Illeciti nel traffico di rifiuti, sigilli ad una ditta di Macerata e 31 persone indagate
Scattano i sigilli ad una ditta del Maceratese da parte dei Carabinieri Forestali nell'ambito di una lunga indagine riguardante un presunto traffico di rifiuti,
Ad essere colpita la ditta Lattanzi Sandro, che ha sede a Macerata, un' impresa dedita a lavori edili, scavi e demolizioni che ha visto i militari dell'Arma porre i sigilli ai cancelli della sede in Contrada Vallebona ponendo così sotto sequestro l'intera azienda.
Il sequestro avviene a seguito di un'indagine condotta dal Dda di Ancona che tratta di un traffico illecito di rifiuti edili, di rifiuti non pericolosi e di rifiuti contenenti amianto e ha portato ad iscrivere una trentina di persone nel registro degli indagati.
I militari hanno proceduto inoltre al sequestro per equivalente di denaro o altri beni per circa 193.800 euro: il sequestro ha previsto il blocco dei conti correnti bancari e beni immobili ed è finalizzato alla confisca, quale ingiusto profitto derivante dall’illecito traffico.
Le indagini, iniziate sulla gestione dei rifiuti nella fase della ricostruzione post-sisma e in particolare sulle macerie, hanno consentito di delineare un ampio disegno criminoso ad opera della suddetta Ditta, volto ad ottenere un ingiusto profitto derivante dalla illecita gestione di maggiori quantità di rifiuti o dalla gestione non autorizzata di rifiuti, dal risparmio illecito sui costi per recupero, smaltimento e trasporto, mettendo in atto ripetute e organizzate violazioni di legge, in maniera continuativa e organizzata.
La condotta impropria ha permesso l’accumulo, oltre il limite consentito, di decine di migliaia tonnellate di rifiuti di rifiuti edili pericolosi e non (comprese le macerie del sisma), anche di quelli contenenti amianto, stimati in circa 38.760 tonnellate. Tale situazione illecita ha comportato numerose violazioni di legge: superamento della superficie utilizzabile dall’impianto, diversa configurazione dell’impianto con anche rimodellamenti non previsti, inefficacia del sistema di raccolta delle acque di dilavamento dei rifiuti, utilizzo di attrezzature non idonee (quali cassoni usurati non a tenuta stagna), mancata separazione tra i vari rifiuti.
L’elevato numero di movimentazioni illecite, nonostante il provvedimento di “diffida” emessa dagli uffici della Provincia di Macerata, ha permesso alla Ditta il mantenimento e la nuova acquisizione di clienti che altrimenti si sarebbero rivolti altrove, oltreché la possibilità di effettuare direttamente lavori, contando sull’utilizzo del proprio impianto.
Oltre all'azienda interessata dal sequestro è stata denunciata a piede libero per traffico illecito di rifiuti anche un’altra ditta del Maceratese con sede legale a Tolentino la quale, al fine di ottenere ingiusti risparmi dagli illeciti recuperi e smaltimenti dei rifiuti, ha messo in atto ripetute e organizzate violazioni di legge nell’ambito della gestione dei rifiuti. In particolare, sfruttava la gestione illecita dell’impianto aziendale della Ditta di Macerata e si serviva in maniera consistente dell’attività di trasporto illecita di rifiuti della medesima, in quanto effettuata in assenza di specifica iscrizione all’Albo Gestori Ambientali.
L’organizzazione criminosa delineata a seguito dell’attività investigativa ha visto la denuncia per reati che vanno dalla gestione illecita, truffa, subappalti non autorizzati, di 31 persone: tra questi, oltre le Ditte interessate, 23 responsabili legali di aziende dedite a lavori edili/movimenti terra, 2 direttori dei lavori, 1 funzionario pubblico responsabile del procedimento e 3 proprietari e committenti dei lavori, tutti residenti per la maggior parte in Provincia di Macerata, ma anche al di fuori della stessa e della Regione Marche.
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