Max Fanelli, malato di Sla scrive a Renzi: calendarizzare la legge sul fine vita
Lancia un nuovo appello alla politica, questa volta direttamente al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai Capigruppo di Camera e Senato. Max Fanelli, malato terminale di Sla di Senigallia continua la sua battaglia per la legge sul fine vita.
Dopo aver ottenuto l’appoggio della Presidente della Camera, Laura Boldrini, e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scrive una lettera al Premier e ai Capigruppo, in cui ricorda come mentre la legge di iniziativa popolare sul fine vita, da oltre due anni depositata in Parlamento, non sia ancora stata calendarizzata, lui come altri malati terminali aspetta ogni giorno di avere una risposta. Max Fanelli chiede di poter scegliere se e quando morire, per lui, per i malati terminali e per tutti i cittadini italiani.
Pubblichiamo integralmente la lettera di Max Fanelli.
“Tornassi indietro prenderei in seria considerazione l'ipotesi del suicidio. Non voglio ripercorre a ritroso le storie di Piergiorgio Welby e del padre di Eluana Englaro.
Non ripeterò le decine di appelli, le LIP o le richieste di calendarizzazione che la società civile, le associazioni e la politica hanno rivolto al Legislatore, ottenendo solamente la completa indifferenza da chi é predisposto a legiferare, valorizzando sia i contributi della maggioranza che delle minoranze.
La stessa indifferenza concessa anche al presidente della Camera Laura Boldrini ed al suo appello a legiferare, ad avviare una discussione sul fine vita. Un Legiferatore che nega il confronto al più umile cittadino o malato, agli esperti del settore o alle massime cariche dello Stato, come può essere dichiarato?
Comportarsi con indifferenza di fronte al dolore di malati terminali, alle loro famiglie ed alle decine di migliaia di persone civili, é assai più che riprovevole.
Occuparsi dei diritti civili, tra cui il diritto a morire dignitosamente, non può essere considerata un opzione ma un dovere. In queste situazioni, di fronte a cosi tante richieste, é compito dello Stato discutere, non ignorare. La prima ed unica risposta di un legiferatore deve vertere sul "Quando" non sul "Se".
Intanto l'Italia retrocede continuamente nelle classifiche internazionali per i diritti civili e per la libertà di stampa. Le fatiche di operare ogni giorno per cercare di avere una legge sul fine vita e la Vostra indifferenza, mi hanno portato a pensare all'ipotesi di un suicidio all'inizio della patologia. Non tanto per evitare la sofferenze dovuta ad una morte dolorosa e preannunciata, quanto per evitare un ulteriore e grave offesa esercitata da Voi, legislatori, effettuata con una delle più gravi azioni che un sovrano, come apparite ora, esercita su quella parte di cittadini che sono esclusi, che non vengono neanche presi in considerazione come uomini capaci di desideri e di pensiero autonomo, di decisioni.
Cari legislatori, in questo modo state mancando non solo al dovere istituzionale delegatovi dal popolo, ma state offendendo anche le morale Cristiana, ovviando ad un comportamento di disponibilità e misericordioso.
Non pensiate quindi che, astenendovi dal trattare il Fine Vita, siate assolti. Cosi facendo siete comunque coinvolti nel processo di imbarbarimento di questa nazione, almeno nei diritti civili. Quelli che vengono negati in ogni dittatura morale. Non avrete quindi il mio voto e così esorto a fare tutti coloro che, nonostante Voi, credono ancora nella Libertà, nella difesa della dignità di ogni uomo di questa terra.
Massimo ‘Max’ Fanelli #iostoconmax Presidente e fondatore associ. I compagni di Jenbea Onlus
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