Omicidio Pamela, il Maggiore dei RIS di Roma: "Non ci siamo mai trovati davanti a un corpo trattato così"
Nella terza udienza del processo contro Innocent Oseghale è stato ascoltato come teste il Maggiore Luca Gasparollo dei RIS di Roma. Lo scorso 31 gennaio 2018, il Reparto investigazioni scientifiche aveva proceduto con l'ispezione cadaverica sul corpo di Pamela Mastropietro e con l'acquisizione dei campioni per gli esami: alcuni eseguiti il giorno stesso, altri nei giorni successivi.
Tutto l'appartamento di Via Spalato è stato ispezionato: nello specifico la cucina, il salotto, l'atrio, la camera da letto. Sono stati esaminati accuratamente anche gli indumenti rinvenuti dell'appartamento: il pellicciotto appartenente alla vittima, dove sono state rinvenute tracce dell'imputato; un mozzicone di sigaretta, dove è stato rilevato il DNA sia della vittima sia di Oseghale e sull'orologio della vittima.
Riportando quanto emerso dal fascicolo inerente l’ispezione, il Maggiore Gasparollo ha spiegato: "Sul terrazzo sono state rinvenute diverse tracce ematiche e frammenti di tessuto della vittima. Tracce di sangue inoltre sono state rinvenute sul pavimento interno dell'abitazione, su un coltello, su una mannaia, sulla lavatrice, su un seggiolone e nell'umido. Sul pavimento del salone è stata rinvenuta anche un'impronta plantare fatta a piede nudo e una indossando una scarpa”. Da segnalare come all'interno dell'abitazione sia stata fatta una pulizia molto accurata del sangue: la cui presenza è stata evidenziata soltanto con il luminol.
Il Maggiore ha poi deposto in merito ai prelievi effettuati sul corpo di Pamela, per le relative analisi, in data 31 gennaio 2018: "Parliamo di un cadavere che era in una condizione particolare, con un forte odore di cloro, riconducibile alla varechina, lo stesso odore che era nelle valigie. Inoltre c'era una disarticolazione del corpo e la rimozione di alcuni tessuti come il monte di venere, i seni, la pelle della cassa toracica. Non ci siamo mai trovati davanti a un corpo trattato così". Una deposizione che ha provato la madre di Pamela, Alessandra Verni, presente in aula.
I vari accertamenti, come ha spiegato Gasparollo, sono stati indirizzati sia alla verifica dell'identità della vittima, sia alla possibile acquisizione di eventuali tracce riconducibili a soggetti entrati in contatto con il corpo: "Abbiamo proceduto poi al campionamento di parti del corpo. Tutte le tracce ematiche e i tessuti trovati nell'appartamento sono riconducibili a Pamela Mastropietro. Il DNA dell'indagato è stato rinvenuto sul mozzicone di sigaretta, sulle scarpe Nike e sulla vittima."
"Con un secondo test confermativo, è stato rinvenuto del liquido seminale dell'ingresso dell'utero e della cervice della vittima, appartenente all'imputato."
Sono quattro in totale i profili rilevati dal Maggiore e dai RIS di Roma. Un profilo B, compatibile con Innocent Oseghale, il profilo C, compatibile con il tassista (Fernando Javier Crisel), il profilo D, che appartiene a un uomo di ignota identità e le cui tracce sono state rinvenute dagli esami del tamponamento della lingua e il profilo E, sempre ignoto e le cui tracce sono state rinvenute sulle maniglie del trolley dorato.
All'interno dell'appartamento è stato rinvenuto liquido seminale riconducibile anche a un altro soggetto, che non corrisponde né alla vittima né all'imputato.
"Noi abbiamo lavorato sui campioni di saliva della vittima, due per la precisione - ha aggiunto Gregori, consulente tossicologico dei RIS di Roma -. È stata trovata morfina, che corrisponde alla deacidazione dell'eroina e codeina, un alcaloide presente sempre nell'eroina. Inoltre sono stati rinvenuti 81 grammi per millilitro di metadone" e tre tipi di farmaci per l'umore.
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