"Giustizia per Pamela": al via l'ultima udienza del processo contro Oseghale (FOTO)
"Pamela c'è. Verità e giustizia per Pamela". È quanto scritto nel cartellone appeso questa mattina davanti al Tribunale di Macerata. Un tribunale blindatissimo con un grande dispiegamento di forze dell'ordine per lo svolgimento dell'ultima udienza del processo di primo grado che vede imputato Innocent Oseghale per l'omicidio di Pamela Mastropietro.
Il 30enne nigeriano, accusato di omicidio, violenza sessuale, vilipendio e occultamento di cadavere, è arrivato dal carcere scortato dagli uomini della polizia penitenziaria alle 8:45.
La mamma Alessandra Verni, il papà Stefano Mastropietro e tutta la famiglia di Pamela sono arrivati con in testa il legale Marco Valerio Verni. La mamma della 18enne romana, volto lo sguardo allo striscione esposto, non ha potuto trattenere un grido: "giustizia per Pamela". Tanti i parenti e gli amici, con indosso una t-shirt con una foto della vittima, che siedono oggi in aula.
L'attesa è tanta per un processo che ha scosso le coscienze non solo delle comunità maceratese e romana ma di tutta l'Italia.
L'udienza, iniziata alle 9:38, si è aperta con le repliche del sostituto procuratore, Stefania Ciccioli, del Procuratore Giovanni Giorgio, delle parti civili e, infine, della difesa. Il sostituito procuratore ha rimarcato che le due coltellate sono state inferte a Pamela quando lei era ancora in vita: "lo stesso non rinvenimento del diaframma, dimostra la volontà dell'imputato di far sparire ciò che avrebbe ricostruito il tramite delle due ferite. Oltre al fatto che manca la cute dove le due ferite sono state inferte."
Il procuratore Giorgio ha rimarcato la "genuinità delle dichiarazioni del Marino perché fatte esclusivamente di notizie inedite che lui ha ottenuto in carcere. Oseghale ha strumentalizzato la Mastropietro come un giocattolo - ha concluso Giorgio - e ha soddisfatto le sue voglie sessuali inducendola a un rapporto non protetto senza il suo consenso."
La replica della parte civile rappresentata dall'avvocato Andrea Marchiori, ha evidenziato il fatto che, in occasione del 30 gennaio 2018, il sindaco di Macerata aveva firmato un'ordinanza relativa a un maxi controllo nei pressi del Parco di Fontescodella dove, quella mattina, era in campo un grande dispiegamento di forze dell'ordine. Una condizione che ha fatto sorgere dei dubbi alle stesse parti civili "come è possibile che i due abbiano avuto un rapporto alla luce del giorno in un luogo con così tanti poliziotti?".
I difensori di Oseghale, Matraxia e Gramenzi, hanno ridabito che la 18enne romana "non è stata uccisa e non è stata violentata dall'imputato".
Alle ore 14.40 i giudici si sono riuniti in Camera di Consiglio per decidere la sentenza di primo grado del 30enne nigeriano, attesa in serata.
Foto di Lucia Montecchiari
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