Il bullismo è un problema sociale che non va sottovalutato e di episodi di violenza di ragazzi su un altro ragazzo indifeso sono sempre più frequenti. La condanna dal mondo degli adulti è pressoché unanime, ma capita anche che di fronte ad atti di bullismo nessuno faccia niente.
Ecco il racconto di Annunziata Brandoni, ex dirigente scolastica originaria di Castelfidardo, che sabato è intervenuta a Porto Recanati proprio mentre il “branco” picchiava un ragazzino sotto gli occhi dei passanti sul lungomare.
“Portorecanati, h 18.30 circa, lungomare all'altezza dei salesiani: una trentina di ragazzini/e vocianti... le voci si fanno sempre più concitate... non vedo bene cosa sta accadendo... sono a un centinaio di metri di distanza, tranquillamente seduta davanti casa... aguzzo la vista e noto un ragazzino per terra... qualcuno lo prende a calci, scappa, ma altri lo bloccano e il picchiatore ricomincia.. .o forse è più di uno... qualche persona passa, guarda e continua a camminare senza intervenire. Mi alzo e mi dirigo verso il gruppo di scalmanati. A fatica tiro fuori il cellulare per chiamare i carabinieri, ma non ho il numero e debbo digitare... con il bastone e la borsa non è facile per me... temo anche che mi vengano addosso e mi facciano cadere, ma non posso non fare qualcosa. I ragazzini continuano a calciare il compagno a terra, nessuno interviene... qualche ragazzina si accorge della mia presenza e cerca di fermare i compagni... niente. Allora grido che chiamo i carabinieri e faccio le foto. I più grandicelli si fermano e cercano di fermare i più piccoli.
Mi dicono che non stanno facendo nulla di male...solo una lite. Il ragazzino a terra ha fatto la spia e se l'è voluta. Iniziamo a parlare... dico che è bullismo, tutti contro uno e non è la prima volta, come mi hanno detto… mi ascoltano... dico che collaboro con l'osservatorio sul bullismo, che ho scritto un libro su ciò che accade nel loro mondo preadolescenziale, che vado nelle scuole a parlare con i ragazzi di queste cose...una ragazzina mi chiede perché non vado anche nella sua scuola, a Loreto...rispondo che sarò a Loreto il 23 per un convegno...spero che ci sia! Quei volti dapprima feroci ora sono solo volti di ragazzini. La violenza si è trasformata in interesse.
Quel che mi sconvolge di più è il fatto che nessuno si è fermato... aspettiamo che ci scappi il morto per commentare sui social...che tristezza!”
Annunziata Brandoni ha avuto il coraggio di parlare con i giovani, forse è questo quello che più manca, il confronto tra le generazioni. Nel mondo dei social il paradosso è sempre più forte: siamo tutti collegati e nessuno è capace di comunicare faccia a faccia. Magari qualcuno avrà anche fatto foto alla lite, ma solo la Brandoni ha fatto ciò che ogni adulto doveva fare: intervenire e difendere il ragazzino più debole.
Scrive ancora l'ex dirigente scolastica: "Penso che riesco a comunicare con i ragazzi perché parlo con il cuore... perché capiscono che intervengo per il loro bene... tutti i ragazzi mi stanno a cuore, non sono vuoti a perdere se noi ci interessiamo dei loro problemi. Ma dobbiamo essere in tanti, fare squadra...e invece c'è ancora tanta gente che sottovaluta il problema..."
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