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Cronaca Ancona

Processo spese facili in Regione, assolti tutti gli imputati: tra prescrizioni e formula piena

Processo spese facili in Regione, assolti tutti gli imputati: tra prescrizioni e formula piena

Tutti gli imputati assolti, con l'eccezione di alcune prescrizioni dichiarate, nel processo ad Ancona per le cosiddette spese facili in Consiglio regionale.

 Dopo una camera di consiglio durata oltre dieci ore la presidente del Tribunale ha pronunciato il verdetto: le formule di assoluzione sono perché il fatto non sussiste, per un caso perché il fatto non costituisce reato, mentre per alcuni capi d'imputazione è stata dichiarata la prescrizione.

Tra gli imputati assolti con formula piena il sindaco di Ancona Daniele Silvetti, l'attuale presidente del Consiglio regionale Dino Latini, il sindaco di Loreto Moreno Pieroni e il deputato Mirco Carloni, il commissario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli, tutti consiglieri regionali, all'epoca dei fatti tra il 2008 e il 2012.

Stessa formula per Luca Acacia Scarpetti, Fabio Badiali sindaco di Castelplanio, Raffaele Bucciarelli, Gianluca Busilacchi, Giuseppe Canducci, Adriano Camela, Adriano Cardogna, Graziella Ciriaci, Giancarlo D’Anna, Sandro Donati, Massimo Di Furia, Paolo Eusebi, Elisabetta Foschi, Enzo Giancarli, Paola Giorgi, Sara Giannini, Marco Luchetti, Maura Malaspina, Luca Marconi, Enzo Marangoni, Francesco Massi Gentiloni Silveri, Erminio Marinelli, Almerino Mezzolani, Giulio Natali, Rosalba Ortenzi, Fabio Pagnotta, Paolo Perazzoli, Paolo Petrini, Giuseppe Pieroni, Mirco Ricci, Angelo Sciapichetti, Gino Traversini, Umberto Trenta.

Il collegio penale, presieduto dalla giudice Edi Ragaglia, ha deciso il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per alcuni reati per gli imputati Massimo Di Furia, Franceso Massi Gentiloni Silveri, Sandro Dondati e Mirco Ricci.

Non doversi procedere perché già processati per gli stessi reati in altri capi d’imputazione per Massimo Di Furia, Francesco Massi Gentiloni Silveri ed Enzo Marangoni. Il processo delle spese pazze stentava a decollare per rinvii, difetti di notifiche ed eccezioni presentate dalle difese degli iniziali 55 imputati.

 

La vicenda inizia a febbraio del 2015, con la notifica della conclusione delle indagini a firma dei pm Ruggiero Dicuonzo e Giovanna Lebboroni, che all’epoca arrivò a 66 persone, quando a capo della procura dorica c’era ancora Elisabetta Melotti. Il 12 settembre del 2016 l’allora gup Francesca Zagoreo pronunciò sentenza di non doversi procedere per tutti gli imputati.

Per alcuni ex consiglieri scongiurato l’incubo della legge Severino: se condannati, ad esempio, i primi cittadini di Ancona e Loreto sarebbero stati sospesi.

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