque nel mondo che abbia a cuore la convivenza degli animali selvatici con gli esseri umani in ambienti fortemente antropizzati deve porsi il problema del controllo delle popolazioni a tutela dell'incolumità pubblica.

Ciò dimostra un deprecabile cinismo che trascura ogni rispetto per la persona umana pur di conseguire i propri opinabili obiettivi politici che non sono obiettivi politici condivisi dalla generalità dei cittadini e che hanno evidentemente bisogno di tali espedienti per essere affermati.

Quanto alla detenzione da parte di Lapucci di armi denunciate o clandestine occorre precisare che a seguito di una ricerca approfondita sono stati reperiti tutti i documenti relativi alle armi non presuntamente denunciate, alcune delle quali denunciate dal nonno e dal padre di Lapucci erano detenute dal signor Francesco nella propria abitazione, attigua a quella del padre e di proprietà di quest'ultimo, in una camera blindata che assicurava le stesse dai furti così come dalla possibilità di un proprio utilizzo da parte dei bambini che animano la vita della famiglia;le armi cosiddette clandestine, sono due fucili di avancarica risalenti al secolo XIX e pertanto aventi natura decorativa nonchè una carabina ad area compressa di marca Diana 35 che molti cittadini maceratesi hanno o hanno avuto nella loro disponibilità essendo questa un'arma di libera vendita che solo per gli effetti di una sommaria verniciatura che non ha consentito il rilevamento della matricola è stata ritenuta clandestina. Ci domandiamo, tuttavia, quale pericolosità possa esprimere un'arma del genere e soprattutto che utilità essa potrebbe avere nelle mani di un bracconiere:la risposta nessuna.

Ci auguriamo che la Magistratura non subisca gli effetti di una tale campagna d'odio e annunciamo iniziative giudiziarie nei confronti degli autori delle gravi minacce di morte e del Wwf per aver propalato la falsa notizia di un legame tra l'uccisione della lupa Selana e il signor Lapucci".

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