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"Radici da ricostruire": la FILLEA-CGIL a Muccia per la ricostruzione

"Radici da ricostruire": la FILLEA-CGIL a Muccia per la ricostruzione

Interessante tavola rotonda quella organizzata dalla FILLEA-CGIL nella mattinata di giovedì 22 a Muccia, presso la tensostruttura adibita anche a mensa. “Radici da ricostruire” era il titolo ed ovviamente si parlava della prossima ricostruzione dei territori seriamente danneggiati dagli innumerevoli eventi sismici. L’iniziativa è stata presa appunto dal sindacato di categoria della CGIL che si occupa dei lavoratori del legno, dell’edilizia e delle attività estrattive, guidato, a livello provinciale, da Massimo de Luca, che ne ha aperto i lavori.

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Vi hanno partecipato Lara Ricciatti, parlamentare marchigiana di Sinistra Italiana, Daniele Salvi, capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio delle Regione Marche, Claudio Pettinari, prorettore di Unicam, Antonio Barboni, dirigente del servizio di prevenzione Asur della zona 10, Fabio Montanini, dirigente del dipartimento lavoro della Regione Marche e Mario Baroni sindaco di Muccia. Moderatore il nostro Fabrizio Cambriani. Assente giustificata, perché influenzata la parlamentare maceratese del PD Irene Manzi. Ha tirato le fila di quanto emerso dal dibattito Graziano Gorla della segreteria nazionale FILLEA.

Molti gli spunti e le idee che i relatori hanno condiviso così da poter affrontare, nel migliore dei modi possibili, il momento delle ricostruzioni non solo materiale dei centri montani. Unanimemente riconosciuto da tutti il valore e l’efficacia della ricostruzione immediatamente posteriore al sisma del ’97, che ha evitato, in queste sia pur sfortunate circostanze, il doloroso prezzo di vite umane. Un modello, quello del ’97, che dovrebbe essere ripreso – sia pure con i necessari miglioramenti – come esempio da seguire. Un monito, in questo senso, è stato lanciato dall’organizzazione sindacale per tutta la fase della ricostruzione. Che cioè, non si abbiano a verificare nei tantissimi cantieri che saranno presto allestiti, vittime di infortuni sul lavoro.

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Ma il filo comune che in qualche maniera ha tenuto tutti uniti è stato quello della rilevanza sul mantenimento della vitalità nei piccoli centri montani. Non avrebbe senso – si è detto - una ricostruzione senza una realizzazione di infrastrutture, non solo materiali, ma anche di ordine sociale e ricreativo.

Il pericolo che la montagna possa spopolarsi, in questa occasione, è realmente serio e fondato, per cui le istituzioni e gli attori sociali devono, ciascuno per le proprie competenze e capacità, mettere in piedi immediatamente azioni e risorse economiche adeguate affinché lo si possa scongiurare.

Si è trattato, come ha sottolineato Daniel Taddei, segretario generale provinciale della CGIL, di uno dei tanti incontri di cui il sindacato vuol farsi promotore nei territori, soprattutto per ascoltare le voci di chi in montagna ci vive e ci lavora.

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