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Cronaca Attualità Serrapetrona

Piccola scossa con epicentro a Serrapetrona, il geologo Tondi: "Lì non sono attive faglie di notevoli dimensioni"

Piccola scossa con epicentro a Serrapetrona, il geologo Tondi: "Lì non sono attive faglie di notevoli dimensioni"

C'è stata inevitabile apprensione, ma anche curiosità per una delle tante scosse di terremoto che si ripetono ormai da mesi. Alle 2.38 di questa notte, infatti, è stata registrata una scossa 3.1 con epicentro a Serrapetrona e una profondità di 9.3 chilometri. La scossa, seppur di piccola entità, ha aperto diversi interrogativi nella popolazione e in tanti si sono rivolti al professor Emanuele Tondi, chiedendo lumi sulla sua pagina Facebook. Il geologo, con la disponibilità che lo contraddistingue, ha risposto alla domanda che chiedeva se si trattasse dell'attivazione di una nuova faglia in questo modo:

"In questa zona non ci sono faglie attive e sismogeniche di notevoli dimensioni come nell’area attualmente interessata dagli eventi sismici (zona assiale appenninica). Quindi non sono previsti terremoti di quelle magnitudo e la pericolosità sismica è minore. Dove le faglie non arrivano in superficie (perché sono piccole) non è possibile individuarle e caratterizzarle e dobbiamo affidarci al dato storico. Purtroppo, o per fortuna (perché ci permette di studiarli e prendere le dovute precauzioni, con la prevenzione), i terremoti avvengono sempre nelle stesse aree e quello che si è verificato in passato si può verificare in futuro. Il terremoto di riferimento per questa zona è quello del 1799 http://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/eq/17990728_2205_000. La crisi sismica fu caratterizzata da una serie di terremoti di magnitudo media che causarono danni diffusi ma poche vittime. Come potete vedere dal catalogo storico, le intensità della Scala Mercalli (MCS) raggiunte in alcuni comuni sono molto elevate (fino a 9), queste però indicano il danno cumulativo di tutte le scosse verificatesi e quindi, a mio avviso, non sono indicative della pericolosità sismica dell’area e della magnitudo stimata per questo evento. Di seguito una descrizione dell’evento sismico estratto da testi storici. Che questo debba succedere ora o fra 100 anni non c’è dato saperlo. “Tra il 28 e il 29 Luglio 1799, tre furono le scosse più forti percepite dalla popolazione con violenza crescente (le fonti hanno come punto di osservazione Camerino). La scossa principale, che causò le maggiori distruzioni avvenne alle 3 di notte. Gli effetti cumulativi delle tre scosse risultarono particolarmente distruttivi in una vasta area comprendente Camerino, San Severino, Tolentino, San Ginesio e Sarnano. Cessapalombo fu completamente distrutto dalle fondamenta. A San Ginesio gravi danni riportarono le abitazioni e le chiese. A Sarnano furono diffusamente danneggiate le abitazioni. A Camerino, per il quale si ha il maggior numero di informazioni, i danni maggiori riguardarono le abitazioni dei privati cittadini. I morti furono complessivamente 104, di cui 43 a Camerino, che all’epoca aveva circa 6.000 abitanti, 13 a Morico, 9 a Cessapalombo, 6 a Sarnano, 5 a San Ginesio, 3 a Caldarola, 2 a Belforte di Chienti. I feriti furono molti: 453 solo a Camerino. Tuttavia fu rilevato che, rispetto alla gravità dei danni causati, i morti e i feriti furono relativamente poco numerosi, perché gli abitanti erano stati allertati dalle scosse precedenti e si trovavano per lo più all’aperto".

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