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Sequenza sismica di Monte Cavallo, parla Amato: "Sono sempre aftershocks, ma non siamo in grado di dire altro"

Sequenza sismica di Monte Cavallo, parla Amato: "Sono sempre aftershocks, ma non siamo in grado di dire altro"

Le diciannove scosse di terremoto tutte sopra magnitudo 2  registrate sabato mattina nell'arco di tre ore, dalle 4.54 alle 7.57, tutte con epicentro nel comune maceratese di Monte Cavallo, hanno inevitabilmente riacceso l'apprensione, solo sopita ma mai spenta, nelle popolazioni che da ormai quasi un anno convivono con questo "mostro".

Su quanto avvenuto ieri mattina, interviene, sempre puntuale e disponibile, il sismologo dell'Ingv Alessandro Amato, una delle maggiori autorità italiane in campo di terremoti.

"Chiaramente stiamo parlando sempre di aftershocks, in particolare dei terremoti del 26 e 30 ottobre. Per verificare quanto fossimo dentro o fuori dalla zona già attiva, ho fatto il seguente esercizio: visto che l'epicentro del terremoto più forte di stanotte (M3.5) è stato a 0 (zero) km da Monte Cavallo, ho fatto un'estrazione dell'ultimo anno di sismicità dal sito cnt.rm.ingv.it , con centro Monte Cavallo, raggio 10 km e magnitudo minima 2.0. Escono circa 1800 eventi, quasi tutti a est (nordest e sudest) perché sono quelli della sequenza principale. Attenzione: la forma della distribuzione epicentrale della mappa è in quel modo (semi-circolare) perché segue il criterio di estrazione, se avessi allungato il raggio avremmo trovati molti più epicentri. 

 

Quello che emerge è che quella specifica zona non ha avuto molta attività nei mesi passati. Qualcosa sì ma poco. Se guardassimo i terremoti più piccoli troveremmo certamente più eventi. Cosa significa? Che questo settore non ha avuto forti terremoti finora, ma (MA!) non è detto che debba averli. Peraltro siamo quasi nella zona della sequenza del 1997 (Colfiorito, Cesi, Sellano) Una zona che si attiva con uno o più eventi di magnitudo 3 o giù di lì è abbastanza frequente in molte regioni d'Italia. Non abbiamo (nessuno ha) modo per capire se un'attività di questo tipo sia sintomo di qualcosa di più forte. Quindi, nessun allarme ma vale la solita raccomandazione: case sicure, verifiche se non siamo certi, consapevolezza. Queste raccomandazioni valgono, come scritto in altre occasioni, sempre in ogni regione sismica italiana". E Amato aggiunge che le scosse proseguiranno ancora, inevitabilmente: "Di certo non è una questione di giorni. Se L'Aquila è durato 2-3 anni, questo sarà più lungo ancora. Ma il punto non è questo, perché si tratta di una durata in cui il numero (e la magnitudo, in media) dei terremoti va a diminuire, pur con qualche ripresa qua e là. Il problema è se può riprendere con terremoti forti. E questo non è per niente facile da capire. Per ora non ci sono elementi che lo fanno pensare".

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