Il piccolo borgo dell'entroterra noto a tutti per il suo caratteristico vino, la Vernaccia, è in stato di emergenza.
Soltanto il centro storico, forse perché protetto dalla montagna nella quale è arroccato, risulta essersi, in linea di massima, salvato dalla furia delle scosse di terremoto che si sono susseguite in questi giorni, per il resto, fuori dalle mura cittadine, nella periferia e nella campagna si registrano crolli e cedimenti. Molte persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione, una trentina dormono alla bocciofila, altri nella tensostruttura a Caccamo costruita dalla Protezione civile, una decina nella frazione di Villa d'Aria si sono rifugiati nella casetta di leggo solitamente utilizzato come ritrovo sociale, alcuni dormono in camper o macchina e circa settanta persone se ne sono andati verso la costa. Borgiano è stato evacuato, la vice sindaco Maria Beatrice Amici Abbati, racconta che è rimasto un solo anziano che non vuole andarsene, perché non vuol lasciare la sua casa " Non è facile convincere le persone a lasciare la propria casa, i propri averi, molti hanno i fucili nelle abitazioni e hanno paura che nella notte qualche malvivente entri e si porti via tutto e possa prendere anche le armi" racconta "Per fortuna non ci sono state vittime e la temperatura non è scesa troppo, ma la situazione è critica. I bambini sono terrorizzati, non possono andare a scuola e cerchiamo di tenerli occupati grazie ai volontari, ma non è semplice. Stiamo utilizzando la cucina della bocciofila per offrire il cibo ma non abbiamo ancora un cuoco che si occupi di tutti gli abitanti. Ci arrangiamo come possiamo, stiamo cercando di fare il massimo e speriamo solo che non ci siano altre scosse".
Serrapetrona è ferita, anche la aziende vinicole stanno cercando di fare la conta dei danni, in un momento così particolare per la produzione della Vernaccia. Ma non è solo una questione di danni strutturali, ciò che più spaventa è il futuro.
Cancellato l'evento Appassimenti Aperti, in programma dal 13 al 20 novembre, per motivi di sicurezza e per il rispetto della situazione che si sta vivendo in questo territorio. La paura non è solo riguardo alla ricostruzione fisica del paese, ma anche del futuro economico. Serrapetrona era riuscita a costruire la sua economia intorno ai suoi prodotti e quindi al turismo, alla valorizzazione di ciò che la terra gli aveva donato e della bellezza architettonica sviluppata dall'uomo nel tempo. "Ci vorranno anni per tornare all'indotto economico che eravamo riusciti a garantirci e su cui tutta Serrapetrona viveva" ci spiega Mauro Quacquarini proprietario dell'azienda vinicola che porta il suo nome "L'entroterra non esiste più, Serrapetrona e tutti gli altri paesi colpiti dal sisma vivevano dello sviluppo del turismo e dei suoi prodotti. Ora queste terre sono state abbandonate e, nella peggiore delle ipotesi, rase al suolo. Sarà difficile riprendersi, potremmo farlo solo progettando un turismo collettivo, dobbiamo unirci e dare la spinta giusta per il rilancio di questa zona".
Chi volesse aiutare la popolazione di Serrapetrona può portare beni al bocciodromo sito in località Collina, hanno bisogno soprattutto di coperte perché sono rimasti molti anziani negli accampamenti e il freddo della notte per loro è difficile da sopportare.
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